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Autore: Inuyasha89    09/11/2011    2 recensioni
Tratto dal prologo:"Una giovane dalle vesti molto simili a quelle di Kagome stava a terra in una pozza di sangue mentre Naraku le torreggiava sopra con un ghigno, molto simile ad una smorfia di dolore."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Altre due settimane si erano lentamente trascinate dopo il risveglio dei due fratelli e le avevamo trascorse nella relativa calma offertaci dal palazzo del Signore dell’Ovest.
Dico relativa perché avevamo miseramente fallito di tenere in considerazione la scarsa pazienza di Yasha, che non sopportava di essere rinchiuso in gabbia e, a quanto pare, aveva una vera e propria allergia alle buone maniere, specie quando si trattava di ingraziarsi i potenti demoni che venivano regolarmente in visita a Sesshomaru.
Questo suo estremo tatto aveva portato i Domini dell’Ovest sull’orlo della guerra con almeno altri 3 clan vicini.
Detto comportamento e il prolungarsi del processo di guarigione (avevamo scoperto che le ferite si erano infettate con del miasma che, a quanto pare, resisteva ad ogni anti-venefico conosciuto da uomini e demoni che ci fosse venuto in mente di provare) avevano creato un pericoloso mix distruttivo in Sesshomaru che tentava di uccidere Yasha ogni volta che riusciva a vederlo, con somma disperazione mia e di Kagome che non riuscivano a far loro capire che le ferite necessitavano di assoluto riposo per chiudersi.
Mentre sul fronte fraterno i due demoni-cane non si sognavano nemmeno di instaurare un rapporto, altre relazioni nascevano o si fortificavano.
Una sera, dopo aver cenato, mi ritrovai a vagare sola per il roseto, un’abitudine che avevo preso nelle precedenti settimane per mantenere la mia sanità mentale…
“Anche a Rin piace venire qui la sera! C’è molta pace e poi i fiori hanno un buon profumo!”
“RIN! Cavolo mi hai fatto prendere un colpo!”
“Mi dispiace Heleiana-sama! Rin non voleva spaventarvi!”
“Non c’è problema Rin…ero soprappensiero quindi non credo avrei sentito nemmeno se avessi fatto più rumore di questo. Comunque chiamami pure Helena. Il mio nome completo mi fa sentire terribilmente vecchia! Ma non dovresti essere a letto? E soprattutto Sesshomaru ti manda in giro senza protezione?”
“Non dire sciocchezze hanyou! E comunque siamo nel mio palazzo! Non succede niente qui che io non sappia!”
E ti pareva! Possibile che Sesshomaru dovesse rendere pomposa qualsiasi cosa?
Certo, però, che ne aveva di fiducia nelle sue potenzialità! Ma ci tenevo ancora troppo alla mia vita per fargli notare il contrario!
Nonostante la sua illimitata fiducia mi girai verso Rin: in quelle settimane avevo imparato a conoscere quella bambina gioiosa e vitale ed ero giunta alla conclusione che non potevo permettere che le succedesse qualcosa.
Per questo motivo estrassi un piccolo gioiello da una tasca e lo diedi alla piccola.
Quando il gioiello venne in contatto con la manina di Rin brillò e cambiò forma tramutandosi in una rosa.
“Perfetto! Vuol dire che gli piaci e che ha accettato di proteggerti! È uno schermo che nasconderà il tuo odore e la tua presenza a coloro che tu consideri dei nemici e ti proteggerà anche da danni di minore entità.”
“Che bello! Grazie Helena-sama! Rin lo porterà sempre! Avete visto Sesshomaru-sama? Rin ora lo va a mostrare a Shippo!”
E con questo la bimba si fiondò verso il palazzo lasciandomi sola a sostenere lo sguardo del principe che sembrava volesse incenerirmi da un momento all’altro. Poi, senza alcun preavviso il glaciale demone si girò e iniziò ad andarsene:
“Ora i miei debiti con te sono due! Ma non credere che il fatto di avere un qualche credito con me mi possa far cambiare idea sul fatto che tutti i mezzodemoni sono un affronto alla linea di sangue della famiglia! Mi allenerò con te! I tuoi colpi sono scarsi!”
E con questo se ne andò lasciandomi lì a guardargli le spalle con una delle espressioni più ebeti sulla mia faccia!
Da quel giorno, ogni mattina all’alba, ci incontravamo per combattere insieme fino a quando gli altri si svegliavano. Non parlavamo mai, nemmeno per lanciare gli attacchi, avendo entrambi il potere di lanciarli solo con la mente, ma mi sembrava che ci fossimo avvicinati spiritualmente.
Ancora non riuscivo a perdonargli di aver attaccato Yasha due secoli prima, ma ero così presuntuosa da credere che esistesse una parte buona in Sesshomaru e che io avrei potuto tirarla fuori.
Più passava il tempo e più mi rendevo conto che mi stavo incastrando in una situazione che mi stava sfuggendo di mano e che prima o poi ne avrei pagato le conseguenze.
