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Autore: Blackie_    09/11/2011    1 recensioni
Bill si sente vuoto. Un orfano tossicodipendente e disoccupato, condannato ad una vita solitaria ed infelice, unica compagna: l'Eroina.
Ma forse il destino ha voluto finalmente dargli una mano, forse l'incontro con Alexia, un angelo in gonnella dagli occhi blu, potrà davvero cambiargli la vita ed aiutarlo a ritrovare la speranza che ha perduto. Ma questo soltanto se anche lui lo desidererà davvero...
"Corro. Le scale sono ancora umide dal recente temporale, ma non scivolo. Corro. Non posso, non devo fermarmi. Corro. Ormai ho deciso, Se devo lasciare questo mondo andrò io stesso incontro alla morte, non le lascerò la soddisfazione di prendermi alla sprovvista. Corro. Corro e piango. Mi fermo, tutta la mia sicurezza va a puttane quando guardo giù dal tetto del palazzo… ma è troppo tardi per tornare indietro."
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Nuovo personaggio
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei ringraziare
-Forgotten
-Layla
Per aver commentato la mia storia^^ Per voi il capitolo 
:
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Sono nel parchetto vicino a casa, gioco a palla con mio fratello, su di una panchina i nostri genitori siedono abbracciati, sorridono, ci salutano e io rido e scherzo con il mio adorato Tomi. Mamma è felice, babbo è felice, Tom è felice…e anch'io sono felice, felicissimo! Sembra quasi un sogno…E infatti non è altro che un fottutissimo sogno.


Bill si svegliò, cercando di stropicciarsi gli occhi attraverso quel groviglio di tubicini attaccati al suo corpo, con gioia scoprì di non essere solo, Alexia era tornata e lo guardava sorridendo
-Certo che sei davvero un dormiglione- Disse ridendo
-Ho dovuto aspettare almeno mezzora prima che tu ti svegliassi-
Nonostante cercasse di dare alla voce un tono seccato, si notava benissimo che era stata ben felice di guardarlo dormire, arrossì leggermente, ma Bill era troppo stanco per notarlo
-Che ore sono?- Chiese Bill con la voce ancora impastata dal sonno, Alexia tirò fuori il cellulare e diede un'occhiata al display
-Le due e un quarto- Rispose
-è passata l'infermiera con il pranzo-Lo informò poi indicandogli un piccolo carrello accanto al suo letto, Bill si mise faticosamente a sedere, probabilmente il cibo dell'ospedale non era un granché, ma in quel momento si sentiva così debole che avrebbe potuto mangiare qualunque schifezza.
Mentre ingurgitava un po' di non-si-sa-che-cosa ascoltò Alexia chiacchierare, era davvero molto ciarliera, ma lui avrebbe potuto ascoltare quella voce per ore senza mai stancarsi.
Gli raccontò della sua famiglia, che viveva in un paesino poco lontano, si era trasferita da poco ad Amburgo per seguire la facoltà di psicologia…Piccoli frammenti della comune vita di una studentessa, Bill annuiva, di tanto in tanto sorrideva, ma nella sua mente si aggirava continuamente un cupo pensiero, era consapevole che lui non avrebbe mai potuto vivere così, non aveva un futuro promettente davanti a sé, anzi, in verità non aveva nemmeno un futuro.
-Ti sto annoiando?- Gli domandò ad un certo punto -Scusa, a volte non mi rendo conto di essere così chiacchierona-Ammise, ma Bill scosse la testa
-Non preoccuparti…è bello parlare con qualcuno ogni tanto-
Alexia sorrise
-Avanti…ora dimmi un po' di te
Bill abbassò lo sguardo, era plausibile che lei volesse sapere qualcosa su di lui, ma che cosa poteva raccontarle? La sua vita non era mai stata rosa e fiori, non voleva deprimerla
-Vivo alla giornata-Rispose alzando le spalle, voleva dire tutto e niente
-E…non hai mai pensato di poter cambiare qualcosa?-
Bill inchiodò gli occhi in quelli di lei, poi rise
-Sei proprio una sognatrice-
La ragazza non capì, lui cominciò a giocherellare con una flebo
-Sei quel genere di persona che crede ancora nel bene del mondo- Spiegò in un sospiro
-E sarebbe un male?- Domandò lei confusa, Bill rise di nuovo
-No, ma così ti illudi, e alla fine finisci per farti del male-
Alexia lo guardò scandalizzata:
-Senti, lo so anch'io come va il mondo, ma so anche che le persone non sono tutte uguali e…-
Bill la interruppe con una risata di scherno:
-Sei così innocente e ingenua- Disse
-Cosa…-
Cominciò lei, ma Bill non la lasciò parlare:
-Non si salva nessuno, un giorno devi fare i conti con il mondo là fuori… e scopri che non è come nelle favole, non c'è sempre il lieto fine, e per quelli come me non c'è mai- Disse in tono serio, fissandola con i suoi occi scuri
-Tu non hai la minima idea, di quanto possa essere ingiusta e crudele la vita, di come un giorno vada tutto bene e quello dopo precipiti nell'Inferno…No, tu devi ancora scoprirlo il mondo mia cara-
Volse lo sguardo verso la finestra, segno che voleva troncare lì la discussione. Alexia non rispose.
