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Autore: Daifha    07/11/2011    0 recensioni
'-Non è stato strabiliante? Ho fatto una piroetta in aria e la spada ha fatto ‘Swifush’! Sono davvero mitico!
-Ma di che diamine stai parlando?
-Ma come? Non mi hai visto? Mentre abbattevo quell’Akuma, quello grosso!
Yuu si limitò a rivolgergli un’occhiata come a fargli intendere che aveva avuto ben altro da fare in quel momento che stare ad ammirare l’amico mentre combatteva contro i mostri del Conte.
L’altro sbuffò, sussurrando qualcosa simile ad un ‘E te pareva…’ ma il Giapponese fece finta di non aver sentito sorridendo leggermente senza farsi vedere da quello: in realtà aveva visto eccome, ma più che una scena epica come lui si era immaginato, era stata decisamente comica data la smorfia che il compagno aveva fatto mentre abbatteva definitivamente il nemico.
-Nh… Dai torniamo in Sede, magari trovo ancora la soba calda.
Fece per partire ma prima che potesse fare due passi si ritrovò coinvolto in un indesiderato abbraccio da parte dell’altro.
-Grazie, Yuu-chan!
-A-Alma!'
[KandaxAlma]
[KandaxLavi]
[Titolo provvisorio]
Genere: Azione, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Altro personaggio , Un po' tutti, Yu Kanda
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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What could be

Capitolo 4

 
 

Alma era una di quelle persone incapaci di annoiarsi da sole: se non sapeva che fare, per lui, tanto valeva andare dal primo che incontrava e asfissiarlo fino allo stremo con domande idiote o discussioni senza senso, e, non a caso, la sua vittima preferita e quasi sempre disponibile era Yuu Kanda.

Ma ora che l’amico era occupato in altro (niente di speciale, una doccia nei bagni comuni dell’Ordine, o almeno, così lui pensava) l’unico modo che aveva trovato per passare al meglio il suo tempo era stato una bella passeggiatina per i corridoi di quel luogo, tanto grande e misterioso che ancora, dopo ben dieci anni che vi abitava, non era riuscito a visitare completamente. Ma la visita per l’Ordine dovette aspettare ancora quando il ragazzo si ritrovò nella stanza dei Gate, davanti a quello il cui cartello recava la scritta ‘Sede Asia’: quando l’aveva letto, con un po di sforzo da parte del suo amato cervello per decifrare il messaggio, aveva sorriso felice già pronto a varcare quella soglia, e ora che già si trovava lì, il suo sguardo vagava da parte a parte alla ricerca di una persona che ormai conosceva bene e sapeva vivesse in quel luogo. Quando finalmente la vide, ancora intenta nel lavoro, gli corse incontro sorridendo in modo quasi esagerato.

-Papiiiino Edgaaaaaaar!- urlò lanciandoglisi addosso e abbracciandolo con i lacrimoni agli occhi -Papino Edgar! E’ da un sacco che non ci vediamo!

L’uomo lo fissò per un attimo stranito, prima di rilassare in volto in un ampio sorriso -Alma! Che bello vederti, come va alla Sede centrale?

-Benone, io e Yuu stiamo cominciando a fare amicizia con gli altri Esorcisti!- rispose allegramente il ragazzo. Edgar stirò nuovamente le labbra in un sorriso, stavolta però decisamente tirato: quei due stavano alla Sede centrale da ben dieci anni, e solo ora cominciavano a fare amicizia? Bah!

-F-Fantastico! E come mai sei qui, tu? C’è anche Yuu?

-Ah, no, Yuu non è venuto… Io invece morivo dalla voglia di salutarvi tutti, quindi ora che avevo tempo ho fatto un salto!- mentì spudoratamente il moretto: in realtà ogni giorno in cui non aveva missioni aveva un mucchio di tempo libero, solo che non gli era mai venuto in mento di andare alla Sede Asia. E se ora era lì, era solo perché si stava annoiando e casualmente si era ritrovato nella sala dei Gate poco fa.

-Ah, immagino siate sempre pieni di lavoro lì, poveri, spero non vi sfruttino esageratamente…

-No, tranquillo… Mi mancavi tanto, papino Edgar!

