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Autore: Lady_Erato    07/11/2011    0 recensioni
Giselle è una ragazza di Roma che ama i fantasy, i gialli, gli horror : tutto ciò che è carta stampata. Una mattina una sua amica le dà buca ad un appuntamento e lei si dirige da sola all' EUR (quartiere di Roma), dove si incontra /scontra con un ragazzo misterioso....
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 1

Quello che è successo a me è avvenuto solo per errore.
Uno stupido, dannato, spiacevole e magnifico errore.
 
 
Mi svegliai, sorridendo al poster di Lionel Messi che mi dava il buon giorno dopo un altro goal. Passai qualche minuto a stiracchiarmi, ancora intorpidita e non connessa alla mente. Adoravo quando la scuola ci dava il ponte venerdì-lunedì per passare il sabato a “studiare”.
Mi alzai, vincendo contro la pigrizia, uscii dalla mia stanza e gridai per le scale – Mamma? Flo ?-
Nessuna risposta, ero sola, come sempre, non che mi dispiacesse. Alzai le persiane con l’espressione sconvolta stampata in viso.
Pioveva! Disastro disastroso!
Imprecai, i miei piani erano saltati, niente passeggiata sul Lungo mare…  Tornai in camera per prendere il telefono.
-06 50… - digitai il numero con una velocità sovrumana.
- Pronto? – rispose una voce scocciata.
-Passami Chiara- . Ringhiai.
- Oh sei tu!! Vabbé, insomma ciao! - .
Ci fu un attimo di silenzio.

 -Buon giorno – voce troppo allegra per i miei gusti.

