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Autore: Blackie_    20/11/2011    1 recensioni
Bill Kaulitz è il famoso cantante dell'altrettanto famosa band tedesca Tokio Hotel... Ma nessuno sa che il ragazzo vive una doppia vita: un lavoro in un locale notturno berlinese, uno sporco gioco di piacere, peccato e lussuria.
L'incontro con Ville, affascinante finlandese dai magnetici occhi verdi, finirà per segnarlo nel profondo. Perchè non puoi giocare con ciò che non riesci a dominare.
"-Adesso facciamo un bel gioco, e ti assicuro che giocherò pesante angelo mio- Bill sentì quelle parole tatuarsi a fondo nella propria mente, esattamente nel tono in cui le aveva appena pronunciate l'uomo
-Ma a te piace giocare, non è vero?-"
Genere: Angst, Erotico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: HIM, Tokio Hotel
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 2: Ville Valo

Si era appena cambiato, aveva riposto il costume di scena e indossato un paio di anfibi, decisamente più comodi dei tacchi alti e un giubbotto con pelo nero sulla tuta di pelle che ancora gli copriva le braccia e l'addome, i suoi capelli, ora privi del copricapo piumato, erano color biondo cenere e appena un po' spettinati; non aveva ancora rimosso il complesso trucco dal suo viso.
-Hey, bellezza- Fece una voce alle sue spalle, poi un paio di mani lo avvolsero prepotentemente per i fianchi, facendolo aderire ad un corpo più possente
-Sera!- Disse voltandosi e inarcando il sopracciglio, studiando colui che avrebbe appagato per quella serata.
Quasi rimase male notando che non si trattava dell'uomo dagli occhi verdi, bensì di un altro tedesco dai capelli biondi tirati all'indietro dal gel e un aria piuttosto sbronza
-Posso offrirti qualche cosa?- Gli disse, sedendosi e trascinando a forza Bill sulle proprie ginocchia
-Dipende… dovrei ripagarti poi?- Chiese ridacchiando, l'uomo sorrise
-Che altro credevi dolcezza mia?- Bill rise più forte e accettò di buon grado l'alcolico offerto dall'uomo e il conseguente lavoro di bocca che dovette fargli.
L'uomo lo fece inginocchiare lì davanti, slacciandosi la patta dei pantaloni senza nemmeno trascinarselo in bagno, ma tanto erano su di un divanetto nell'angolo, e comunque lì la gente non faceva molto caso a certe cose. Lo inglobò tra le labbra fino alla radice, cominciando a succhiare inizialmente piano per poi accelerare il ritmo, certe cose andavano fatte per bene.
L'uomo venne piuttosto velocemente fra le labbra di Bill ,il quale fu tentato di sputare il liquido amaro, ma l'uomo lo afferrò per i capelli e gli intimò:
-Ingoia puttana!- E a Bill veniva quasi da ridere. Credeva di offenderlo? Di dimostrare una sorta di superiorità? Invece il ragazzo lo trovava divertente e basta. Era uno sporco gioco, e se le regole erano quelle, perché no, gli piaceva ancora di più. Ingoiò il tutto e sorrise malizioso passandosi la lingua sui denti, rifiutando pure una generosa mancia dall'uomo. Come detto prima, non era un lavoro il suo, ma un puro gioco di piacere.
E poi in quel momento aveva altro a cui pensare, era riuscito ad individuare Occhi Verdi seduto al bancone, lo stava fissando ancora, con un sorriso piuttosto eloquente sulle labbra, Bill non aspettava altro. Si mosse sensualmente fino allo sgabello accanto a lui, ordinando un cocktail, solo quel punto l'uomo si decise a parlargli:
-Bello lo spettacolo- Disse, parlava inglese, ciò significava che doveva essere per forza uno straniero. Bill sorrise
-è il mio numero migliore, non c'è che dire- Rispose sorseggiando il suo drink
-In realtà intendevo il pompino…-