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Alexia non sapeva proprio che cosa dire. Bill guardava verso la finestra, completamente assorto nei suoi pensieri, avrebbe pagato qualunque cifra per poter entrare nella mente del moro in quel momento.
Sospirò guardandolo, come poteva una persona non credere più in niente? Certo, lei aveva una vita discretamente bella, era intelligente, con una famiglia benestante e alcune amicizie sincere, era il genere di persona che all'apparenza sembra avere tutto, e invece le mancava ancora qualcosa, un piccolo e freddo angolo del suo cuore ancora reclamava qualcuno che riuscisse a scaldarlo.
Probabilmente, però, non era nulla in confronto a quello che stava passando Bill in quel momento, non sapeva praticamente nulla della sua vita, ma di sicuro non era mai statamolto semplice. Continuò a guardare i buchi rossi sui polsi, la sua famiglia gli aveva sempre detto di stare lontano da quel genere di persone, perché l'avrebbero portata su di una cattiva strada…e in effetti, cominciava ad avere qualche dubbio su quello che stava facendo
-Sei ancora qui?-Gli chiese improvvisamente Bill facendola sobbalzare
-Sì…perché dovrei andarmene?- Disse con estrema naturalezza, il ragazzo inarcò un sopracciglio
-Beh, hai già fatto il tuo dovere di "Brava cittadina"- Virgolettò con le dita -Mi chiedo perché tu perda ancora il tuo tempo per uno come me-
Ecco, quando faceva così la mandava letteralmente in bestia…Era normale provare attrazione, odio e pietà nello stesso momento? E per una sola persona?!? Alexia si sentiva così e infatti non riuscì a proferire mezza parola
-Hey, ci sei?-
Chiese Bill schioccandole le dita davanti al viso per cercare di svegliarla
-Sì, sì- Disse, istintivamente Bill sorrise
-Sei strana- Disse, lei lo guardò incollerita
-Io? Ma ti senti quando parli?-
Bill continuò a ridere e questo non fece altro che montare ancora di più la rabbia in lei, con un sospiro nervoso si apprestò a lasciare la stanza, ma Bill la fermò
-Hey scusa-
"Non voltarti, non voltarti" Si ripeté mentalmente Alexia, mentre ogni fibra del suo corpo fremeva per girarsi
-A volte manco completamente di tatto…non volevo offenderti-
Aveva lo steso tono di un bimbo che chiede scusa alla madre per aver combinato un pasticcio, Alexia non poté resistere alla sua dolce voce e con un sospiro si voltò verso di lui, aveva le gambe rannicchiate vicino al petto e la testa appoggiata sopra le ginocchia, Alexia si domandò se non gli facesse male stare in quella posizione dopo le lesioni che aveva subito, ma non ci fece tanto caso.
-Scuse accettate- Disse poi.
Vide Bill sorridere ed anche il suo viso corrucciato si distese in un sorriso.
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Fu una cosa istintiva, le ginocchia si rannicchiarono contro il suo petto e lui vi appoggiò sopra la testa, lo aveva sempre fatto sin da bambino, quando era triste,nervoso o aveva paura. In quel momento, però, non sapeva esattamente perché lo stava facendo.
-Hey, scusa-Disse, mettendo da parte per un attimo il suo orgoglio
-A volte manco completamente di tatto-
"Avanti, voltati ti prego!!Pensò Bill guardandola con già una mano sulla maniglia, poi, per la gioia del ragazzo, si girò e sospirò
-Scuse accettate-
Bill sorrise felice e lei fece lo stesso. Calò il silenzio fra i due, Alexia sembrava molto presa dalle sue scarpe, mentre Bill continuava a torturare il tubo della flebo.
Fortunatamente un infermiera entrò e ruppe quel momento imbarazzante
-Buone notizie…- Diede un occhiata alla cartellina -…Bill, fra due giorni possiamo dimetterti, ti sei ripreso in fretta-
Bill tentò di sforzare un sorriso di circostanza, normalmente la gente è felice di poter lasciare in fretta l'ospedale, ma per lui questo significava tornare alla sua solita ed inutile vita…e non ci sarebbe più stata Alexia ad aiutarlo…Si vergognò tremendamente per quell'ultimo pensiero, ma non fece trapelare alcuna emozione dal suo volto.
