Era
una notte cupa a Camelot. Il cielo era
coperto da nuvole e un vasto temporale si estendeva su tutta la
città. La
normale quiete era turbata da fulmini e tuoni, che si scagliavano nel
cielo,
facendo rabbrividire i bambini, che erano al sicuro nei loro letti.
Alle
porte della città, una figura con un
cavallo fece il suo ingresso. Non si poteva intravedere il volto,
poiché era
coperto da un mantello nero. Il cavallo attraversò con
coraggio la città, per
nulla intimorito dal temporale. Si fermò dinanzi al castello
e fu allora che la
figura scese dalla bestia. In modo fiacco tentò di avviarsi
verso l’interno, ma
prontamente una guardia glielo impedì. <<
Indentificati >>, ordinò.
La
figura si tolse il cappuccio e rivelò un
volto femminile. La guardia, nel vederla, apprese che fosse una
ragazzina. Il
suo volto era molto giovanile ma pallido, i suoi occhi erano color
dell’ambra,
e i capelli lunghi e lisci castano chiaro. Aveva sul volto
un’espressione
rassegnata, per cui la guardia provò tenerezza.
<< Come ti chiami?
>>, le chiese dolcemente.
<<
Igraine, signore >>, rispose lei
con voce rauca, chinando il capo, << vengo da un
villaggio lontano e sto
cercando un uomo di nome Gaius >>, gli
illustrò, << voi lo
conoscete? >>, domandò con una velata speranza
nella voce.
<<
Sì >>, l’uomo fu lieto di poterla
accontentare.
<<
Potreste accompagnarmi da lui?
>>, più che come una richiesta, era suonata
come una supplica. La guardia
acconsentì porgendole il braccio, che, stranamente, la
giovane non accettò.
L’uomo s’infastidì per questo, ma non
mancò alla parola data.
La
accompagnò dinanzi la casa di Gaius e poi si
congedò. La ragazza lo ringraziò immensamente, e
una volta andato, bussò alla
porta con le nocche. La giovane ringraziò il cielo, quando
la porta fu aperta e
ne sbucò fuori un uomo anziano, con i capelli bianchi. Il
vecchio uomo la
squadrò, e chiese: << posso esservi
d’aiuto? >>.
<<
Voi siete Gaius? >>, rispose con
una domanda.
<<
Sì >>, rispose l’uomo,
fissandola, << Voi chi siete? >>.
La
ragazza non rispose alla domanda, disse
solo: << ho bisogno di parlarvi >>.
Gaius
tentennò, ma alla fine la invitò a
entrare. La ragazza lo ringraziò di cuore e
accettò l’invito, entrando in casa.
Gaius diede un’occhiata in giro e poi chiuse la porta,
girandosi verso la
ragazza, che si stava sfilando il mantello con incertezza.
<< Vi
dispiace? Sento freddo ed è tutto bagnato >>,
si giustificò.
<<
Fate pure >>, la lasciò fare
Gaius, sedendosi su una sedia.
La
giovane piegò il mantello e lo mise davanti
al fuoco del camino, poi si sedette accanto all’uomo.
<< Mi chiamo
Igraine >>, si presentò. Gaius
sussultò nell’udire quel nome, ma la
ragazza non ci fece caso. << E…
>>, le sue parole gli morirono in
gola, poiché un ragazzo irruppe nella stanza. Igraine si
girò verso di lui e un
ampio sorriso si dipinse sul suo volto. Il giovane la fissò,
assottigliando lo
sguardo, per poi guardare Gaius in cerca di una spiegazione per quella
visita
inaspettata.
<<
Ciao Emrys >>, lo salutò
Igraine, sorridendo.
Sia
Gaius, che il giovane rimasero spiazzati
dalle sue parole. Gaius fissò prima Igraine e dopo il
ragazzo, mormorando:
<< Merlino, tu sai… >>.
<<
Lui non mi conosce >>,
intervenne Igraine, prontamente, << ma io sì
>>, si rivolse a
Merlino. << Tra la nostra gente sei famoso
>>, confessò.
<<
La nostra gente? >>, chiese
confuso Merlino.
<<
Credo di aver capito >>,
dichiarò Gaius, << tu provieni da un villaggio
di druidi, giusto?
>>.
<<
Esatto >>, confermò Igraine,
spostando lo sguardo da Merlino a Gaius, << la mia
comunità vive vicino a
Ealdor >>.
Merlino,
nell’udire le parole della giovane,
sobbalzò. << Ealdor? Ma
è… >>.
<<
Lo so >>, lo anticipò Igraine,
non distogliendo lo sguardo da Gaius.
<< Non è la prima volta che
incrocio il tuo cammino Emrys
>>, narrò, girandosi verso di lui,
<< ti sono debitrice >>.
Merlino
la guardò spiazzato, non trovando
parole giuste da poter dire. << Non credo di averti mai
incontrato
>>.
<<
Non ho detto che io ti sia debitrice
perché tu abbia salvato la mia persona >>,
specificò, seria, << tu
hai aiutato persone a me care ed io non lo dimentico >>.
Si alzò in
piedi, e fece tre passi per raggiungerlo. << Sono venuta
a offrirti il
mio aiuto, giovane mago >>, concluse, con un sorriso.
<<
Aiuto per cosa? >>, chiese
Merlino, confuso.
Igraine
sospirò, fissando intensamente Merlino,
quasi in maniera compassionevole. << La strega
è tornata >>,
sussurrò flebilmente. << E questa volta non si
fermerà >>.
Disclaimer:
I personaggi citati in
questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel
fruire
di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.
Salve,
sono nuova e sono qui per confrontarmi
con la cosa che mi piace di più al mondo: cioè
scrivere. Ho iniziato con questo
piccolo prologo, sperando che voi mi facciate sapere se devo continuare
o no.
E’ ovvio che non si comprenda molto il significato
dell’introduzione di questo
nuovo personaggio, che ha un nome particolare e vi anticipo che non
è stato
scelto casualmente. E se avete prestato un po’ di attenzione
alla lettura,
avrete notato i particolari ringraziamenti fatti dal personaggio
femminile a
Merlino, specificando che lei non è stata mai salvata da
lui, ma allo stesso
tempo Merlino l’ ha aiutata. Questo fattore sarà
uno dei più importanti, che
però verrà scoperto a lungo andare.
Mi
piacerebbe che mi diceste cosa ne pensiate
di questo scarabocchio. Premetto che sono accettate qualsiasi tipo di
critiche,
sia positive che negative. Vi ringrazio infinitamente per la vostra
attenzione
e vi auguro buonanotte vista l’ora e una buona giornata per
domani.
Un
bacio a tutti. Any