Oggi pochissima gente a lezione di letteratura italiana.
Il prof arriva ovviamente come al solito con 5 minuti di ritardo oltre il classico quarto d’ora accademico. Quindi sono le 11.20. Alessia lo vede mentre in giacca e cravatta sale le scale per dirigersi all’aula 5. Anche i suoi compagni si sono accorti dell’arrivo, abbozzano un sorriso e gli danno il buongiorno.
Un accenno di capelli brizzolati e un completo rigorosamente blu. Entra per primo in aula seguito dagli allievi.
Alessia: vieni anche tu!
Enrico: ma dove?
Alessia: a lezione!
Sorride mentre tiene sulla testa il suo/loro cappello.
Enrico: ma non posso, non sono iscritto!
Alessia: beh mica ce l’hai scritto in fronte, siamo pochi oggi. Ci sono diversi posti liberi, se ti va puoi stare seduto al mio fianco tanto il prof legge le novelle e non fa altro!
Enrico: ok, allora entro ma se sicura che non mi mandi via?, insomma si vede che non sono un universitario sono troppo grande!
Alessia: ey Zappa anche i sessantenni frequentano le lezioni!
Enrico: ah grazie!
Ride lei.
Ale: guarda che è un complimento, tu sei come noi!!!!
Enrico: sono grande ma stupido oppure facciamo parte della stessa generazione???
Ride, di nuovo, lei.
Lo prende per mano e lo trascina dietro ai suoi compagni per entrare.
Lui fa giusto in tempo a lanciare la sigaretta, ormai quasi al filtro.
Si siedono l’uno accanto all’altra. Lui al posto esterno accanto alla finestra lei al suo fianco.
Aprono il Decameron e il prof comincia a leggere. I posti sono pieni ma ormai non arriveranno altri ragazzi per seguire la lezione.
Sottovoce Alessia, sussurra.
Ale: scusami se ti faccio annoiare ma non volevo lasciarti fuori al freddo e solo!
Enrico: ey non mi fa male un po’ di Boccaccio e poi chi lo sa magari tutto questo può ispirarmi!
Le fa l’occhiolino.
Lei si immerge nella lezione. Segue prende appunti sul quaderno e sottolinea sul libro.
Lui si perde ad osservarla, ad osservare ogni piccolo gesto o dettaglio. Osserva la sua concentrazione, le sue mani cosi lunghe e sottili ma allo stesso tempo cosi dolci perché sembrano ancora quelle di una bambina.
Il trucco non basta a nascondere la stanchezza ma è li e fa il suo dovere. Sul volto del chitarrista sermidese compare un dolce sorriso.
Quasi si commuove. Nella sua mente tante belle parole per questa ragazzina, è li a seguire la lezione.
Una lezione non ad obbligo di frequenza che poteva benissimo saltare dopo la notte in bianco appena trascorsa ma invece no.
No, è li seduta ad impegnarsi, perché è una ragazza seria, ha preso un impegno iscrivendosi all’università e ci tiene a rispettarlo.
La lezione finisce, come al solito prima. Alle dodici e trenta anziché all’una.
Alessia infila rapidamente penna e matita nell’astuccio, chiude libro e quaderno e mette tutto in borsa.
Si alzano, infilano giacca, sciarpe e via.
Fuori dall’aula Alessia indossa il cappello, Dio solo sa quanto tiene a questo cappello.
Le sue compagne la fissano, sicuramente la presenza di Zappa provoca un po’ di invidia ma lei non gli dà peso.
Fin dal primo giorno è sempre stata molto gentile ed educata con i suoi/le sue compagni/compagne d’università ma fondamentalmente è una ragazza molto timida e si apre molto poco quindi non ha permesso a nessuno di loro di farsi conoscere fino in fondo.
Scendono le scale.
Ale: dove si va?
Enrico: ti va di pranzare con me?
Ale: mhhhhhhhhhhhhhhhhhh!
Enrico: fame?
