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Autore: Ed1505    20/03/2004    16 recensioni
Sono passati 15 anni dal giorno in cui l'undicenne Misty ripescò il giovane Ash dalle acque di un fiume. Molte cose sono cambiate e anche amici legati da affetti tanto profondi si sono separati. Ash è ormai un uomo e ha finalmente realizzato il suo sogno. Ma, si rende conto, questo non lo soddisfa. Cosa gli manca per essere davvero felice?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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19/03/2004 – Eccomi qui. Oggi è stata trasmessa la puntata in cui Misty ed Ash si separano. E la mia mente, ricca d’immaginazione, non ha potuto fare a meno di mettersi all’opera per creare questa fanfic, finita ora, all’1.30 di notte. Tra ieri e oggi non ho potuto fare a meno di versare qualche lacrima, commossa dall’avvenimento. E non ho potuto fare a meno di pensare, come quasi tutti, immagino, che finalmente i sentimenti di Misty sono venuti fuori alla grande. E, in fondo, anche quelli di Ash. Quindi, incapace di stare ferma e di immaginare il futuro di Ash senza la sua Misty, ho scritto questa fanfic, che dedico assolutamente a tutti i fan di questa fantastica coppia. E dico senza esitazione che, personalmente, se fossi stata in Ash, avrei mandato Pikachu ad occuparsi della palestra di Cerulean e avrei tenuto Misty con me. Detto questo vi auguro buona lettura e vi lascio con un solenne: ASH & MISTY FOREVER!!!

– Ryuen –

 

LA COSA PIU’ IMPORTANTE

 

Ash POV

Sono seduto su questa collina da due ore, ormai. E’ incredibile pensare che è la prima volta dopo anni e anni che posso permettermi una cosa del genere. Durante il mio lungo girovagare non ho mai avuto tempo di farlo. Sempre impegnato in qualche battaglia, in qualche torneo…A tenere a bada quei pazzi del Team Rocket…Ed ora, a 25 anni, sono qui. Da solo. Ecco un’altra cosa straordinaria. E’ da quando avevo 10 anni che non sono più stato solo, nemmeno per un istante. Da allora ho sempre avuto Pikachu al mio fianco, non me ne separavo davvero mai. Ma anche per lui è arrivato il momento di riposare. E’ così. Mi sembra incredibile…Io, Ash Ketchum, dopo 15 anni di viaggi continui, ho finalmente raggiunto il mio obiettivo. Sono diventato Pokemon Master. Sono l’allenatore di pokemon numero uno al mondo. Il più famoso. Ho raggiunto tutto questo dopo anni di viaggi e sacrifici. Ho dedicato 15 anni della mia vita unicamente alla realizzazione del mio sogno. Ed ora che sono arrivato alla meta…non so…Sento che qualcosa non va’. E’ come se avessi una specie di rimpianto…forse dovuto al fatto che ho trascorso i migliori anni della mia vita pensando solo ed esclusivamente ai pokemon, praticamente senza avere davvero una vita mia. E così adesso, mentre guardo questo incredibile tramonto, non riesco a sentirmi soddisfatto come vorrei. Alla fin fine, mia madre aveva ragione. Per quale motivo ho buttato via tutta la mia adolescenza? La mia giovinezza? Non sono ancora vecchio, ma a 25 anni non posso certo dire di essere un ragazzino. Ed ora che sono nuovamente qui, a Pallet, esattamente dov’ero partito 15 anni fa…mi rendo conto che questa vita non mi soddisfa. Ho realizzato il mio sogno…ma per riuscirci, a quante cose ho dovuto rinunciare? Alla mia adolescenza…alla mia famiglia, mamma quasi non mi riconosceva quando sono tornato, d’altronde l’ultima mia visita a casa risaliva a 4 anni fa…ai miei amici…Amici. Quanti amici ho conosciuto, in questi 15 anni? Tantissimi. Talmente tanti che non riuscirei nemmeno a fare il conto. Ma quanti di questi sono stati DAVVERO amici? Non molti…Sono fin troppe le persone che si sono finte mie amiche solo per sfruttare la mia fama e le mie ricchezze. Quasi tutti. Alla fin fine, sono solo le persone che erano con me all’inizio che posso davvero definire tali. Gary…Nonostante ci abbia litigato per la maggior parte del tempo, è il mio più vecchio amico. E so che la nostra amicizia è sincera e non finirà mai. Tracy…E’ ancora qui a Pallet, ed è il successore del Professor Oak. Ormai anche lui è molto famoso…Mi ha accolto con le braccia aperte ed un gran sorriso, quando sono tornato. Il Professor Oak…ormai è piuttosto vecchio, ma è sempre un uomo estremamente in gamba. Mi ha detto “Ero sicuro che ce l’avresti fatta, figliolo. Sono orgoglioso di te!”. Sono le parole che, se fosse ancora vivo, mi avrebbe probabilmente rivolto mio padre. Brock…Mio fratello. Anche se non so quanto diritto ho di chiamarlo così. Un tempo eravamo davvero come fratelli. L’amico più caro che ho avuto e che mai potrò avere. Però, ad un certo punto, anche lui ha dovuto lasciarmi. Aveva tutto il diritto di costruirsi una vita. E non poteva farlo continuando a seguirmi sempre in tutti i miei viaggi. Da quando è tornato a casa, mi sono fatto vivo con lui pochissime volte…Per questo non so se posso ancora chiamarlo fratello…Come sono stato stupido. Per inseguire il mio sogno ho perso una persona straordinaria come lui. Il mio più grande amico…Brock, ti giuro che appena posso vengo da te. Te lo prometto, fratello. Già. Loro sono le persone che, assieme a mia madre, più mi sono care. Sì, loro…E poi…E’ davvero un tramonto stupendo. Il cielo ha assunto una tonalità di colore che varia dal rosso all’arancione. Come posso, in questo momento, non ricordarmi di colei i cui capelli splendevano come il sole del tramonto? Lei, la mia più cara amica…La persona che, ora lo so, mi ha donato di più, nel periodo in cui abbiamo viaggiato insieme…La persona che, quando era con me, mi ha spronato, incitato, rimproverato…Dato la forza per andare sempre avanti…Lei…Misty…

