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Autore: london04    07/07/2006    2 recensioni
sono passati tre anni dalla morte del più grande mago oscuro di tutti i tempi, ma una nuova ombra si aggira e le vite del trio magico sono di nuovo messe in pericolo...e una vecchia cara amica fà ritorno dal passato..
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Rincontro tra vecchi amici….. Era una serata fredda e buia, e solo il chiarore delle luna illuminava la stradina che portava alla Tana,la grande proprietà dei Weasley.

Un ragazzo, o meglio un giovane uomo, alto e con capelli neri molto disordinati che riuscivano a far intravedere una singolare cicatrice a forma di saetta, stava attraversando quel vialetto a passo piuttosto svelto. Il suo nome era Harry Potter.

Quel giorno Harry avrebbe dovuto cenare dai Weasley, ma avendo fatto tardi al lavoro,aveva detto a Ron e Hermione di andare avanti e di avvertire i Weasley:essi, avevano mandato un gufo a Harry dicendo che gli lasciavano la cena sul tavolo e che la vecchia stanza di Fred e George era sempre libera. Harry aveva sorriso a quel messaggio; ormai era divenuta un abitudine quella di trascorrere il weekend dai Weasley con Ron e Hermione.

Chiuse quindi il cancelletto dietro di sé e pronunciò la parola d’ordine che proteggeva la casa dei Weasley con un incantesimo. Aprendo la porta, però, si accorse di non essere solo in casa: benché la casa fosse immersa nel buio e le tende erano tirate, un’ ombra si aggirava furtiva per la casa. Harry non ci pensò due secondi che aveva già la bacchetta in mano e lanciava un incantesimo contro l’ intruso. A quanto pareva, però, questi era pronto e molto sveglio, perché respinse la fattura di Harry e gliene lanciò una a sua volta: furono 10 minuti di battaglia feroce e svelta. Harry era frastornato dalla bravura del suo avversario, che, infatti, si stava difendendo egregiamente. Ad un certo punto, però si schiantarono a vicenda e il suo nemico si aggrappò alla tenda per non cadere, e fu allora che Harry, alla luce della luna, lo vide: vide il volto che più aveva tormentato i suoi sogni negli ultimi tre anni, vide un gran paio di occhi scuri e luminosi che non incrociava da tre anni, vide una cascata di capelli rossi che non accarezzava da tre anni… Vide Ginevra Weasley.

Mancò poco che Harry rimanesse senza fiato: “Ginny…” mormorò in un soffio, poi ricordandosi che l’ aveva attaccata, tornò nuovamente lucido: “ Cazzo, Ginny stai bene? Ti ho fatto male?”.

Intanto la giovane rossa si era staccata dalla tenda e sbuffava: “Bè, anch’ io sono contenta di rivederti Harry… io stò fuori tre anni e guarda come mi accogli!!.. la prossima volta se stò fuori per 10 anni, che fai, mi ammazzi?!” chiese ironica, per poi scoppiare a ridere. Harry, sollevato di vederla sorridere, decise anche lui di vedere il lato ironico della situazione e rise a sua volta: “ma che è colpa mia se non avverti nessuno e gironzoli per casa ancora a quest’ ora e con tutte le luci spente, per giunta? Che cosa avrei dovuto fare, chiedere cosa ti serviva?”. Nel frattempo, lei aveva acceso la luce nel salone e si era seduta a gambe incrociate sulla poltrona accanto alla finestra. “ no, ma chiedere chi fosse non mi pare una pare una brutta idea…!” ribattè, sarcastica. Lui, sedutosi di fronte a lei ci pensò un po’: “in effetti hai ragione, ma la tua ombra non mi ricordava nessuno della tua famiglia” . Ginny, fece finta di pensarci e poi decretò che poteva anche perdonarlo. D’ un tratto si fece seria e, estraendo la bacchetta nella tasca in cui l’ aveva riposta, la puntò sul braccio ferito di Harry e mormorò un incantesimo, facendolo guarire. Harry la guardò riconoscente: “ Grazie…lo sai cosa ti dico?ti sei difesa davvero bene!... è la prima volta che ci scontriamo e devo dire che mi sono quasi divertito a farmi ammazzare da te!” .