Ma per ora non mi importava!
Nel frattempo che il mio rapporto con Sesshomaru raggiungeva un livello di cordiale silenzio, anche un altro rapporto si evolveva con esiti molto diversi.
Una mattina, nel bel mezzo di un allenamento massacrante a base di veleni (in cui il principe era un maestro ma che mi stava procurando un serio mal di testa) mi sembrò di sentire un rumore provenire da una delle camere da letto.
Immediatamente i miei sensi si tesero alla ricerca di un eventuale nemico che potesse minacciare la tranquillità dei miei amici; nel fare questo ovviamente mi distrassi dal mio scontro con Sesshomaru che riuscì a piantarmi i suoi artigli avvelenati in un braccio.
“Ouch!! Diamine Sesshomaru ma non vedi che mi sono distratta??? Potevi anche evitare di farmi un buco nel braccio! Capirai mi serve!! E poi non hai sentito nulla provenire dall’interno?”
“Senti non ho tempo per ascoltare le tue suggestioni! O presti attenzione o muori! Il mondo funziona così che ti piaccia o no quindi adeguati!”
Non avevo mai visto Sesshomaru così agitato e comincia a sospettare che sotto quello spesso strato di ghiaccio si nascondesse un cuore molto focoso che era stato domato nel tempo a forza di allenamenti estenuanti come quelli a cui mi stava sottoponendo da giorni.
Non volevo ritrovarmi in una situazione peggiore di quella in cui già mi trovavo e quindi decisi di soprassedere e rinfoderando le armi decisi di andare a vedere cosa fosse quel rumore che avevo sentito poco prima.
“Io vado a controllare il rumore che sono sicura di aver sentito. Se vuoi puoi venire con me…non sia mai che nel tuo palazzo succeda qualcosa di cui tu non sia a conoscenza!”
L’occhiata che mi lanciò mi fece accapponare la pelle, ma mi divertivo troppo a prenderlo in giro, anche perché ormai avevo capito che nonostante il pessimo carattere il glaciale principe non mi avrebbe fatto del male.
Con il demone al seguito mi avviai verso le stanze da letto dei miei amici. Giunta davanti alla camera di Sango mi fermai perché fui colpita di nuovo da quel rumore. Non era nulla che io riconoscessi e guardai Sesshomaru interrogativamente. La sua risposta si limitò ad un’alzata di sopracciglia e con questo cominciò a dirigersi verso la sua ala del Palazzo.
Anche io mi girai per andarmene quando lo schiocco secco di legno rotto ci colpì quasi alla sprovvista. Senza perdere un secondo di più entrammo entrambi in modalità di attacco e sfondammo la porta.


La scena che seguì la ricorderò sempre come uno dei momenti più divertenti della mia intera esistenza!
Sopra il materasso ormai finito per terra a causa della rottura del baldacchino in legno che lo sosteneva (nonostante fossimo nel Giappone feudale i letti in casa di Sesshomaru sembravano più provenire da una moderna casa di stampo europeo, con somma diffidenza di Inuyasha e grande curiosità mia e di Kagome che non riuscivano a capire come se li fosse procurati!) erano abbracciati Sango e Miroku. Da quel poco che potevo vedere, essendo riusciti a tirarsi addosso le coperte, erano affaccendati in faccende in cui i demoni c’entravano ben poco!
Sango era diventata letteralmente bordeaux e anche Miroku sembrava essere sul punto di un collasso cardiaco e sembrava aver perso totalmente quella sua aura pervertita che lo contraddistingueva da sempre!
Ma la cosa più bella e che ricorderò sempre fu la faccia di Sesshomaru. Era rimasto fermo sulla porta, con la spada sguainata e quella che voleva essere un’espressione tra lo stoico e il disgustato sul volto che, in realtà, si era tramutata in una totale e completa sorpresa.
Prima che uno di noi potesse dire qualcosa il glaciale principe, presumo per non perdere ulteriormente la faccia di fronte a esseri che riteneva così inferiori, si volatilizzò letteralmente fuori dalla stanza!
Rimasti soli mi rivolsi verso i due piccioncini, ancora bloccati in quella che doveva essere una posizione molto scomoda, e con una punta mi malizia mi decisi ad aprire bocca:
“Bene Miroku! Vedo che ti sei ripreso e anche piuttosto bene! Devo ammettere che vi invidio! Ce ne vuole di passione per riuscire a sfondare del legno massiccio!!!”
E con questa battuta, per cui Sango mi avrebbe fatto pagare l’inferno la prima volta che fosse riuscita a mettermi le mani addosso, uscii dalla loro camera fischiettando.
In realtà sapevo benissimo che non era stato quella particolare attività ad aver spaccato il letto. Era stato uno scherzo che io e Kagome avevamo progettato contro Sango. Sapevamo che aveva la deprecabile abitudine di buttarsi sul letto giusto per provarne la morbidezza e avevamo deciso che sarebbe stato molto divertente vedere la sua faccia quando il letto si fosse spaccato sotto il suo peso e per questo avevamo dato una limatina alle gambe del mobile.