Quando penso a lei, la prima immagine che mi viene in mente è quella di una ragazzina scorbutica con cui litigavo sempre e che mi faceva le linguacce…Ma so che lei non è più così. L’ho vista, circa un paio d’anni fa…E’ stato un fulmine a ciel sereno. Guardavo la TV, in un rarissimo momento di semi-relax, quando ecco apparire sullo schermo una ragazza stupenda, con dei lunghissimi capelli rossi (tendenti quasi all’arancione) raccolti in una coda morbida, due intensi occhi ammaliatori ed un sorriso abbagliante. La stavano intervistando per un programma sulle palestre di pokemon più famose. Ricordo che mi ci vollero un po’ d’istanti per realizzare che quello splendore era la stessa Misty che conoscevo io. L’ultima volta che l’avevo vista, prima d’allora, era stato quando ero passato per Cerulean, all’età di 15 anni. E in quell’occasione avevamo a malapena parlato, perché io ero dovuto correre via, per il successivo torneo. Se ci penso ora, con gli occhi di un uomo, mi rendo conto che già allora era molto cambiata. Ma in quell’occasione non ci avevo nemmeno fatto caso, preso com’ero dai miei pokemon e dai miei sogni…Ecco cosa rimpiango più di qualsiasi altra cosa…Lei. La mia migliore amica. Probabilmente la cosa più bella che mi sia mai capitata. Mi ci sono voluti 15 anni per rendermene conto…E’ stata dura…Ma alla fine ce l’ho fatta. L’ho capito. Misty Williams è la donna della mia vita. Ebbene sì. Io, Ash Ketchum, ho incontrato la donna della mia vita a 10 anni. E l’ho persa poco tempo più tardi. L’ho lasciata andare, senza nemmeno rendermi conto di cosa realmente stavo perdendo. Ora so che quello è stato il più grande errore della mia vita. E so anche che finché vivrò non smetterò mai di amarla. Forse è strano, a pensarci bene. In fin dei conti, io l’ho conosciuta a soli 10 anni e mi sono separato presto da lei. A quell’età si può pensare al massimo ad una cotta. Ma il fatto è che io, allora, non provavo nulla di più di una profonda amicizia, per Misty. Non ho mai pensato veramente all’amore. Certo, mi è capitato di avere qualche avventura, in questi ultimi anni. Ma tutte cose da nulla. Perlopiù ragazze che speravano di ottenere la fama usando me. Ho davvero cominciato a pensare all’amore solo dopo essere diventato Pokemon Master. Mi sono chiesto “Ma io sono mai stato innamorato?”. E invece di una risposta, l’unica cosa che mi ha attraversato la mente è stata l’immagine di Misty. Quella Misty apparsa alla TV. E poi la Misty di 16 anni, vista di sfuggita 10 anni fa. Infine la Misty dell’inizio, quella del nostro viaggio. E allora ho capito. Che io amavo lei. Certo, per quanto ne so io, ora Misty può essere una persona completamente diversa da quella che ho conosciuto sulla riva del fiume vicino a Viridian City. Io stesso sono molto cambiato rispetto ad un tempo. E, non conoscendo la Misty di oggi non posso dire di esserne innamorato. Sicuramente mi attrae per il suo aspetto fisico, ma non so come sia fatta dentro. La Misty di cui io sono innamorato è quella di un tempo. Probabilmente una Misty che non esiste. Non più. Ma a me non importa. Se anche il mio dovesse essere solo un sogno, fa niente. Continuerò a sognare. Perché Misty Williams è stata, è e rimarrà sempre la mia migliore amica…e la donna della mia vita…Ecco perché, non appena mi sarò sistemato, prenderò il mio zaino e mi recherò a Cerulean City. Per capire, una volta per tutte, a cosa ho rinunciato per il mio sogno. E quale sarebbe potuta essere la mia vita se quel giorno, tanti anni fa, le avessi detto ciò che sentivo davvero…Se le avessi detto cosa provato. Se le avessi detto… “Non lasciarmi…”.

 

 

Il giovane uomo si alzò da terra, togliendosi un po’ d’erba dai pantaloni. Fissò un’ultima volta il cielo, ormai scuro, e s’incamminò giù per la collina, dirigendosi verso la casa dov’era nato e cresciuto fino ai 10 anni.

“Sono tornato.”

“Ash, ma dov’eri finito? Hai detto che uscivi per una passeggiata e sei stato fuori oltre 3 ore!”

“Scusa, mamma, mi sono seduto sulla collina a pensare e ho perso la cognizione del tempo.”

“Mamma mia, sei davvero cambiato, figliolo…Ora vai a lavarti le mani, la cena è pronta.”

“D’accordo, mamma.”

Il giovane eseguì, ridendo tra sé e sé. Sua madre lo trattava ancora come un bambino. Se gli fosse accaduto qualche tempo prima, si sarebbe arrabbiato. Lui aveva sempre odiato essere trattato come un moccioso. Però ormai era maturato e sapeva che sua madre lo trattava in quel modo solo perché aveva sentito terribilmente la sua mancanza. Quando Ash aveva solo 3 anni, suo padre era morto. Da allora erano rimasti solo loro due, in famiglia. Ed appena aveva compiuto 10 anni era partito, lasciando sola sua madre. Si sentiva molto in colpa per quello. Delia, invece, non gliene faceva una colpa. Era fiera di suo figlio e sapeva che se l’aveva abbandonata era solo per seguire la sua strada.

Durante la cena, i due parlarono di vari argomenti. Ad un certo punto, Delia chiese al figlio:

“Ash, posso chiederti una cosa? Da quanti anni non incontri Misty e Brock?”

Ash rimase molto sorpreso per la domanda.

“Perché mi fai una domanda del genere, mamma?”

“Beh, erano davvero due cari ragazzi…E poi mi è capitato di sentire Misty, qualche volta.”

“Dici sul serio?”

“Sì. Soprattutto dopo un qualche importante torneo. Lei mi chiamava per commentare insieme i tuoi incontri e congratularsi per le tue vittorie. Ehm, purtroppo mi sono sempre scordata di riferirti i suoi complimenti…”

Ash fissò sua madre a bocca aperta. E così, in quegli anni, Misty non si era scordata di lui…Forse, dunque, aveva ancora qualche speranza con lei, dopotutto. Scosse la testa. No. Era ovvio che non si fosse scordata di lui. Era stato il suo migliore amico. Solo quello.

“E’ davvero una ragazza dolce…A volte mi chiamava anche solo per sapere come stavo io, si preoccupava che non mi sentissi troppo sola, senza di te…”

“Misty, da quel che ne so, non ha i genitori. Probabilmente è per questo che ti chiamava. Le sei sempre piaciuta molto e ti considerava una sorta di vice-mamma.”

“Sarebbe stato bello avere una figlia come lei…Tesoro, perché non vi sposate e non venite a vivere qui?”

Ash sputò fuori l’acqua che stava bevendo. Va bene essersene reso conto, ma non gli andava di ammettere con sua madre ciò che provava per Misty. In fin dei conti, non era maturato poi molto, da quel punto di vista.

“Mamma, non dire assurdità! Misty è mia amica!!”

“E allora? Questo non esclude che possiate innamorarvi. Andiamo, cosa c’è che non va in lei? E’ una splendida ragazza, dolce, simpatica, piena di vita…Cosa vuoi di più, in una donna?”

“Intanto dimentichi un piccolo dettaglio, mamma…Io non vedo Misty da circa 10 anni…E non la sento da pressappoco 7…”

“Sul serio non l’hai più vista, figliolo? Non ti credevo così insensibile, lo sai?”

“Non sono insensibile. E’ che ho avuto talmente tanto da fare che non ho trovato il tempo di andarla a trovare.”

“Sai quanto tempo avresti sprecato per una telefonata…E allora che fai qui? Perché non sei andato da lei, dopo essere diventato Pokemon Master?”

“B- beh, credevo che volessi vedermi, visto che erano passati 4 anni dall’ultima volta che ero venuto a casa…”

“Oh, insomma, Ash! Grande e grosso come sei ancora ti comporti da mammone?”

“Ma mamma…”

“Niente “ma mamma”! Ora prendi le tue cose e parti per andare da lei. Abita a Cerulean City, no? Vai da lei e chiedile scusa per come ti sei comportato!”

“Ma…”

“Sbaglio o avevi detto che era la tua migliore amica? E secondo te i migliori amici si comportano così? Figliolo, io non ti ho cresciuto in questo modo! Cos’è, la fama ed il successo ti hanno dato alla testa e sei diventato un individuo egoista e privo di sentimenti?”