-Ah beh, almeno c’è qualcuno che ci vede un minimo di figura paterna in me… - Edgar si girò all’indirizzo di un altro ragazzo biondo che poco lontano faceva spudoratamente la corte ad una donna della sezione scientifica -Bakino, vieni a dare un baciottolo al tuo paparozzo caro! Ti preeeeego!

Bak si girò con una faccia mezza spiritata, mentre la ragazza con cui stava apertamente flirtando poco prima si dileguava sfruttando il momento -Mai.- disse solenne, rigirandosi e non ritrovandosi più nessuno con cui parlare -Me l’hai fatta scappare! Inutile padre imbarazzante!- sbraitò contro l’uomo che sbiancò a quelle parole.

-Chiamami papà! E’ più affettuoso!

-Sei ripugnante!- gridò Bak prima di dileguarsi in cerca di una nuova vittima con cui attaccar bottone.

-Bakino mio…- l’uomo allungò un braccio verso dove era sparito il figlio -Sei cresciuuto cosìììì beeeello, Bakiiinooo!

-Bello sì… Ma anche parecchio stronzetto, eh?- sussurrò Alma grattandosi la testa e tentando di consolare l’uomo con un sorrisetto sghembo che mal celava il suo disagio.

 

 

 

Nell’Ordine Oscuro tutti, ma proprio tutti!, detenevano il loro record personale: Allen era lo stomaco vivente della Sede centrale, Lavi l’Esorcista più intelligente (e qui Bookman avrebbe qualcosa da ridire…), Lenalee la più carina e ricercata (e, successivamente, allontanata, a causa delle manie psicopatiche del fratello) mentre Miranda deteneva senz’ombra di dubbio il primato per la timidezza. Ebbene, anche Kanda aveva il proprio record personale, a cui sembrava proprio non voler in alcun modo rinunciare: il giapponese era l’Esorcista che, tra tutti, impiegava più tempo per una semplice e veloce doccia.

E se prima poteva essere considerata solo un voce di corridoio messa probabilmente in piedi dal suo caro compagno di stanza Alma Karma, adesso per Lavi era diventata una vera e propria certezza: Kanda era nella sua doccia da più di una buona mezz’ora ormai, e non accennava a volerne uscire. Ora, Lavi capiva bene che con i capelli che si ritrovava (una tagliatina no, eh?) non dovesse essere proprio cosa da niente lavarseli, anzi, chissà quanti cavolo di ettolitri di shampoo facesse fuori ogni singola volta, ma era comunque fuori dal normale, soprattutto considerando che, con le ultime restrizioni di Komui per pagare i debiti di quel mocciosetto di Timothy, la distribuzione dell’acqua calda nelle singole stanze era stata notevolmente diminuita.

-Yuuuuuu!- di nuovo mise in gioco la sua stessa vita nel disperato tentativo di capire se aveva o meno la possibilità di farsi una bella doccia rilassante nel giro di un’ora (non gli sembrava di chiedere qualcosa di tanto impossibile…) -Vorrei potermi lavare anch’io!

-Non rispondo a quel nome- dalla porta del bagno arrivò la voce di uno scazzato e sicuramente, bagnato (e a quei pensieri Lavi dovette usare tutta la sua forza di volontà mentale per non rischiare di cominciare a fare pensieri davvero poco casti), Kanda.

-Lo hai appena fatto- gli fece notare immediatamente il rosso.

Il successivo ‘Che’ seccato che giunse dalla doccia e il rumore di una manovella che veniva girata determinarono la fine di quella, per quanto breve, conversazione. Seguirono il rumore di qualche passo e il silenzio dato dello smettere dello scrosciare dell’acqua.

Lavi si aspettò che di lì a poco il giapponese uscisse dal bagno per lasciargli finalmente il posto, ma le sue speranze svarino quando, qualche minuto dopo, ancora si ritrovava ad aspettare seduto sul letto, le immaginarie orecchie da coniglio abbassate verso il basso per la depressione. Sbuffò e si alzò lentamente, per poi avvicinarsi titubante alla porta della toilette.

