Giochi di Ruolo > Vampiri: la masquerade
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Autore: IlMalee    08/11/2011    3 recensioni
veri Sabbat fanno irruzione nel covo di un anziano... che non è molto contento di ricevere visite! Doveva essere un lavoretto facile e invece...
Genere: Azione, Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luca era contento del ruolo che gli era stato affidato.
In fondo in fondo sapeva di meritarselo.
Era anni che faceva quel lavoro, e lo faceva bene, lui serviva sempre bene i suoi padroni.
Riccardo gli aveva dato il controllo e la supervisione nientemeno che dell'ingresso principale, con tanto di scrivania in marmo, telefono e caffè.
Il suo padrone gli aveva da poco dato la sua dose di sangue, e si sentiva forte e riposato.
Assieme a lui, sedute sui divanetti, sonnecchiavano altre tre guardie.
In fondo in fondo, sapeva di disprezzarli.
Non erano come lui.
Quelle erano mezze calzette, reclutate lì per l'occasione, nient'altro.
Nemmeno sapevano qual era la posta in gioco, e contro cosa stavano combattendo.
Di certo se lo avessero saputo non avrebbero sonnecchiato così spudoratamente, abbassando la guardia.
Meno male che c'era lui lì, a supervisionare il tutto.

Fu proprio mentre faceva questo tipo di pensieri che si accorse che la sua pistola era improvvisamente diventata una banana. Bella, gialla e matura al punto giusto.
La cosa inizialmente lo lasciò perplesso, ma poi si dovette ricredere.
Effettivamente, non riusciva a trovare un motivo per il quale quella povera pistola non potesse decidere da sé cosa diventare o meno.
Più che altro era una scocciatura.
Cosa avrebbero detto i suoi padroni, vedendolo con una banana nella fondina?
Di certo lo avrebbero sgridato.
Cominciò a salirgli l'ansia.
Si guardò attorno, furtivo. Gli altri non sembravano essersi accorti di nulla.
Doveva nasconderla.
Fortuna volle che di lì passasse un tipo.
"Hei tu!"
Lo chiamò, e questo si voltò a guardarlo.
Era vestito come i gentiluomini di una volta, di quelli che ricordava di aver visto nei film. Cappello, sciarpa e cappotto scuro, sembrava un uomo d'affari, un tipo in gamba. Aveva due enormi occhi blu.
"La prego, mi scusi se la disturbo. Non potrebbe tenermi questa per un po'?"
L'altro lo fissò, inizialmente stupito dalla richiesta, poi acconsentì:
"Normalmente non mi occupo di cose di questo genere, ma se proprio devo aiutare un altro gentiluomo in difficoltà, volentieri."
Prese la banana e se la mise in tasca, borbottando.
"Grazie mille, non so come ringraziarla."
"Si figuri. Lei però ora farebbe meglio a rispondere al telefono."
"Come dice, prego?"
"Massì, il telefono. Non vede che sta squillando?"
"Uh, ha ragione mi scusi!"
Effettivamente il telefono aveva iniziato a squillare. Sembrava impaziente, Luca vide che la cornetta quasi si sollevava da sola, saltellando.
"Ah, i giovani d'oggi!" mormorò l'uomo d'affari, e poi cominciò ad andarsene dalla stanza, scuotendo la testa.
Luca sorrise, poi tirò su la cornetta.
"Pronto? Chi parla?"
"Sono io, scemo."
"Chi parla?"
"Sono io, te l'ho detto."
"Io chi?"
"Io, il telefono, moscardino!"
"Ah!"
"E' da un pò che non ci sentiamo, io e te. Ce ne hai messo di tempo a rispondere."
"Devi scusarmi, sono occupato sto lavorando. Cosa vuoi?"
"Sono stufo di starmene qui! Voglio andare un po' in giro, sgranchirmi la cornetta, non so se mi spiego."
"Come?"
"Massì, insomma! Viaggiare, scoprire cose nuove, vedere Montecarlo, Londra, Parigi! Il Louvre, l'Avenue de Champs Èlysèes!"
