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Autore: Melisanna    06/07/2006    2 recensioni
Kandrakar sta andando in rovina e l'Oracolo giace morente. Mentre le Witch devono difendersi dalle aggressioni inaspettate di sei sconosciuti guerrieri, un mondo lontano cerca di arrestare la sua inevitabile decadenza. E' tutto collegato? E come? La spiegazione dell'Oracolo è semplice, ma sarà quella vera? Un mistero da risolvere e una guerra da combattere, mentre le cinque ragazze abbandonano l'adolescenza e entrano nell'età adulta attraverso dubbi e turbamenti.
Genere: Romantico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Miki: Eh sì! Will ha i capelli lunghi ^^ mi sembra che le stiano bene, perchè mettono in risalto la sua fragilità e timidezza. Visto che in questo racconto sarà molto tormentata li trovavo adatti!

Max e 609: Grazie delle recensioni, come sempre! Dunque Au, cioè Universo Alternativo, vuol dire che il "continuum spazio-temporale" non è quello del fumetto originale. Siccome io non tengo in considerazione informazioni come la fuga delle gocce, il fatto che l'Oracolo venga da Basiliade, che Hay Lin conosca Eric eccecc, si può dire che il mio mondo è diverso dall'originale. Come ho già sottolineato, però, tutto quello che c'è prima della saga dell gocce non cambia! OOC significa Out Of Character, vuol dire che dei personaggi sono diversi dal punto di vista psicologico da come sono in realtà. Questo è un po' opinabile, nel senso che io credo di essere stata coerente con il modo in cui i personaggi sono presentati nel fumetto, ma, almeno in un caso, le mie scelte potrebbero essere discutibili, per cui preferisco mettere le mani avanti! Cmq potete trovare tutte queste spiegazioni direttamente nel regolamento di efp!

Will attese a lungo, mentre il sole si abbassava sempre più sull'orizzonte e le ombre cominciavano ad allungarsi.

Taranee arrivò per prima, carica di oggetti multicolori di cui le avevano fatto dono al mercato.

"Allora, cosa facciamo? Andiamo a cercare Irma o aspettiamo le altre?"

Will la guardò stancamente. Domande sempre domande e lei non aveva risposte.

"Io... non lo so... Aspettiamo le altre per il momento":

"Sì penso anche io che sia la soluzione migliore" convenne Taranee annuendo. "Tu cosa hai visto? Che te ne sembra di questo posto?" continuò.

"Non... non so. Io... non penso che siano malvagi, però..." Will scosse la testa confusa.

"Io credo che non dovremmo fidarci" intervenne Cornelia, raggiungendole, i lunghi capelli che ondeggiavano seguendo il ritmo dei passi decisi. "Forse non saranno malvagi, ma hanno qualcosa che non mi piace, questi Everlaniani". Solo gli occhi un poco gonfi testimoniavano del pianto di poco prima. Sia Taranee che Will avevano troppi pensieri per notarli.

"Non è un po' poco per condannare questa gente?" ribattè Taranee punta sul vivo. La verità era che lei era stata tentata di dare la stessa risposta di Cornelia solo in base all'idea che si era fatta di Efri e lasciarsi trascinare così dai sentimenti le dava terribilmente fastidio. Possibile che non fosse in grado di giudicare con più coscienza? Non aveva sempre ripetuto che prima di dare un giudizio bisogna cercare di raccogliere più informazioni possibili e studiare la situazione da più punti di vista? Non leggeva forse tre diversi quotidiani e non confrontava le notizie con quelle trovate sul web prima di prendere una posizione? Prima della conferenza che aveva organizzato con la sezione giovanile di Greenpeace aveva studiato l'argomento per settimane.

In effetti, adesso che ci pensava, quella situazione non era diversa da quella con cui doveva confrontarsi adesso.

Doveva essere permesso agli inuit di cacciare le foche con mezzi non tradizionali? Questo avrebbe potuto portare all'estinzione della specie, ma il caso contrario rischiava di ridurre quella gente alla fame. Taranee aveva deciso che la conservazione della cultura e della specie era più importante e aveva difeso ferocemente il provvedimento che impediva la caccia alle foche con l'uso di fucili. Adesso però...

"Un'impressione non è un metodo valido per giudicare di un argomento di tale importanza!" continuò, rifiutando di arrendersi ai suoi stessi dubbi.

Cornelia le rivolse uno sguardo di ghiaccio: "Non siamo venute qui apposta per farci "un'impressione"? Ebbene, la mia "impressione" è che di questa gente non c'è da fidarsi".

Taranee distolse gli occhi, frustrata per non essere in grado di rispondere prontamente e irritata con se stessa perchè non poteva negare di essere in cuor suo d'accordo con l'amica. Se gli Everlaniani stavano davvero prosciugando il loro mondo di tutte le energie, se stavano davvero distruggendo quella loro terra meravigliosa, meritavano di essere salvati o dovevano subire le conseguenze delle loro azioni? Avvertì il fuoco dentro di lei contorcersi rabbioso.

Anche Will non incrociava lo sguardo con quello delle compagne. Aveva troppo timore di quello che le altre avrebbero potuto leggere nei suoi occhi. Confusione, paura... tristezza. E forse qualcosa che persino lei rifiutava di ammettere con se stessa, ma che le altre avrebbero saputo vedere. Forse le ragioni per cui lei non si sentiva di condannare gli Everlaniani non erano altrettanto labili e soggettive? Tutto quello che aveva visto di Everlan, alla fine, era un castello splendido e due occhi grigi.