Ale: non era per quello!
Enrico: e per cosa?
Ale: per te, mi fa impazzire la tua voce e il tuo forte accento sermidese!
Dopo averlo detto istintivamente si poggia una mano sulla bocca, imbarazzata.
Lui ride nonostante le guance rosse.
Ale: oddeo l’ho detto davvero!
Enrico: si, Zapparolina, grazie!
La bacia, a modo suo.
In teoria sulla guancia, in pratica all’angolo della bocca.
Alessia: hai voglia di qualcosa in particolare?
Enrico: qualcuno, stanotte, mi ha confessato che adora la pizza!
Sorride la moretta.
Enrico: e ha aggiunto che il suo ristorante/pizzeria preferito si chiama “Il Brillo” ed è in centro, giusto?
Alessia: giustissimo!
Enrico: sono curiosissimo di vederlo!!
Alessia: perfetto, vamos. Vuoi chiamare anche Diego?
Enrico: no, magari mangiamo con lui questa sera!
Alessia: ok, andiamo alla fermata…no aspetta come sei venuto fin qui prima?
Enrico: in taxi!
Alessia: dall’hotel?
Enrico: si!
Ale: eh???, avrai speso una fortuna!
Enrico: no e comunque ne vale la pena!!!
Continuano a camminare dritti alla fermata. Attraversano e si posizionano sul marciapiede.
Enrico: quale dobbiamo prendere??
Alessia: il 19, dobbiamo arrivare fino a piazzale della Marina poi da li o prendiamo il 2 per una fermata o andiamo a piedi e siamo a piazzale Flaminio!
Enrico: è a piazzale Flaminio via del babbuino?
Alessia: no, è la prima traversa di via del corso, a sinistra!!!!
Ecco il 19, salgono ed Alessia tira fuori dalla borsa un biglietto, lo timbra per lui, poi gli e lo passa.
Enrico: grazie, l’avevo dimenticato, giro sempre in macchina!
Sorride, notano un posto, ce n’è solo uno libero.
Ale: vai siediti!
Enrico: veramente qui l’uomo sono io, è giusto che sia io il galante!
Ale: si ma io ho rispetto per gli “anziani”!
Ride, di gusto.
Enrico: ah si, anziani eh???
Aspetta che il tram rallenta e poi la trascina a quel posto, si siede e la fa sedere sulle sue gambe per poi stringerla forte.
Imbarazzo.
Entrambi lo sono tantissimo. Sono cosi vicini che i loro nasi si sfiorano.
Le persone sul tram li guardano sognanti.
Bisogna fare qualcosa, se continuano a fissarsi cosi….potrebbero baciarsi.
Alessia non vuole perché sa che lui è impegnato da tempo, non vuole rovinare l’amicizia che sta nascendo tra loro.
Alessia: stasera cena con Diego?
Enrico: ehm…si, si certo, se vuoi!
Lo guarda.
Alessia: se voglio?, certo che voglio, voglio assolutamente adoro mister CUORE ROCK!
Enrico: ho notato parli sempre di lui!
Alessia: non è vero, parlo anche degli altri, ogni tanto anche di Kekko!!!!!
Enrico: di Kekko ogni tanto??, ma se lo infili ovunque!
Alessia: non è vero!
Enrico: quando stanotte ti ha fatto vedere quella foto in cui aveva in braccio una bambina tu hai detto ad Ilaria e a Lisa, “ è meraviglioso, sarà un papà speciale pagherei per fare un figlio con quest’uomo”!
Imitandola.
Alessia: si va beh, ma era una confidenza tra amiche, niente di che!
Enrico: davvero?, niente di che?
Alessia: si davvero. Sono fissata con Kekko, mia madre me lo dice sempre e aggiunge sempre che pendo dalle sue labbra!
Enrico: ha ragione, ho notato!
Alessia: ma si ma niente di che, è dal primo giorno che ho scoperto i Modà, sette anni fa che son fissata con Kekko, ero piccola e me lo sono portata dietro ma niente di preoccupante!!!