Entrambi risero e dopo un momento di silenzio Ginny si alzò e si avviò verso la cucina: “ allora, ora posso fare quello per cui era scesa…. Senza che qualcuno mi attacchi, o almeno spero- lanciò uno sguardo ironico a Harry, che si sentì in po’ un colpa-… vuoi anche tu una tazza di tè? O preferisci una camomilla ?... oppure vuoi andare a letto?”. Aggiunse, vedendo che si stropicciava gli occhi con il dorso della mano. Lui sbadigliò sonoramente e poi rispose: “ no, no, non ti preoccupare domani ho il turno pomeridiano e serale, così posso concedermi un po’ di tempo con una vecchia amica… a proposito, tu che ci fai ancora sveglia?”.

Lei fece una smorfia: “ è a causa del fuso orario- la sua smorfia lasciò posto ad un bel sorriso- …. Sai, sono appena tornata dal mio stage in America!”. Harry, da sopra della sua tazza fumante di tè, assunse un espressione perplessa “ tu eri in America?l ultima volta che mi hai mandato una lettera eri a Beauxbatons per finire il tuo 7 anno… bè, lo so che sono passati più di 2 anni da quella volta ma i tuoi e Ron e Hermione non mi hanno mai detto una cosa del genere!”. Ginny annuì “lo so, infatti neanche io sapevo che ci sarei dovuta andare o se ci volevo andare, ma poi, arrivata lì, mi sono sentita così a mio agio e così bene che non mi sono più voluta muovere!... solo dopo ho scoperto che lo stage era segreto e non potevamo corrispondere con nessuno!”e qui il suo sorriso si moderò un po’,sbuffando. Harry, vedendola raggiante, non tardò a chiedergli cosa facesse di così bello. Di tutta risposta gli occhi di Ginny si illuminarono “ Allora… tieniti pronto che questo racconto ti terrà in piedi tutta la notte!” Harry scelse una posizione più comoda e annuì, dicendo “ sono tutto orecchi!”. In realtà era molto contento di sapere cosa avesse fatto Ginny quegli ultimi anni… e anche di stare lì, solo per ascoltarla e guardarla mentre i suoi occhi si accendevano, illuminando tutta la stanza: lei incrociò le gambe come aveva fatto poco prima e si mise in posizione un po’ eretta “ Due anni fa finii il mio primo ( ed unico) anno a Beauxbatons ed ero sempre incerta su due lavori: il guaritore e l’ auror . Ero così confusa!... insomma, quella scelta avrebbe influenzato per sempre la mia vita!. Nel frattempo, io, un mio amico ci trasferimmo da una nostra amica,Elodie, che discende da una delle famiglie più ricche di Francia. Così, per un paio di mesi noi 3 pensammo solo a studiare e a divertirci. Elodie studiava Storia antica della magia, mentre io e Yan, il mio amico, seguivamo sia i corsi per diventare Auror che per diventare guaritori. Un bel giorno, però i nostri insegnanti, vedendoci così impegnati sia nell’ uno che nell’ altro, ci hanno proposto di entrare a far parte della nuova equipe dei Medi-auror!!... è una squadra che si forma una volta l’ anno e raccoglie tutte le migliori reclute fra auror e madimaghi, naturalmente prima te lo chiedono(non sei costretto), e se accetti ti mandano a fare un corso accelerato di entrambi i corsi, mentre se non accetti ti espongono altre possibilità. Tutto questo doveva essere segreto, però, perché i vari superiori che sono al ministero non vogliono che si sappia in giro che un medimago si sappia difendere come un auror o il contrario… insomma una vera sciocchezza, almeno dal mio punto di vista!. In questo periodo ci sono molte preoccupazioni ai piani alti…. Dicono che i mangiamorte stiano acquisendo maggior potenza e seguaci; i loro attacchi si stanno facendo sempre più violenti e vicini tra loro…” il suo viso era serio e pensieroso, ora. Harry annuì distrattamente: era colpito e ammirato per il lavoro che si era scelta, ma Ginny era forte e in gamba, quindi non ne era rimasto molto sorpreso.

Poi, tornando serena , si rivolse a Harry con un sorrisetto vispo e malizioso, nella sua abituale espressione di chi vuole sapere qualcosa: come quando era più piccola “ e tu, invece cosa mi racconti? Come te la passi a convivere con Ron e Hermione?”. Anche a lui scappò un sorriso “ prima di tutto ti volevo fare i miei complimenti per il tuo lavoro, scommetto che sarai bravissima; mi sembra un lavoro fatto apposta per te!- la ragazza arrossì e lo ringraziò- … come spiegare la convivenza con i due esseri umani più innamorati l’ uno dell’ altra e allo stesso tempo più attaccabrighe del mondo?!- entrambi scoppiarono a ridere-… è stressante… divertente… micidiale…giocoso, e soprattutto molto bello e unico!!”.