 -Hai visto che tempo di merda?! E ora ? –

Chiara rispose colta alla sprovvista – Io esco con Ale tra dieci minuti,andiamo al cinema-.
Sbuffai .Si era dimenticata del Lungomare Day : pranzo al ristorante cinese e beach volley.
-Ok,io starò a casa- confessai rassegnata.
-Vieni con noi!!- Voce squillante e felice.
-Terza incomoda Day ?! Pagami oro e forse ne riparliamo!-.
Odiavo uscire con loro due. Odiavo Alessio e volevo bene a Chiara, più lontana le stavo, meglio era.
Continuai –Sento le altre,prendo lo 070 e vado in libreria- Lei non era convinta
-Se lo dici tu…-
Pochi minuti dopo avevo ripassato scienze,fatto colazione e chiamato le ragazze.
Sara aveva danza,Ica era con Ilenia alle Terrazze, Lucry e Roby erano al Romix, Sissy e Claudia non rispondevano,idem Miki e Chiaretta,Gloria era impegnata con un book fotografico,Francesca era al maneggio e anche Alice era al Romix.
Ero sola in tutti i sensi,con una giornata intera davanti,seppur piovosa.
Andai in bagno,mi guardai allo specchio. Un’adolescente frustrata e senza sorriso. Mi feci una doccia tutt’altro che veloce e per niente fredda, con l’
iPod che cantava Amy Wine House e Mario Biondi. Balsamo per capelli lisci,dentifricio,colluttorio,gel detergente e phon; ora toccava all’armadio.
Poche mezz’ore dopo ero sull’autobus 709 diretto all’EUR.
Jeans a sigaretta,UGG,maglioncino nero con camicetta,trench, pinko con la bandiera tedesca,qualche accessorio e tanta voglia di fiondarmi in libreria.
Scesi dall’autobus sotto il diluvio con il mio fidato ombrellino viola.
A causa della pioggia, Viale Europa sembrava così deserta. Un caffè d’orzo rapido e mi diressi in libreria. Quando lo vidi rimasi stupefatta dalla sua bellezza e dal suo sguardo.
Moro,pallido,occhi verdi come l’acqua di un ruscello immacolato, e le labbra, che labbra!
Il suo sguardo si posò su di me, mi sorrise,ma pur sempre un sorriso triste. Timidamente ricambiai. Era così perfettamente proporzionato da levare il fiato.
Il mio cuore si fermò, si stava avvicinando,mi sorrise nuovamente con una strana luce in quei suoi stupendi occhi cristallini.
-Scusa, senza che giro a vuoto sotto questo diluvio, sai dirmi dove posso trovare una libreria?-
La sua voce,un tono basso e dolce,quasi più del miele.
-Ehm, prosegui per qualche metro in questa direzione e sei arrivato- quasi balbettavo,il cuore mi batteva a mille.
-Grazie!- Mi sorrise un’ultima volta e se andò.
Restai per pochi minuti a fissarlo mentre si allontanava con il suo portamento da principe valoroso
Scossi la testa e tornai in me, era inutile cominciare a farmi strani film mentali su di lui.
Così educato,così perfetto,così impossibile.
Non potevo recarmi subito in libreria,rischiavo di fargli una brutta impressione,come fossi un cagnolino.
Iniziai a camminare senza meta,guardando le vetrine,alcune spoglie e spente,altre colorate e luminose per il cambiamento di stagione.
Dopo aver percorso per due volte il lato sinistro del viale, trovai il coraggio per entrare in libreria,sperando di non trovarlo.
Non è vero,desideravo enormemente incontrare di nuovo il suo sguardo,con quei sontuosi occhi,brillanti come due smeraldi.
Sospirai ed entrai nella piccola anticamera della libreria e scesi la scala. La luce era potente,ma non aggressiva e, facendo eccezione per i due commessi,non c’era nessuno oltre me.
Salutai,per educazione e, facendo gioiello del silenzio del luogo e della sua solitudine,camminai pigramente tra gli scaffali.
Uno scaffale alla mia destra mi copriva la visuale e quando girai l’angolo, quasi dimenticai di respirare.
Lui era lì,davanti a me, intento a leggere la trama di alcuni libri del mio reparto preferito, quello dei fantasy.
Lui,come se avesse avvertito la mia presenza,si voltò e, dopo avermi messa a fuoco dall’alto in basso,mi sorrise.
-Ciao! Anche tu qui?- Sembrava a suo agio e sicuro di sé.
Il mio sguardo incontrò il suo, per pochi secondi sembrammo comunicare sulla stessa frequenza. Mi voltai verso gli espositori, intimidita dall’audacia nel verde dei suoi occhi. --Già… Cosa leg-gi ? –  La mia risposta tradì il mio nervosismo. Come poteva uno sconosciuto farmi questo effetto?
Se ne accorse senza ombra di dubbio, ma non fece nulla per mettermi in difficoltà.
-Alcune trame, non riesco a trovare un libro per me - .
Restammo in silenzio, a guardarci per minuti che sembrarono infiniti, finché lui non abbassò lo sguardo per posarlo su scaffali colmi e traboccanti di libri vecchi e nuovi.
-Hai mai letto le Cronache di Narnia ? - . Il mio volto si illuminò, era uno dei miei libri preferiti.
-Certamente..- risposi fiera; -L’avrò letto dieci volte!!-.
Rise. Una risata dolce,non sguaiata, dal suono soave come il ticchettio della pioggia su dei pezzi di cristallo. Diventai rossa; stava ridendo di me?
Prese una copia de “Il Guardiano degli Innocenti” e me la pose.
-Leggi questo, è stupendo..-
Stavolta fui io a sorridergli,per poi ridere timidamente. –Già letto!- Mi spostai verso gli scaffali. Gli indicai venti e più titoli differenti di fantasy ed altri generi che avevo letto.
Gli stavo raccontando la trama di Marked quando mi interruppe.
-Il tuo ragazzo deve esser fiero di avere una ragazza come te..-
I suoi occhi sembravano aver perso la loro splendida luce. Il rossore tornò sul mio viso,ma trovai il coraggio e la malizia per rispondergli.
-Se avessi un ragazzo non sarei qui da sola no?-
Poi non so perché o come,ma mi avvicinai ancora di più per sussurrargli all’orecchio – L’uomo che deduce senza prove è schiavo della frenesia..-
Mi allontanai lentamente,come fossi un gatto,lui sorrise estasiato.
-Di chi è?- Inclinò lievemente la testa da un lato,come fosse un cucciolo.
-Mia- risi.
Stavolta fu lui ad avvicinarsi al mio orecchio.
-Ti ricorderai di me- bisbigliò
-Non saprei- mentii e mi morsi il labbro inferiore.
-Invece sì..- insistette lui –Le donne ricordano solo gli uomini che le hanno fatte ridere..-
Mi stava rifilando un aforisma di Henri de Régnier, un classico!
-Allora tu non ti ricorderai di me. Voi uomini ricordate solo le donne che vi hanno fatto piangere- ribattei velenosa.
Uno squillo,il suo cellulare suonava insistentemente una canzone dei System of a Down,si allontanò seccato.
-Pronto?- Alzò gli occhi a cielo e mi chiese scusa con il labiale.
-Arrivo,sono in libreria..Poi ti spiego..No,non l’ho trovata..-
Trovata? Chi stava cercando?
-Ci hai pensato tu? Ok,allora mi muovo!- Agganciò.
-Scusa,ma,come hai sentito,devo scappare..Il lavoro.. Sono desolato,ma so che ci rincontreremo..-
Mi porse la mano,io feci per stringerla,invece mi fece il baciamano..Ruffiano..
Fece per andarsene,poi si bloccò.
-Perché non vieni con me?-
Tornai in me. Era uno sconosciuto,come potevo fidarmi?
Il mio cervello diceva che dovevo stargli alla larga,anche se il suo linguaggio del corpo mi lasciava intendere che non era un cattivo ragazzo.
-Non ti farò del male. Non sono quel tipo di ragazzo…-
Mi impostai sulla difensiva –Non l’ho mai pensato..Comunque devo ancora fare alcuni giri…-  Che brava bugiarda che ero!
Sembrò quasi dispiaciuto –Uh,allora ci vediamo-
Mi fece un ultimo cenno con la mano mentre saliva le scale di ferro e vetro,finché  sparì al piano di sopra. 

   
 
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