Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Blackie_    09/11/2011    0 recensioni
Bill Kaulitz è il famoso cantante dell'altrettanto famosa band tedesca Tokio Hotel... Ma nessuno sa che il ragazzo vive una doppia vita: un lavoro in un locale notturno berlinese, uno sporco gioco di piacere, peccato e lussuria.
L'incontro con Ville, affascinante finlandese dai magnetici occhi verdi, finirà per segnarlo nel profondo. Perchè non puoi giocare con ciò che non riesci a dominare.
"-Adesso facciamo un bel gioco, e ti assicuro che giocherò pesante angelo mio- Bill sentì quelle parole tatuarsi a fondo nella propria mente, esattamente nel tono in cui le aveva appena pronunciate l'uomo
-Ma a te piace giocare, non è vero?-"
Genere: Angst, Erotico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: HIM, Tokio Hotel
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: Bill Kaulitz, Ville Valo e tutti gli altri personaggi esistenti non mi appartengono assolutamente (ahimè) E soprattutto nulla di quanto scritto in questa storia corrisponde alla realtà dei fatti (anche perchè sono cose abbastanza assurde ehm^^") E naturalmente non guadagno un centesimo bucato postando questa storia (al massimo prenderò botte, lo sento T.T)

 Note dell'autrice:Era nata come OS ma alla fine l'ho allungata così tanto che... Beh, sarà comunque abbastanza cortina  u.u
Potrebbe risultare una schifezza, e anzi, probabilmente vi verrà voglia di linciarmi viva non appena avrete letto questo obrobrio XP E non vi darei neanche tutti i torti...
Diciamo che un esperimento ecco... Non ho mai scritto SlashFic prima^^"
Recensite e criticate pure...

____________________________________________________________

Fischi, urla, applausi… e no, non si trovava su di un palcoscenico, non sul solito almeno.

.::.Silberschein.::.