Passarono il resto della serata (o mattinata?!) a scambiarsi confidenze ed episodi particolari della loro vita durante la lunga separazione che li aveva tenuti lontani l’ uno dall’ altra per tre anni.

… Nessuno dei due sapeva, però, che non sarebbe bastata una sola serata per poter raccontar tutto ciò quello che volevano dirsi….

Era ormai l’alba e i prima raggi del sole facevano capolino dietro le colline della campagna che si estendeva nei dintorni della Tana. Un’ ombra non molto alta e abbastanza ampia scese le scale della casa, ma proseguì il resto della discesa più lentamente, sorpresa dal fatto di sentire delle voci chiaccherare a quell’ora… erano appena le 6e mezzo del mattino!. Ancora titubante, la sign. Weasley notò che, seduti ai due lati opposti del divano c’ erano Harry e Ginny ,ridenti e felici.

“ Buongiorno sign. Weasley!” esclamò Harry, vedendola. “ Ciao mamma!” la salutò allegramente Ginny, spostando i resti di una cena apparentemente condivisa: c’era, al centro del divano, il piatto lasciato dalla sign. Weasley per Harry più una vaschetta di gelato alla menta-cioccolato, entrambi con accanto 2 uguali posate per ognuno. La sign. Weasley, accortasene, disse “ Buongiorno ragazzi… vedo che almeno questa notte non siete morti di fame- sul viso di entrambi apparve un sorriso-… anche se mi sfugge come avete fatto a non morire di sonno, invece. Ah, beata gioventù…!” aggiunse, sospirando. Poi li guardò un po’ incerta: “ immagino che non vi devo chiedere cosa volete per colazione, allora”. Ginny, saltando dal divano, scoccò un rapido bacio sulla guancia della madre e annuì “ Già!. Ora stò morendo di sonno e non vedo l’ ora di infilarmi sotto le coperte.” Detto questo salutò Harry e salì le scale. La sign. Weasley si girò verso il ragazzo moro e disse allegramente: “Immagino abbiate chiacchierato tutta la notte, no? E ti ha anche detto del suo nuovo lavoro,no? Sono molto orgogliosa di lei, stà facendo delle ottime scelte… anche se fisicamente non è più la mia bambina, io la vedrò sempre così e mi dispiace perderla così presto!!”. Harry annuì; si ricordava fin troppo bene le lacrime della sign. Weasley quando Ron le aveva annunciato che si sarebbe trasferito con Harry e Hermione. “Benché questi anni siano stati molto lunghi senza lei, Ginny non l’ abbandonerà mai, lo sa?. È molto legata alla sua famiglia e sa di essere molto fortunata ad averne una così bella ed unita come la vostra… ora, però credo che anch’io andrò a dormire!”. La sign. Weasley, commossa, lo abbracciò e : “ … grazie, ma lo sai che la famiglia non si vede solo dal gruppo sanguineo, vero?”. E gli lanciò uno sguardo eloquente. Harry arrossì e mormorò qualcosa sul fatto che stava cadendo dal sonno.

Arrivato di sopra, fu sorpreso di vedere Ginny ancora in piedi,e stava per chiedergli cosa ci facesse ancora lì, quando lei lo precedette : “ Hermione dorme ancora, e anche alla grande direi, visto che ha chiuso la porta a chiave e non mi sente!”. Harry la guardò comprensivo : “ ma perché non fai un semplice incantesimo, tipo Alhomora?” “ Mi hai illuminato, Harry, guarda non ci avevo pensato!!”- rispose lei, sarcastica- “ è solo che non mi và di invadere la sua privacy…” concluse, un po’ imbarazzata, lanciando occhiate in direzione della porta. Harry stava per ribattere quando, una ragazza con i capelli castani e mossi, varcò la porta con uno sbadiglio. Si rivolse a Ginny un po’ scocciata: “ Che ti prende? Perché strilli già di prima mattina?”, terminò la frase con un altro sbadiglio. “ dopo ti spiego… comunque, buonanotte!!” e Ginny chiuse la porta con un calcio, facendo sobbalzare Hermione, evidentemente ancora terribilmente assonnata, che, grattandosi la testa, si girò verso Harry: “ ma che cosa…?”. Il ragazzo non le fece finire la frase perché, con un rapido gesto di saluto, gli augurò anche lui buonanotte.