Il giovane non poteva replicare. La madre non gliene dava il tempo. Non era così, lui voleva ancora bene a Misty. Cercò di dirlo a sua madre, ma la donna stava già sparecchiando.

“Ash Ketchum, se domattina non parti di buonora alla volta di Cerulean City puoi cercarti un altro luogo dove abitare. E ti avverto, vedi di tornare con buone notizie, altrimenti…”

Detto questo lasciò il figlio da solo, con la forchetta a mezz’aria e la bocca aperta per lo stupore.

Il mattino successivo, tuttavia, fece come sua madre aveva detto. Preparò in uno zaino un paio di cose e partì in direzione di Pewter City. Avrebbe fatto tappa da Brock, prima di andare da Misty.

 

 

Misty POV

Uffa, che noia. Ecco qui l’ennesimo allenatore incapace che vorrebbe ottenere una medaglia. E’ incredibile come si sia abbassato, ultimamente, il livello degli allenatori di pokemon esordienti. La media di vincenti è di 2 allenatori su 10. Inoltre la maggior parte di loro sono indistinguibili. Tutti con qualche berretto calcato in testa, solo per il gusto di imitare il grande Pokemon Master Ash Ketchum…Fossero bravi almeno un decimo di quanto lo era lui ai suoi tempi…Anche se io gli davo dell’incapace in continuazione, so bene che non era vero. Ne ho visti ben pochi, in questi anni, di allenatori in gamba come lui. E, d’altronde, è ovvio. Chi mai può competere con il grande Pokemon Master? Certo che è incredibile…Alla fine ce l’ha fatta. Ha davvero realizzato il suo grande sogno. E, tutto sommato, non ci ha nemmeno messo troppo tempo. E’ diventato il più grande allenatore di pokemon esistente al mondo a soli 25 anni. D’altronde, lui ce l’ha sempre messa tutta, in ogni cosa. C’era da aspettarselo che alla fine ce l’avrebbe fatta. Ash Ketchum…E’ da 10 anni che non lo incontro. Certo, non posso dire di non averlo più visto…Ho potuto comunque vederlo crescere e maturare attraverso la TV, seguendo i tornei a cui ha partecipato. Ha collezionato un sacco di vittorie, anche su avversari fortissimi. Davvero in pochi avrebbero scommesso su di lui. Beh, io sono una di quei pochi. E se l’avessi fatto, ora sarei miliardaria. Chissà che fa ora? Probabilmente è tornato a casa da sua madre. Era ora! Mi sono arrabbiata molto quando ho scoperto che non si era fatto più vedere a casa per ben 4 anni! Povera Delia, dev’essersi sentita davvero sola…Potrei provare a chiamarla…No. Non me la sento. Se poi fosse Ash a rispondere non saprei come comportarmi. Io e lui siamo stati grandi amici…Posso tranquillamente dire che lui sia stato il mio migliore amico. Tuttavia 7 anni senza sentirsi non sono pochi. Non passano inosservati. Probabilmente lui non si ricorda nemmeno chi sono. O forse mi ricorda semplicemente come una delle tante conoscenze fatte durante i suoi viaggi. Una tra tante…Bah, devo smetterla di farmi del male con questi pensieri! E’ ovvio che non si sia più fatto sentire. Lui ormai è famoso, una celebrità. Non ha nulla a che spartire con una sciocca capopalestra di una città piccola come Cerulean. Ha sicuramente di meglio a cui pensare! E la colpa, tra l’altro, è solo mia. All’epoca in cui viaggiavamo insieme non mi sono proprio comportata così bene, con lui. Ero sempre scontrosa, gli davo del buono a nulla in continuazione…Ti credo che non ha più voluto saperne di me! E’ stato fin troppo gentile a ricordarsene per alcuni anni! Uff…Però…io non lo consideravo davvero un buono a nulla. Solo, all’epoca, preferivo far parlare il mio orgoglio…Era più semplice e meno doloroso. Se avessi lasciato parlare la vera Misty, probabilmente la cotta tremenda che avevo per lui sarebbe venuta fuori e tutto si sarebbe irrimediabilmente rovinato. Chissà com’è diventato ora, caratterialmente! Allora era un ingenuo pazzesco, che pensava solo ai suoi pokemon. Se una ragazza gli si fosse dichiarata, probabilmente, non l’avrebbe nemmeno capito. Ma non può essere ancora così…L’ho visto, in TV. E’ sempre circondato da milioni di fan di sesso femminile. Certo, si è fatto decisamente carino…Che dico…diciamo che è diventato davvero bello, con gli anni. Probabilmente cambierà ragazza ogni settimana. Sicuramente può permetterselo. Ah. Beh, non che per me la storia sia diversa…Con tutti i pretendenti che ho…Ma perché non riesco a togliermi dalla testa quel ragazzo? Sono passati 10 anni dall’ultima volta che ci siamo incontrati e ancora continuo a pensare a lui! E’ mai possibile che io mi sia innamorata così tanto di quello scemo?! Le mie sorelle fanno bene a prendermi in giro…Sono una stupida…Dovrei cercare di dimenticarlo, di mettermi il cuore in pace. E trovarmi un ragazzo. Uno che, magari, mi duri più di un mese, non come tutti quelli che ho avuto finora…

Mah, non so. Forse sbaglio io. Forse dovrei semplicemente prendere le mie cose e partire per Pallet Town. Rivederlo e fare chiarezza, una volta per tutte, nei miei e nei suoi sentimenti. Ma temo di non avere abbastanza coraggio per fare una cosa simile…Uff…Vediamo di far finire questo incontro, mi sono proprio stufata…

 

 

La donna diede un paio di ordini ai suoi pokemon e l’incontro finì in un batter d’occhio. Mentre il giovane allenatore se ne andava, disperato, Misty chiuse la palestra e tornò a casa. Ormai viveva sola, le sue sorelle si erano tutte sposate. Figurarsi…quelle tre avevano sempre pensato più ai ragazzi che ai pokemon. Non fosse stato per Misty, la palestra avrebbe chiuso moltissimo tempo prima…Arrivata si buttò sul divano, continuando a riflettere. Ma le sue riflessioni furono interrotte dallo squillo del telefono. Si alzò e rispose.

“Pronto?”

“Oh, Misty! Che strano, oggi sei già a casa! In genere ti fermi in palestra molto di più!”

“Ne avevo sconfitti a sufficienza, per oggi, non avevo voglia di vederne altri…”

“Dovresti essere più indulgente, sorellina. Ad ogni modo, che fai stasera?”

“Niente, pensavo di restare a casa a guardarmi una videocassetta…”

“Insomma, anche stasera a marcire in casa e a guardarti vecchie registrazioni del tuo caro Pokemon Master?! Devi smetterla, Misty! Se proprio vuoi tanto incontrarlo, vai da lui!!”

“Ma che diavolo dici, Lily?! Guarda che io intendevo vedermi un film!”

“Sì, come no…Lo so, sai, che passi le serate a riguardarti i vari tornei che ha vinto…”

“Lily, smettila di dire idiozie…E poi lo sai, Ash è solo un vecchio amico.”

“E perché ti sei registrata tutti i tornei a cui ha partecipato?”

“Perché ho viaggiato con lui ed era il mio migliore amico.”

