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Autore: Fior di Luna    07/11/2011    1 recensioni
Per alcuni può essere un davvero un dramma diventare secchioni....
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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COMITATO ALTERNATIVO PER IL DIRITTO ALLA CULTURA


Solo le persone come la Dottoressa Angela Colombo, la befana rinsecchita titolare della cattedra di linguistica italiana, riescono ad essere puntuali il lunedì mattina. Oltre ad aver fissato, per pura perfidia, le lezioni alle otto e mezza, la bastarda pretende anche l'obbligo di frequenza con firma per il suo corso: non più di tre assenze pena la non ammissione all'esame. Come se la conoscenza del uso dei congiuntivi e delle varietà diastratiche dell'italiano sia fondamentale per chi, come Matteo Stagliani, aspira a lavorare davanti alle telecamere del piccolo schermo; considerato che ad occuparsi dei testi sono solo gli autori. A tutti gli altri “artisti” basta essere telegenici; di bella presenza e ovviamente saper leggere. Peraltro nemmeno la laurea in Scienze delle Comunicazioni è in cima alla lista delle priorità di Matteo, ma se fosse riuscito a laurearsi oltre a far felice sua madre, potrà scriverlo sul curriculum. Così quando si proporrà per un casting potrà presentarsi come “Stagliani Matteo, dottore in scienze della comunicazione.” impressionando senz'altro molto di più con un tale pomposo titolo che un semplice “Stagliani Matteo, ragioniere”.

Matteo non conosceva nessuno che frequentasse il corso di linguistica italiana, oltre a quella cozza della Boschin, una secchiona acida che mai si sarebbe sognata di fargli un favore firmando al posto suo. Così tutti i lunedì, mercoledì e giovedì era costretto a svegliarsi alle sette, ovvero all'alba secondo il suo punto di vista, per poter arrivare in tempo e apporre personalmente la sua firma sul foglio che la Colombo faceva girare a sorpresa durante la lezione.

Erano già le otto e mezza quando lui arrivò con il tram ventiquattro in via Sforza: era in ritardo. Solo entrando dalla porta del parcheggio sotterraneo sul retro dell'università avrebbe avuto la speranza di trovare un posto in fondo all'aula in cui sonnecchiare, fingendo di prendere appunti, cullato dalla voce piatta e incolore dell'insegnante fino alla fine delle lezione.

Con il fiatone dovuto alle quattro rampe di scale salite di corsa, Matteo entrò nell'aula cinquecento dodici: era vuota. Sorpreso ripose l' Ipod nello dello zaino semivuoto e tirò fuori il cellulare dalla tasca destra dei pantaloni, sullo schermo blu lampeggiava l'ora: erano le otto e cinquantacinque.

Seccato il ragazzo si domandò dove fossero tutti e se non avesse sbagliato l'aula o l'ora della lezione. Che palle! Aveva perso un altra mattinata di sonno inutilmente! Ma poi si ricordò che “Solaria” il centro estetico in via Bligny apriva alle nove e trenta, così pensò di farci un salto per ritoccarsi l'abbronzatura senza dover mettersi in fila come capita sempre il sabato pomeriggio.

La lattiginosa luce invernale,che penetrava dai vetri impolverati dei finestroni, illuminava le scale e i corridoi silenziosi, pervasi dal tanfo stucchevole della polvere surriscaldata che esalava dai caloriferi accesi. Matteo udiva risuonare solo suo passo flemmatico mentre si avviava verso l'uscita. Le poche aule aperte risplendevano di luce al neon e sbirciando attraverso le porte spalancate si notavano qua e là i soliti giornali gratuiti; alcuni libri e quaderni sparpagliati sui banchi oltre a parecchie sedie rovesciate come se le aule fossero state abbandonate d'urgenza.

L'università era deserta, perfino la libreria LUM era vuota, nemmeno i due soliti commessi stagionati erano al loro posto dietro ai banconi sovraccarichi di libri.

“Statale Occupata. Comitato Alternativo per il Diritto alla Cultura”

La scritta rossa fiammeggiava dallo striscione di tela bianca sospeso ad una delle balconate, ma Matteo le lanciò solo un occhiata distratta mentre attraversava fumando il cortile maggiore verso il portone principale. Ma il portone era sbarrato. Senza spegnere la sigaretta il ragazzo rientrò e si precipitò verso l'uscita secondaria, anche questa era chiusa. Così come la porta del parcheggio e quella vicino alla mensa. Era in trappola.

“Vi ordino di rilasciare immediatamente gli ostaggi” la voce di un uomo resa artificiale da un megafono rimbombò per i corridoi deserti. Spaventato e con il fiatone per la corsa Matteo sbirciò da una finestra al piano terra: la polizia in assetto antisommossa circondava l'università. Matteo tirò un ultima boccata di fumo poi gettò a terra la sigaretta e sospirò profondamente per calmarsi. Non riusciva a capire che cosa stesse succedendo.
-Che cazzo ci fai qui?- ringhiò qualcuno alle sue spalle. Lentamente Matteo si voltò. Un ragazzo allampanato, la cui semi- calvizia veniva compensata dalla folta barba nera, gli stava puntando una pistola contro. Matteo sentì la mano ghiacciata del terrore afferrargli le palle.
-Io...- balbettò dopo alcuni lunghi attimi di afonia.
-Non sei uno del comitato!- rimarcò quell'altro. Matteo indietreggiò, sperando di scomparire.
-Non ti ho mai visto alle riunioni e nemmeno in biblioteca.-
-Invece si.- rispose cercando di apparire convito Matteo, il cui istinto di sopravvivenza aveva inserito il pilota automatico.
-Allora dimmi chi è Kierkegaard ?- Inspiegabilmente a Matteo venne una gran voglia di ridere, ma bastò un occhiata alla pistola per soffocargli in gola la risata.
-Era un....-
-Un cosa ?- Allo scimmione tremò la mano armata. Matteo si guardò intorno cercando disperatamente la risposta, il suo sguardo si spostava titubante dalle mura scarabocchiate dipinte del solito stucco burocratico giallo-senape al pavimento mal spazzato; vicino a lui c'era un librone dalla copertina blu tutta sgualcita intitolato “Manuale di Filosofia I” abbandonato sul calorifero.
-Un filosofo.- Rispose a bassa voce pregando mentalmente. I filosofi avevano sempre dei nomi strani. Il terrorista abbasso la pistola e una smorfia gli apparve sul muso.
-Allora Muoviti! La bomba è già stata piazzata e tutti gli altri sono gia in presidenza; prima dell'irruzione della polizia dobbiamo far firmare al Rettore la circolare per l'abolizione dei crediti studio e l'aumento del bagaglio di conoscenze obbligatorio per laurearsi.-
Matteo sbiancò.
Con un calcio improvviso e ben assestato riuscì a mandare al tappeto il terrorista; gli rubò la pistola e si diresse a rotta di collo verso la presidenza: doveva fermare quei coglioni.
IL suo avvenire ora era davvero in gioco : non voleva diventare un secchione.

  
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