Le tre ragazze rimasero l'una accanto all'altra in silenzio, a lungo. Quando già il cielo cominciava a ingrigire sopraggiunse Hay Lin con passo strascicato e il volto pensieroso. Normalmente le tre amiche si sarebbero accorte del suo turbamento, ma in quella situazione erano talmente prese dai propri pensieri da non notare la malinconia che offuscava il suo sguardo, di solito limpido e allegro.

Hay Lin salutò le ragazze con un cenno della mano. Le altre le risposero appena. La fanciulla fece per parlare, una parte di lei sentiva il bisogno di confidare la scena a cui aveva da poco assistito, eppure... Forse fu l'atteggiamento chiuso e indifferente delle sue interlocutrici o forse semplicemente il fatto che non si sentiva di confidare un segreto altrui, un segreto così personale, ma Hay Lin richiuse la bocca senza spiccicare parola.

"L'idea di venire qui è stata tua" l'apostrofò aggressivamente Cornelia "Forse tu ti sei fatta "un'impressione" più valida delle nostre. Hai scoperto forse qualche eccezionale segreto che ci aiuterà a trovare il bandolo della matassa a e a fare la cosa giusta affinchè tutti possano vivere felici e contenti?"

Le sue parole spinsero Hay Lin a rinchiudersi ancor più in sè stessa. Intimidita, scosse la testa, lo sguardo fisso sull'erba verde e si sedette mestamente accanto a Will.

Cornelia sbuffò, incrociando le braccia. "Lo dicevo io. Non esiste una bancolo della matassa: solo nelle favole tutti vivono felici e contenti".

Taranee desiderava ribattere con tutta se stessa, quante volte spinta dal suo spirito combattivo si era eretta a madrina delle cause perse? Eppure adesso non sapeva cose rispondere. Avrebbe combattutto con le unghie e con i denti, se solo fosse stata sicura della causa per cui farlo. Ma non era così, perciò si limitò a irrigidire la mascella, a sprofondare ancora più le mani nelle tasche e a fissare il terreno con maggiore insistenza.

A interrompere quell'atmosfera carica di tensione fu Irma, quando il sole era ormai calato da un pezzo e i grilli frinivano le loro canzoni eterne alla luna. La ragazza arrivò senza fiato per la corsa, ma entusiasta e in forma perfetta.

"Ah! Scusate il ritardo! Non è un problema vero? Visto che non avete accettato il mio invito ho pensato che sicuramente aveste di meglio da fare..." Si scostò i capelli dalla fronte e rovesciò la testa all'indietro cercando di respirare profondamente.

"Questo posto è fantastico, no?" riprese allegra, senza notare nè le occhiate assassine di Cornelia nè la frustrazione di Taranee, l'apatia di Will e lo scoramento di Hay Lin.

"E la gente! Aaaah la gente è assolutamente adorabile! Io non so perchè l'Oracolo ci abbia raccontato tutte quelle fregnacce, ma secondo me è solo geloso di questi ragazi perchè sono tipi che si sanno divertire, al contrario di lui!"

"Dunque è così che giudichi la gente, tu!" replicò furibonda Cornelia. Non avrebbe saputo dire nemmeno lei perchè le parole di Irma le davano così fastidio, ma erano andate a toccare qualcosa dentro di lei che nessuno, nessuno aveva il diritto di stuzzicare. Soprattutto quel giorno."Per te ci sono solo quelli che sia sanno divertire e quelli che no! Bel modo per decidere se qualcuno è colpevole o no! Scommetto che la ragione di questa brillante uscita è che qualche ragazzo ti ha fatto gli occhi dolci e tanto basta a te per decidere che hanno tutte le ragioni!"

Irma arrossì di stizza. Accidenti a lei, ma chi si credeva di essere? Sempre a giudicare tutto e tutti!

"Faresti bene a imparare a divertirti un po' anche tu, magari diventeresti meno acida!" rimbeccò la compagna, indispettita.

"Io sarò anche acida" rispose Cornelia squadrandola con superiorità "ma almeno non sono una gattamorta. E sono in grado di giudicare in modo un po' più oggettivo!"

"Vorrei proprio sapere cosa ha di tanto oggettivo il tuo modo di giudicare! Non hai nemmeno aspettato di sentire cosa avevo da dire!" proruppe Irma in preda all'ira. Come, come osava? Soltanto perchè aveva i capelli biondi ed era un po' più alta di lei pensava di sapere tutto del mondo?

"Ho sentito fin troppo! Sai cosa me ne può importare di quanto ti sei divertita oggi! Non sarà questo a farmi cambiare idea!" Cornelia si volse con furia verso Will "Apri subito quella maledetta porta, visto che sai come si fa! Non ho intenzione di rimanere qui un momento di più".

Irma strinse i pugni convulsamente. Non le importava quello che lei aveva da dire? Ebbene non lo avrebbe saputo e neanche le altre, se per questo! Tanto non sembravano più interessate della bellona alle sue informazioni. Altrimenti avrebbero preso le sue parti, quando quella strega l'aveva aggredita.

Appena Will aprì la porta, Irma la spalancò con furia e fuggì nella notte di Heatherfield, mentre il suo aspetto tornava quello di una normale ragazza sedicenne. Una normale ragazza sedicenne sul cui capo si addensava una nube nera di rabbia.

Quasi altrettanto rapidamente uscì Cornelia. Si voltò verso le altre con sussiego e le salutò con voce perfettamente controllata, quindi si voltò di scatto e sparì a sua volta. Sentiva di nuovo, improvvisamente, il bisogno impellente di piangere, ma non avrebbe permesso a nessuno di vederla in preda alla debolezza. Mai. E poi, se le altre l'avessero vista in lacrime avrebbe dovuto spiegare. E non sapeva nemmeno lei cosa.

Le altre tre si rivolsero uno sguardo dubbioso, si salutarono confuse e malinconiche e presero la strada di casa.

  
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