Hermione,spiazzata da quei tipi di buongiorno, borbottò: “ ah, che famiglia di matti…!!”. Sbuffò e si accorse che un ragazzo molto alto la stava guardando: “che c’ è, Hermione, ti hanno buttato fuori dal letto?” chiese ironico. “ non ti conviene fare tanto lo spiritoso perché neanche tu hai una bellissima cera!!” lo rimbeccò lei, divertita. Lui le si avvicinò, sorridendo: “scema, che hai capito intendevo dire che di solito il sabato non ti buttano giù neanche le cannonate!!... e a proposito, buongiorno…”. E la baciò. “ finalmente un buongiorno decente..” disse lei, contenta e del tutto sveglia, ormai. “ andiamo ad aiutare tua madre, và” . il ragazzo annui, : “ arrivo subito, vado un attimo al bagno… ah, Hermione!!”- Lei si girò, sulla soglia delle scale- “ sei bellissima anche di prima mattina..” Hermione divenne rossa ma disse: “.. anche tu, Ron!”. E scese le scale. *** Nell’ ora che seguì tutta la famiglia Weasley, o almeno tutta quella che era presente nella casa, meno i due nottambuli, era pronta e sveglia: chi andò al lavoro, chi uscì per far compere, ma per l’ ora di pranzo tutti rincasarono, trovando Harry e Ginny sul punto di uscire. “ dove andate?” chiese la sign. Weasley, con tono un po’ inquisitorio

“ Vado a prendere Juliette all’ asilo, sai me lo hanno chiesto Bill e Fleur, hanno detto che faranno un po’ di ritardo e Harry mi accompagna. Non ti preoccupare torno subito, così ti aiuto e intanto ti racconto un po’ di cose” spiegò Ginny, infilando un giacchetto. La sign. Weasley parve subito più tranquilla ed andò in cucina. In giardino Harry guardò Ginny incerto: “ come ci andiamo, ci smaterializziamo?” Ginny gli rivolse uno sguardo vispo e fece tintinnare un piccolo oggetto luccicante fra le sue mani. “no, quella è roba noiosa… la prima volta che mi sono smaterializzata sono quasi caduta..! ho in mente qualcosa di più divertente!” e Harry riconobbe l’ oggetto: la chiave di una macchina : “ma come…. Quando…?”, biascicò spostando il suo sguardo dalla chiave a Ginny e posandolo finalmente su quest’ ultima, che, dal canto suo aveva ancora la medesima espressione di prima stampata in faccia: “ io e Yan, il mio amico ti ricordi?, durante un periodo di pausa abbiamo pensato di prendere la patente… sai la macchina è davvero divertente come mezzo di trasporto!!... Anche se lui era un po’ avvantaggiato perché è babbano di nascita” aggiunse,ancora ridendo : il ricordo era ancora vivido nella sua mente, e ogni volta che le veniva in mente aveva voglia di ridere.

Harry, inspiegabilmente scocciato dalla presenza di Yan in gran parte dei racconti di Ginny, rise suo malgrado e chiese: “ allora , dov’è questa macchina?”, non notando il sorriso nostalgico che era apparso sul viso della ragazza,che, cadendo dalle nuvole proseguì il vialetto e fece cenno a Harry di seguirla. Girato l’ angolo, però lui le andò quasi addosso, dato che si era fermata di botto,e con un gesto teatrale gli indicò una…… ford angelina… “ e voilà, ti piace la macchina? Ti ricorda qualcosa oppure stai già pensando a come ridurla in poltiglia ?”ed eccola a piegarsi in due dalle risate di fronte alla faccia di Harry, che era un misto tra sorpresa e sconvolgimento mentale. Riprendendo fiato, Ginny disse: “ è stato papà a volerne una nuova; non, non è quella che tu e Ron avete fatto finire sotto il platano picchiatore… quella dovrebbe ancora essere da qualche parte nella foresta proibita… magari i centauri la stanno decifrando come segno mandato da Nettuno o chi so io!”. A quella battuta anche Harry rise e sfilò le chiavi dallo mano di Ginny, aprendole galantemente la porta anteriore della macchina e dicendo ironico: “ prego, madame…!” . la ragazza sbuffò e ringraziando, entrò.