Dal bagno non arrivava nessun rumore, quindi ora era leggermente curioso di sapere per quale altro dannatissimo motivo il giapponese non si decidesse a uscirne: avvicinò l’occhio sano alla serratura della maniglia e attraverso il buco dove andava infilata la chiave (oh, quale ambiguo paragone gli venne in mente!) sbirciò sperando di poter capire cosa stesse facendo Kanda, appoggiandosi con le mani alla superficie di legno.

In due secondi netti, vide un ombelico (Lavi è quasi sicuro che si trattasse di un ombelico) velocemente coperto lateralmente da della stoffa, prima di sentire il sostegno a cui si stava reggendo cedere facendolo inesorabilmente cadere in avanti.

Ovviamente la porta era stata aperta all’improvviso, ovviamente lui era stato troppo scemo per reagire in tempo e ora, ovviamente, si ritrovava addosso al giapponese steso a terra. Ovviamente Kanda, esattamente come Lavi, era in accappatoio.

Il rosso spalancò gli occhi, ancora rimbambito da quanto successo, e osservando il moro sotto di lui le guancie gli si tinsero inevitabilmente di rosso: le sue labbra stavano sfiorando la spalla tatuata del moro, che durante la caduta (c’è bisogno di dirlo?) si era scoperta completamente, mettendo in mostra parte del simbolo da Second Exorcist.

Kanda profumava, osservò il Bookman, e voi direte che è normale, dato che era appena uscito da una doccia particolarmente lunga, ma Lavi percepì quell’odore non come di sapone e shampoo, bensì qualcosa di più profondo, fresco e inebriante. Lasciò che le sue labbra appena socchiuse si poggiassero completamente sulla pelle del moro, come a volerne saggiare il sapore: aspirò profondamente dal naso, lasciando che quel profumo andasse ad inebriargli i sensi e la ragione.

-Lavi, pervertito, che cavolo stavi facend….- le parole gli morirono in gola quando sentì le labbra di lui posarsi sulla sua spalla, il suo respiro gli solleticava il collo, mentre dei leggeri brividi gli attraversarono il corpo a partire da quei due punti specifici. E quello che significava?

Provò a scostarsi leggermente, nemmeno con tanta forza, ma Lavi lo trattenne posandogli una mano sul bacino mentre con l’altra si reggeva per evitare si stare completamente addosso al compagno. -L-Lavi…- sussurrò, le sopracciglia aggrottate e un’espressione preoccupata in viso.

Il rosso si staccò dal suo petto osservandolo in volto, l’iride smeraldo che fissava quelle blu intenso del moro: sembrava quasi assente, completamente perso nel contemplare quel corpo così perfetto che si trovava sotto di lui. Portò la mano dal fianco a sfiorargli il viso, spostandogli alcune ciocche di capelli dalla fronte e passando le dita vicino all’occhio destro e sulla guancia, delicatamente, come temesse si potesse incrinare sotto il suo tocco.

Avvicinò il viso a quello del giapponese, posando le labbra su quelle di lui, senza mai distogliere lo sguardo dalle sue iridi scure e profonde. Dapprima lasciò che le loro bocche si sfiorassero semplicemente, in modo così lieve da sembrare quasi finto, successivamente premette di più, sentendo il desiderio crescente di avere il maggior contatto possibile con quel corpo. Allo stesso modo, fece combaciare i loro petti e i loro bacini, ricevendo una scarica di passione verso il basso.

Kanda spalancò gli occhi: cosa stava succedendo, così all’improvviso? Perché Lavi aveva cominciato a comportarsi così e, soprattutto, perché lui lo stava lasciando fare? Sentiva il corpo accaldato, il respiro corto, e non aveva il minimo desiderio di fuggire a quelle dolci carezze, voleva solo che lui continuasse a toccarlo e a fargli sentire il suo fiato addosso… Era una sensazione stupenda.

Lasciò che Lavi lo baciasse sempre con più impeto, accondiscendendo ad ogni sua tacita richiesta, socchiuse le labbra e lasciò che lui esplorasse la sua bocca con la lingua, completamente succube di quelle nuovi e sconvolgenti percezioni.

