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Autore: kia84    07/11/2011    1 recensioni
Finn Hudson era proprio un'idiota! O forse l'idiota ero sempre stata io perchè non me ne ero accorta prima ostinandomi che fosse il ragazzo giusto per me? La mia anima gemella? Tutte balle!
Genere: Fluff, Malinconico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Finn Hudson, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Rachel Berry, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Continuava a tornarmi in mente l'immagine di Rachel con mia figlia in braccio e quella lacrima solitaria che in qualche modo rovinava la scena. Avevo capito che c'era qualcosa che non andava, era triste e lo sentivo ma lei aveva finto di stare bene cercando di distrarmi con Beth. Avevo accettato la sua scusa un pò fiacca facendo finta di niente, nonostante la continua preoccupazione per lei, poi era cambiato tutto in pochi istanti. Aveva sorriso, era sobbalzata alla mia vicinanza, le sue guancie erano diventate rosse e il suo sguardo...cavolo, il suo sguardo magnetico misto tra imbarazzo ed eccitazione mi aveva fatto ribollire il sangue nelle vene. Puckzilla sapeva ancora fare bene il suo lavoro con le donne, ma adesso me ne interessava soltanto una in particolare, quella che non mi ero ancora portato a letto. Rachel Berry. Non era un'ossessione puramente sessuale la mia da ragazzo respinto ma sapevo che in ballo c'era molto di più, c'erano i nostri sentimenti in gioco ed io non volevo rischiare di fare un passo più lungo della gamba e rovinare tutto quello che fin'ora ero riuscito a costruire con lei. Sembrava felice con Jesse ma i suoi occhi non erano mai riusciti a mentirmi, erano come un libro aperto per me. Era come se fossi il solo lettore a capire quello che nascondevano. Sapevo che non le ero per nulla indifferente, riconoscevo i segnali di una donna quando li avevo davanti e lei di certo non era immune al mio fascino, ma volevo capire dove arrivava il suo interesse e fin dove potevo spingermi. Se mi fossi fatto avanti avrebbe accettato le mie avances? Oppure mi avrebbe voltato le spalle dicendomi di aver rovinato la nostra amicizia? Non sapevo più cosa fare ma ero sicuro di volere lei. Soltanto lei, Rachel. Avrei rischiato oppure no con lei? Era un gioco troppo pericoloso perchè perdela come amica avrebbe significato perderla per sempre ed io non ero disposto a lasciarla andare nè ora nè mai. Spazientito, accesi la televisione e la console e selezionai un gioco dove avrei picchiato a sangue qualche nemico giusto per il gusto di sfogarmi un pò in qualche modo visto che se avrei fatto la stessa cosa con Finn o Jesse Rachel non me lo avrebbe mai perdonato. Dopo dieci minuti buoni di sano sadismo che mi decretarono il miglior record di quel livello mai raggiunto fin'ora, sentii il suono del campanello della porta e mia madre gridare dalle scale il mio nome. Feci finta di ignorarla e continuai a giocare imperterrito perchè non ne avevo ancora avuto abbastanza finchè la porta della camera non si spalancò di colpo per far passare Sam con in braccio Artie. Decisamente una strana accoppiata in una strana posizione. Sam fece sedere Artie sul mio letto ed entrambi si misero a guardarmi spazientiti.
"Cosa ci fate voi due qui a quest'ora? Se non ricordo male non c'era nessun uscita in programma questa sera."
"Qui ti sbagli, c'è un contrordine. Noi tre usciamo a divertirci stasera. Alcol e bambole fratello!"
"Alcol e...Artie ti sei fumato qualcosa prima di venire qui?" lo fissai stralunato con un sopracciglio alzato e pieno di dubbi sulla sua sanità mentale.
"No, ma forse avrei dovuto visto che tu sei qui a giocare come un bambino." quella frase provava una volta per tutte che fosse pazzo. Di cosa stava blaterando?
"Questo gioco me lo hai passato tu la settimana scorsa, te ne sei dimenticato?"
"Baggianate. Sam spegni tutto." il biondino seguì gli ordini piazzandosi di fronte a me dandomi la schiena e spense il televisore interrompendo i miei giochi.
"Ehy!" esclamai contrariato mentre gli lanciavo uno sguardo inferocito che avrebbe fatto intimorire chiunque.
"Scusa amico ma sono ordini superiori, non possiamo disobbedire. Vestiti e fai in fretta perchè siamo già in ritardo nella tabella di marcia."
"Si può sapere chi è che comanda? Dovrei scambiarci qualche parolina..." borbottai stringendo i pugni spazientito. Chi diavolo aveva intenzioni di trattarmi come la sua marionetta? Io non prendevo ordini da nessuno!
"Spiacente, il capo rimarrà nell'ombra. Puck lo so che qualsiasi cosa ti metta addosso un coro di sospiri adoranti femminili ti segue a ruota rendendo i fidanzati furenti e gelosi, ma questa sera dovrai dare il meglio di te. Dovrai far ribollire tutti gli ormoni in quella stanza." spiegò Artie in modo sistematico mettendosi a posto gli occhiali sul naso.