“Sì, sì. Comunque, non voglio che te ne stai sempre tutta sola a casa. Perché non esci con qualcuno? Lo sai che il fratello di John ucciderebbe pur di avere un appuntamento con te!”

“Lily, ti ho detto e ripetuto che non ho nessuna intenzione di uscire con tuo cognato!! E’ terribilmente noioso e borioso! Al tuo matrimonio non ha fatto che vantarsi di quanto è abile con i pokemon! E poi, non appena ha provato a fare un incontro con me, ne è uscito umiliato…”

“Suvvia, puoi anche sorvolare su certi dettagli…”

“Lily, senti, non ho nessuna voglia di uscire con lui. Né stasera né mai. Quindi, per favore, lasciami in pace.”

 “Se lui non ti piace posso provare a presentarti qualcun altro…Lo sai che ho molte conoscenze…”

“Lily…No. Per la milionesima volta, non voglio che mi organizzi nessun appuntamento. Non mi interessa. Se voglio un ragazzo, me lo trovo da solo! Non sono più una bambina, non ho bisogno dell’aiuto delle mie sorelle maggiori per ogni cosa!”

“Se davvero sei in grado di arrangiarti, allora perché non esci mai con nessuno? Non hai un ragazzo, non hai amici…Te ne stai sempre chiusa in casa a marcire davanti al televisore! Ma non capisci che io, Violet e Daisy siamo preoccupate per te?!”

“Senti, mi dispiace se vi faccio preoccupare…ma ti assicuro che io sto benissimo così. Quando ho voglia esco con qualche ragazzo…E di amici ne ho, solo che abitano tutti in altre città.”

“Ma di che amici parli, sorellina? Di amici che non senti da anni? Quelli sono i tuoi unici amici?”

“Parlo di amici come Brock, Lily, che viene a trovarmi ogni volta che può, praticamente tutti i mesi.”

“Esatto, Brock. E poi? Basta. Non ne hai altri.”

“Lily, guarda, mi è venuto un gran mal di testa e voglio solo mettermi a dormire. Ne riparliamo un’altra volta, ok?”

“Ogni volta che tocchiamo questi argomenti trovi una scusa…Va bene, ora ti lascio andare, non voglio certo tormentarti…Però lasciami dire soltanto una cosa…Devi smetterla di pensare a lui, Misty. E’ lontano…e non si è più fatto vivo. Dimenticalo. Continuare a pensarci ti fa solo star male. Sono stufa di vederti così…”

Misty non rispose. Abbassò lo sguardo e si morse il labbro, cercando di non farsi vedere attraverso il videotelefono. Lily la osservò, quindi sospirò.

“Va bene, Misty, buonanotte. Mangia qualcosa, fatti una camomilla e dormi. Domattina starai meglio. E…Misty…”

Misty tornò a fissare la sorella.

“Lo sai che ti vogliamo bene…”

“Sì, lo so, Lily. Vi voglio bene anch’io. Salutami Daisy e Violet, quando le senti. E dai un bacio a John. Buonanotte.”

“Buonanotte, sorellina.”

E chiusero la comunicazione. Misty rimase a fissare per un po’ lo schermo ormai nero. Sapeva che le sue sorelle si preoccupavano per lei. Le loro erano solo dimostrazioni del grande affetto che nutrivano nei suoi confronti. I loro genitori erano morti quando Misty era molto piccola ed erano state le sue sorelle ad allevarla. Loro la consideravano la piccola di casa, e le volevano un gran bene, anche se avevano qualche difficoltà a farglielo capire. E Misty ricambiava il loro affetto. Però tutte le loro attenzioni riguardanti il trovarsi un fidanzato la infastidivano. Soprattutto quando nel discorso facevano entrare Ash, cioè tutte le volte che ne parlavano. Sospirò, poi si recò in cucina per prepararsi qualcosa da mangiare. Era vero, si sentiva sola. Terribilmente sola. Ma non l’avrebbe mai ammesso. Né alle sue sorelle, né a se stessa.

 

 

Ash arrivò a Pewter City nel primo pomeriggio. Era una bella giornata, il sole sembrava voler spaccare le pietre. Con decisione si diresse verso la palestra della città. Indossava un paio di jeans ed una camicia a maniche corte. In testa teneva un cappellino da baseball e portava degli occhiali scuri. Se non avesse avuto quelle piccole accortezze, chiunque l’avrebbe riconosciuto e lui non voleva assolutamente. I motivi erano due: primo, gli sarebbe stato impossibile raggiungere la palestra, assillato dai fan. Secondo, avrebbe rovinato l’effetto sorpresa. Arrivato alla palestra si guardò un po’ intorno. Non sembrava esserci nessuno. Fece un veloce giro per l’edificio, in cerca di qualcuno a cui chiedere. Finché non udì una voce dietro di lui.

“Cerca qualcuno, signore?”

Si voltò e si trovò di fronte un ragazzo più giovane di lui. Per un istante rimase a bocca aperta. Era Brock di 10 anni prima…No, non poteva essere. Scosse la testa con violenza. Sicuramente si trattava di uno dei suoi fratellini. Sorrise.

“Sì, scusa se sono entrato. Cercavo Brock. C’è?”

“Eh? Mio fratello non è più il capopalestra, quindi è difficile trovarlo qui. Lei lo conosce?”

“Sì, sono…un suo vecchio amico. Sono appena arrivato in città dopo molti anni che non lo vedevo…Non sapevo avesse smesso di fare il capopalestra. Sei tu che te ne occupi, ora?”

“Sì, esatto. Brock ha smesso con quell’occupazione dopo che si è sposato. Ora fa semplicemente l’allevatore di pokemon.”

“Eh? Brock si è sposato?”

“Già, alcuni anni fa. Se vuole, posso spiegarle come arrivare a casa sua.”

“Ti prego, non darmi del lei…Non mi piace. E poi, io e te ci siamo già incontrati, in passato…”

Ash si tolse gli occhiali da sole, sorridendo al giovane. Il ragazzo lo fissò per un istante, poi lo riconobbe. Restò a guardarlo a bocca aperta per un po’, poi riuscì a balbettare:

“M- ma t-tu sei…s- sei Ash Ketchum, il Pokemon Master!!”

Ash rise.

“Sì, esatto. Ma sono qui solo in veste di vecchio amico di tuo fratello. Mi raccomando, acqua in bocca. Non voglio che si sappia in giro che sono qui.”

“Certo, non lo dirò a nessuno…Ma è fantastico! Brock sarà felicissimo di rivederti!! Vieni, ti spiego subito come arrivare a casa sua. Ah, intanto…non è che…mi faresti…un autografo?”

Ash rimase un po’ sorpreso, poi rise. In fondo era un ragazzo come tanti, anche se il fratello del suo migliore amico. Prese il suo cappello, gli scrisse sopra il suo autografo e lo porse al giovane.

“Ecco qua. Al capopalestra di Pewter City. Ti va bene?”

“C- certo…Grazie!! Ecco qui una cartina. Dovresti arrivarci senza problemi, è qui vicino.”

“Perfetto, ti ringrazio. Allora, buon lavoro con la palestra! Spero di rivederti presto!”

Ash inforcò nuovamente gli occhiali da sole ed uscì, studiando la piantina. Trovò la casa senza difficoltà. Stette per qualche istante ad osservarla. Era una piccola casa ad un unico piano, ma sufficientemente grande per 4/5 persone. Inoltre era davvero bella.

