Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: virgily    07/11/2011    2 recensioni
"Ci vediamo dunque costretti a sguinzagliare le tre ombre della Regina: il fedele Cane; l’abile Ragno e la nobile Perla. Speriamo che la collaborazione di questi grandi enti della sicurezza inglese possano rendere sua Altezza fiera di voi, come sempre è stato.
Cordiali saluti.
Sua maestà, la Regina."
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Il conte Ciel Phantomhive!- dopo essere stato annunciato, il giovane entrò nell’enorme sala da ballo che era stata allestita nella mensa dell’orfanotrofio, in quanto era l’unico ambiente che certamente avrebbe accolto il gran numero di partecipanti. Grazie alle migliorie apportate dal generoso visconte, la sala presentava sfarzosi candelabri d’oro per ciascun tavolo, tovaglie di stoffa pregiata e tendaggi dai colori sgargianti e allegri. Sul fondo famosi artisti da camera, raccomandati da lord Chamber in persona, si esibivano in spettacolari assoli prima di dare inizio alle danze. Accompagnato dal suo fido maggiordomo, Ciel si guardava intorno, osservando disinteressato tutte quelle persone che incontrava puntualmente ogni qual volta che si degnava di partecipare ad una qualche serata mondana. Indossava un’elegante completo da corsaro: una giacca di lana trattata in nero pece con particolari in filo d’argento, indossata sopra un paio di pantaloni bianchi e stivali neri lucidi da cavallo. Sul capo indossava un ampio cappello con piuma corvina, e sul volto la sua immancabile benda. Dal suo fianco pendeva il fodero in pelle scura della sua spada il cuo manico risplendeva sotto le luci del salone. Sebastian, al contrario si era degnato solamente di indossare una misera maschera che gli celasse gli occhi, persi nella perenne ricerca di due iridi verdi e malinconiche che durante la lunga mattinata non era riuscito a trovare
-E’ in ritardo...- affermò a denti stretti il suo piccolo bocchan, mentre restava fermo e impalato in un angolo
-Non bisogna mai mettere fretta alla perfezione, mio caro Ciel- una voce maliziosamente smielata disgustò la quiete del giovane Phantomhive, che voltandosi appena, osservò il suo “collega” nelle vesti di “diavolo” con tanto di corna nere che sbucavano dalla coltre di capelli dorati. Un velo di trucco scuro incorniciava il suoi occhi, risaltando il colore angelico delle iridi
-Alois... che piacere rivederti!- affermò altezzoso con un tono profondamente marcato dal sarcasmo
-Immagino! Ma sono sicuro che infondo eri a conoscenza della mia partecipazione, o mi sbaglio conte?- domandò il biondino facendogli un disgustoso occhiolino ammiccante. Deglutendo lentamente Ciel prese un respiro profondo per non farsi cogliere dalla nausea che quella “presenza” gli provocava, e con nonchalance rispose
-Effettivamente lady Viola me lo aveva accenna...-
-CIIIIEEEELLLL!!!- una vocina zuccherosa e stridula, fastidiosamente allegra ed euforica pronunciò il suo nome. Non poteva crederci, non voleva crederci, ma quando Ciel si voltò non riuscì a terminare la frase che una fanciulla dai sinuosi boccoli dorati gli aveva legato le braccia al collo, così strette da fargli mancare il respiro
-E-Elizabeth...- sussurrò facendo roteare lo sguardo al cielo
-Oh mi sei mancato così tanto!!!- ridacchiò strusciando teneramente la punta del naso contro quella del giovane lord, che rimase impacciatamente impietrito: per un uomo che non amava le smancerie quella ragazzina era una vera e propria maledizione
-Allora Ciel? Ti piace il mio costume?- domandò con lo sguardo languido in totale adorazione mentre si metteva in posa, mostrando in tutto il suo pacchiano splendore l’abito di lustrini e merletti color avorio che le incorniciava il corpo, e le due piccole ali da farfalla che le sbucavano dalle spalle
-Se posso permettermi siete molto bella lady Elizabeth!- incalzò baciandole la mano, facendola arrossire appena... Troppo ingenua per accorgersi dello sguardo provocatorio che il biondino le aveva lanciato
-Mille grazie lord Trancy...-
Ci fu un brevissimo attimo di quiete in cui tutto sembrava perfetto, perfino Ciel non si sentiva poi tanto estraneo alla festa prima che...
