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Autore: snowbud    07/11/2011    2 recensioni
La storia di un'insanità mentale, di una condizione spesso inventata dagli altri da appiccicare, come un adesivo a tutte le persone adocchiate come pazzi da sempre - i diversi da un'ideale di 'normalità' spesso inventato da gente banale, non creativa, grigia, e che ormai corrisponde - ha sempre corrisposto - a omologazione.
Dicevano di lei che si estraniava continuamente dal mondo. La verità era che era il mondo, a sparire all’improvviso.
Questa storia è importante, per me, perché in un certo senso questa è la mia condizione. La condizione di una che per gli altri è pazza. Per sempre. NOTA: probabilmente il titolo è provvisorio e verrà cambiato, prima o poi. Avviserò comunque tutti ^^
Genere: Angst, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo.




Non si accorgeva neanche di camminare.
I piedi scivolavano uno dietro l’altro, dietro l’altro, dietro l’altro – ma quanti erano? – mentre lei teneva la testa all’indietro, la bocca mezza aperta, gli occhi chiusi, i fili castani che scendevano ancora più in giù, arrivando quasi alle ginocchia.
Non poteva vederli, i piedi, è vero.
Ma li percepiva, così come percepiva che un signore con il cappotto grigio – Grigi, tutti Grigi – che le passava affianco la stava guardando male, che il commesso del negozio di scarpe pochi metri più avanti stava chiudendo per poter correre a pranzo in qualche tavola calda a godersi quello spicchio di sole con qualche amico, ordinando pizza con le verdure o indossando qualche cappello o sedendosi su una sedia rossa come tutti gli altri Grigi.
Il motivo del suo straniamento era l’mp3 tenuto dalla sua mano proprio sotto l’orecchio sinistro, premuto forte.
Le piaceva così la sua musica, iniettata direttamente nelle vene a scorrerle come adrenalina, come linfa, o come sangue.
In genere sceglieva la canzone in base al suo umore.
Era bravissima a tirare su il morale alle persone che conosceva.
Però non conosceva nessuno, quindi era bravissima a tirare su il morale solo a lei.
Solo che non lo faceva mai; le piaceva crogiolarsi nei suoi sentimenti, sentire i suoi pensieri, pensarli forte, farli suoi – ancora più suoi di quando li aveva pensati.
Non cercava di farsi passare presto la tristezza – così come ogni altro sentimento, o sensazione, o emozione – ma neanche di farla protrarre più del dovuto: quando se ne andava, se ne andava, ed era come salutare una vecchia amica che viene spesso a prendere un tè. O almeno così credeva – lei non aveva amiche con cui prendere un tè.
Così, se si sentiva sola le sue canzoni parlavano di pioggia, se era allegra sapevano di vestiti di lino, capelli profumati e cioccolata al latte.
Ma ogni emozione era amplificata, resa più intensa, più forte, più significativa.
Riempiva quegli istinti ancestrali con favole, storie, immagini, frasi, profumi, persone inventate, suoni, colori – sprazzi, lampi, vampate, scintille.
Dicevano di lei che si estraniava continuamente dal mondo. La verità era che era il mondo, a sparire all’improvviso, e la lasciava sola con i colori della sua mente.
Per la verità dicevano tante cose di lei, tutti e di tutti i tipi, ma questa era una delle cose che, da quando era piccola, le ripetevano più spesso.
Ma si sbagliavano. Era il contrario: lei viveva in un mondo (un mondo fatto da un piccolo spazio illuminato dove se ne stava rintanata a pensare cose di tanti tipi, e circondato da tanto, vasto buio misterioso e inesplorato, che in alcuni punti confinava col mondo dei Grigi) e ogni tanto visitava l’altra parte – solo quando e se era costretta.
Perché sì, i Grigi ti costringono. A fare cosa? A fare tutto, di tutto, tutto quello che dicono loro.

Le gocce danzavano sul suo naso all’insù, sulla fronte pallida, sulle mani bianche come la neve, sui capelli che ora sembravano quasi neri per l’acqua – le piaceva stare sotto la pioggia, non c’era un motivo, le piaceva e basta.
In genere sceglieva canzoni in base a come si sentiva.
Ma quel giorno era davvero tropo debole per la canzone che stava ascoltando e così, per la prima volta, non era parte attiva del sogno – si faceva sballottare qua e là, smuovere da mani invisibili.
Quel giorno non danzava con i demoni.
Quel giorno erano loro a danzare con lei. 











Turn off your miiiiiiiiind, relaaaax and floooat downsteeeeeam...
(It is no dyyyying... It is no dyyyyyying...)

Tadààààààà! (Bell'inizio, Alice, wow .___.)
Sì, questa è la long di cui parlo da un sacco di tempo - cioè più o meno, ehr, da ieri sera <3
Avrei taaaante cose da dire su questa storia, ma tante, ma l'unica cche mi viene in mente al momento è che una specie di Alice nel Paese delle Meraviglie - che io non ho mai letto LOL - e rispecchia il mio attuale stato d'animo.
Questa è la storia di un'insanità mentale, di una condizione spesso inventata dagli altri che da quando sono nata sento sulla mia pelle a livello personale così come a livello di tutte le persone adocchiate - che somiglia molto a 'pidocchiate', che non esiste ma assomiglia a 'pidocchi' D: - come pazzi da sempre, i diversi da un'ideale di 'normalità' spesso inventato da gente banale, non creativa, ristretta.
Anche perché ricordiamolo gente, sono quelli che voi chiamate pazzi che passano alla storia.
Voi non sapete quanto grande sia la tentazione di chiamare la protagonista Alice çwwwwç Mi rendo conto che sarebbe banalissimo e orrendo, chiamandomi IO STESSA Alice, ma >o< era perfetto!
Non sono neanche del tutto sicura che non la chiamerò Alice ahaahah x) Proverò a resistere alla tentazione, ma la mia forza di volontà è una tremenda bastarda, quindi aspettatevi di tutto! e_e
Cercherò un altro nome adatto alla protagonista di una storia delirante, un po' nonsense, da viaggi mentali come questa - io tengo molto al significado dei nomi, sono appassionata di queste cose ** - altrimenti la chiamerò Alice. Amen u_u
Infine, vi invito a lasciare un commento, anche negativo, per farmi capire se quello che scrivo è apprezzato o no ^^
Mi trovate su twitter e, presto, su un blog tutto mio, probabilmente blogspot - la faccenda che su tumblr se non parli inglese se uno sfigato non mi convince è______é
HARE KRISHNA a tutti, my (nonexistent) friends :3
A presto ♥ - quanta sdolcinatezza D:

Me.
   
 
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