-Di che credevi che parlassi?- Bill sorrise, notando l'espressione dell'uomo. Credeva di poter giocare con un debole? Oh no, Bill aveva la risposta pronta a tutto, e solo e soltanto lui decideva se, quando e da chi lasciarsi trattare male. Approfittò del momento di pausa per squadrare meglio l'uomo: aveva un fisico robusto con delle belle braccia muscolose, una di esse era percorsa per intero da un tatuaggio che raffigurava uno strano motivo, forse una fusione fra onde e foglie. Era vestito in modo semplice, una canotta nera, jeans nemmeno troppo stretti ed un cappello che copriva i suoi capelli nerissimi. Unico vezzo, il trucco nero pesante che contornava quegli occhi verdi e magnetici, donandogli un'aria macabra, ma incredibilmente affascinante.
-Mi piaci, hai sempre la risposta pronta- Bill sorrise sornione
-Avevo notato di interessarti sai?-
-Come io avevo notato di interessare a te- E questa volta fu il biondo ad ammutolire.
Si assomigliavano in modo impressionante quei due, e ancora nemmeno lo sapevano.
Si erano da poco seduti su uno dei divani e l'uomo gli stava raccontando alcuni particolari di sé, senza troppo imbarazzo, mentre Bill gli massaggiava piano la schiena. Gli aveva detto di essere finlandese, e di cantare in una band metal piuttosto famosa nel loro paese, gli HIM
-Non vi conosco, mi spiace- Disse Bill, iniziando a grattare piano il bel collo dell'uomo
-Non c'è problema…- Gli disse -Comunque mi chiamo Ville, Ville Valo-
-Sembra un gioco di parole- Disse Bill, strappandogli un sorriso, poi il moro si voltò verso il ragazzo e cominciò a pizzicargli piano la coscia, accarezzandogli la gamba per intero e risalendo poi verso l'inguine. Bill buttò la testa all'indietro e dischiuse appena le labbra, rilassato. Ville approfittò di quel momento per posare la propria bocca su quella del biondo, esplorando il suo palato che sapeva ancora di alcool e giocando con il piercing sulla lingua del ragazzo. Bill lo accettò di buon grado, ma appena pochi istanti dopo Ville si staccò
-Vuoi andare nel privé?- Gli chiese Bill, avendo già intuito il proseguimento della nottata, ma Ville scosse la testa:
-Ti porto in un posto migliore, vuoi seguirmi?-
E Bill lo seguì. Forse non fu una mossa tanto intelligente, poteva essere chiunque quell'uomo, e data la sua stazza, se avesse cercato di fargli del male Bill non ne sarebbe uscito certo bene.
Ma quello era il suo gioco, ed il rischio era una delle parti migliori.
Salì in macchina con lui, lasciandosi portare chissà dove. Appena furono partiti Ville gli fece una richiesta, anzi, quasi un ordine
-Toccati!-
Il ragazzo si irrigidì appena per la strana richiesta, ma acconsentì, e cominciò a masturbarsi, immaginando il proseguimento della serata con Ville. Non ci volle molto prima che sentisse anche la mano dell'uomo intrufolarsi nelle sue mutande, mentre con l'altra teneva il volante
-Non ti sento piccolo, andiamo, non ti trattenere- Disse ridendo, e Bill non lo fece, i suoi sospiri aumentavano di ritmo, fino a diventare quasi dei pesanti rantoli, ad ogni sapiente movimento della mano di lui, e si sentiva sempre più vicino all'orgasmo. Ma non voleva venire, non subito almeno, però Ville era talmente bravo che temette di on riuscire nel suo proposito, finché, fortunatamente l'auto non si fermò davanti ad un albergo.
Ville scese e gli aprì lo sportello, Bill tentò di ricomporsi alla meglio, ma non era una cosa tanto facile, non se davanti a lui si trovavano un paio di occhi verdi che racchiudevano tante promesse.

 
  
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