Ed è così che Lavi e Kanda erano lì che amoreggiavano sul pavimento, entrambi affatto consapevoli di quel che stavano facendo, persi in un mondo parallelo fatto di desiderio reciproco e lussuria: ma, come è solito accadere in questo genere di scene, ecco che un tenero, innocuo e, ancora per poco, innocente dall’animo puro, si affacciò alla porta della stanza di Lavi, che evidentemente non era stata adeguatamente chiusa prima da quest’ultimo.

-Lavi, sono due ore che busso, tutto ben…- l’albino sbiancò totalmente a quella scena. I corpi dei due Esorcisti erano avvinghiati, mezzi nudi e le loro bocche si stavano inconfutabilmente esplorando a vicenda, mentre qualche mano vagava per il corpo dell’uno o dell’altro: si lasciò andare ad una risatina nervosa, gli occhi spalancati che tentavano di fuggire agli sguardi scandalizzati dei due peccatori. Immediatamente si girò e richiuse la porta dietro di sé, prendendo una direzione a caso e allontanandosi il più velocemente possibile, per quanto gli permettessero le gambe traballanti. Mai più, non avrebbe mai più varcato la soglia della stanza di Lavi. Mai, e questo, era più un voto che una promessa.

 

Ritornare così bruscamente alla realtà era stato peggio di una secchiata d’acqua gelida, tanto per Lavi quanto per Yuu.

Tutto il desiderio, la voglia bruciante,che fino a poco fa li aveva spinti ad agire quasi inconsciamente ora era svanita completamente, sostituita da un imbarazzo e una paura generale.

Si fissarono negli occhi a vicenda, l’uno come a cercare un perdono per essersi lasciato trasportare dalle sensazioni, l’altro con le sopracciglia sempre più aggrottate e un’espressione cupa.

-Scansati- disse semplicemente il moro poco dopo, strattonando Lavi e alzandosi in piedi per poi sistemarsi l’accappatoio.

-Yuu…- il rosso sussurrò il nome dell’altro, quasi in tono di supplica e di perdono.

-Non chiamarmi così- gli rispose quello, gelido, afferrando alcuni vestiti dalla sedia e dirigendosi verso la porta -Non farlo mai più- aggiunse con una nota che sapeva molto di rammarico, lasciando intendere all’altro i diversi significati cui si riferiva quell’ultima frase. Uscì dalla stanza sbattendosi dietro la porta, il viso contratto in un’espressione ancora più glaciale e dura del solito, mentre Lavi ancora rimaneva seduto a terra, il cuore che lentamente regolava il battito cardiaco, e un’angosciosa paura di ciò che sarebbe successo di lì in avanti.

Una sola domanda assillava le menti di entrambi i ragazzi: se non fosse arrivato Allen… Cosa sarebbe successo?

 

 

 

 

Bak aveva agganciato bottone con un'altra ragazza piuttosto carina della Sede Asia, sempre smaniosa e con un gran sorriso, anche se spesso palesemente tirato e finto, giusto per non far sentire il biondino un emerito idiota quando diceva una delle sue pessime e deprimenti battute oppure si vantava delle sue eroiche imprese con aggiunti extra.

-E pensa! Quando sono andato alla Sede centrale (sì, io ci sono stato!) ho dovuto salvare con le mie immense doti da scienziato provetto, sia il supervisore che il resto del personale, Esorcisti compresi, che erano stati trasformati in mezzi zombie dal Komuvitan D. Ma io, oh, il grande me, non si è fatto scoraggiare dalle difficoltà e ha trovato subito un antidoto! Sì, hai il permesso di congratularti con me!

La ragazza lo fissò un attimo allibita, chiedendosi se dovesse o meno prendere sul serio quell’ultima frase -B… Bravo…- balbettò sorridendo come si fa davanti ad un bambino che ti mostra felice un disegno davvero orribile come se fosse una grande opera d’arte contemporanea.

Bak parve rimanere male davanti al poco entusiasmo di lei, perciò optò per raccontare un’altra della sue imprese, sperando stavolta di stupirla davvero -Ah… AH! Ma non ti ho ancora detto il top del top da me compiuto! L’anno scorso, durante l’attacco di un Akuma livello tre qui, alla Sede Asia, io ho…- si bloccò accorgendosi che qualcosa nel viso di lei non andava: aveva spalancato gli occhi, in un’espressione di palese terrore, puntati su un punto alle spalle del biondino, la bocca socchiusa con i lati rivolti verso il basso.

