POV
MELLO
Prima
ancora che Near torni in camera, raggiungo Matt per
evitare che faccia casini. Lo trovo piagnucolante sul tetto, come mi
era già
capitato di vederlo e lo abbraccio.
-Matt,
andiamo smettila di fare il bambino!- me lo tiro un
po’ più dentro, sempre spaventato dalla sua
posizione, penzoloni verso il
vuoto.
Mi
guarda, stropicciandosi gli occhi con una mano nel
tentativo di asciugare le lacrime che continuano a rigargli il volto.
-Sc-scusa,
Mello, io…-
-Mi
basta che stai zitto e non dici niente a Near, chiaro? O
ci hai già parlato?-
Matt
è spaventato dal mio tono e non riesce a rispondere,
boccheggiando parole senza alcun senso.
-Matt,
che cazzo hai detto a Near?- urlo a due millimetri
dal suo viso, prima di tirargli un pugno in piena faccia, facendogli
sanguinare
il naso.
Il
rosso si porta una mano nel punto dolorante senza sapere
cosa dire ed abbassa lo sguardo. Sto per colpirlo ancora quando una
manina
fredda mi blocca il pugno a mezz’aria.
-Cosa
non deve dirmi, Mello?- la voce glaciale di Near mi fa
trasalire. Non ho il coraggio di girarmi.
-Matt,
va tutto bene?- il rosso continua a fissarmi come se
fosse in trance e si limita ad annuire piano alla domanda di Near,
senza
spostarsi di un centimetro, nonostante la posizione in cui si trova sia
piuttosto scomoda.
Mi
giro verso il mio ragazzo, sorridendo in modo isterico,
alla ricerca di una possibile scusa che possa tirarmi fuori dai guai.
-Non
dovevo dirti che…- la voce inquietante di Matt fa
accelerare i battiti del mio cuore. Stupido, siamo nella stessa barca,
Near
potrebbe uccidere entrambi. -…che non è la prima
volta che litighiamo, da
quando sei tornato. E non voleva dirtelo per paura che ti arrabbiassi-
pessima
scusa. Ma Near sembra essersela bevuta e questo è
l’importante.
Il
rosso si tira su a fatica, il naso ancora grondante di
sangue e ci lascia soli.
-Mello,
un minimo di contegno, però…- Near scuote la
testa
disgustato, salvo poi spiegarmi perché Matt era
così irascibile proprio oggi.
Dio
che stronzo che sono stato… è comunque il mio
migliore
amico…
-Credo
che dovrei parlargli!- esordisco, certo che il nostro
incontro si limiterà ad una chiacchierata tra amici.
POV
ELLE
Quando
torniamo a casa sono praticamente distrutto: non ero
più abituato a muovermi tanto! Il che pensandoci ha
dell’assurdo!
Light
ha deciso che ormai è il momento di andare a vivere
insieme: mi ha spiegato che è un’idea che aveva
già avuto prima di sapere
tutto, poiché credeva che lo tradissi e voleva tenermi sotto
controllo. Diceva
di essere geloso di Halle: ha capito da solo quanto era ridicolo ed
infondato
questo suo sentimento ed ha chiesto scusa alla dottoressa in un modo
che ha
dell’incredibile. Halle deve averlo preso per un pazzo
schizofrenico, ma non
gli ha mai detto nulla: era la prima persona con la quale mi vedeva,
deve
averle fatto piacere!
Fatto
sta che Light ha deciso, in modo del tutto
democratico, che devo andare a vivere da lui e per evitarmi la fatica
di
sistemare le mie cose, ci aveva già pensato lui,
così non mi è restato altro da
fare se non arrendermi e lasciarmi trascinare verso casa sua.
Quando
siamo dentro, mi assicuro che chiuda la porta alle
nostre spalle, poi lo porto con una certa familiarità sul
divano, sedendomi a
cavalcioni su di lui e con le mani faccio pressione per sbottonargli i
pantaloni.
-Ma
tu non eri stanco?- mi dice Light severo, impedendomi di
portare a compimento l’operazione.
-Ero in astinenza- replico, tornando all’opera questa volta senza incontrare resistenze.
Mi sbaglio o questo capitolo
è microscopico?
No, non mi sbaglio affatto, ma sono stata via per tre settimane e sia
prima della partenza, sia al ritorno sono stata sommersa dagli
impegni... insomma, oggi ho trovato un vuoto tra le cose da fare e mi
sono fiondata a computer. Questo è il risultato! Ricordavo
di avere qualche capitolo già scritto ma... a quanto pare
è andato perduto...
Spero comunque che vi piaccia e
che mi perdoniate!
A presto,
Chiby