Ancheggiò avanti e indietro sulla pedana, i piedi che dolevano da dentro i tacchi 12, ma non lo dava certo a vedere… Sembrava quasi un professionista agli occhi degli spettatori, e dire che stava facendo tutto ciò solo per gioco.
Dopo aver eseguito un paio di mosse che avevano mandato in visibilio il pubblico maschile, si fermò al centro esatto del piccolo palco, appoggiandosi una mano sull'anca ben in vista e con l'altra al palo di metallo, incurvando in un sorriso malizioso le labbra carnose dipinte di rosso e nero.
Avvolse la sua gamba magra attorno al palo e fece un piccolo giro su sé stesso, terminando con la testa posata a terra, schiacciando il copricapo piumato che indossava. Dalla visone sottosopra che aveva del locale riuscì a notare benissimo i visi più che eccitati dei presenti, se lo sentiva sempre più duro da dentro i pantaloni di pelle... e probabilmente si vedeva anche. Sorrise al pubblico prima di rialzarsi e strusciarsi forte al palo, tra le grida di apprezzamento; alcuni spettatori gli lanciavano anche delle banconote, ma certo lui non lo faceva per soldi, il suo non era un lavoro, era un piacere, un diletto che si concedeva solo la notte per sfuggire alla solita, monotona immagine che aveva di sé stesso. Voltandosi di nuovo verso gli spettatori, incrociò un paio di occhi verdi scrutarlo più insistentemente degli altri, eppure sembravano quasi.. freddi? Non avrebbe saputo dirlo con certezza, sapeva solo che lo attraevano da morire.
Attizzato nuovamente da quello sguardo, tirò fuori la lingua e la passò alcune volte lungo la superficie metallica, prima che di rialzarsi per concludere il numero.
Eccole lì che arrivavano, strette da fili elastici stavano le sue due ali che usava per volarsene via, ogni volta che il mondo gli stava troppo stretto, talmente stretto da doversi creare un altro sé stesso, per potersi sentire a posto.
Mantenendo sempre le sue movenza sensuali, infilò le braccia fra le due ali scure, e con un salto fu in aria. Chiamavano spesso quel numero: dell' Angelo Nero, o dell'Angelo Dannato… E proprio questo sembrava, mentre era in aria si estraniava dal mondo, inclinava il collo all'indietro e si lasciava trasportare fuori dalla scena per quella notte. Pareva una visione irreale, tanto che pure la musica, le grida e i fischi cessavano, perché lui era qualche cosa di troppo grande da immaginare e descrivere. Non sembrava un uomo, non sembrava una donna, non esisteva parola che potesse descriverlo in quei momenti, nessuna metafora che potesse spiegarne appieno le sfumature, e pareva assurdo che una tale perfezione si trovasse in un luogo talmente sudicio e peccaminoso. Poi Lui sorrideva di nuovo, aprendo i suoi occhi felini e donando al pubblico un ultima carica erotica, soltanto con lo sguardo. E a quel punto pareva fosse nato solo per quel momento di gloria, non era lui la puttana, il vero servizio glielo donavano gli sguardi allibiti, sorpresi e increduli degli spettatori.
Un inchino e fu la fine della magia, il tempo riprese a scorrere e il respiro tornò di nuovo, assieme agli applausi e alle urla che salutavano l'uscita di scena di lui e della sua scintillante aura color argento.
Si chiuse il sipario davanti a lui, sospirò appena, mentre una mano ben curata gli batteva sulla spalla
-Non vale che a me tocchi sempre il numero dopo di te!-
Brontolò la bionda, il ragazzo si voltò verso di lei
-E perché scusa?-
La donna inarcò il sopracciglio
-Lo sai benissimo no? Dopo che vedono te tutto il resto passa in secondo luogo-
Sbuffò, ma era comunque sorridente, amava fargli di questi complimenti, quel ragazzo era incredibilmente egocentrico e amava quando lei gli parlava così
-Ma il tuo numero è per le donne!- Obiettò, Nat sbuffò ancora
-Fidati che, per quanto possano essere maschie quelle, tu andresti bene pure ad un asessuato-
E lì dovettero interrompere la loro conversazione, perché a quel punto toccava a Natalie far scaldare il pubblico, in quel caso soprattutto quello femminile.
Entrambi "lavoravano" per così dire, all' "Eros", locale berlinese, frequentato per lo più dalla popolazione omosessuale del città. Aveva scoperto con stupore che Natalie, oltre ad essere la sua truccatrice, faceva anche quel lavoro, per arrotondare la paga; ma forse ancora più grande era stato lo stupore della stessa Natalie, che anziché beccarsi uno sguardo scandalizzato o peggio, un licenziamento in tronco, aveva trovato soltanto una grande curiosità da parte del cantante. Talmente tanta curiosità che alla fine aveva deciso di entrare a vedere, e chissà per quale assurda ragione, l'stinto gli disse che quello era ciò che doveva fare per sentirsi davvero libero. All'inizio la truccatrice glielo aveva sconsigliato vivamente, eppure lui aveva continuato imperterrito, finché anche la donna non dovette arrendersi all'evidenza che quel ragazzo era una bomba erotica rinchiusa in un guscio di dolcezza e canzoni romantiche.
Bill aveva davvero bisogno di tutto quello, come di una qualunque altra droga. Aveva bisogno di sentirsi guardato, di vedere altri uomini eccitarsi di fronte ale sue movenze, aveva bisogno di sentire l'adrenalina scorrergli dentro in quei momenti… ma soprattutto aveva l'insano bisogno di sentirsi sporco, l'attrazione per il peccato era qualcosa che non riusciva ancora a spiegarsi, ma aveva ben poca importanza, quando la notte diventava l'Altro Bill contava soltanto sé stesso. Naturalmente faceva tutto rigorosamente in segreto, nemmeno Tom sapeva nulla; già, suo fratello che di lui aveva sempre saputo tutto, era all'oscuro della doppia vita che viveva. E forse questo non faceva altro che rendere il gioco ancora più eccitante.
Da dietro il tendone stava a guardare Natalie eseguire un completo spogliarello. Lui naturalmente non poteva spogliarsi, i suoi tatuaggi erano ben evidenti e non voleva nemmeno immaginare il caos che si sarebbe potuto creare se un qualche paparazzo avesse diffuso foto del genere. E poi tanto lui non aveva bisogno di spogliarsi, aveva dentro di sé una carica erotica naturale, racchiusa anche solo nei suoi occhi bicolori: Cioccolato alla nocciola di giorno; oro opaco la notte. Per nascondersi meglio, indossava sempre anche un copricapo e un trucco pesante formato da cerone bianco latte e tanti segni neri su tutto il viso.
Il numero di Nat non era ancora finito, che Bill decise di scendere un po' in mezzo alla gente, tanto per divertirsi un altro po', e anche per cercare Occhi Verdi. La notte era appena cominciata e lo spettacolo non era ancora finito
.

 

 
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Blackie_