"Perchè?"
"Niente domande e vatti a vestire. Sbrigati." ribattè Artie non facendosi distrarre dalla mie domande. Sam mi lanciò una maglietta nera attilla con un disegno sul davanti e un paio di jeans ancora nuovi, li presi al volo facendo una smorfia. Non avrei neppure avuto la possibilità di scegliermi i cosa indossare, ottimo.
"Agli ordini." borbottai controvoglia rifugiandomi in bagno per andarmi a fare una doccia veloce e a cambiarmi come stabilito.
Appena uscii dal bagno con il ghigno made in Puckerman, che le donne trovavano sempre seducente, Artie e Sam mi diedero il loro ok facendo di si con la testa. Avevano approvato appieno la mia mise da stallone in fase da rimorchio ed io mi chiesi dove volevano andare a parare quei due. Non avevo nessuna voglia di uscire a divertirmi e fare avances a qualsiasi ragazza mi capitasse a tiro, ormai non ero più quello di una volta. Non mi interessava più quella vita. Nei miei pensieri c'era solo lei e quello mi fregava, non avrei neppure avvicinato una ragazza senza confrontarla a Rachel e, anche se fosse stata meno fastidiosa della stella delle Nuove direzioni, la cosa non avrebbe mai cambiato le carte in tavola. O Rachel o nessuna, piuttosto mi sarei fatto monaco a vita. Blasfemia, lo so, Puckzilla non ce l'avrebbe mai fatta a stare buono e calmo per sempre quindi la Berry si doveva dare una mossa a dire o fare qualcosa altrimenti sarebbe scoppiato. Maledetti sentimenti! Perchè c'ero cascato di nuovo? Prima con Quinn e adesso con Rachel e con lei era tutto diverso, mi sembrava di esplorare in mondo nuovo e pericoloso. Mi passai il dopobarba sulla pelle, quello che una volta Rachel aveva annusato sospirando pensando di non essere vista, e decisi che almeno per una sera avrei cercato in tutti i modi di togliermi quella mora dalla testa. Non doveva sempre essere lei a comandare i miei ormoni! Aiutai Sam a portare Artie giù, facendolo sedere sulla sedia a rotelle, e li seguii fuori nel vialetto addocchiando l'auto del biondino. Li vidi scambiarsi un fugace e ansioso sguardo d'intesa e Sam mi invitò a seguirli con la mia macchina in quanto c'erano parecchie cianfrusaglie nel bagagliaio e avrebbe dovuto mettere la sedia a rotelle nei sedili posteriori ed io sarei stato piuttosto scomodo, sentivo quanto puzzava quella scusa patetica ma evitai a fare domande perchè in realtà non mi interessava più di tanto. Sarebbe stata una delle tante serate del buon vecchio maniaco Puckzilla e sapevo già come sarebbe andata a finire, pomiciate con più ragazze e alcol a volontà, e la cosa non mi faceva ne caldo ne freddo. Sarei andato avanti con il pilota automatico facendo ciò che tutti si aspettavano da me. Puckerman si sarebbe divertito e avrei lasciato Noah a casa a disperarsi per una ragazza che lo reputava il suo miglior amico. Misi in moto e ingranai la marcia seguendo la Jeep rossa di Sam. Riconobbi immediatamente il locale dove mi stavano portando e mi chiesi per l'ennesima volta cosa cavolo stavano archittettando quei due e chi fosse il capo di questa stramba operazione. Parcheggiai accanto alle Jeep ed entrai con loro; cercando di districarci dalla folla, raggiungemmo finalmente il bancone e ci mettemmo in fila cercando di attirare l'attenzione dei ragazzi che stavano dietro.
"Adesso che siamo arrivati in questa borgia cosa si fa?" chiesi fiaccamente guardandomi intorno con disinteresse.
"Mi deludi Puck! Siamo sicuri di aver portato la persona giusta? Oppure è un clone?"
"E se lo hanno rapito gli alieni?" chiese Sam continuando a fissarmi come se mi era cresciuta una seconda testa sul collo.
"Puckzilla non si clona, rischierebbero di pagare i diritti e sono tanti soldi ve lo garantisco."
"No, è lui. Confermo...anche se il vecchio Puckerman a quest'ora avrebbe già iniziato a fare razzia di donne. Sicuro di star bene?" mi domandò Artie con un sopracciglio alzato mostrando i suoi dubbi sulla mia sanità mentale. Sapevo già per certo che ormai se n'era andata già da un bel pò di tempo, sempre se avessi avuto almeno due neuori decenti in testa.
"Non potrei stare meglio. Una birra, grazie." dissi alla barista che si era avvicinata dalle nostre parti per prendere l'ordinazione.
"Documento prego."
"Ti sembro un lattante?"
"Ti sembro una che vuole perdere il lavoro? Ecco a te una coca." mi passò un bicchiere con la bevanda scura e frizzantina e mi diede le spalle per servire un altro cliente. Ottimo, non potevo nemmeno ubriacarmi quella sera. Che sfiga. Feci una smorfia e bevvi un sorso di coca sotto lo sguardo stralunato dei miei amici.
