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Autore: rosy93    09/11/2011    1 recensioni
Il trio è alla ricerca degli Orcrux, ma viene catturato dai Ghermidori e portato alla villa dei Malfoy. Cosa pensa il giovane Draco mentre sua zia tortura Hermione?
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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h3> Non era tornata quell’anno.
 Lo sapeva, ne avevano parlato, si erano insultati e avevano sputato fuori tutta la loro rabbia dovuta al fatto che nessuno dei due avesse capito o perlomeno accettato le decisioni dell’altro.
Poi lui si era rassegnato.
Ma ogni giorno aveva sperato di incontrala nei corridoi con una valanga di libri appesi alla schiena e l’aria saccente. Ogni giorno l’aveva immaginata sorridere dopo aver preso un Eccezionale. Ogni giorno aveva creduto di vederla mentre gli correva incontro all’entrata dei sotterranei, e gli sussurrava imbarazzata un “Sono tornata” per poi stringerlo forte.
Adesso era alla Marror per le vacanze pasquali, ma il sogno di vedersela comparire davanti non l’aveva ancora abbandonato.
Bussarono alla porta. “Chi è?” chiese irritato, nessuno doveva permettersi di interrompere i suoi pensieri sulla Mezzosangue.
Un microscopico elfo domestico fece il suo ingresso tremante “ Padrone, la signora vuole vederlo”. Si alzò di scatto facendo sobbalzare la creaturina. Si avviò verso la porta, e senza neanche voltarsi disse all’elfo                   “ Preparami il bagno Fuky, voglio che sia pronto entro dieci minuti. E che sia caldo al punto giusto” il tono non ammetteva repliche.
Chiuse la porta con un calcio e sbuffò, che diavolo voleva sua madre? Eppure gli aveva detto chiaramente cosa pensava delle sue “ riunioni di famiglia” con la sorella sadica e con gli altri cugini stupidi e sottomessi.
Ma appena entrò nel soggiorno gli si gelò il sangue. “Draco, vieni qui”. Si avvicinò lentamente mentre una rabbia cieca gli montava nel petto. “Allora, ragazzo?”. Draco si girò verso la voce che l’aveva chiamato. Era quel mezzo lupo, Grayback, brutto nell’aspetto quasi quanto nell’anima, insomma il classico caso in cui l’abito fa davvero il monaco. Lui e sua zia Bellatrix avrebbero fatto una bella coppia. Quasi sorrise a quel pensiero.
“Allora Draco” intervenne suo padre Lucius “è lui? È Harry Potter?” sembrava molto ansioso. Da quando si era lasciato scappare Potter dal ministero due anni prima, aveva fatto di tutto per riacquistare il favore del Signore Oscuro, anche strisciare davanti a suoi piedi come un verme. E pensare che con lui e con sua madre faceva tanto lo spavaldo. Disgustoso.
Prestò la sua attenzione al ragazzo-che-era-sopravvissuto-per-uno-strano-scherzo-del-destino. L’avrebbe preso a pugni per aver esposto la Mezzosangue a quel rischio. Ma denunciando lui avrebbe condannato anche lei, e questo non poteva permetterlo. “Io non… non ne sono sicuro” “Ma ossevalo bene,dai! Avvicinati!” quel verme di suo padre era eccitato. “Draco, se saremo noi a consegnare Potter al Signore Oscuro, tutto sarà per…” “Non ci vorremmo dimenticare che è stato a catturarlo, spero, signor Malfoy” intervenne Grayback. Per Salazar, quanto puzzava. “ Certo che no, certo che no!” poi Lucius cambiò bruscamente argomento “Che cosa gli avete fatto? Come si è ridotto così?” “ Non siamo stati noi” “ a me pare più che altro una fattura pungente”.
Già, ci aveva già pensato. Era stata la Granger sicuramente, l’aveva fatto per proteggerlo; tipico di lei. Invece lo sfregiato non l’aveva protetta abbastanza. “ C’ è qualcosa lì, potrebbe essere la cicatrice, molto tirata… Draco, vieni qui, guarda bene! Che cosa ne dici?” che cosa ne dici? Ne diceva che se quello scimmione che teneva ferma la Mezzosangue davanti all’ingresso non le toglieva subito le mani di dosso, avrebbe dato di matto.
“Non so” disse solo, ostentando una calma che però non provava.
Non aveva ancora avuto il coraggio di guardarla negli occhi. Già, il coraggio era sempre stato una prerogativa della Mezzosangue, e guarda dove l’aveva condotta. Nella tana del lupo, o più precisamente, dell’uomo lupo, si corresse guardando Grayback.
