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Autore: Ariel Bliss Russo    09/11/2011    2 recensioni
Lei è Kailey, ha diciassette anni, e ha due vite.
Una vita noiosa e piena di progetti delineati dalla routine dei suoi giorni, dove però anche la fantasia ha il suo spazio.
E un'altra, sconosciuta, ancora da scoprire...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Make a wish..

E pensare che fu solo un attimo, quell'attimo in cui la sua vita sarebbe irrimediabilmente cambiata..


*Sogni e preparativi*

-Questa notte ci saranno le stelle cadenti!-
Kailey non riusciva a capire perché le sue amiche fossero tanto entusiaste di quell’evento. Come fenomeno potevi osservarlo per gran parte di agosto e settembre, avendo però molta fortuna nel beccare il giusto angolo di cielo e tanta pazienza quanto bastava da permetterti di tenere il naso all’insù un’intera notte senza annoiarti o peggio, addormentarti.
Non che per lei fosse così monotono, anzi: c’era qualcosa di attraente, persino magico nell’osservare il cielo di notte, quell’immensa distesa di blu-nero che avvolge silenziosamente l’intero pianeta, decorata da piccoli faretti luminosi che talvolta si accendevano a intermittenza, e quando si vedevano le luci di un aereo lei pensava sempre a quell’insieme tetro e luminoso come a dei porti, dove le navi raggiungevano la loro meta grazie ai fari che segnalavano la giusta rotta da prendere, talvolta rimanevano fisse, così da realizzare intricate figure scoperte da popolazioni antiche, e, pensò Kailey, tutto ciò non poteva che destare la sua curiosità. L’idea, poi, che una di quelle lucine potesse cadere era abbastanza strana, vista così, eppure in tutto quel gran da fare che si dava il cosmo, la gente ne traeva vantaggio godendosi uno spettacolo meraviglioso come pochi.
Le stelle, o meglio l’astronomia in generale, aveva sempre affascinato Kailey, sin da quando era bambina. Probabilmente il merito andava tutto a suo padre, che le aveva raccontato tante volte dei tempi passati in cui regni antichi come quello Egizio avevano studiato il fascino del cielo e le storie delle costellazioni, costruendo piramidi che seguivano lo schema delle figure celesti e suscitando per questo l’interesse di moltissime persone che ancora oggi tentavano di districarne i misteri. E poi le piaceva di per sé prendere un materassino, sdraiarsi nel suo terrazzino in piena estate e guardare lì, in alto, alla ricerca delle immagini che aveva imparato a riconoscere nel corso degli anni.
Il suo nome pronunciato ad alta voce la riportò alla realtà, interrompendo le sue riflessioni.
-Terra chiama Kailey. Ci sei? – chiese Nikki. Sentì distrattamente le risatine delle altre ragazze, ormai abituate a vedere la loro amica con la testa fra le nuvole. Fece un sorriso di scuse e cercò di concentrarsi sulla discussione. Avevano parlato di stelle cadenti, poi l’udito le si era bloccato e la mente aveva cominciato a rimbalzare fra un pensiero e l’altro, come sempre, portandola lontano dal luogo in cui si trovavo il suo corpo. Erano tutte e quattro a casa di Stacy, in una villetta a tre piani molto graziosa che Kailey conosceva come le sue tasche, tante di quelle volte c’era stata. In quel momento le due ragazze, insieme a Nikki e Violet, erano sedute a gambe incrociate sul letto di Stacy, con la porta chiusa e la radio che canticchiava in sottofondo una canzone dei Coldplay.
-Dato che sono assolutamente certa che tu non abbia sentito una sola parola del mio favoloso discorso, spero che il rimorso corroda la tua coscienza per molto tempo- scherzò questa con fare teatrale, -anche se nella mia infinita bontà ti riassumerò la questione…-
-Non hai detto nulla di tanto eclatante- prese parola Violet, guardandola di traverso, e mentre Stacy metteva il broncio, la ragazza si girò per scoccare a Kailey un sorriso divertito. –Abbiamo deciso di guardare le stelle cadenti stasera, dato che questa sarà la notte di San Lorenzo..-iniziò.
-La notte dei desideri!- esclamò Nikki facendo ridere tutte, persino Violet che, pur lanciandole un occhiataccia, si lasciò scappare un risolino allegro.
-.. e Nikki aveva proposto di invitare anche i ragazzi, dato che i genitori di Stacy le hanno lasciato via libera per la settimana- riprese.