"Adesso si che mi preoccupi Puck. Saresti riuscito ad ammaliare quella ragazza in un secondo facendoti portare tutte le birre che volevi! Cosa ti è successo?"
"A volte si cambia quando meno te lo aspetti. Le donne sono una fregatura. I sentimenti sono una fregatura da perdenti." borbottai bevendo un'altra volta cercando di pensare che fosse come nell'effetto placebo e che stessi bevendo davvero una birra fredda ad alta gradazione alcolica. Inutile.
"E non ha nemmeno bevuto! Forse è meglio se ci spostiamo nella saletta privata con gli altri."
"Saletta privata? Avete fatto le cose in grande."
"Si, pensiamo che ne valga la pena e speriamo di non rimanere delusi quindi ci devi dare dentro Puck." disse con un sorriso ottimista Sam dandomi una pacca sul braccio. Continuavo a non capirci ancora nulla.
"Darci dentro a cosa? Non so quanto possa fidarmi di voi..."
"Ti abbiamo mai deluso?"
"Forse è stato il contario." ammisi ricordando le mie mancanze nei confronti delle Nuove Direzioni.
"Ecco, appunto. Quindi adesso andiamo a cercare gli altri."
"Facciamo così. Andate avanti pure voi, io vi raggiungo dopo. Devo fare una telefonata."
"Sicuro? Non è che poi te ne torni a casa senza dire niente?"
"Non preoccupetevi." feci lo un cenno con la testa facendogli capire che avrei mantenuto la promessa. Dopotutto era una serata come le altre, perchè tornare a casa proprio adesso? Magari riuscivo a fregare qualcuno per una birra.
Presi il cellulare dal taschino e scorsi sul display le ultime chiamate ricevute ed effettuate e il mio sguardo rimase fisso per parecchi secondi su quel nome. Rachel. Non avrei dovuto lasciare Noah a casa con i suoi pensieri da patetico innamorato respinto? Come al solito avevo fallito un'altra volta. Feci un profondo respiro e cliccai sul verde dandomi dell'imbecille. Non rispondeva e all'improvviso partì quella fastidiosa segreteria telefonica che mi diceva di lasciare un messaggio ed io lo feci.
"Rachel ciao...come stai? Sono un pò preoccupato per te. Non faccio altro che ripensare a quelle lacrime...a te...a noi...dannazione! Non so nemmeno perchè ti ho chiamato! Tu sei l'unica che mi fa mandare in confusione il cervello! Non so più che fare con te. Prima era tutto diverso e adesso non so più nemmeno cosa dirti per paura di ferirti o vederti sparire di nuovo nei tuoi problemi dimenticandoti della mia esistenza, di quello che siamo o non siamo. Rachel io non riesco più a sopportare tutto questo, davvero...odio essere tuo amico. Stare li e non poter fare niente mentre un via vai di ex continua a circolarti intorno con pretese assurde è troppo per me. Perchè non ti decidi una benedetta volta? Finn o Jesse? Non è poi così difficile. E poi perchè dovresti stare proprio con uno di loro? Potresti anche restare da sola...non è poi così tanto male, non credi? Oppure potresti anche scegliere qualcun'altro, magari qualcuno che ti è vicino...ma tu tanto non ti guardi intorno, giusto? Perchè dovresti poi? Che stupido che sono! Lasciamo perdere, forse non vale la pena nemmeno parlarne con la tua stramaledetta segreteria. Ciao."
Rimisi il cellulare nel taschino con una smorfia e andai alla ricerca della saletta privata che avevano prenotato i miei amici ma il mio sguardo fu attirato da un paio di fianchi, strizzati in un abitino rosso che lasciava poco spazio all'immaginazione, che si dimenavano in pista a ritmo di musica. Deglutii a vuoto e mi si seccò la bocca. Chi diamine era quella sirena che mi aveva ammaliato? Solo Rachel era riuscita a turbarmi in quel modo e sapere che un'altra ragazza c'era riuscita come lei mi eccitava e mi preoccupava allo stesso tempo. Questa eccitazione improvvisa rendeva le mie intenzioni meno serie nei confronti della persona che amavo? Che uomo potevo essere se già stavo sbavando verso un'altra? Non riuscii a resistere e mi feci avanti tra tutti i ragazzi allupati che la circondavano, mi accorsi a mala pena della vicinanza di Kurt Blaine e Mercedes che ballavano a poca distanza seguendo tutta la scena, quando fui travolto dall'ondata di un profumo familiare. Non poteva essere le! Quando scoppiò la sua solita risata fresca e contagiosa mi vennero i brividi e non sapevo se era positivo o negativo. Cosa diamine stava succedendo? Cosa ci faceva la mia Rachel vestita in quel modo in mezzo a un branco di lupi affamati? Era mezza nuda! Era per caso impazzita? Mi feci largo, tirando qualche gomitata a destra e a sinistra, e le arrivai alle spalle proprio mentre si era appoggiata a un ragazzo che le stava sussurrando qualcosa all'orecchio tastandole con naturalezza la rotondità del sedere. Gliele avrei tranciate di netto quelle dita! Seguii l'istinto e le tolsi quella mano dal sedere facendola girare verso di me. Lei sbandò un pò sorpresa da quello scatto e rimase per qualche istante smarrita mentre incrociava il mio sguardo, sentivo che era ubriaca ma sapevo che in quel momento era tornata lucida di colpo. Aveva la stessa espressione che le avevo visto quando le avevo asciugato la lacrima. Perchè dannazione non mi diceva cosa le passava nella mente? Perchè mi estrometteva dai suoi pensieri? Che razza di rapporto era diventato il nostro?