-La duchessa lady Viola Killarney- un nome che immediatamente fece arrestare la musica, e tutti sembrava essersi calati in un tombale silenzio scandito dall’ansia e dall’eccitazione. Tutti gli occhi degli invitati, dai nobili alle suore dell’orfanotrofio, erano puntati sulla scalinata che dava accesso alla sala da ballo. Una figura sinuosa e affascinante s’intravedeva nel chiaro-scuro di luci che abbracciavano l’ingresso. Poi improvvisamente, simile ad una dea comparve sull’ingresso: semplice e privo di ogni qualsiasi abbellimento la sua tunica raggiungeva a malapena le ginocchia, mostrando le lunghe gambe atletiche. Annodata in vita una cintura, che si riversava al suolo come un lungo strascico color rosso porpora, proprio come le rifiniture dell’orlo della gonna e delle maniche. I capelli erano raccolti e incorniciati da foglie d’oro che componevano una sobria corona d’alloro. I calzari da caccia di manifattura greca si attorcigliavano attorno alle sue caviglie e i polpacci, sulla sua schiena una faretra con frecce d’argento. Una misera maschera candida proprio come il colore dominante del suo abito mascherava e risaltava il verde vivo dei suoi occhi
-Che bel costume!- esultò sottovoce la promessa del piccolo Phantomhive, che basito dalla sua entrata rimase in silenzio
-Quella, Bocchan, e’ Artemide: dea greca della caccia, della luna nuova. Secondo la leggenda è la sorella gemella di Apollo, vergine per l’eternità- affermò con un mezzo sorriso il demone al suo fianco. Dopo tutto se lo aspettava un costume così allegorico, ma non poteva minimamente immaginare che potesse donarle così
-E’ un onore per me accogliervi mia adorata!- affermò il visconte raggiungendola ad ampie falcate, cingendola per la vita. Quel contatto nuovamente le fece rigirare lo stomaco, mentre con un finto sorriso ricambiava quello di lord Chamber. Tuttavia Viola, per quanto brava fosse a mentire, aveva lo sguardo da tutt’altra parte. Sebastian... Un uomo che aveva cominciato a metterle dei profondi dubbi nella testa, lei che era così sicura di se... Così spavalda e sprezzante. I suoi occhi infatti cercavano proprio quel demone, e lo ritrovarono non molto distante da lei, che a sua volta la stava fissando.
“Buona notte Lady Viola” quella frase... Era stato così gentile con lei. E com’era bello mentre accudiva il suo bocchan addormentato. Tuttavia, nel profondo del suo cuore Viola aveva paura. Temeva di fidarsi di lui, di lasciarsi andare. Aveva paura di pensare a quel bacio profondo e intenso. Tremava al solo pensiero che lei potesse cominciare ad amare. No, lei non poteva amare
-Volete farmi il grandissimo piacere di aprire le danze my lady?- domandò il visconte baciandole elegantemente la mano, fissandola con uno sguardo bagnato e succube della sua bellezza, quella che lei stessa odiava tanto
-Volentieri... Tuttavia- lasciò la frase in sospeso sgusciando abilmente dalle grinfie del lord per poi cominciare a dirigersi lentamente, verso quel gruppo di persone che oramai cominciava a conoscere bene, accattivando e incuriosendo tutti gli altri invitati, che eccitati come un pubblico a teatro osservava silenzioso ogni suo singolo gesto o movimento aggraziato:
-C’è una persona in particolare con cui vorrei danzare stasera...- affermò successivamente allungando la mano contro quella persona di cui riusciva istintivamente a fidarsi. Contro colui che alla fine era riuscito a farle breccia nel cuore con una fredda e distaccata tenerezza
-Lord Ciel Phantomhive. Mi permettete l’onore di questo ballo?- immediatamente gli occhi di Alois si spalancarono, estasiati per ciò che avrebbe visto: dopo un eccitante e sensuale duello... Adesso avrebbe potuto assistere ad un loro ballo. Ebbe un fremito che lo percosse per tutta la colonna vertebrale, e sorrise trasgressivo. Al contrario Sebastian non si meravigliò della sua scelta, gli era bastato vederla mentre coccolava il suo padroncino sul suo grembo il giorno prima, per fargli capire ogni sfumatura della sua mezzosangue: impavida, spietata, orgogliosa; ma anche dolce, docile e passionale come una vera donna. Per quanto il suo autocontrollo fosse di ferro, Sebastian doveva ammettere che quella mezzosangue lo stava letteralmente facendo impazzire. D’altro canto, per Ciel fu veramente difficile non arrossire prima di accettare l’invito. E si lasciò trascinare, mano per mano con la sua nuova amica, e quel contatto lo fece fremere. Perché’ era delicato, sublime e familiare. Era a suo agio con lei, veramente a suo agio. E quel vuoto infantile che sentiva nel petto si quasi riempiva di una sostanza dolciastra. E quando la musica, lenta e ritmica comincio’ a farli volteggiare nel mezzo della sala, Ciel sorrise.
Ed Elizabeth aveva immediatamente riconosciuto quel riso sulle sue labbra. Per un frammento di secondo, Ciel Phantomhive sembrava essere tornato il SUO Ciel... Il bambino timido e gioioso di cui era profondamente innamorata. Tuttavia un sapore amaro avvelenava le piccole labbra della marchesa: dopo tutto, quel sorriso, non era per lei.
  
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