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Autore: Rubber Soul    08/11/2011    2 recensioni
I Led Zeppelin avrebbero mai potuto immaginare che una delle loro canzoni provocasse reazioni del genere?
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ strano,quanto mi piacciano le stazioni deserte.
Sono le due,piove.
Dispongo soltanto del cappuccio del giubbotto,e me lo tiro sulla testa.
Vorrei tanto chiudere gli occhi,e dormire.
Vorrei sdraiarmi sulla panchina.
La panchina è tutta bagnata,e quindi non se ne fa niente.
Il mio fedele compagno è sempre là.
L’ipod.
Ma come vivrei senza di lui?
Mi salva sempre.
Dalla noia,da tutto.
 
there’s a sign on the wall
but she wants to be sure
‘cause,you know,
sometimes words have two meanings
 
La voce di Robert Plant mi riempie le orecchie.
E’ troppo,troppo esplosiva.
Metto il volume al massimo.
E diventa quasi rassicurante,il vecchio Plant.
Decido di chiudere gli occhi.
Mi calo il cappuccio,ancora di più,sul naso.
 
ooooh,it makes me wonder
 
Ecco,quando arriva il pezzo di it makes me wonder,io ci crepo.
Sono lì come un'idiota.
A sentire i versetti orgasmici di Robert Plant.
Che poi mi sento cretina.
Come faccio a mandare indietro per risentire i versetti orgasmici di Robert Plant?
Mi sento molto stupida.
Decisamente.
 
your head is humming and it won’t go,in case you don’t know
 
Ho capito,anche Robert Plant mi dice che sto male.
Che poi,io non faccio mai caso al testo delle canzoni quando sto facendo altro.
Per ‘altro’ si intende quando tipo sto facendo attenzione che il cappello non mi scopra la faccia.
E chi lo sa,perché sto facendo attenzione che il cappello non mi scopra la faccia.
Comunque,vi dicevo,non bado mai al testo di una canzone mentre faccio qualcos’altro.
Ma quando faccio caso a cosa sto ascoltando,mi capita sempre di sintonizzarmi su frasi che mi mandano in crisi il sistema nervoso.
 
And as we wind on down the road
Our shadows taller than our soul


Poi,all’improvviso,mi ricordo che devo ritornare a casa.
Mi levo il cappello dalla faccia.
Mi tolgo lo zaino,apro la tasca in fondo,e prendo il cellulare.
Le due e dieci.
Alle due e un quarto dovrebbe passare quel fottuto autobus per portarmi a casa.
Che poi io a casa non ci voglio tornare.
Qua ho la pioggia.
Il cappello che mi protegge.
Dalla pioggia e dagli sguardi delle persone.
Ho Robert Plant che mi fa versetti orgasmici nelle orecchie.
 
to be a rock and not to roll
  
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