“Il caro Brock si è sistemato bene…”

In quel momento udì una voce provenire dal giardino dietro la casa. Fece il giro e si ritrovò davanti ad un ampio spazio erboso, con vari recinti. Vari pokemon scorazzavano liberamente per il cortile, sotto l’attento occhio di un uomo, che li osservava soddisfatto. Ash lo riconobbe subito. Era cresciuto, ovviamente, ma era impossibile non riconoscerlo. L’espressione gentile era quella di tanti anni prima. Sorridendo entrò nel cortile, avvicinandosi all’uomo. Questi si accorse di lui quando ormai gli era arrivato a circa due metri di distanza. Lo guardò con espressione incuriosita.

“Prego, desidera qualcosa?”

“Sì, stavo cercando un certo Brock. Sa mica dirmi dove posso trovarlo?”

“Certo sono io.”

“Ah, perfetto, perché vede, ho sentito dire che quel disgraziato dongiovanni si è sposato senza dire nulla al suo migliore amico…Allora volevo proprio vedere la faccia di quella povera donna che ci vive insieme…”

Brock lo fissò sconcertato, per un istante. Poi, il suo volto s’illuminò. Contemporaneamente, Ash si tolse gli occhiali da sole, mostrando un’espressione felice e due occhi visibilmente commossi.

“Brutto bastardo…Ti sei fatto vivo alla fine…Ah ah, vieni qui, maledetto!!”

Si abbracciarono, entusiasti. Era magnifico rincontrarsi dopo tanti anni e in un istante ritrovare l’armonia e l’amicizia di un tempo. Tanti anni di separazione cancellati con quel semplice gesto.

“Disgraziato, hai visto che ce l’hai fatta?! Sei il numero uno, adesso!!”

“Eh sì. E invece tu sei sposato…ma guarda te!”

“Come fai a saperlo?”

“Me l’ha detto tuo fratello. Ti ho cercato alla palestra e lui mi ha spiegato che ora vivi qui con la tua mogliettina. Allora, dov’è? Muoio dalla voglia di conoscerla!”

“Eh eh, la conosci già, amico mio. In questo momento non è in casa, ma dovrebbe arrivare a momenti. Mi auguro tu abbia intenzione di fermarti almeno un po’! Ne hai di cose da raccontarmi!”

“Veramente non posso fermarmi troppo a lungo. Ho fatto una tappa qui perché volevo rivederti dopo tanto tempo, ma la mia meta è un’altra.”

“Stavi tornando a Pallet?”

“No, a Pallet sono appena stato. Vengo da lì. Ero tornato finalmente a casa, ma mia madre mi ha praticamente cacciato, quando ha scoperto che non vedevo te e Misty da così tanto tempo. Mi ha ordinato di precipitarmi da voi, altrimenti mi avrebbe sbattuto fuori di casa…”

“Ah ah, la signora Delia è sempre in forma, eh? Devo assolutamente andarla a trovare, una volta o l’altra. E così sei diretto a Cerulean?”

“Esatto. Sai, non vedo Misty da tantissimo tempo…Cioè dall’ultima volta che l’abbiamo vista viaggiando insieme…”

“Sì, lo so. Sento spesso Misty e vado a trovarla ogni volta che posso.”

“Sul serio? E dimmi, come se la cava?”

“Beh, piuttosto bene, direi. Continua a fare la capopalestra, però ora vive sola, perché le sue sorelle si sono sposate…”

“Non è che tua moglie è una di loro, vero?”

“No, no! Ti assicuro di no! Comunque, diciamo che è piuttosto sola…E sente la tua mancanza.”

Lo sguardo di Ash si rabbuiò, mentre sul volto di Brock si dipingeva un sorriso.

“Scommetto che anche lei ti manca molto, vero?”

“…Già…So di essermi comportato male…Però ti assicuro che gli ultimi anni sono stati davvero terribili, per me. Ero sempre di corsa, non avevo il tempo nemmeno di pensare a me stesso. Tante volte avrei voluto contattare sia te che lei…Ma gli unici istanti che avevo per pensarvi erano durante la notte e non volevo chiamarvi in quei momenti. E così ho dovuto aspettare di essere Pokemon Master per avere il tempo di venirvi a trovare…”

“Dai, non fare quella faccia abbattuta. L’importante è che tu non ti sia dimenticato di noi. La nostra amicizia è tanto profonda che nemmeno 10 anni di lontananza possono scalfirla. Dico bene?”

Ash lo guardò, sorridendo.

“Dici benissimo.”

“Ma dimmi, Pikachu dov’è? Non è con te?”

“No. Ormai anche lui era stanco di viaggiare. L’ho lasciato da Tracy, assieme a tutti gli altri pokemon. Lì potrà riposarsi quanto vuole e starà alla grande.”

“Sì, mi sembra giusto che anche lui si goda il meritato riposo…”

In quel momento udirono qualcuno entrare in casa. Anche loro si erano spostati all’interno e si trovavano in cucina.

“Brock, sono tornata!”

L’uomo sorrise.

“Ecco qui, è arrivata. Stai per incontrare mia moglie, Ash.”

“Sono proprio curioso…”

Pochi istanti dopo una donna entrò in cucina. Vedendo Ash si bloccò di colpo. Era più vecchia di Brock, di qualche anno. Aveva dei capelli viola che le arrivavano alle spalle e gli occhi stretti. Indossava un camice da laboratorio. Nonostante fossero passati molti anni dall’ultima volta che l’aveva vista, Ash la riconobbe ugualmente.

“Professoressa Eve!!!”

“Ash Ketchum, che sorpresa!! E’ un onore avere in casa nostra una celebrità del tuo calibro!”

“Cara, hai visto che bella sorpresa? Mi è spuntato davanti all’improvviso, senza nessun preavviso!”

“Ma Brock…E’ lei tua moglie?”

“Esatto. Sei sorpreso, eh?”

“Direi…”

“Eh eh, lo sai che io ero sempre stato innamorato di lei. Quando ho smesso di viaggiare con te sono tornato qui e un giorno l’ho incontrata per caso. Era in città per un convegno importante. Non appena l’ho vista ho sentito nuovamente l’amore ri-esplodere in me. Così mi sono dichiarato e ho cominciato a farle una corte serrata. Lei all’inizio continuava a rifiutarmi, soprattutto a causa dell’età. Ma alla fine ha ceduto ed ha accettato di diventare mia moglie. Ora viviamo felici insieme, anche se non siamo soli…”

“Cosa?”

“Beh, non te l’ho detto prima, ma abbiamo già due figli…”

“COSA?!?!”

“Ora sono a scuola. Sono ancora piuttosto piccoli, hanno 6 e 5 anni. Ma sono adorabili…”

“Ora sì che sono sconvolto…Ho bisogno di sedermi…”

E si buttò di peso sulla sedia, mentre la coppia rideva di gusto.

Ash passò il resto della giornata assieme a loro, conoscendo anche i due bambini e scoprendo che lo consideravano una sorta di Dio…Si commosse un po’ quando scoprì che Brock aveva insegnato loro a chiamarlo zio.

“Tu sei sempre stato come un fratello, per me, Ash. E sempre lo sarai. Quindi voglio che i miei figli ti considerino come uno zio.”