"Cosa diamine credi di fare?" le ringhiai contro fulminandola con lo sguardo. Probabilmente sembravo un pazzo in quel momento ma era tutta colpa sua.
"Divertirmi Puckerman, non si vede? Se non sbaglio sei stato proprio tu a ripetermelo tante volte. Ti stai rimangiando la parola?" mi chiese appoggiandomi una mano sul torace facendomi andare in ebollizione.
"Sei ubriaca fradicia!" l'accusai stringendo i denti e i pugni per cercare di stare il più calmo possibile prima di commettere una strage su quei fastidiosi ragazzi che ancora le stavano accanto.
"Per la terza volta che mi ubriaco che sarà mai?!" ridacchiò lei appoggiandosi letteramente contro di me mentre l'altra sua mano accarezzava il bicipite gonfiato di un altro arrapato.
"Ma questo non è sidro frizzante come la scorsa volta." fulminai con lo sguardo ognuno di loro finchè si decisero a smammare uno dopo l'altro con la coda tra le gambe. Ero il re delle risse in quel locale, in molti lo sapevano visto che una volta mi avevavo mandato in riformatorio per aver picchiato un tizio che mi prendeva in giro a causa del Glee Club quindi ormai ero controllato a visto ogni volta che varcavo quella soglia. Avevo la reputazione da duro e quell'aura di minaccia che mi circondavs sempre mi piaceva. Quella sera non faceva eccezzione e la mia aura pericolosa era nettamente peggiorata.
"Puckerman calma, è tutto a posto."
"Si, come la mano di quel tizio sul tuo sedere. Stava proprio bene li, non è vero?" l'aggredii cercando di portarla in disparte alla ricerca di un posto un pò più tranquillo dove poter parlare. Oppure dove poterla sgridare e sfogarmi come non ero mai riuscito a fare.
"Non sarai per caso geloso Puckerman?" ridacchiò le allacciando le sue mani dietro al mio collo mentre con un dito mi accarezzava il lobo dell'orecchio facendomi praticamente impazzire. Non ce l'avrei fatta a superare la notte in quel modo.
"Non sarai per caso diventata una sgualdrina Berry?"
"Non ti piacevano una volta? Magari potrei piacerti anch'io adesso." sussurrò lei al mio orecchio con tono malizioso facendomi rabbrividire. Perchè proprio adesso?
"Adesso non mi piaci per niente, te lo assicuro. Ma come ti sei conciata?" cercai di cambiare argomento per calmare i miei ormoni impazziti peccato che con il suo corpo appiccicato al mio sarebbe stato tutto decisamente più difficile.
"Non vorrai fare il moralista proprio tu, vero? Ma dov'è finito il vecchio festaiolo Puckerman?" bella domanda. Se fossi stato il vecchio Puck sicuramente me ne sarei subito approfittato della sua sbronza eppure in quel momento avevo quasi paura di toccarla prima di non rispondere più dei miei gesti tipo strapparle quella maledetta seconda pelle che spacciava per vestito e legarla al mio letto per non farla scendere più. Maledetta Rachel!
"Probabilmente sta crescendo. Ma dov'è finita quella rompipalle egocentrica bacchettona con le manie di comando Berry?"
"L'ho lasciata a casa. Sai, volevo divertirmi stasera. Avevi detto qualcosa sul non essere più la solita Rachel ed essere più sciolta..."
"Sciolta non vuol dire flirtare svenevolmente con degli sconosciuti arrapati che sicuramente si sono fatti certe idee sulla tua lampante disponibilità. Perchè cavolo non mi sono portato una giacca dietro?" borbottai dandomi dello stupido per quella disattenzione. Non potevo nemmeno coprirla.
"Perchè non fa poi tutto questo freddo. Sto soltanto seguendo il tuo esempio e poi magari anche a me piacerebbe seguire il percorso di quelle idee, non lo puoi sapere."
"Rachel tu..." iniziai a ringhiare con esasperazione ma l'arrivo di Mercedes Blaine e Kurt interruppe la mia feroce tirata.
"Puck, finalmente sei arrivato! Sei un pò in ritardo però."