L'infermiera lasciò la stanza e lui guardò di nuovo Alexia
-Penso di non averti ancora ringraziato abbastanza- Mormorò, la ragazza sorrise
-Scherzi? Non ho fatto nulla di strano-
Bill scosse la testa
-Dove cavolo hai trovato i soldi da dare a Georg?-
Chiese Bill, lei abbassò lo sguardo
-Beh, mia mamma è avvocato e papà imprenditore…mi mandano dei soldi una volta al mese, da un po' li risparmiavo e così…-
Bill annuì
-Scusa, se ti ho causato dei problemi- Mormorò il moro che ancora non riusciva a comprendere il perché avesse deciso di aiutarlo. Alexia scrollò le spalle con noncuranza
-Non preoccuparti, nessun problema-
Lo sguardo di Bill si fece cupo
-Tu lo sai, che probabilmente non potrò mai restituirteli, vero?-
Disse amaro, lei alzò nuovamente le spalle, Bill invece tornò nella sua posizione "rannicchiata" non osava più guardarla, si vergognava di quello che era, si vergognava di dover ricevere tutto senza poter dare nulla in cambio…Si vergognava di vivere.
-Scusami, ora devo proprio andare- Disse Alexia poco tempo dopo, Bill annuì e la salutò, poi, non avendo altro da fare, decise di addormentarsi.

La giornata seguente passò molto lenta. Alexia non c'era, Bill non ne restò sorpreso più di tanto, ma non poteva nascondere il suo dispiacere. Cercò di far andare avanti le lancette dell'orologio leggendo qualche stupida rivista trovata sul tavolino, sonnecchiando di tanto in tanto o immergendosi nei suoi pensieri, dove, in qualche modo appariva sempre lei, Alexia, la ragazza che gli aveva salvato la vita, la ragazza che, a differenza di tutte le altre persone incontrate nella sua vita, non lo aveva abbandonato quando ne aveva più bisogno…la ragazza di cui sentiva tremendamente la mancanza in quei momenti.
La mattina dopo una piacevole sorpresa lo accolse al suo risveglio. Alexia era tornata.
Bill era senza parole, ma fu lei a riempire quel vuoto
-Scusa ti ho svegliato?-
Bill scosse la testa, lei si avvicinò, fra le mani reggeva un quotidiano e un the caldo
-Questo è per te- Disse e gli porse la tazzina fumante
-Grazie- Sussurrò Bill, poi annusò il liquido, sapeva di menta, sorrise -è il mio preferito- Disse, Alexia rise:
-Neanche a farlo apposta…Sono contenta che ti piaccia-
Mentre lui sorseggiava, la ragazza cominciò a sfogliare il giornale finché non trovò la pagina desiderata e gliela mostrò
-Annunci di lavoro- Disse -Ho evidenziato quelli più interessanti-
Bill quasi si strozzò con il the. Perché continuava a fargli favori? Non aveva bisogno di aiuto…ok, forse ne aveva bisogno, ma era stanco che fosse sempre lei ad aiutarlo, lui non avrebbe mai potuto ricambiargli il favore, sospirando cominciò a guardare gli annunci segnati, quello di un bar lo attirò particolarmente
-Questo può andare- Disse -è praticamente a due passi da dove abito io-
Alexia sorrise
-Ok, ti presto il cellulare-
Un altro favore
-Chiama!- Lo esortò Alexia porgendogli il telefono. Compose il numero e fissò un appuntamento per due giorni dopo, direttamente là al bar, la proprietaria sembrava contenta, probabilmente non aveva ricevuto molte risposte all'annuncio, e questo giocava a suo favore. Si ritrovò inspiegabilmente a sorridere, mentre Alexia ripiegava il giornale, poi, come colpita da qualcosa si portò una mano alla testa
-Oh…Stavo quasi per dimenticarmene!!- Esclamò, poi si sfilò la giacca di pelle che indossava
-Questa è tua-
Bill sentì un groppo alla gola
-Io non…non so davvero che dire- Mormorò con voce spezzata mentre sfiorava la giacca
-Dì semplicemente "grazie"-Disse lei sorridente, Bill scosse la testa
-Non posso accettare…è davvero troppo-
Gliela restituì, ma lei insistette
-Quando l'ho vista in vetrina ho pensato subito a te…per favore prendila!-
Bill la guardò serio
-Non voglio la tua pietà- Mormorò amaro.
Alexia ammutolì, si guardarono per qualche istante poi lei mormorò:
-Se vuoi davvero ricambiarmi il favore, tieniti questa giacca e ricomincia la tua vita-
Bill restò spiazzato da questa risposta, poi però tornò alla carica
-Non basterà una giacca per cambiare la mia esistenza-
Alexia scrollò le spalle
-Probabilmente no…- Gli strinse la mano -Ma per favore, non rifiutare un aiuto-
A malincuore Bill decise di tenersela
-Lo faccio solo per te- Disse imbronciato, ma il suo viso si sciolse in un sorriso quando vide l'espressione serena di Alexia. Restò con lui per un altro po' di tempo, parlando del più e del meno, poi se ne andò salutandolo con un bacio sulla fronte. Si toccò, era appena umido, lì nel punto in cui le sue morbide labbra avevano sfiorato la sua pelle. Arrossì di colpo, nessuno lo aveva più baciato così da... "Da quando la mamma si è ammalata" Scosse la testa come per scrollarsi di dosso quei brutti pensieri e si addormentò.
 




  
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