La guida di Ginny avrebbe fatto rizzare i( pochi) capelli in testa di zio Vernon, Harry già se lo immaginava mentre sbraitava: “ guarda quei delinquenti!! Li riempirei di botte, uno per uno!”, non che la ragazza andasse particolarmente veloce sulla via principale, ma se prendeva delle “scorciatoie” dove la strada era praticamente deserta, guidava come una pazza, prendendo le curve “un po’” strette e facendo schiacciare la faccia di Harry contro il finestrino parecchie volte… “ma io dico, che razza di nome ha appioppato Fleur a suo figlio… Charles… ma vabbè è il mio primo nipotino…..è dolcissimo e bellissimo con quei riccioli biondi…sembra quasi un angioletto!”. Nel mentre cercava di uccidere Harry, Ginny parlava. Nonostante tutto, il ragazzo sogghignò: “ già… dovevi vedere tua madre quando ha scoperto che il suo nipotino non aveva i capelli rossi… le è quasi venuto un infarto!!”. Ginny, sorridendo, annuì: “ immagino… mi sono persa un sacco di cose, ma voglio rimediare e stare più vicino alla mia famiglia e ai miei amici…” e si girò per sorridere a Harry, che gli rispose con un eguale sorriso. Arrivati all’ asilo, un bambinetto con i ricci biondi e due grandi occhi azzurri, si stava guardando attorno un po’ smarrito, che, però, appena vide un ragazza con i capelli rossi ed un ragazzo alto e moro accanto a lei, sparì del tutto, lasciando posto sul suo bel viso un largo sorriso. “ sia Ginny,sia inny!” urlò, divincolandosi dalla mano della maestra e precipitandosi nella braccia della “ sia”, che salutando con la mano la maestra, lo abbracciò forte forte.

*** Quella sera, quando tutti erano pieni fino a scoppiare e Fleur , Bill e il bambino erano tornati a casa, i rimanenti si spostarono in salotto per giocare a scacchi ( Ron e Hermione) o per chiacchierare a più non posso, come se non lo avessero mai fatto….Harry, ben presto però , dovette alzarsi dal comodo divano per raggiungere la stanza e prendere uno zaino blu. “ Ciao, ragazzi,ci vediamo domani mattina e arrivederci e grazie di tutto sign. Weasley!” ed uscì. Ginny, spostando lo sguardo sulla coppietta che giocava concentrata a scacchi, disse: “ allora, come vi và il lavoro?”. Ron ed Hermione, concentrati come erano , non la sentirono neppure ,e solo qualche minuto dopo, quando Ron si alzò e disse praticamente a tutto il mondo che aveva battuto Hermione Granger a scacchi, la mora si andò a sedere accanto a Ginny: “ non capisco perché ogni volta che vince deve darsi alla pazza gioia… insomma, mi batte quasi sempre!!” disse, osservando il ragazzo che ora le si era avvicinato all’ orecchio e le aveva sussurrato qualcosa, che fece scoppiare immediatamente a ridere Hermione. Ginny li guardò dolcemente, quei due ci avevano messo così tanto a dichiararsi che sembrava volessero ricuperare il tempo perso… sempre insieme a ridere,scherzare… e bisticciare!!. “ ma insomma!!.. Harry quasi mi ammazza, voi 2 mi ignorate come se facessi parte dell’ arredamento… quasi quasi me ne torno in America!” disse, fingendosi arrabbiata.

“ dai, stiamo scherzando.. allora, cosa volevi dirci, eh, sorellina?” . chiese Ron, sedendosi accanto a Hermione. “ niente, volevo solo sapere un po’ di cose… sono 3 anni che non ci vediamo, contando il fatto che l’ unico Natale in cui ero venuta tu, Harry e Hermione lo avete passato all’ estero!!”

“ già, e indovina un po’ chi volevamo andare a trovare?!”, chiese lui sarcastico. Hermione si intromise con fare dolce e allegro “ comunque… vediamo un po’ che cosa ti possiamo raccontare, immagino che ti possa risparmiare i resoconti della nostra convivenza, penso che Harry te ne abbia parlato e riparlato….”