La vide che cominciava tremare mentre la sua mano si alzava ad indicare ciò che stava fissando, mentre balbettava il suo nome come stesse tentando di avvisarlo di qualcosa, ma lui non fece tempo a girarsi che qualcosa, qualcuno, lo prese da dietro, bloccandogli le braccia e premendogli una mano sulla bocca, impedendogli così di parlare e ribellarsi in alcun modo.

La ragazza cadde a terra per il terrore, tremando -Im… Possibile… Un Noah…- sussurrò, la voce bloccata dalla paura.

Bak spalancò gli occhi: un Noah, lì? Come aveva fatto ad entrare e, soprattutto, cosa voleva da loro?

Sentì un fiato caldo vicino al collo, e una voce bassa sussurrargli all’orecchio -Se prometti di stare buono, non ti succederà nulla, più o meno.

Provò a divincolarsi ma la stretta del Noah lo sbloccò maggiormente: chiuse gli occhi. Quello doveva essere un incubo, per forza!

 

 

 

 

Edgar e Alma stavano ancora parlando in mezzo ad un corridoio quando un urlo li raggiunse, facendo raggelar loro il sangue nella vene -UN… UN NOAH! E’ PENETRATO UN NOAH NELLA SEDE!- un uomo della sezione scientifica li raggiunse, trafelato per la corsa, riprendendo poi a parlare -Signor Edgar, suo figlio…- puntò lo sguardo sull’uomo, il quale spalancò gli occhi terrorizzato all’idea di sapere cosa potesse essere successo al suo amato Bakino -Ha preso in ostaggio suo figlio, e… E ora dice di voler parlare con i responsabili della Sede! La signora Tui è già lì, ma il Noah si rifiuta di credere che possa essere una donna a dirigere la sezione scientifica! La prego di venire immediatam…- non finì la frase che Edgar già stava correndo in direzione della sala centrale, il cuore che batteva a mille e a seguito un altrettanto impaurito Alma.

-Non può essere, che ci fa un dannatissimo Noah qui?- sbraitò, avvicinandosi alla fine del corridoio.

Quando giunsero, con il fiatone, davanti alla stanza dove si svolgevano tutte le analisi della sezione scientifica, la scena che gli si presentò davanti fece rabbrividire entrambi: Tui, moglie di Edgar, era svenuta contro una parete, e attorno a lei qualche Finder o scienziato la fissavano preoccupati, mentre al centro della sala si trovava un gruppo numeroso di persone che, terrorizzati, fissavano un punto in aria dove stanziava il Noah con il suo ostaggio tra le braccia, un sorrisetto strafottente sulle labbra.

Bak aveva gli occhi chiusi, ma da come si divincolava era evidentemente sveglio, con le guancie bagnate dal pianto e la paura che gli rendeva difficile anche solo respirare.

-Tyki Mikk…- Alma sussurrò quel nome riconoscendo subito il Noah, già in precedenza affrontato a Edo e sulla vecchia Arca (ora in possesso dell’Ordine Oscuro grazie ai poteri di suonatore dell’Esorcista Allen Walker).

-CHE COSA VUOI?- gli urlò subito Edgar, senza riuscire a staccare gli occhi dal figlio -LASCIA IMMEDIATAMENTE MIO FIGLIO!

-Oh, e questo qui sarebbe tuo figlio?- il sorriso del Noah si allargò ancora di più, diventando quasi maligno -E tu, invece, saresti il responsabile della Sede Asia?

Edgar esitò a rispondere: volse lo sguardo verso la moglie, ancora a terra. Era svenuta, ma non sembrava avere gravi lesioni. -Sì- rispose ad entrambe le domande tornando a fissare lo sguardo sul nemico.

-Beh, sono stato fortunato allora, tutta fatica in meno- portò una mano al petto del biondo mentre una luce sadica gli attraversava gli occhi dorati -Ho una richiesta da farvi.

-NON FARGLI DEL MALE! TUTTO CIO’ CHE VUOI, MA…- rispose subito Edgar, in preda al terrore, venendo però presto interrotto.