-A patto che non resti nessuno a dormire qui, tranne noi ovviamente- esordì Nikki, interrompendo di nuovo Violet, che stavolta prese un cuscino e si abbatté contro l’amica. Mentre le due erano impegnate in quella lotta per la sopravvivenza, Stacy si gettò all’indietro di peso con un braccio sugli occhi socchiusi e il materasso produsse un rumore sordo. Kailey si chiese se stesse ancora pensando alla rottura con Jim. Erano rimasti insieme sei mesi, e quando Stacy scoprì che lui la stava tradendo con niente meno che Rosy Owen, la più zoccola della scuola, gli aveva mollato uno schiaffo in mensa, davanti a tutta la scuola, intimandogli di stare alla larga da lei e non farsi più sentire. Ricordò che lei e le altre l’avevano seguita in bagno, guardando Jim col fuoco negli occhi, per consolare l’amica in lacrime. Certo, ormai erano passate alcune settimane da quel fatto, ma sospettava che ancora Stacy ci pensasse, qualche volta. E non perché amava Jim e lui le aveva spezzato il cuore –non che non fosse vero, ci teneva davvero a lui, molte volte scherzando avevano fantasticato sul loro matrimonio e su come le altre tre, in quanto damigelle, si sarebbero vestite-, o forse quella era la cosa minore. Kailey conosceva bene Stacy, sapeva perché era rimasta settimane senza parlarne, mangiando a mala pena, e non era certo perché quel verme l’aveva ferita. No, ciò che aveva scatenato in lei quel comportamento era legato a qualcos’altro, qualcosa di cui le ragazze parlavano di rado, per fare in modo che Stacy dimenticasse una volta per tutte quel mese d’inferno, in cui Volet, Nikki e Kailey avevano temuto che l’amica non si sarebbe più ripresa.
Stacy era stata davvero innamorata, una volta, e anche le altre pensavano che Gray fosse il ragazzo perfetto per lei. Si intendevano a meraviglia, quando i loro sguardi si incrociavano non c’era altro che amore e rispetto e gioia. Avevano tutte e quattro quasi quindici anni, all’epoca, e innamorarsi a quell’età sembrava qualcosa di magico. Dopo un anno e qualche mese che la loro relazione andava avanti, stabilendo così il record della “durata di un rapporto di coppia” all’interno del loro gruppo e diventando fonte di invidia e sospiri per tutti i cuori romantici che li osservavano da lontano, accadde la tragedia. Uno stupido, stupidissimo incidente col motorino era bastato a rovinare la vita di tutti e nessuna di loro sapeva se Stacy sarebbe riuscita a riprendersi da un avvenimento simile.
Invece l’aveva fatto. C’era voluto del tempo, certo, ma c’era riuscita. A distanza di un anno aveva trovato Jim, eppure nulla lasciava intendere che sarebbe stato un rapporto tanto bello e profondo come quello con Gray. E infatti..
Il punto era che la paura più grande di Stacy –lei stessa l’aveva confessato a Kailey, dopo aver lasciato Jim- era quella di avere qualcosa che non andava, che in qualche modo ci fosse un motivo che le impediva di essere felice, che lei stessa fosse quel motivo. Kailey aveva capito che erano quelli i pensieri dell’amica, si conoscevano da quando erano in prima elementare ed erano sempre riuscite a leggersi negli occhi qualunque cosa, ogni piccola emozione che risiedeva nell’animo dell’altra. Lì, sedute su quel letto, avevano fatto tanti di quei discorsi, dai più innocenti sui cartoni animati e i compiti, ai più seri, come il futuro, i rapporti con i ragazzi.
Per un momento Kailey rimase in silenzio, e ne approfittò per guardarsi intorno, come faceva sempre. Il verde chiaro della parete rifletteva quello delicato dei mobili che sembravano usciti da una fiaba, con disegni intricati e particolari agli angoli e sugli spigoli, dal letto, l’armadio e il mobile con il televisore e i libri di scuola, all’imponente armadio a muro e al mobiletto accanto con una vetrina al cui interno vi erano delle bambole ben sistemate. Per quel motivo a Kailey sembrava che Stacy fosse una principessa ribelle chiusa nel suo castello, dove faceva finta di sentirsi a suo agio, pur essendo totalmente estranea a quel luogo. Eppure c’erano sue fotografie sui muri, che la ritraevano da piccola mentre compieva i primi passi o a danza con il tutù rosa e le scarpette di una tonalità più pallida, o ancora qualche attestato delle elementari sparso qua e là che sembrava raccontare la sua storia.
Cercò di dire qualcosa all’amica, mentre Violet e Nikki si riavvicinavano dando come esito della battaglia uno zero a zero, ed evitando di sembrare appena tornata da un altro viaggio nel suo mondo personale, disse la prima cosa che le veniva in mente.
-E allora? Chi avete intenzione di invitare?-.
Stacy si rianimò di colpo dal suo dormiveglia e Violet inarcò un sopracciglio.