Quello che di certo non avevamo previsto era il divertimento aggiuntivo che questa situazione aveva portato.
Con un ghigno stampato in faccia mi avviai verso la camera di Kagome per poterle raccontare tutti i particolari di quella mattinata molto movimentata.
Senza nemmeno preoccuparmi di bussare mi fiondai direttamente sul letto svegliando, come da programma, anche Kagome nel processo.
Prima che potesse purificarmi per autodifesa le bloccai le mani:
“Calma sono io!!! Oppure non riconosci più la mia aura?”
“Helena? Ma che diamine ci fai nel mio letto all’alba??”
“Alba? Dormigliona! Saranno le 10 passate! Credimi c’è gente che, mentre tu dormivi, ha fatto le cose più impensate…”
Sapevo che stuzzicare la sua curiosità l’avrebbe sicuramente svegliata più in fretta e quindi mi preparai all’uragano di domande che nel successivi 30 secondi mi piombò addosso.
“Calma e con ordine! A parte il fatto che stamattina Sesshomaru ha deciso di avvelenarmi nell’allenamento, e non guardarmi con quella faccia, sai benissimo che me la cavo benissimo anche contro di lui, diciamo che il nostro scherzo a Sango ha avuto degli effetti più insperati del previsto…”
E mentre procedevo a raccontarle la scena di stamattina, e sa avessi avuto qualche dubbio prima ora era chiaro nella mia mente che Sango mi avrebbe totalmente uccisa, vidi la sua faccia illuminarsi e arricchirsi dello stesso ghigno presente sulla mia…
“Oh cavolo Helena!!!! Questo significa che potrò prenderli in giro a vita!!!!! Ma ti rendi conto?? Bhè sono assolutamente contenta per loro! Era ora che Miroku si mettesse la testa a posto…speriamo solo che questa volta sia quella definitiva perché temo che se solo oserà guardare un’altra ragazza la furia di Sango sarà implacabile…”
Mentre annuivo vigorosamente e già mi immaginavo Miroku in una pozza di sangue in terra la porta di Kagome venne aperta e uno dei maggiordomi di palazzo si presentò al nostro cospetto:
“Sesshomaru-samarichiede la Sua presenta nelle sue stanza Heleiana-sama. Immediatamente.”
E con questo se ne andò esattamente come era venuto, senza nemmeno un cenno di saluto!
Con gli occhi che mandavano lampi, non mi si può convocare come una banale serva, mi presentai nelle stanze di quel borioso.
Non avevo fatto in tempo a sfondare la porta che mi ritrovai davanti al kimono più bello che avessi mai visto.
Incapace di fare altro rimasi a guardare quel tripudio di seta in tutte le sfumature del viola e decorato con un obi giallo che ben si intonava con la decorazione a fiori della seta stessa.
“Vedo che, come prevedibile, ho azzeccato forma e colore. Ovviamente sarà così anche per la taglia! Ora indossalo e preparati! Mi devi raggiungere tra 30 minuti nel salone dei ricevimenti!”
Non avevo nemmeno sentito la presenza di Sesshomaru e già se ne era andato. Quel kimono era per me??? E che cosa ci dovevo fare nel salone dei ricevimenti? Troppi scenari si stavano formando nella mia testa e il panico cominciò a impossessarsi di me.
Per fortuna il segretario personale di Sesshomaru, che avevo scoperto non essere Jaken ma un altro demone molto più affabile e meno noioso, venne in mio soccorso:
“Vede mia signora, oggi il nostro signore riceve la visita del Reggente al Regno del Nord. Siccome il Reggente è una personalità molto importante e, a quanto pare, molto innamorato della moglie tanto da punire severamente chiunque non la intrattenga in maniera consona, il principe Sesshomaru ha pensato a farsi affiancare da voi in questo compito. Sapete non era convinto che il fratello potesse essere di aiuto in alcun modo!”
Su quello potevo anche essere d’accordo, ma che speranze avevo io di intrattenere la moglie del Reggente? Io che, nonostante fossi figlia di una principessa, avevo vissuto nei boschi e nell’ombra tutta la mia vita?
Non avevo tempo per stare a pensarci e quindi mi lasciai vestire e mi diressi verso la sala dei ricevimenti.
Quando entrai vidi lo sguardo di Sesshomaru indugiare su di me qualche secondo in più del necessario prima di assentire leggermente col capo.
Presi posto al suo fianco e insieme attendemmo il Reggente.
Quando la porta di aprì entrarono due creature diafane come se fossero fatte di aria.
Non appena i loro occhi si posarono su di me li sentii esclamare:
“Finalmente mia regina! Vi abbiamo ritrovata!”
Mia regina? Ritrovata? Prima che il mio cervello avesse tempo di elaborare una spiegazione plausibile mi ritrovai ancora una volta immersa nell’oblio.
  
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