"Ecco chi manovrava i fili di questo stramaledetto piano. Dovevo capire che c'eri tu dietro a tutto questo Mercedes." le lanciai un'occhiataccia accusatoria mentre Rachel mi si strusciava addosso sempre di più per tenersi in piedi. Come cavolo era riuscita a bere alcolici in quel locale senza che nessuno se ne fosse accorto? Dannati baristi!
"Non so di cosa stai parlando Puckerman. Stasera siamo qui per divertirci e smorzare un pò gli animi in vista del ballo, ne abbiamo tutti bisogno. Ci sta rendendo tutti matti."
"Concordo con te Mercedes, non ho visto Kurt così in fibrillazione da quando è uscito un nuovo spettacolo a teatro di Patty Lupone. Sul serio, ha battuto se stesso." si intromise Blaine sorridendo teneramente al suo ragazzo.
"Rachel, tesoro, ti ho già detto che stasera con questo abito sei davvero fantastica? Sono tutti ai tuoi piedi." ribattè Mercedes con entusiasmo e un pizzico di divertimento nella voce. Sembrava che quel complimento non fosse rivolto del tutto a Rachel quanto a me indirettamente per provocarmi. Mercedes era subdola.
"Si lo hai già detto ma continua pure a ripeterlo, non è mai troppo poco!" blaterò lei con voce impastata mentre pendeva dal mio collo. A volte era proprio difficile e frustrante essere innamorati.
"Rachel sei ubriaca." le dissi rafforzando la stretta della mano sul suo fianco per sorregerla meglio.
"Si ma molto sexy." mi sorrise lei con occhi lucidi facendomi un certo effetto che non potevo negare. Era troppo sexy in quel momento, avrei voluto cavare gli occhi di chiunque l'avesse guardata.
"Sei la regina più sexy questa sera."
"Io ti adoro Blaine Anderson." ridacchiò la mora scoccandogli un bacio con la mano.
"Brava Rachel, adesso a cuccia. Blaine è del sottoscritto." la rimise al suo posto Kurt prendendo per mano il fidanzato ribattendo il fatto che era una sua proprietà. Blaine era gay ma aveva avuto pur sempre dei precedenti con Rachel.
"Uffa...me lo presti?" si lagnò la ragazza che avevo tra le braccia facendo un finto broncio adorabile.
"No." rispose Kurt mettendo fine alla discussione.
"Cosa ne dite di radunare tutti nel salottino privato a giocare a obbligo o verità?" chiese Mercedes con entusiasmo cercando di coinvolgerci nei suoi piani.
"No, scordatelo!"
"Puckerman hai paura? Non hai più le palle?" ridacchiò Rachel facendomi un buffetto sulla guancia.
"Le palle le ho ma con la fortuna che mi ritrovo ultimamente, mi obbligherete a baciare Kurt o il tizio orribile che bazzica vicino ai bagni. Per questa volta salto, grazie." Kurt alla mia risposta fece una smorfia e alzò gli occhi al soffitto con esasperazione.
"Nessuno può tirarsi indietro."
"Magari questa sera sarò fortunata, potrò baciare un ragazzo. Ho già puntato qualcuno..." blaterò Rachel con un sorriso furbetto sulle labbra mentre passava la lingua sensuale su di essa con fare lussurioso. Gli ormoni impazzirono di colpo.
"Muoviamoci a fare questa cosa, così vi stancherete prima e la finiremo di fare cavolate." borbottai bruscamente trascinando la mora verso la famosa saletta privata.
"Improvvisamente ti vedo molto interessato Puckerman. Chissà quale sarà il motivo..."
"Piantala Jones."
Nella saletta privata trovammo anche Tina e Mike che si stavano baciando su un divanetto mentre Kurt era riuscito a trovare nella massa Brittany e Santana che si erano dimenate come pazze sulla pista da ballo fino a due minuti prima. A quanto sembrava Quinn, Finn e Lauren non erano stati invitati a questa festicciola privata e mi chiesi il motivo dell'assenza di Jesse visto che ormai lui e Rachel erano inseparabili. Rachel era troppo allegra nonostante l'assenza di lui e non riuscivo a capirne il motivo, l'alcol aveva favorito i suoi assurdi divertimenti ma sospettavo che ci fosse qualcosa di più sotto. Ci chiudemmo a cerchio per terra e il gioco iniziò. Il gioco peggiore di tutta la mia vita che si rivelò un pò troppo simile al gioco della bottiglia che avevamo fatto a casa Berry. Quando Sam preferì scegliere obbligo, Mercedes mi diede il colpo di grazia ordinandogli di baciare Rachel sotto ai miei occhi visto che li avevo entrambi ai miei lati. Sapevo che l'aveva fatto apposta e le occhiata sornione di Blaine in tralice verso di me me ne diedero la conferma, quei due stavano confabulando a mie spese. Vedere le bocche di Rachel e Sam avvicinarsi l'una all'altra mi stava facendo imbestialire. Come potevano farmi questo? Strinsi i pugni contando i secondi che rimanevano a quando quel contatto sarebbe finito e quando finalmente ripresero fiato anch'io lo feci con loro. Dopo qualche domandina piccante a Santana sul suo orientamento sessuale che continuava ancora a negare a se stessa e qualche obbligo dei più stupidi come schiaffeggiare qualche sconosciuto accusandolo di averla tradita con un'altro uomo ormai quel giochetto stava assomigliando sempre di più a un qualcosa di porno. I padri di Rachel si sarebbero scandalizzati nel vedere la loro figlia ubriaca e disinibita come in quel momento. Dopo il secondo giro di prova le cose iniziarono a diventare sempre più strane e folli.