“ è meglio esserne sicuri, Lucius” intervenne Narcissa. Per quanto ritenesse importante la purezza del sangue, Draco sapeva che se fosse stato per sua madre, non sarebbero mai arrivati a perseguitare i nati babbani.              “ Completamente sicuri che sia Potter, prima di convocare il Signore Oscuro… Dicono che questa sia sua” continuò studiando la bacchetta di prugnolo, “ Ma non corrisponde alla descrizione di Olivander… Se ci sbagliamo, se chiamiamo il Signore Oscuro per niente… ti ricordi cosa ha fatto a Rowle e Dolohov?” “ E la nata babbana, allora?” ringhiò Grayback.
No, no. L’aveva tirata in ballo. Adesso doveva inventarsi qualcosa per salvarla. E poi avrebbe inventato nuove torture per fargliela pagare. Come aveva osato rischiare la sua vita?
La luce investì il bellissimo viso della Mezzosangue incorniciato da quei ricci ribelli che gli erano tanto mancati, e per un attimo i suoi occhi s’incrociarono con le pozze d’oro che aveva tanto desiderato rivedere. Ma non in quel momento. Non così.
“Un momento” di nuovo sua madre “ Sì… sì Ho visto la sua foto sul Profeta. Guarda Draco, non è quella Granger?” Draco aveva scelto quella vita da Mangiamorte, soprattutto per proteggere sua madre, ma in quel momento l’avrebbe volentieri strangolata con le sue stesse mani. Ringraziò Salazar per aver imparato l’occlumanzia e si limitò a sussurrare “ Io… forse…” “ Ma allora quello è il ragazzo Weasley! Sono loro, gli amici di Potter… Draco, guardalo, non è il figlio di Arthur Weasley, com’è che si chiama…?” Si girò di spalle incapace di guardarla ancora, incapace di sostenere il suo sguardo carico di suppliche “Può darsi” rispose.
La porta si aprì alle spalle di San Potter.
Ecco ci mancava solo che entrasse in scena quella pazza di sua zia. “Che c’è? Che è successo, Cissy?” anche i suoi diabolici occhi si fermarono sulla ragazza. “ Ma questa” mormorò “ è la ragazza Mezzosangue… la Granger?” wow due su due, le Black dovevano avere un gene nel sangue che serviva per metterlo in difficoltà. “ Si, si è la Granger, e quello vicino, pensiamo sia Potter! Potter e i suoi amici prigionieri finalmente” “Potter?” la voce di sua zia, già abbastanza stridula normalmente, era salita di due ottave. “Sei sicuro? Il Signore Oscuro deve essere immediatamente informato!” a quel punto iniziò una lotta tra quei due pazzi di suo padre e sua zia su chi dei due avrebbe dovuto chiamare il loro ancor più pazzo padrone.
Finché Bellatrix non si pietrificò puntando gli occhi su qualcosa alle spalle dei prigionieri. “Fermo” disse impedendo a Lucius di toccare il marchio “Non toccarlo, moriremo tutti se il signore Oscuro arriva adesso!” Corse verso gli energumeni che tenevano fermi i prigionieri e li schiantò ad uno ad uno.
Raccolse una spada che era caduta dalle mani di uno di questi e si avvicinò a Grayback, colpito anche lui da uno stupeficium e gli sussurrò “ Dove hai preso questa spada?” “ Come osi? Lasciami andare, donna!” “ Dove l’hai trovata?” ripeté “Piton l’ha rinchiusa nella mia camera blindata alla Gringott!” “ Era nella loro tenda, ora lasciami!” “Draco, porta fuori questa faccia, se non hai il coraggio di finirli, lasciali in cortile, ci penserò io” ma chi diavolo si credeva di essere? Uscì in cortile con i corpi svenuti e lievitanti al seguito. Accasciò i corpi alla rinfusa uno sull’altro, tornando in fretta dentro.
Non poteva lasciare la mezzosangue da sola con la sua famiglia. Loro erano pericolosi per lei, un altro motivo per cui aveva deciso di lasciarla andare.
Entrò mente sua zia diceva di portare i prigionieri nei sotterranei.
“Aspetta” riprese Bellatrix brusca “Tutti tranne … tranne la Mezzosangue” “No, prendete me, tenete me!” una voce, che poi riconobbe come quella della Donnola, sembrò dare voce ai suoi pensieri. “Se muore durante l’interrogatorio, tu sarai il prossimo, un traditore del sangue per me viene subito dopo un Mezzosangue. Portali di sotto Grayback, e controlla che siano ben rinchiusi, ma non fare altro… non ancora.” Tagliò le corde che tenevano legati i prigionieri e trascinò la sua Mezzosangue al centro della stanza.