"Scusami, ma adesso sto lavorando, vedi di non disturbarmi più."
"No! Non riattaccare, idiota!"
Aveva messo giù, seccato, sbattendo la cornetta.
Figurarsi, lui e il telefono sulla torre Eiffel! Lo avrebbero ci certo preso per un pazzo, lo avrebbero licenziato!
Poi si rese conto di qualcosa. I pensieri, le voci cominciavano a bombardargli il cervello.
"Oh mio dio, cosa sto facendo? Cosa mi succede? Devo…Devo riprendere il controllo, sta succedendo qualcosa qui. Qualcuno mi aiuti, mi sembra di impazzire!!!"
Si tappò la bocca.
Diede un rapido sguardo agli altri, stavano sonnecchiando beatamente.
Solo uno di loro stava leggendo un giornale.
Sentiva il cuore esplodergli nel petto, e l'ansia lo paralizzava.
Respirava affannosamente.
Doveva calmarsi.
"Calmarmi, devo calmarmi e chiedere aiuto. Sta succedendo qualcosa, mi sta accadendo qualcosa. Ho bisogno di aiuto. Dai l'allarme, comportati razionalmente."
Fu allora che un pensiero lo colpì, lampante e inaspettato, ma luminoso come un astro di luce.
Che sciocco era stato!
Non aveva ancora considerato il punto di vista davvero importante.
La logica dei coccodrilli!
Che stupido, si era davvero comportato come uno stupido. Se lo avesse visto ora, l'uomo d'affari! Probabilmente si sarebbe fatto beffe di lui.
Forse lo avrebbero licenziato. Per fortuna che se ne era accorto in tempo.
Si mise a quattro zampe, immaginando cosa avrebbe fatto un coccodrillo nella sua situazione.
Gli vennero alla mente le immagini dei documentari e la voce di Piero Angela che parlava.
Innanzitutto avrebbe dovuto trovare un posto caldo e umido, al riparo da occhi indiscreti.
Poi avrebbe dovuto cercarsi una compagna e farle la guardia mentre deponeva le uova.
Si appiattì il più possibile al pavimento, e cominciò a strisciare a quattro zampe.
Doveva concentrarsi, forse le scaglie gli sarebbero ricresciute in poco tempo.
Chiuse gli occhi, e spremette le meningi con tutte le sue forze, ma l'unico risultato che ottenne fu mollare una pernacchia.
Pazienza, gli sarebbero cresciute prima o poi.
Si guardò attorno, annusando l'aria.
Gli altri si erano svegliati, finalmente, ma la cosa non gli importava.
Era un coccodrillo ormai.
Tentò di sbattere la coda, ma pure quella doveva ancora ricrescere.
Accidenti, era un disastro come coccodrillo!
Ma gli altri non sembravano cavarsela molto meglio.
Due di loro avevano iniziato a baciarsi, poi si erano sdraiati assieme sul divano.Che indecenza!
Il terzo invece era appeso al lampadario a testa in giù, e fischiettava un motivetto accattivante.
Forse avrebbe fatto carriera, un giorno.
Poi qualcosa lo interruppe.
Qualcuno lo aveva sollevato da terra, e lui aveva cominciato a dimenare le zampe.
Vide che si trattava dell'uomo d'affari, con gli occhi blu.
Solo che ora non era più vestito elegante, indossava una maglietta lercia dei led zeppelin e dei jeans strappati. Erano imbrattati di sangue.
Luca vide che in una mano stringeva la banana. Nell'altra aveva un fucile a canne mozze.
L'uomo gli parlò:
"Spero ti sia goduto il viaggio, tesoro della mamma. Però il biglietto è di sola andata."
Poi l'uomo distinto gli puntò il fucile alla tempia, e fece fuoco.
Allora Luca il coccodrillo non riuscì più a vedere nè sentire niente, perché a tutti gli effetti, Luca era morto stecchito.











  
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