"Rachel obbligo o verità?" le chiese Mercedes con una strana luce negli occhi che non prometteva nulla di buono.
"Verità."
"Cosa provi per Puck?" a quella domanda per nulla innocente quasi sputai in aria l'ultimo sorso di coca nel bicchiere invece mi limitai a tossire visto che mi era andata di traverso. Sam si chinò verso di me con un sorriso divertito mentre mi dava delle pacche sulla schiena per farmi tornare a respirare. Allora quella era proprio una congiura!
"Gli voglio bene, è un amico." con quelle parole sentii una stilettata profonda verso il cuore e la delusione era fin troppa. Lo sapevo, ero soltanto un amico per lei. Cosa mi potevo aspettare? Ero arrivato troppo tardi nel suo cuore già occupato, avevo perso un'altra volta e faceva molto male.
"Non credere di scappare con questa risposta banale. Sii sincera, rivela i tuoi veri sentimenti per Puckerman. Qualsiasi cosa tu provi per lui, credo che non se la prenderà a male." se non fosse stata una ragazza e una pseudo-amica l'avrei picchiata in quel momento. Le lanciai un'occhiataccia e lei per tutta risposta alzò le spalle come per dirmi: perchè non lo volevi sapere anche tu? Dannazione, certo che aveva ragione. Lo volevo sapere ma non in quel modo davanti a tutti. Avrebbe risposto sinceramente oppure credeva veramente nella frase dell'amico? Mi sentivo incastrato in quel gioco e non sapevo come fare a togliermene, avrei quasi voluto che Rachel fosse rimasta zitta prima di farmi credere a false speranze. Maledizione.
"E' assurdo...ho già risposto a questa domanda e non intendo ripeterti la risposta ancora una volta." si lamentò Rachel alzandosi lentamente quel tanto che le permetteva tutto l'alcol che le girava in corpo. Barcollò pericolosamente ed io mi alzai di colpo per cercare di sorreggerla ma lei mi fece no con la testa, evitando di guardarmi negli occhi, e si stabilizzò da sola sulle proprie gambe. Non voleva neppure che le andassi vicino? Che la toccassi? Davvero una bella serata quella. Perchè ero uscito di casa?
"Quella non era una risposta." insistette Mercedes incurante delle proteste dell'amica. Sembrava un cane che aveva addocchiato un osso e adesso non lo voleva più lasciare.
"Va bene, allora scelgo obbligo." disse Rachel passando dalla padella alla bracie visto il sorrisino soddisfatto che mostrò la Jones.
"Bene, visto che non vuoi rispondere a una domanda così semplice allora bacialo." la sfidò Mercedes facendomi quasi venire un infarto. Avevo sentito bene? Aveva detto bacialo?
"Cosa?" chiese di stucco Rachel con espressione allibita quanto la mia. Incrociammo i nostri sguardi per alcuni secondi, dove passò tutto quello che avevamo condiviso in una sorta di breve ma illuminante flashback di quelli che si vedono nei film, poi le distolse il suo e si concentrò sulla sua amica facendo finta che non esistessi. Quella era un'altra pugnalata inferta a sangue freddo. Decisamente non era la mia serata.
"O lo baci o parli? Cosa scegli?" Mercedes non mollò la sua presa sapendo di avere ormai la vittoria in tasca. Nonostante non mi piacesse dove stava andando a parare il discorso, una parte di me, quella dello stallone eccitato, stava esultando come una matta. Adesso stavo letteralmente pendendo dalle labbra di Rachel, non aveva scampo e nemmeno io. Improvvisamente non avevo più tanta voglia di scappare da quella situazione, volevo anch'io delle risposte che avevo sempre evitato di ottenere per paura di quello che poteva succedere. Era appena stata messa alle strette, non avrebbe più potuto far finta di niente. Non era nella sua natura.