Lui era immobile, le mani gli tremavano impercettibilmente. Cosa le avrebbe fatto? Se avesse deciso di intervenire sarebbe morto. Sarebbero morti tutti, compresa la Granger. Se invece avesse deciso di non intervenire probabilmente sarebbe morta solo la Mezzosangue.
Lo strazio iniziò. Le urla gli perforavano i timpani e l’immagine del corpo perfetto della giovane strega che si contorceva sul pavimento era raccapricciante, ma lui non riusciva a distogliere lo sguardo dalla ragazza che amava. Si l’amava e se ne stava immobile mentre sua zia la torturava, l’amava e non faceva niente per aiutarla. L’amava e dopo questo lei l’avrebbe odiato; sempre se fosse sopravvissuta.
Bellatrix inizio a parlare girando intorno alla ragazza, la bacchetta in una mano un pugnale nell’altra “ Allora sporca mezzosangue, dove avete preso la spada?” quel tono carezzevole era agghiacciante.
La Granger si rimise in piedi lanciando verso di lui uno sguardo fugace per poi fissare gli occhi fieri in quelli della zia, che riconoscendo la sfida che la ragazza, restando in silenzio, le aveva lanciato scoppiò a ridere. Stupido orgoglio Grifondoro, non capiva che così l’avrebbe fatta a pezzi? La risata cessò all’improvviso “ Crucio” disse solo, e la Mezzosangue crollò di nuovo a terra urlando.
Dopo ben cinque minuti di quella scenetta finalmente la Granger si decise a dire qualcosa “ l’abbiamo trovata… NO! La prego è la verità!”. Gli occhi le si riempirono di lacrime e Draco di sentì morire.
Neanche quando si erano detti addio, aveva pianto davanti a lui. Mai gli era apparsa così debole e bisognosa di protezione. Proprio adesso, proprio quando lui non poteva proteggerla.
Le iridi dorate dei suoi occhi s’incatenarono con i suoi. Lo stava implorando di intervenire, di fare qualcosa, di muoversi anche solo di qualche millimetro. Invece lui se ne stava lì come sotto l’effetto di un piertificus totalus con i pugni stretti, il cuore a pezzi, e la coscienza che gli urlava che era un vile codardo. “ Te lo chiedo un’altra volta! Dove avete preso quella spada? Dove?” “l’abbiamo trovata… l’abbiamo trovata… per favore!” ecco, aveva dato voce al suo sguardo. Draco sapeva esattamente a chi si riferiva quel per favore.
A lui, si riferiva a lui.
La mezzosangue era troppo intelligente per sperare davvero che sua zia si fermasse, e troppo orgogliosa per supplicare un nemico.
Ma lui non era un nemico, e lei gli stava chiedendo aiuto.
Glielo stava chiedendo per favore. E lui la stava ignorando. Più tardi si sarebbe cruciato da solo per questo, lo sapeva.
“ Stai mentendo sudicia mezzosangue, lo so! Siete stati nella mia camera blindata alla Gringott! Dimmi la verità! Cos’altro avete rubato? Dimmi la verità o giuro che ti trapasso con questo pugnale!” l’avrebbe avvelenata, oh si. Appena Bellatrix si sarebbe distratta, gli avrebbe messo un po’ di distillato della morte vivente nel succo di zucca, così avrebbe avuto quello che si meritava per ciò che stava facendo alla Granger.
“Come avete fatto a entrare nella mia camera blindata? Quel sudicio piccolo folletto vi ha aiutato?” “L’abbiamo incontrato solo sta sera” la sua dolcissima streghetta era in ginocchio ed era scossa da spasmi convulsi mentre teneva le mani incrociate sul ventre “Non siamo mai stati nella sua camera… quella non è la vera spada! È una copia, solo una copia” mentiva, era ovvio.
Da quando la conosceva, non era mai stata credibile nelle sue bugie, ed anche in questa situazione, la sua onestà era tale da far capire anche al suo più grande nemico quando mentiva. E infatti… “Una copia? Ah, questa è buona!” “ Ma possiamo scoprirlo facilmente!” Lucius Malfoy tornò all’attacco “Draco,va’ a prendere il folletto, lui saprà dirci se la spada è vera o no!” era arrivato il suo momento la sua occasione per aiutarla.
Scattò velocemente verso i sotterranei.
“State indietro. Mettetevi in fila contro il muro in fondo. E state fermi, o vi uccido!” e li avrebbe uccisi davvero solo perché avevano trascinato la mezzosangue in quel casino.
Afferrò il folletto e lo trascinò con sé.
Chiuse la porta e dopo pochi passi lo attaccò al muro dei sotterranei stringendogli il collo con una mano.