Passò un paio di giorni a Pewter City, in compagnia di quell’allegra famiglia. Parlò a lungo con Brock. Gli raccontò cos’era avvenuto in quegli anni in cui non si erano visti, ricordò con lui il passato che avevano in comune e gli confidò anche i suoi pensieri più intimi. Compresi quelli che riguardavano Misty.

“Capisci, Brock, io non m’illudo certamente di poter ottenere il suo amore. Però devo andare da lei. Per capire a cosa ho rinunciato. Per capire quanto stupido sono stato. E poi, a prescindere da tutto il resto, voglio rivederla ed abbracciarla, come ho fatto con te. Perché nonostante quest’amore che ho scoperto di recente…Per tutti questi anni ho continuato a considerarla la mia migliore amica e sempre lo resterà.”

“Ti capisco perfettamente, Ash. E sono convinto che tu faccia bene. Hai rinunciato a troppe cose, in tutti questi anni. Ora pensa anche un po’ a te stesso. E’ arrivato il momento.”

E così, con queste parole in testa, Ash salutò i suoi amici e lasciò Pewter City, diretto a Cerulean. Finalmente avrebbe rivisto Misty.

 

 

Misty stava camminando per la città. Era andata a fare la spesa, ma vista la bella giornata aveva deciso di fare una passeggiata. Quella che sarebbe potuta essere la giornata più bella e serena degli ultimi tempi si trasformò in un incubo non appena mise piede nel parco di Cerulean. Camminava tutta contenta quando udì una voce orrendamente familiare richiamarla.

“Ehi, Misty! Che coincidenza!”

Misty contò fino a dieci prima di voltarsi. Altrimenti sapeva che l’avrebbe mandato al diavolo.

“Ciao, Jimmy.”

Jimmy, l’odioso fratello di John, il suo adorato cognato. Fin dalla prima volta che l’aveva visto, si era chiesta come fosse possibile che due fratelli fossero tanto diversi. Tanto dolce e simpatico il maggiore, John, quanto antipatico, noioso, egoista e presuntuoso il minore, Jimmy. Conoscendo John si era aspettata un ragazzo straordinario, di cui magari innamorarsi. Per qualche istante, prima di conoscerlo, aveva davvero sperato di incontrare la persona in grado di farle dimenticare Ash. Ma le era bastata una sola occhiata per capire che si era sbagliata di brutto. E più lo conosceva, più lo detestava.

“Che sorpresa incontrarci qui, oggi! Non credi che questo significhi che il destino ci vuole insieme?”

“Piuttosto credo significhi che la sfortuna mi perseguita…”

“Ah ah ah, Misty cara, la tua spiritosaggine mi fa impazzire!!”

“A me invece fai impazzire tu…di nervosismo…Senti, Jimmy, ho da fare. Ci vediamo, eh?”

“Aspetta, lascia che ti accompagni!”

“No grazie, posso cavarmela benissimo da sola.”

“Insisto. John tiene molto a te e voglio che sappia che saresti in buone mani, con me.”

“Vedi, Jimmy, la differenza fondamentale tra voi due è questa: John è una bravissima persona…tu sei un dannatissimo rompiscatole!”

“Ohi ohi, siamo di cattivo umore?”

“No, ero di ottimo umore, oggi…Prima di incontrare te.”

“Misty, che ti prende? Non mi pareva di starti tanto antipatico, prima. Ho forse detto qualcosa che ti ha infastidita?”

“Jimmy, tu devi capire una cosa…Se fino ad oggi sono stata gentile con te è stato solo per non fare un dispiacere a John e a mia sorella! Ma ora mi hai stufata, quindi te lo dico chiaro e tondo: io non ti sopporto, sei un dannatissimo borioso, egoista, presuntuoso rompiscatole, mi dai fastidio e se possibile desidererei non vederti mai più!”

Jimmy incassò molto male il colpo. Rimase a bocca aperta, senza proferire parola. Misty ne approfittò per andarsene via. Era proprio scoppiata, quell’individuo le aveva rovinato la giornata. Sperava solo che quella sfuriata non le creasse problemi con Lily o John. Mentre pensava a tutto questo, all’improvviso, una mano ruvida le coprì la bocca ed un braccio le cinse la vita. Senza poter opporre resistenza, venne trascinata lontana da sguardi indiscreti, dietro ad alcuni alberi e cespugli. Finalmente la presa sulla vita si allentò ma la mano rimase premuta sulla sua bocca, per impedirle di urlare. Si stupì moltissimo trovandosi davanti Jimmy, con lo sguardo completamente trasformato. Non sembrava nemmeno più lui.

“Ok, bellezza. Fino ad oggi ho fatto il carino, perché speravo di conquistarti con le buone. Ma, a questo punto, mi costringi ad usare le maniere forti…Io non accetto un no come risposta. Da nessuno. Tanto meno da una puttanella come te, sono stato chiaro?”

Così dicendo afferrò un fazzoletto e lo legò sulla bocca di Misty, mentre negli occhi della giovane donna si faceva strada la paura.

“Sai, su una cosa ti sbagli di grosso. Te la dico io la differenza tra me e John…La differenza è che il mio caro fratellino è un rammollito senza spina dorsale, un povero idiota che si è fatto infinocchiare da quella troia di tua sorella! Mentre io, a differenza di quel debole, sono un uomo con le palle…Eccola la tua differenza!!”

Così dicendo la gettò a terra in malo modo. Misty ormai era in preda al terrore. Non si aspettava fosse così forte e non era in grado di reagire.

“Oh no…No, ti prego…Aiuto…Qualcuno mi aiuti…Ash…Ash, ti prego, aiutami!! Ash! No, io…non voglio…io amo solo Ash! Io amo solo Ash!! ASH!!”

Jimmy stava ormai per strappare la camicetta di Misty. La giovane chiuse gli occhi, pronta ormai al peggio. Ma il peggio non arrivò. Improvvisamente il peso dell’uomo che prima era seduto su di lei venne a mancare. Si sentì libera nei movimenti e si chiese cosa fosse accaduto. Poi udì un’imprecazione.

“Chi cazzo sei?!”

Allora aprì gli occhi, per capire cosa stava accadendo. Jimmy era seduto a terra, con una mano si teneva lo stomaco, probabilmente appena colpito. Fissava sorpreso un uomo in piedi di fronte a lui. L’uomo gli si avvicinò ancora e lo colpì con un calcio sul volto. Poi si chinò e lo afferrò per la maglia, tirandolo su fino alla sua altezza.

“Non ti azzardare mai più a fare una cosa simile, altrimenti non rimarrai vivo a sufficienza per raccontarlo…te l’assicuro…”

Quindi lo mollò a terra. Jimmy cadde con un tonfo, dolorante. Ma, evidentemente, il suo orgoglio era più  grande della sua paura.

“Idiota, non sai con chi hai a che fare! Credi di essere tanto bravo con i pugni? Scommetto che se ci sfidassimo ad un incontro di pokemon verresti brutalmente umiliato dal sottoscritto!!”

Misty, intanto, si stava rialzando e si era tolta il fazzoletto che la imbavagliava. Guardava sorpresa l’uomo che fissava Jimmy con un sorrisetto ironico dipinto sul volto.

“Ah davvero? Sarei proprio curioso di provare, peccato che in questo momento non abbia nessun pokemon con me. Però, se proprio ci tieni, posso sempre farmeli mandare…”

“Ecco, bravo, poi vediamo che mi dici!!”