"Oh al diavolo! Puckerman vieni qui." prendendomi alla sprovvista, Rachel mi afferrò la maglietta e mi tirò di colpo verso di lei mettendosi in punta dei piedi per raggiungere le mie labbra e chiuderle con le sue. E li non capii più niente. Rachel Berry mi stava baciando di sua iniziativa. Mi passò le mani dietro al collo avvicinando sempre di più i nostri corpi, io non sapevo più dove mettere le mani che iniziarono a sudarmi da fare schifo. Cosa mi stava facendo la mia principessina ebrea preferita? La mente mi si svuotò all'istante appena il bacio si approfondì diventando dolce e passionale allo stesso tempo elettrizzando ogni parte del mio corpo. Le presi il volto tra le mani assaporando ancor di più le sue labbra carnose e sensuali e mi persi nelle sensazioni che stavo provando. Mi persi in lei. Quando il bacio terminò sembrava essere passato un secolo, ansanti, ci allontanammo quel poco che ci permettesse di guardarci negli occhi e incatenare i nostri sguardi. Quello era il preciso istante in cui tutto era cambiato ed entrambi lo sapevamo, ormai non potevamo più scappare. Volevo baciarla di nuovo. Rachel perse l'equilibrio ed io la presi al volo prima di vederla ruzzolare per terra e decisi di cogliere al volo l'opportunitò che mi si era appena presentata. Forse, dopotutto, dovevo ringraziare Mercedes e gli altri per quello stupido gioco.
"Sai di dolce...di burro d'arachidi." mormorò Rachel socchiudendo le labbra mentre cercava di respirare normalmente. Lei sapeva di alcol e vaniglia ma non glielo avrei mai detto.
"Forse è meglio se l'accompagno a casa. E' troppo ubriaca per reggersi in piedi." dissi sollevando tra le braccia Rachel che nascosce la testa nell'incavo tra collo e testa mentre si stringeva a me come una bambina stanca bisognosa d'affetto. Non avrei resitito a lungo in auto se lei avesse continuato a fare così, ma non potevo cedere. Dovevo riportarla a casa sana e salva dalla belva che voleva legarla al letto e abusare di lei. Puckzilla si era risvegliato.
"Bravo, mi sa tanto che è un'ottima idea." ridacchiò Mercedes bevendo con aria maliziosa dalla cannuccia.
"Gia'. Cerca soltanto di non farvi sgamare dai signori Berry, non vorrai fare brutta figura proprio adesso con loro..." commentò Sam divertito facendo allusioni al bacio di prima.
"Ma i genitori di Rachel adorano Puck." si intromise Blaine con aria confusa.
"E non solo loro. Dacci dentro stallone!" urlò Artie alzando il pugno in alto e facendolo roteare come se stesse tifando per me.
"Non dite cavolate. Ci vediamo a scuola." borbottai dando loro le spalle con Rachel tra le braccia pensando a un modo di vendicarmi per tutti quei commenti sibilini fastidiosi.
"Puckerman usa le precauzioni stavolta!" mi gridò dietro Santana con tono ironico facendomi tornare in mente la notte che avevo passato con Quinn.
"Non è che Rachel si spaventa di vedere cosa nasconde nei pantaloni?" rise Tina contagiando anche tutti gli altri.
"Perchè? Nasconde anche lui un topolino nei pantaloni come il cartone animato che ho visto ieri sera?"
"Brittany sei sempre la solita. Continuiamo a giocare." ribattè Kurt esasperato.
Appena raggiunsi la macchina, feci attenzione e misi Rachel nel sedile accanto al mio allacciandole la cintura. Le scostai i capelli e le accarezzai la guancia mentre lei sorrideva un pò storta a causa dell'alcol. Era splendida anche in quel modo ma di certo non potevo approfittarmi di lei. Non volevo che si pentisse di nulla il giorno dopo, se quel bacio era la vera risposta alla domanda di Mercedes avevo grandi speranze di un possibile futuro insieme ma lei doveva essere lucida prima di fare qualsiasi cosa.
"Noah..."
"Dimmi principessa."
"Ho...ho dimenticato la borsa nella saletta. Le chiavi..."
"Vorrà dire che cercherò di scassinare la porta silenziosamente."
"Nooo...ti prego Noah! Posso dormire da te?" mi guardò con la stessa espressione del gatto con gli stivali in Shrek ed io non riuscivo a resisterle. Dannata Berry.
"Ma i tuoi papà potrebbero preoccuparsi nel non trovarti a casa..."
"Ti pregoooo!" mi supplicò nuovamente lei.
"Va bene, chiameremo domani mattina. Cosa devo fare con te Berry?" scossi la testa facendo un sospiro tra il frustrato e l'esasperato.
"Baciami." ridacchiò lei sfiorandomi le labbra con un dito.
"Oddio."
La portai a casa e feci il più piano possibile, per non svegliare mia madre e mia sorella, portai in braccio Rachel su per le scale diretto in camera e mi chiusi la porta dietro le spalle. La posai sul letto mentre lei ridacchiava e le portai una mano sulle labbra per farle capire che doveva fare silenzio e lei annuì continuando a sorridere allegramente. Ormai era persa. Le portai una delle mie vecchie magliette e la sospinsi in bagno sperando che riuscisse ad essere quel minimo autosufficiente per cambiarsi e tornare in camera. Mi cambiai pure io e organizzai una specie di letto con il sacco a pelo, un cuscino e una coperta. Il mio giaciglio provvisorio per la nottata. Mi sedetti sopra il sacco e aspettai che lei uscisse dal bagno. Quando lei uscì con solo la mia maglietta blu che le arrivava sulle coscie sapevo già che non sarei riuscito a dormire nemmeno un minuto. Non avevo mai trovato quella maglietta così sexy come in quel momento. Lei si mordicchiò nervosamente le labbra sotto il mio sguardo a raggi x e si diresse lentamente verso il letto mettendosi sotto le coperte con espressione imbarazzata. Sembrava un pò più lucida rispetto a prima.