“ già, lo fa sempre per metterci in ridicolo quando incontriamo delle vecchie conoscenze e non ho ancora capito perché..” Ron si frappose nel racconto di Hermione, che lo ignorò completamente e continuò: “… noi tre abbiamo iniziato l’ addestramento poco dopo che tu eri partita e poco dopo a me hanno chiesto di entar a far parte dell’ intelligence, come a te per la formazione dei medi-auror, ma in un campo diverso. Diciamo in poche parole che io riduco il mio tempo sul campo ma posso fare delle ricerche e organizzare gli attacchi.” Concluse con semplicità, ma si vedeva lontano un miglio che era molto contenta. Ginny non tardò a farle le sue più sincere congratulazioni, Hermione se lo meritava davvero quel lavoro ed era giunto il momento che anche il mondo della magia si accorgesse dell’ intelligenza della ragazza. Ginny si era aspettata una serata come quella precedente ma non fu cosi: un bel gufo color caffé picchiettava alla finestra tenendo nel becco una lettera. La ragazza scattò e fece entrare il volatile, accarezzandolo dietro il collo e sfilandogli la lettera dal becco augurò buonanotte ai due ragazzi ( che rimasero un po’ attontiti) e salì di corsa le scale. Si buttò sul letto strappò la lettera dalla busta velocemente e leggendola, rise; Yan era sempre stato molto divertente e ricordava con chiarezza il loro primo incontro, a Beauxbatons, 3 anni prima..

3anni prima

Ginny era da poco arrivata a Beauxbatons e si stava guardando attorno sbalordita da tanta eleganza e raffinatezza: la dimora della scuola di magia in cui era appena arrivata era un castello come Hogwarst, ma di tutt’ altro stile; assomigliava ad uno dei castelli della Loira ed era nascosto in una bellissima foresta di pini e querce secolari, che sapeva, avrebbero dato dei bellissimi fiori in primavera. E l’interno era decorato da bellissimi quadri, mentre il soffitto rispieccava la fedele immagini di un tramonto perfetto: infatti, era quasi l’ ora di cena e la ragazza era stata messa in fila con quelli del primo anno, che dovevano ancora essere smistati. Le cose lì non funzionavano proprio come a Hogwarst, nel senso che non era un cappello a decidere dove saresti andata, ma bensì un fiore: sulle carrozze aveva sentito alcuni ragazzini dire così, e lei avrebbe anche potuto chiedere ai ragazzi più grandi che cosa succedeva in realtà, ma quel giorno non era dell’ umore giusto per fare nuove amicizie…. Cosa, che presto, avrebbe dovuto mettere in dubbio. Ritornando alla cena, comunque, dopo che tutti si erano seduti e i novellini erano stati messi in fila,Ginny cominciò a sentirsi a disagio fra quei bambini più piccoli di lei di 6 anni. Come ad Hogwarst le case erano 4e e si chiamavano: la rosa nera , la margherita bianca, la violetta viola e il fiordaliso blu e venivi smistata in una di loro attraverso uno stelo magico, che toccandolo si sarebbe trasformato nel nome del fiore della casa in cui saresti dovuta andare. Quando una voce forte e sicura, che Ginny riconobbe per quella di madame Maxime, pronunciò “ Ginevra Weasley”, la ragazza si avvicinò e, prendendo lo stelo che la preside le offriva con un sorriso, la diciassettenne si sentì agitata e eccitata come il suo primo giorno ad Hogwarst: il gambo si convertì immediatamente in un bellissimo fiordaliso blu. Andandosi a sedere, avrebbe scommesso sentire la preside dire al prof. più vicino: “ proprio come mi aspettavo”e notò anche che molti ragazzi, benché avessero applaudito, la guardavano di sottecchi, come a voler estrarre da lei più informazioni possibili anche solo guardandola. Un po’ a disagio, si andò a sedere in un angolo del tavolo. Terminato lo smistamento, la preside prese parola e dopo i soliti commenti tipo: “ benvenuti a Beauxbatons” e “ se anche una solo regola verrà trasgredita sarò costretta a prendere seri provvedimenti”, disse: “ avrete tutti notato che a noi si è aggiunta un’ allieva di Hogwarst, una ragazza che, particolarmente dotata e desiderosa di cambiare… aria, noi abbiamo accolto con il massimo rispetto e prego tutti voi di farlo lo stesso. Benvenuta a Beauxbatons, Ginevra Weasley” e detto questo applaudì. Ben presto molti professori e studenti fecero lo stesso, facendo arrossire Ginny sino alla radice dei capelli. Nel frastuono vide, però, che tutti i ragazzi della rosa nera non avevano applaudito: la casa doveva essere come quella di serpeverde a Hogwarst .