In quel momento l’uomo si tolse gli occhiali da sole, mostrando a Jimmy il suo volto. Subito il delinquente impallidì. Cominciò ad indietreggiare, restando seduto ma facendo leva con braccia e gambe.

“T-tu sei…sei il Pokemon Master…N-no…non vale…Non vale!!”

E quindi scappò via, veloce come un fulmine. L’uomo rimase un attimo a fissarlo, quindi disse:

“E vedi di non avvicinarti più a lei…”

Misty, intanto, era sconvolta. Aveva sentito chiaramente Jimmy chiamare quell’uomo Pokemon Master. Lei ancora non l’aveva visto in volto, perché continuava a voltarle le spalle. Poi, finalmente, si voltò. E Misty si ritrovò davanti un giovane più o meno della sua età, un po’ più alto di lei, con i capelli neri e un sorriso gentile sul volto. I suoi occhi, così intensi, erano fissi in quelli di lei. Non le ci volle più di un istante, per riconoscerlo. Quante volte aveva guardato le sue interviste, in TV? Quante volte aveva fatto il tifo per lui, urlando da sola nel buio della sua casa, guardando i suoi incontri? Quante volte l’aveva sognato e pensato, in tutti quegli anni? Troppe, pensò in quel momento, decisamente troppe. Troppe perché riuscisse a trattenere le lacrime che cominciarono a sgorgarle dagli occhi.

“Mi auguro vivamente che quel bastardo non ti abbia fatto del male, Misty…”

Il tono della sua voce era così dolce…Suonava gentile e terribilmente preoccupato…Per rassicurarlo, lei scosse la testa. Poi mosse un passo verso di lui.

“Ash…Sei proprio tu?”

“Sì, Misty. Lo so, sono in ritardo di 10 anni…Ma finalmente mi sono deciso a venirti a trovare…”

Misty gli si gettò tra le braccia, piangendo. Lui la strinse forte. La donna non era per nulla felice della sua reazione. Si era sempre ripromessa di non mostrarsi debole davanti a lui, nel caso fosse tornato a trovarla. E invece eccola lì a frignare come una bimbetta. Fortunatamente, si disse che poteva giustificare quel crollo imputandolo alla paura per l’aggressione subita. Se piangeva e si faceva stringere in quel modo da quelle forti braccia non era per la gioia improvvisa d’averlo rivisto, ma per il sollievo all’idea di essere scampata a quella violenza. Tanto, quella piccola bugia non avrebbe dato problemi a nessuno.

Ash, sempre stringendola gentilmente tra le braccia, la condusse lontana da quel luogo.

“Vieni, andiamo a casa tua. Hai bisogno di una bella camomilla. Sicura di stare bene? Hai bisogno di un dottore?”

Lei scosse la testa e si fece condurre a casa sua. Era bello sapere che lui non aveva dimenticato dove si trovava…

Una volta entrati, Ash la fece sedere sul divano, poi andò in cucina. Frugò ovunque alla ricerca del necessario per prepararle la bevanda tranquillizzante. Dopo alcuni minuti tornò, tenendo tra le mani due tazze fumanti. Mentre afferrava la sua tazza, Misty lo fissò sorpresa. Lui intuì la tacita domanda e, con una risatina nervosa, disse:

“Credo proprio di averne bisogno anch’io…Per poco non ho fatto l’infarto quando ho visto cosa quel bastardo ti stava facendo…”

Misty gli sorrise e cominciò a sorseggiare la bevanda calda. Ad ogni sorso si sentiva sempre più tranquilla. Ma più che alla camomilla imputò quell’effetto al sorriso dolce di Ash ed alla sua presenza al suo fianco. Dopo un po’, finalmente, si decise a parlare.

“Come hai fatto ad arrivare al momento giusto? Eravamo ben nascosti…”

“Vedi, ero appena arrivato in città e stavo passando per il parco con l’intenzione di andare alla palestra. Ad un certo punto ti ho vista, ma mi sono accorto che eri in compagnia di qualcuno, così mi sono fermato. Da dov’ero io, sembrava che foste abbracciati, mentre andavate lì dietro, così non ti ho seguita subito, pensando che…che…insomma, che andaste lì di comune accordo. Poi però, pensandoci, mi sono reso conto che c’era qualcosa di strano nel modo in cui camminavate. Allora mi sono avvicinato un po’ e mi è parso di sentirti chiamare il tuo nome. Mi sono affacciato ed ho visto cosa stava accadendo. E quindi sono intervenuto, tirandogli un bel calcio in pieno stomaco. Non hai idea che soddisfazione…”

“E tu, dopo tutti questi anni, mi hai riconosciuta appena mi hai vista?”

“Beh, a dire il vero un paio d’anni fa mi è capitato di vederti in un’intervista. Quindi sapevo più o meno com’eri diventata…”

“Capisco…E dimmi…Come mai sei qui a Cerulean?”

“Eh? Beh, te l’ho detto. Anche se in ritardo di 10 anni, alla fine sono venuto a trovarti.”

Misty arrossì di colpo. Per non darlo a vedere prese a fissare la tazza vuota. Anche Ash si sentiva imbarazzato. Non sapeva più che dire. Poi, un po’ titubante, ricominciò a parlare.

“E, ehm, dimmi…Lo conoscevi, quel tipo che ti ha aggredita?”

Misty si sorprese per la domanda. Poi annuì.

“Sì. E’ il fratello minore di mio cognato. Sapevo che era un tipo odioso, ma non credevo fosse un tale delinquente…Ti devo davvero ringraziare, Ash. Se non fossi arrivato tu…”

“Non devi ringraziarmi. Anzi, mi dispiace di non essermi accorto subito di cosa ti stava facendo. Ti avrei evitato quello spavento…”

“Ma figurati…Hai fatto fin troppo…”

Entrambi fissarono nuovamente in basso imbarazzati. Poi Ash strinse i pugni, deglutì a fatica e si fece coraggio.

“No, Misty…n-non è ancora abbastanza…Intanto…io devo farmi perdonare per non essermi più fatto vivo…E poi…per quanto io possa fare per te, non sarà mai abbastanza per farti comprendere quanto importante tu sia per me, in realtà…”

Il cuore di Misty prese a battere all’impazzata. Era davvero Ash Ketchum colui che le diceva quelle cose?

“Ecco, Misty…io…Ora sono Pokemon Master. Come ben sai, diventarlo era il mio sogno. Ed io ho dedicato oltre metà della mia vita a rincorrere questo sogno. In questi 15 anni ho rinunciato a tutto, per esso. Ho rinunciato addirittura a farmi una vita. Quando finalmente ho realizzato il mio sogno…mi sono reso conto che non mi sentivo per niente felice. Mi mancavano troppe cose. Come i miei amici…e l’amore. Ormai ho 25 anni…Ed è tardi per cominciare a vivere da capo. Però non potevo lasciarmi scappare le persone che nella mia vita sono state le più importanti…Queste persone sono mia madre…che ho già ritrovato…Gary e Tracy, che ho rivisto a Pallet, con il professor Oak…Brock. Sono stato da lui prima di venire qui ed è stato come se non ci fossimo mai separati. E’ sempre il mio caro fratello. E poi…la più importante di tutte…quella che ho perso per prima…Tu. Tu…tu sei importantissima per me, Misty. Sei la mia migliore amica. Ma non solo quello. Rivedendoti in quell’intervista, 2 anni fa, ho realizzato qualcosa che è sempre stato nel mio cuore ma che io non ero mai riuscito a comprendere. Una cosa davvero straordinaria…”

Misty era in attesa. Il cuore le scoppiava, il suo battito frenetico le rimbombava nelle orecchie, senza tuttavia impedirle di sentire le stupende parole che Ash le stava a fatica dicendo. Con voce tremante, lo incoraggiò a continuare.