-Tsè, non gli succederà nulla se farete come vi dico. E’ una cosa semplice: forse voi pensavate che il Conte non ne fosse a conoscenza, ma vi sbagliavate, dato che lui sa tutto su ciò che riguarda la Dark Matter. Quindi, è da tempo a conoscenza anche dei vostri esperimenti- a quell’ultima frase tutti i componenti della sezione scientifica si irrigidirono, e il Noah sorrise a quella loro reazione -Se fin’ora vi ha lasciato fare, è stato per vedere cosa ne sarebbe uscito, ma ora che ha capito che state creando qualcosa che potrebbe darci del filo da torcere, nonostante la loro natura di Akuma, vuole che voi smettiate immediatamente di condurre questi esperimenti. Siete già riusciti a dar vita a due, come li chiamate voi?, Second Exorcist.

Tutti nella sala rimasero muti, sentendo la tensione crescere: solo Edgar si azzardò a parlare -E… E quindi? Che dobbiamo fare?

Un altro ghigno sadico attraversò il volto del Noah. Spostò la mano che teneva sul petto di Bak all’altezza del cuore e, sotto gli sguardi terrorizzati di tutti, fece nascere dal suo palmo una Tease, nera ed elegante, con le ali dischiuse -Semplice. Interrompete ogni esperimento. E se il Conte dovesse scoprire che ne state ancora portando avanti qualcuno, ordinerò alla mia Tease di uccidere questo ragazzino in modo lento e straziante- detto questo spinse la farfalla all’interno del corpo di Bak, usando i suoi poteri da Noah per fare in modo che vi passasse attraverso.

Il biondo spalancò gli occhi gemendo: sentiva la mano del portoghese muoversi dentro lui, viscida e fredda, circondargli il cuore e lasciargli una presenza oscura, probabilmente dettata da Tease, all’interno del suo corpo anche quando ritirò il braccio fuori. Sentì la risata di Tyki alle sue spalle e chiuse le palpebre lasciando che altre lacrime gli scivolassero lungo le guancie: aveva una paura immensa e sentire qualcosa che, ogni volta che respirava, gli sfiorava il cuore senza però toccarlo non lo rassicurava affatto. Era devastante.

-Maledetto…- Edgar osservò la scena con gli occhi spalancati, incredulo e terribilmente preoccupato, senza riuscire ad aggiungere null’altro, temendo che anche una semplice risposta potesse irritare il Noah e… No, non voleva nemmeno pensarci!

Tyki, vedendo che nessuno, come si era aspettato, aveva il coraggio di fiatare, interpretò quel silenzio come un muto accordo e riprese -E ora, scusatemi, ma ho ancora del lavoro da portare a termine. Devo fare una visitina alla Sede centrale…- il sorriso beffardo che sfoggiò preoccupò non poco Alma, il quale subito, senza starci a pensare due volte, si lanciò all’attacco verso il nemico, ignorando i numerosi richiami da parte dei compagni che gli consigliavano di stare tranquillo.

-Bastardo!- gridò mentre sfoderava l’Innocence; ma prima che potesse in alcun modo attivarla, il Noah nuovamente sorrise strafottente e richiamò in un sussurro la sua amata Tease.

In un secondo, Bak urlò facendo raggelare il sangue a tutti i presenti, portandosi le mani all’altezza del cuore e stropicciando la stoffa della maglietta che indossava in preda ad un dolore lancinante, gli occhi rossi e gonfi dal pianto. -Tsè- Alma fu costretto quindi a retrocedere, rinfoderando l’arma e guardando torvo il moro.

-Non siete nella posizione adatta per attaccarmi- ghignò il portoghese richiamando mentalmente la nera farfalla liberando così Bak da quella tortura e lasciando che il biondo svenisse tra le sue braccia -Mpf, piuttosto deboluccio.

-Ch… Che diavolo vuoi dalla Sede centrale?- sputò Alma, preoccupato e frustato per l’impossibilità di fare alcunché per aiutare Bak.