Finito di cenare, Ginny si trovò nel panico: era andata un attimo al bagno e l’aula in cui aveva appena mangiato era completamente vuota e lei non aveva la più pallida idea di dove andare!!. Fece un gran respiro e si guardò attorno: c’era un’ immensa scalinata in marmo bianco, la porta principale da cui era entrata e, alle sue spalle, la sala in cui aveva mangiato.

Decise di avviarsi verso la scalinata e poco dopo si ritrovò sul primo piano, uno dei piani in cui si tenevano le lezioni ma pensò di proseguire, tanto, anche se avesse trovato la sala comune dei fiordaliso, non avrebbe potuto entrare perché non sapeva la parola d’ ordine, quindi tanto valeva passare la notte a dare un’ occhiata al castello.

Arrivata alle scale del settimo piano, però,quando stava per svoltare l’ angolo, andò a sbattere contro un qualcosa ma prima che cadesse per le scale, sentì una mano calda e forte stringere il suo avambraccio, evitandogli un gran bel botto.

“ riflessi pronti, eh?”chiese una voce canzonatoria. Ginny alzò lo sguardo e vide che un giovane alto con i capelli biondo scuro la stava guardando con un particolare luccichio negli occhi.

“ non so te, ma non mi aspettavo che qualcuno andasse in giro a quest’ ora!!” sbottò Ginny, tra il divertita e l’ arrabbiata della figuraccia.

“ che pensavi, che fossimo tutti degli angioletti e non adolescenti come tanti altri, noi di Beauxbatons?” replicò il ragazzo, lasciando andare in fretta il braccio di Ginny, ancora stretto nel suo.

“ no, certo che no, ma il settimo piano non è molto frequentato, a quanto ho sentito sul treno e poi credevo che almeno il primo giorno avreste potuto essere tranquilli!” osservò calma

“ bè infatti gli altri sono tranquilli ma io mi dovevo vedere con un amico e per colpa tua è andato tutto a puttane perché lui ha pensato che fosse la preside che girava per i corridoi.” E la guardò torva.

“ non ti posso dire niente a parte che il tuo amico è un gran fifone e tu un gran cretino perché sei andato dritto dritto da dove credevi che venisse il rumore”

“ e tu, che ci fai in giro a quest’ ora?” il ragazzo sembrò gradire la risposta di Ginny e si sedette sul bordo delle scale.

Ginny fu incerta per un attimo se sedersi accanto a lui o no, ma poi optò per la prima e con le ginocchia fra le mani disse: “ io vengo da Hogwarst e non so la parola d’ ordine del mio dormitorio, quindi ne approfitto per farmi un giretto nelle mia nuova scuola”

“ sei fortunata allora perché io sono del tuo stesso anno e anche della tua stessa casa ( ti ho vista a cena) quindi, se preferisci dormire che andare in giro io ti posso aiutare”

“ sinceramente non so se crederti o no, ma è sempre meglio seguire un giovane pazzo che passare la prima notte in bianco!”. e si alzarono.

“ grazie della considerazione, miss riflessi… no, è per di qua!” esclamò, vedendo che Ginny stava scendendo le scale. La ragazza, un po’ imbarazzata risalì le scale e si girò verso il ragazzo prima che lui dicesse qualsiasi cosa: “non dire niente…”. Lui trattenne a stento un sorriso e fece cenno di seguirlo lungo una scala a chioccola. Dopo un paio di minuti di silenzio e camminata, il ragazzo puntò la bacchetta su una pietra si aprì un varco in cui entrarono e Ginny vide per la prima volta la sala dei fiordaliso blu: era come entrare in un bosco incantato e illuminato, con molti mazzi di fiordalisi sparsi qua e là più degli alberi a cui facevano ombra. La luna illuminava le diverse entrate dei dormitori.

“ ehi, sembra la prima volta che vedi della magia!!” il ragazzo stava sventolando una mano davanti ai suoi grandi occhi scuri e Ginny si risvegliò da quel posto che emanava pace e tranquillità come non ne sentiva da giorni; chiuse gli occhi per cancellare i brutti pensieri. “ tutto a posto?” aggiunse, guardandola.