“E…e di cosa si tratta…?”

“Vedi, Misty, io…ho…”

Il trillo del telefono interruppe il giovane, che per poco non cadde dalla poltrona su cui era seduto. Misty, maledicendo quel telefono del cavolo, andò a rispondere. Quando l’immagine sullo schermo apparve, vide chiaramente due volti sconvolti dalla preoccupazione.

“Lily, John!”

“Misty, grazie a Dio! Stai bene, sorellina!?”

“Misty, tutto a posto?”

“Calmatevi, per l’amor del Cielo!! Cosa succede?”

“A noi lo chiedi?!”

“Misty, ho appena visto Jimmy. Era fuori di sé, urlava frasi senza senso…Ha aggredito verbalmente, e non solo, sia me che Lily. Poi ha anche detto di averti aggredita…E’ vero?”

“Beh, ecco…A dire il vero…”

“Misty, ti ha davvero aggredita?! Ti ha fatto del male, come stai?!”

“Lily, stai calma. E’ vero, mi ha aggredita. Ed ha tentato…ha tentato di…violentarmi…”

Misty vide i volti dei due coniugi, già pallidi, sbiancare ulteriormente. Gli occhi di Lily si riempirono di lacrime, mentre quelli di John d’ira.

“Quel…quel…Misty, perdonami, ti prego! E’ mio fratello, avrei dovuto accorgermi che era pazzo! Perdonami!”

“Oh, sorellina, scusami! E io che insistevo perché tu uscissi con lui…Oh, cosa ho fatto?! Cosa ti ha fatto…Perdonami!!”

“Smettetela, vi prego! Non è colpa vostra! E poi non c’è riuscito, mi hanno salvata in tempo! Non è riuscito a farmi niente, solo a darmi qualche spinta…”

“Chi è che ti ha salvato, Misty? Dimmelo, perché voglio ringraziarlo di persona. Voglio sdebitarmi assolutamente con lui.”

Misty arrossì un po’, mentre s’immaginava Ash nel suo salotto. Poi sorrise, facendo sorprendere sia sua sorella che suo cognato.

“E’ stato Ash…Ora è qui con me…”

Lily la fissò. E un po’ del terrore provato quando aveva saputo che sua sorella era stata aggredita se ne andò. Riuscì a fare un piccolo sorriso.

“Capisco. Allora, immagino tu non abbia bisogno di noi, vero?”

Ancora più rossa in volto, Misty annuì. Poi si rivolse a loro sorridendo.

“Vi prego, state tranquilli. Ora va tutto bene. E non sentitevi in colpa. Domani vengo da voi, promesso.”

“D’accordo, sorellina, ti lasciamo andare dal tuo Pokemon Master. Digli che mi rimangio tutte le cattiverie che ho pensato su di lui per non essersi fatto sentire con te. E che lo ringrazio con tutto il cuore.”

“Ringrazialo anche da parte mia. E, Misty…Quell’idiota ora marcirà in prigione. Ha cercato di aggredire un’altra ragazza ed è stato arrestato. Inoltre sappi che lui non è più mio fratello…D’ora in avanti, avrò solo una sorellina. E sei tu.”

“Grazie, John. Vi voglio bene. Ci vediamo domani.”

“D’accordo. Buona fortuna con il tuo Ash, sorellina.”

E chiusero la telefonata. Sorridendo, Misty si voltò e si sorprese non poco trovandosi di fronte Ash. Per un attimo temette avesse sentito l’ultimo commento di Lily. Poi però vide che la fissava con sguardo determinato. Aveva un’espressione decisa, sul volto, e Misty pensò che era diventato davvero stupendo…Era anche più bello che in televisione…Si sentì arrossire, come se quello sguardo intenso potesse metterla a nudo, esternando i suoi sentimenti. Ash le si avvicinò, posandole le mani sulle spalle.

“Tanti anni fa, quel giorno in cui le tue sorelle ti dissero che dovevi tornare qui a Cerulean…Io ti dissi di andare. E ti dissi addio. Ma ciò che davvero avrei voluto…e DOVUTO dirti, era tutt’altra cosa. Se io ti avessi detto ciò che veramente pensavo, tutto sarebbe stato diverso, per me. E non avrei gettato all’aria 15 anni della mia vita.”

“Ash, tu non li hai gettati all’aria. Hai realizzato il tuo sogno.”

“Ma non me ne faccio nulla della mia carica di Pokemon Master, se non posso avere te al mio fianco. Avrei preferito rinunciare al mio sogno e averti con me in questi anni. Avrei dovuto dirtelo, tanti anni fa, Misty. Avrei dovuto dirti… “Non andare. Resta con me.”. Ecco cosa avrei dovuto dirti. Ecco cosa volevo dirti.”

“Ash…dici sul serio?”

“Certo. E ciò che tentavo di dirti prima…E’ che mi sono reso conto…che io ti ho sempre voluto bene. Ma non solo come amica. Io ho avuto parecchie avventure, in questi ultimi anni. Ma non sono mai riuscito a trovare l’amore. E vuoi sapere perché? Perché io, l’amore, l’avevo trovato già 15 anni fa, sulla riva di un fiume vicino a Viridian City. Il mio vero amore, la donna della mia vita, un giorno di 15 anni fa mi ripescò da quel fiume. E da allora ho continuato ad amarla. Anche se, per la maggior parte del tempo, ho mal interpretato questo amore, scambiandolo per semplice affetto. Misty, dopo 10 anni io sono tornato qui, a Cerulean City, solo per rivederti e per dirti che tutto ciò che ora voglio dalla vita è avere te al mio fianco. D’ora in avanti, per sempre.”

In quel momento, Misty si chiese cosa poteva dirgli. Cosa poteva dirgli che non risultasse insignificante davanti alle splendide parole d’amore che lui le aveva appena sussurrato? Come poteva esprimersi, a parole, senza sminuire l’immensa gioia e l’infinito amore che provava per lui? No, pensò, le era impossibile. Le parole avrebbero solo rovinato tutto. Quindi, l’unica cosa che ritenne giusta da fare, fu di protendersi in avanti e sfiorare le labbra di colui che aveva di fronte con le sue. E intanto circondargli il collo con le braccia ed attirarlo maggiormente a sé, rendendo sempre più profondo il loro primo bacio.

Ad Ash non ci volle molto per capire che quella era la sua risposta. Infatti, dopo pochi secondi di stupore, la strinse forte a sé, baciandola con tutto l’amore che riusciva ad immaginare. E pensò che comunque non era nemmeno un millesimo di quello che realmente provava per lei.

Quando, alcuni minuti dopo, si separarono, si fissarono per qualche istante negli occhi. Poi lui, accarezzandole il volto dolcemente, le disse:

“Eccola qui, di fronte a me…la cosa più importante…”

E, mano nella mano, si allontanarono verso la camera da letto di Misty, pronti a cominciare finalmente la loro vera vita.

 

FINE

  
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