"Sicuro di non voler dormire sul letto? C'è spazio." accarezzò il lato accanto al suo facendomi vernir voglia di raggiungerla al volo.
"Non è tanto grande, staremo scomodi."
"Non vuoi fare cambio? Il letto è tuo."
"No, stanotte è tutto tuo Rachel. Va meglio la sbronza?"
"Si. Ho solo un pò di mal di testa e senso di vertigine. Sono stanca e la sbronza se ne sta andando." sbuffò lei strofinandosi gli occhi con una smorfia.
"Ritieniti fortunata che non devi vomitare. Rachel posso farti una domanda?" le chiesi non riuscendo più a trattenermi.
"Dimmi."
"Eri sincera quando hai detto che mi vuoi bene come un amico?"
"Tu sei mio amico Noah, mi sei sempre stato vicino quando ne avevo bisogno e mi hai tirato su ogni volta che cadevo. Tu sei un amico prezioso."
"Come non detto, buonanotte." le dissi infilandomi nel sacco e dandole le spalle per evitare di guardarla negli occhi. Sarebbe stato meglio non chiederglielo.
"Noah aspetta! Tu sei mio amico, è vero, ma c'è molto di più tra di noi. Tu sei molto importante per me e non ho voluto rispondere a Mercedes perchè non aveva senso sbandierare ai quattro venti quello che provo per te. Questa deve essere una cosa soltanto nostra, senza altre persone che si mettono in mezzo. Noah senza di te sarebbe stata dura riuscire a superare quel momento con Finn, tu mi sei stato molto di aiuto. Sei stato dolcissimo, grazie." sussurrò lei facendomi tornare a sperare. Mi girai dalla sua parte incrociando il suo sguardo sincero e stanco e aumentò la voglia di stringerla tra le braccia e non farla andare più via.
"Odio vederti triste, volevo soltanto risentire la tua risata. L'adoro." mormorai sorridendole cercando di farle capire con lo sguardo che non era soltanto il suo sorriso che adoravo.
"Sei unico Noah e sai di burro di arachidi..." sussurrò lei chiudendo gli occhi per poi abbandonarsi tra le braccia di Morfeo.
"Buonanotte mia principessa." dissi sorridendo alla sua area angelica mentre spegnevo la luce.
Quando mi risvegliai tenevo stretta la sua mano nella mia e non potevo essere più felice come in quel momento. Rachel dormiva accanto a me e soltanto qualche ora prima mi aveva detto che ero speciale per lei e che no ero soltanto un amico. Ancora non mi sembrava vero. Mi allungai verso il letto e le scostai i capelli dal volto accarezzandole dolcemente la guancia. Era meravigliosa. Le passai un dito lungo i suoi lineamenti scrutandola attentamente e lei socchiuse le labbra mormorando il mio nome. Noah. Mai il mio nome mi era sembrato più bello. Non resistetti all'impulso di toccarle con il pollice le labbra e mi avvicinai ancora di più attirato da quell morbidezze rosee. Quando ero soltanto a un respiro dalle sue labbra un terremoto castano con l'apparecchio ai denti corse ad aprire di scatto la porta della mia stanza ritrovandomi in una posizione alquanto compromettente sopra Rachel. Di certo una scena non tanto adatta ai minori visto che Rachel, durante la notte, si era rigirata tra le coperte scoprendo le gambe nude. Guardati terrorizzato mia sorella temendo il peggio finchè quella peste non decise di rovinarmi la vita. Strillo a tutto volume il nome di Rachel piombando in rincorsa su quel misero letto a una piazza risvegliando di colpo la bella addormentata che quasi si prese un infarto. Rachel si riprese in fretta salutando mia sorella stringendola in un abbraccio mentre incrociava il mio sguardo evidentemente in imbarazzo. Imprecai mentalmente.


Finalmente sono riuscita a finire il capitolo!!! Evviva!!! Tra il poco tempo e diverse ff da portare avanti (due delle quali basate su un telefilm spagnolo) sto letteralmente sclerando!!! Scusate il ritardo, spero vi piaccia. Mentre finivo il capitolo mi sono venute in mente altre due one shot...attenzione!!! Sono pericolosa...e pensare che una mi è venuta in mente dopo uno spoiler della puntata 3x05...e non dico altro ;)
Quindi...Puck va alla festa, trova Rachel stile bomba sexy, la bacia per un gioco e la porta a casa...mi sa tanto che si è dimenticato del famoso messaggio che le ha lasciato in segreteria...adesso cosa succederà secondo voi?? Prox capitolo incentrato sul risveglio di Rachel e il famoso ballo scolastico...non andrà esattamente tutto come abbiamo visto nella puntata ;)
Besos
kia


   
 
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