“ si, si grazie… a proposito, non ti ho ancora chiesto il tuo nome!” disse in fretta e si girò a guardarlo.

“ Yan, Yan Lumier”. Lei, allungando una mano gli sorrise “ allora, grazie Yan Lumiere.” Yan gliela strinse la guardò: “ di niente, Ginevra Weasley” ed entrambi salirono le scale del proprio dormitorio, contenti di essersi fatti una nuova amicizia.

Tornando al presente…..

Dopo quel giorno, i due ragazzi erano diventati amici per la pelle e Ginny, sdraiata sul suo letto, pensò con malinconia a quei giorni in cui era con lui. Si girò a guardare la finestra: la neve cadeva leggera e silenziosa, ricoprendo i tetti e le finestre delle case e tappezzando i rami degli alberi lì attorno. Fra poco giorni sarebbero cominciate le ferie di Natale e Ginny ne aveva approfittato per tornare a casa. Aveva trovato lavoro al San Mungo, che essendo vicino alla base degli Auror, era l’ ideale per il suo nuovo impiego, ma Yan aveva preferito restare in America, dove aveva trovato lavoro e alloggio. Già, l’ alloggio…. Dove avrebbe vissuto?Ginny preferì rispondere alla lettera e non pensarci… non per il momento. La mattina dopo si alzò presto ed andò a fare alcuni giri lungo le vie babbane per comprare il regalo di natale a suo padre e poi,con una mezza idea in testa, tornò verso il centro di Diagon Alley, per finire i suoi giri di compre. Rincasò giusto in tempo per aiutare sua madre e, finito di mangiare, si diresse a casa di Harry,Ron e Hermione.

“ ragazzi, ho da chiedervi una cosa!” annunciò, dopo essere entrata in una graziosa casetta non molto grande. “ spara, cosa c’è?” l’ accolse Hermione, chiudendo la porta dietro di lei

“questo pomeriggio siete liberi?” chiese vispa e con un gran sorriso. Harry e Ron annuirono un po’ impauriti: quando Ginny faceva quella faccia, non prevedeva niente di tranquillo. Hermione rise alla faccia dei suoi coinquilini. “ bene, allora vi invito a venire con me alla “ serata sul ghiaccio”- ed estrasse dal suo porta monete un figlio stropicciato- “ l’ ho preso oggi in una via babbana… allora, ci venite? Vi prego, vi prego!”.

Aveva aggiunto, vedendo che Harry e Ron avevano cominciato a inventarsi degli appuntamenti “assolutamente imperdibili”, come stava dicendo Ron.

Ginny e Hermione li guardarono storto e i ragazzi si zittirono all’ istante.

“ Ron finalmente potrà vedere cosa vuol dire pattinare su delle scarpe con una lama sotto… piangerai dalle risate!” disse malefica Hermione, ridendo per l’ espressione sconvolta che si era disegnata sul viso del suo ragazzo. Venti minuti dopo tutti e quattro erano impegnati ad allacciarsi i pattini e quando entarono sulla pista ghiacciata, la prima cosa che fece Ron fu aggrapparsi al bordo. Harry e Ginny lasciarono Hermione prendersi gioco di lui e tenerlo per la mano, facendo un giro per la pista. “adoro i babbani! Guarda cosa hanno inventato… non ti piace?” chiese l’ ideatrice dell’ idea, girandosi verso Harry, che, benché fosse atletico, non riusciva proprio a tenersi sui pattini senza cadere. Lui stava per rispondere, ma la mancanza d’ equilibrio lo colse prima e si dovette aggrappare al bordo della pista per non cadere, suscitando le risate della ragazza rossa accanto a lui, che faceva graziose giravolte attorno a lui.

“ Ginny… senti, ieri sera io, Ron e Hermione stavamo pensando che forse ti piacerebbe venire ad abitare con noi… sempre se te la senti, voglio dire, dopo quello che è successo tra noi..”

Ginny si voltò a guardarlo decisa: “ Harry, sono passati tre anni e io sono del tutto a mio agio, ora.- un sorriso si dipinse sul suo volto- ….. ma davvero posso venire?”. Harry annuì e la ragazza buttò le braccia al collo di lui, che perse ogni speranza di rimanere in equilibrio e cadde come una pera cotta.

Fine primo capitolo

  
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