“ Ascoltami bene folletto” disse “ Se dirai che quella spada è originale sei morto. Se lascerai intendere in qualche modo che quella spada è originale sei morto. Se farai qualsiasi cosa che possa nuocere alla Mezzosangue, sei morto. Tutto chiaro?” il folletto si limitò ad annuire rosso in viso.
Lui lo lasciò andare e lo condusse in soggiorno.
Il folletto per sua fortuna fece quello che gli era stato ordinato.
Ma a sua zia non bastava. Riprese a torturarla, se possibile con più cattiveria di prima, finché la non incise sul braccio della ragazza priva di sensi la parola “Mezzosangue”. In quel momento decise che mai più l’avrebbe chiamata in quel modo.
Bellatrix riprese a parlare come se niente fosse successo: “ Allora?” si rivolse al folletto “ è quella vera?” “No” rispose “è una copia” “Sei sicuro? Sicurissimo?” “Si” “Bene” disse la pazza sadica trionfante “E ora chiamiamo il Signore Oscuro” posò un l’indice sul marchio Nero.
“Credo che possiamo sbarazzarci della Mezzosangue. Grayback, prendila se la vuoi”.
Accaddero molte cose contemporaneamente: lui lanciò uno stupeficium in direzione dell’uomo lupo, Weasley scappato chissà come dai sotterranei disarmò Bellatrix, Potter ingaggiò un duello con i suoi genitori.
In pochi secondi la stanza si riempì di fasci di luce rossi.
“fermi o lei muore”. Lui, Potter e Weasley abbassarono la bacchetta immediatamente.
Sua zia teneva la Granger tra le braccia e le puntava il pugnale verso il collo.
“Giù le bacchette, a terra o scopriremo quanto e sporco il suo sangue!”. I due imbecilli rimasero fermi.
Non avevano capito, forse? O erano completamente impazziti? Stavano rischiando la vita della loro migliore amica maledizione! Se entro due secondi non avessero abbassato le bacchette, li avrebbe usati come cavia per i nuovi incantesimi che aveva inventato.
“ Ho detto giù!” alcune gocce di sangue spuntarono dal collo della ragazza. “Va bene!” urlò quell’inetto di Potter, lasciando cadere la bacchetta, seguita da quella di Weasley.
“ Bene, Draco raccoglile!” il ragazzo in silenzio, fece quello che gli era stato ordinato.
“ Il signore oscuro sta arrivando, Harry Potter! La tua morte si avvicina!” di nuovo accadde tutto velocemente. Grazie a un piccolo aiutino da parte di quello strano elfo che San Potter aveva liberato il suo secondo anno di scuola, che a quanto pare voleva solo “mutilare o ferire gravemente”, il lampadario sopra la testa di sua zia e su quella della Granger oscillò pericolosamente e poi si staccò.
Bellatrix si gettò di lato abbandonando il corpo della ragazza sul quale si fracassò il lampadario. I pezzi di vetro rimbalzarono dappertutto ferendo anche Draco al volto, che piegato in due per proteggersi, cercava di avanzare verso la ragazza.
Ma Weasley fu più veloce ed estrasse il corpo della Granger da sotto i detriti, mentre Potter si avvicinava a lui. In quel momento si accorse di avere ancora le bacchette che prima aveva raccolto in mano, così allungò il braccio lasciando che il ragazzo-che-altrimenti-non-sarebbe-sopravvissuto le prendesse.
Ancora una volta lasciava la vita della ragazza che amava nelle mani del suo peggior nemico. Si ripromise che se non l’avrebbe portata via di lì immediatamente non avrebbe lasciato al Signore Oscuro il piacere di farlo a pezzi, se ne sarebbe occupato lui stesso.
Vide lo sfregiato lanciare una bacchetta alla Donnola e intimargli di andarsene. Il rosso non se lo fece ripetere due volte, afferrò la Granger per un braccio e si smaterializzò.
Appena in tempo.
Il Signore Oscuro si materializzò pochi secondi dopo.
Si lasciò cadere su un’elaborata poltrona vicino al camino. Loro sarebbero stati tutti puniti. Ma lei era salva. Un grosso pezzo di ghiaccio sembrò sciogliersi nel suo petto. Poco dopo un masso occupò il posto del suo stomaco. Lei forse era salva, e lui, probabilmente, avrebbe dovuto aspettare molto, molto tempo per sapere se stava bene. Si preparò psicologicamente alle lunghe notti che avrebbe trascorso sognando il suo corpo a terra, straziato dal dolore, e giurò a se stesso che l’avrebbe rivista sorridere. A qualunque costo.
  
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