Enrico: è il tuo preferito!
Alessia: NO, non ho preferenze, adoro ognuno di voi, per motivi diversi ma tutti e 5 e ho bellissimo ricordo dei 3 ex Modà!
Enrico: sono contento!
Mente, non sorride più, forse perché sente “il fiato sul collo” di Kekko, è convinto che sia lui il suo preferito, Sposta lo sguardo fuori dal finestrino.
Alessia: Zappa posso essere sincera?
È sorpreso.
Enrico: certo!
Alessia: io lo sono ma tu devi giurarmi che non lo dirai mai a nessuno, o almeno non devi dirlo agli altri Diamanti!
Enrico: Diamanti?
Ale: si da quando avete vinto il disco di diamante con W i Romantici noi fans ci divertiamo a chiamarvi cosi, giura!!!
Enrico: giuro!
Ale: in reatà, ho un debole per uno di voi, per tanti motivi. Per il suo modo di essere e per il suo modo di suonare ma con questo non vuol dire che gli altri non valgono come lui!
Enrico: ti credo, chi è?
Alessia tira fuori l’-phone dalla tasca e gli e lo passa.
Enrico: cosa devo fare?
Alessia: hai giurato, guai a te!
Si sbatte il pugno sul cuore, il SUO gesto, per farle capire che ha giurato.
Alessia: sullo sfondo c’è la foto del Modà per cui ho il debole!
La prossima fermata è piazzale della Marina, tra pochi secondi il tram aprirà le porte e dovranno scendere.
Lei si alza.
Ale: dobbiamo scendere!
Si posizionano davanti alla porta e lui schiaccia il tasto centrale dell’i-phone poi sorride.
Le porte si aprono e scendono, fortunatamente sta arrivando il 2 cosi non sono costretti ad andare a piedi, salgono e lui la stringe forte poi la ribacia, a modo suo.
Le restituisce il telefono.
Enrico: qualcuna, si è appena dichiarata!
Ale: lo so, ma ho un debole per cuore rock, lo sposerei giuro!
Enrico: certo cuore rock, eppure non c’è una sua foto sullo sfondo!
Il tram si ferma, ha finito la sua corsa, sono arrivati.
Piazzale Flaminio.
Scendono.
Alessia: si cuore rock, cuore rock!
Ride.
Enrico: credevo che fosse biondo ora invece è senza capelli!
Ale: e va bene, lo ammetto il mio preferito è Cuore di Burro ma da prima che lo conoscessi e che mi regalasse il plettro!
Enrico: lo so!
Raggiungono il ristorante/pizzeria e si concedono la famosa pizza con patate e mozzarella di bufala.
Un rito per Alessia in questo ristorante, la prendeva sempre con le sue migliori amiche ai tempi del liceo.
Ora hanno preso strade diverse, una si è trasferita nelle Marche e si vedono un paio di volte l’anno mentre con l’altra l’amicizia è finita.
Dopo pranzo rientrano.
L’accompagna a casa e poi con un taxi rientra in hotel.
Hanno appuntamento alle 8 per la cena.
Alessia è elettrizzata, ha già avvisato le sue amiche per la cena, ci saranno anche loro e dormiranno a casa sua cosi potrà raccontargli le ore con Zappa.
E’ emozionata.
E’ presto, sono le due e tre. Trascorre il pomeriggio leggendo un po’ di novelle del Decameron per avvantaggiarsi e parecchio avanti rispetto a quelle che il prof legge a lezione ed è un bene, cosi a lezione ripassa.
Le arriva un sms, è di Zappa, è appena arrivato in hotel.
Nell’sms l’avvisa del suo arrivo e ha allegato il testo della canzone “Il sogno di una bambola”.
La ragazza sorride e riprende a leggere, lui sale in camera.
Un’amara sorpresa.
Una donna dai capelli rosso arancio corre a baciarlo, Giada, la sua fidanzata.