-Semplicemente, il Conte vuole che io prenda uno dei due Second Exorcist, per poterlo analizzare. Uff, sarà una faticaccia, è difficile far ragionare a dovere quei tipi…- Alma spalancò gli occhi: Yuu! Doveva assolutamente fare qualcosa, non poteva permettere a quel dannato di fare del male al suo migliore amico…

-Non serve che tu vada lì per avere un Second Exorcist… Io…- cominciò deciso, ma prima di poter completare la frase Edgar gli premette le mani sulla bocca impedendogli così di parlare e sussurrandogli all’orecchio di non fare idiozie.

Tyki lo fissò sospettoso, non capendo all’istante cosa significasse quella scena -Mh? Che intendevi dire?

Alma si ribellò alla presa dell’uomo, e non gli fu difficile liberarsi quel tanto per poter riprendere il discorso -Io sono un Second Exorcist, prendi me, ma, ti prego, lascia stare Yuu!- gridò, esasperato, con il cuore che batteva a mille. Poteva sentire Edgar tremare vicino a lui, sicuramente non ancora del tutto ripresosi dalle parole prima dette dal Noah, e gli dispiaceva dargli anche quest’altra preoccupazione, ma non voleva, non poteva assolutamente rischiare che succedesse qualcosa di brutto a Kanda. Lui era l’unica persona con cui avesse un legame sincero e profondo.

-Uh, ma dai!- il sorriso che attraversò il viso del portoghese era carico di un sadismo puro e terrificante. Lasciò la presa su Bak, lasciando che cadesse, ancora svenuto; per fortuna del biondo, Four, Dio protettore della Sede Asia, ebbe abbastanza riflessi pronti per prenderlo al volo prima che questo toccasse suolo. -Oggi è proprio la mia giornata fortunata!- disse prima di scomparire all’improvviso e riapparire silenziosamente dietro ad Alma, circondandolo con le braccia in modo da bloccargli qualsiasi movimento.

-Saluta tutti, piccolo- sussurrò sul suo orecchio, per poi rivolgersi al resto dei presenti -E voi, non dimenticatevi quel che vi ho detto: c’è in gioco la vita di quel ragazzo.

E prima che chiunque potesse rispondere, Tyki era nuovamente scomparso e, insieme a lui, anche Alma.

 

Capitolo 4 - Fine

 

 

 

Ed eccomi, con un tempo da record, a pubblicare il quarto capitolo! (Si insomma… Non è passato neanche un mese dall’ultimo aggiornamento!)

Questo capitolo è ricco di avvenimenti direi, e mi sono stupita da sola, soprattutto per la fine… Bah, il problema adesso sarà come tirarla avanti xD Cioè, sono partita a scriverlo con l’unica certezza che finalmente avrei inserito il ‘caro papino Edgar’ e che tra Lavi e Yuu qualcosa doveva succedere… E questo è il risultato, a voi i commenti!

Ragionandoci meglio, credo che alla fine sia finito così il capitolo principalmente per due motivi: 1. Mi scocciavo a scrivere di un altro appuntamento tra Lavi e Alma in cui il secondo fa la figura della ragazzina cotta e stracotta del macho della scuola. 2. La mia oscura passione per il drammatico sta uscendo fuori anche in questa fic +.+ Buahahaha!

Ma passando alle recensioni :3

J gates: il tuo ‘povero patato’ voleva solo andare a fare una visitina al papino Edgar, ma alla fine si è cacciato nei casotti comunque… Però le sue intenzioni erano buone! Sarà che un po’ (solo un pochino, giuro!) mi diverto a farcelo finire io :3 Se le tue conversazioni sono come quelle tra Lavi e Kanda… Beh, complimenti a voi :D Ci vuole un bel miscuglio mentale (?) per riuscire farle, o almeno, io a scriverle ci impiego anni! (Si intende, anni moooolto divertenti e in un certo senso perversi… xD) Oook, allora, di nuovo, ti ringrazio infinitamente per aver recensito e spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto (nonostante la piega leggermente drammatica che sta prendendo…) ^^

rose princess: sono felice che ti piaccia :D Anch’io sono una fan di Yuu (certo… Non quanto di Lavi però *ò*) però Alma è così tenero :3 Beh, spero che anche il continuo ti piaccia e ti ringrazio molto per la recensione ^^

Ah, vero! Ringrazio anche i nuovi che hanno inserito la fic tra le ‘Seguite’ o ‘Preferite’!

A presto,

By Ming

  
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