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Autore: Suzuki_san    07/11/2011    5 recensioni
C’è aria di tempesta nella travolgente storia fra Misaki Takahashi e Usami Akihiko. Nuove esperienze affollano la vita di Misaki, che dovrà vedersela con un nuovo ammiratore e la gelosia di Usagi-san. Riuscirà il nostro beniamino a venirne fuori?
È la prima fanfiction che scrivo, per favore non siate troppo crudeli con le critiche=)
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akihiko Usami, Eri Aikawa, Misaki Takahashi, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 La libreria era davvero enorme, a due piani con una sezione interamente dedicata allo scrittore Usami Akihiko. Ora aveva capito perché Iroshi era alla conferenza, probabilmente era li che presentavano in anteprima i suoi romanzi. “Che strana coincidenza”. In realtà non sapeva nemmeno lui il motivo per cui si trovava li, ma tutti i pensieri scomparvero quando vide venire verso di lui Iroshi vestito…vestito da commesso? –Misaki non speravo di vederti così presto- e sorrise.
-Ah Iroshi…no è che…sono rimasto stupito che uno così giovane potesse essere già direttore generale- lui rise
-Già in effetti è strano vero? Dato che poi oggi sono un comune commesso…sai mio padre ha creato questa libreria, io sono semplicemente raccomandato-
-Ah, capisco-
-Senti Misaki, io come vedi sono un po’ impegnato che ne dici se andiamo a pranzo insieme? Conosco un ottimo posto-
-Ecco io…dovrei tornare…-
-Dai andiamo, non accetto rifiuti. Ci vediamo qui per mezzogiorno va bene? E non preoccuparti offro io- lui non fece in tempo a replicare che era già sparito fra gli scaffali. Si era cacciato in un bel pasticcio… beh, per prima cosa doveva avvertire Usagi-san.
 
Erano quasi le undici e Misaki non era ancora tornato. “Usagi-san sto uscendo, vado a fare la spesa”. Quella frase gli era sembrata parecchio strana, soprattutto dopo aver visto che il frigorifero era pieno. Cosa stava facendo? Con chi era? Nervosamente accese un’altra sigaretta quando il telefono squillò.
-Usagi-san sono io-
-Ma dove sei? Mi stavo preoccupando-
-No…è che…mentre ero fuori ho incontrato alcuni miei compagni di università e volevo dirti che vado a pranzo con loro-
-Dove?-
-Come sarebbe a dire dove…non lo so, ma non preoccuparti torno nel pomeriggio, se vuoi nel frigo ci son…-
-No è lo stesso, tanto devo lavorare-
-Usag…- aveva riattaccato.
 
Ma guarda quel baka Usagi, mi ha sbattuto il telefono in faccia. Eppure io per primo dovrei stare zitto. Ma cosa mi è saltato in mente? Mentirgli così spudoratamente come se lo stessi tradendo. Un momento, forse è davvero così? No impossibile, non ho fatto nulla di male”
-Hola Misaki-
-Iroshi! Già qui? Ti aspettavo per mezzogiorno-
-Beh non volevo farti aspettare…allora andiamo?-
La strada per arrivare al ristorante fu piuttosto breve e con Iroshi che quasi correva non ebbero nemmeno il tempo per scambiare qualche parola. Misaki notò che gli somigliava molto, come carattere e anche come passioni. Anche lui ama i manga, la buona cucina, i viaggi. Non credeva di ritrovare tante buone qualità in un uomo, e soprattutto era un tipo socievole. “E’ esattamente l’opposto di Usagi-san” e questo lo incuriosiva parecchio.
Una volta seduti al tavolo calò un silenzio imbarazzante, che fortunatamente fu interrotto dall’arrivo della cameriera.
-Allora Misaki, non ti facevo un tipo così silenzioso-
-No, in effetti…- doveva trovare un argomento per evitare di stare in silenzio tutto il tempo -Alla conferenza prima di essere interrotti mi stavi raccontando dei tuoi viaggi in Europa, continua mi interessa molto- Iroshi fece un largo sorriso e iniziò a raccontare osservando divertito il volto di Misaki interessato, il quale interveniva con commenti e battute.
All’uscita dal ristorante stavano ancora ridendo –Sai Misaki, sei il primo a cui interessano così tanto i miei viaggi-
-In effetti, ho sempre desiderato vedere nuovi posti…anche Usagi-san come te ha vissuto per un periodo in Inghilterra-
-Usagi-san…Akihiko…è incredibile il fatto che tutti adorino Akihiko come se fosse il più grande scrittore mai esistito- fece una piccola pausa –Io personalmente preferisco l’amico di famiglia- Misaki quasi non inciampò nel marciapiede –Come scusa?- disse agitato
-Hai capito bene…e poi penso si sia già capito…mi piaci Misaki, sei un ragazzo sveglio, in gamba e simpatico…mi piaci- e sorrise di nuovo, ma lui rimase fermo interdetto e come era già successo non poté nemmeno dire nulla perché se ne era già andato. Silenziosamente prese la strada verso casa. “Mi piaci”…no, forse l’aveva detto come amico e poi non era scientificamente possibile. Da mesi ormai aveva appurato che lui aveva gli Usa-mones, quindi poteva attirare fisicamente solo persone della famiglia Usami. Il problema però era un altro…si sentiva fisicamente attratto da Iroshi, forse perché era così diverso da Usagi-san?
Mentre saliva le scale gli vennero in mente le parole che lui disse la prima volta che avevano fatto l’amore “Misaki…non permettere a nessun altro mai di toccarti così”...no, Usagi-san aveva già sofferto tanto nella sua vita, non poteva tradirlo…proprio lui, la persona che più amava. –Forse dovrei semplicemente parlargli, sono sicuro che mi capirebbe e aiuterebbe-.
Rinvigorito aprì la porta e trovò Usagi che stava fumando seduto sul divano, nemmeno lo guardò entrare –Usagi-san io dovrei parlarti- niente nessuna parola –Lo so che sei arrabbiato con me per oggi ma ho…-
-Hai rotto la promessa- lui lo guardò sorpreso –Di mangiare sempre insieme-
-Ah, per questo sei così arrabbiato…allora, per farmi perdonare questa sera ti farò una cena speciale- e si diresse verso la cucina, ma Usagi si alzò e prendendolo di spalle lo fece sedere su di se sul divano –Mi sei mancato- e iniziò a dargli dei piccoli morsi sul collo. Misaki chiuse gli occhi sentendo i brividi di piacere percorrergli tutta la spina dorsale, soprattutto quando Usagi gli sbottonò i pantaloni e iniziò a toccarlo dolcemente. –Usagi-san…smettila- non doveva finire così, gli doveva parlare.  Provò a divincolarsi, ma la sua stretta come sempre era forte e salda –Dico sul serio, lasciami andare…ti devo dire una cosa- ma niente. Solo sbracciandosi riuscì ad alzarsi –Possibile che per te esista solo questo?- gli urlò in faccia, ma si era già pentito di quelle parole. Lo sguardo di Usagi-san era indescrivibile, sorpresa? Delusione? Dolore? Paura? Non volle indagare e correndo si rifugiò in bagno.
 
La mattina quando si alzò trovò la tavola apparecchiata e un biglietto di Misaki “Sono uscito, torno stasera”. Usagi si sedette, sentendo le lacrime iniziare a scendere, ma non provò a fermarle –Misaki…dove sei Misaki?-
 

  
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