-Proprio tu lo chiedi? Non chiami Josh?- chiese Nikki con una punta di stupore e malizia nella voce.
Josh, pensò Kailey, il mio ragazzo.
Ecco, quello era un punto che aveva ripreso un sacco di volte con le amiche. Le cose erano un po’ più complicate di così. C’erano stati momenti in cui lei e Josh passavano parecchio tempo insieme, e di certo con erano mancati i baci e le strusciate alle feste. Però non stavano davvero insieme in quel senso. Insomma, c’era una sorta di attrazione fra di loro, forse più sentita da parte sua che da Kailey, ma non era una relazione destinata a durare. Non era nemmeno sicura che fossero ufficialmente una coppia, per la miseria! Anzi, aveva un margine di convinzione del 90% che non lo fossero mai stati. Sbuffò e guardò male le amiche.
-Non lo so..- disse infine, con una smorfia.
-Eddai! Non ti piace più? Cavolo, il vostro è il tira e molla più lungo della storia! Da quant’è andate avanti così? Un anno? Di più?- il tono severo di Stacy la fece ridere, come se Kailey fosse sotto interrogazione e avesse dato una risposta sbagliata, meritandosi quella ramanzina. Le altre rimasero a fissarla, in attesa di chissà quale rivelazione, così sbuffò di nuovo e spiegò per l’ennesima volta come stavano le cose.
-Ve l’avrò detto mille volte! Non sono innamorata di Josh o che so io. C’è stato qualche.. mmh.. gesto esageratamente affettuoso..-
-Molto esageratamente, ogni volta dovevo urlarvi di trovarvi una camera!- esordì Nikki puntandomi un dito contro.
-Ehi! Non è vero!- ribatté la diretta interessata, prendendo alla cieca un cuscino e lanciandolo contro la ragazza. Nikki ne aveva ancora uno in mano per la precedente battaglia contro Violet, perciò lo alzò a mo’ di scudo e parò l’attacco di Kailey. Quando capì che non ne avrebbe ricevuto un altro, spostò il cuscino dal viso e scostò un ciuffo castano dalla fronte.
-Ok, ma che vi siete alleate tutte e tre contro di me oggi? Dobbiamo per forza fare un cuscino party?-
-Non vinceresti, mia cara- Violet le scoccò un’occhiata divertita, piegando gli angoli della bocca in un sorriso diabolico.
-Perché, ovviamente, vincerei io!- si intromise Stacy con la sua solita modestia, gettandosi le lunghe onde bionde dietro le spalle.
-Fra le tre litiganti la quarta gode!- disse Kailey e mentre Violet la rimproverava per aver sbagliato il proverbio, con un balzo scese dal letto, iniziando a dare cuscinate a destra e a manca. Gli strilli divertiti delle ragazze riempirono la stanza e in un batter d’occhio si ritrovarono tutte armate a girarsi intorno sbattendo contro i mobili e facendo cadere libri e bambole dai ripiani.
Mezz’ora dopo, stremata, Kailey sussurrò un “pausa” fra un respiro e l’altro e in quattro si afflosciarono sul piumone steso a terra come burattini a cui avevano tagliato i fili.
-Ho.. vinto.. io- ansimò Violet, col cuscino stretto fra le braccia.
-Scordatelo!- esclamò a fatica Kailey, dando un pizzicotto all’amica, che protestò debolmente.
-Approfittatrice- le disse.
-Bugiarda!- con uno sbuffò esagerato, Kailey si mise seduta per guardare l’orologio attaccato in alto, sulla parete di fronte.
-Ehi?- disse con un cenno alle ragazze, che si misero subito sedute come lei. -Sono le sette e venti. Ho fame. Volete chiamare i ragazzi e ceniamo o ceniamo da sole e.. li chiamiamo dopo?-
Nikki e Violet parlarono contemporaneamente.
-Uhm.. chiamiamoli ora!-esclamò la prima, mentre l’altra disse: -Naah, dopo cena!-. I loro sguardi si incrociarono e scoppiarono a ridere. Nikki afferrò il cellulare, mentre io e Stacy rimettevamo a posto il trambusto che si era creato durante la lotta coi cuscini.
-Pronto? Stef sono Nikki!- esclamò questa sorridendo involontariamente. Lei e Stefan stavano insieme da nove mesi ormai, sembravano una coppia di sposini tanto erano teneri.
-Vi va di cenare con noi stasera?.. Con chi sei?.. Oh, aspetta un attimo!- Nikki coprì il telefono con una mano e guardò verso di noi, anzi, verso di me.
-Kai, Josh è con Stefan e Derek. Mi sa che deve venire anche lui- mi disse con un sorriso di scuse. Sempre la solita sfortuna pensò lei, facendo ciondolare la testa. Diede come risposta una scrollata di spalle e Nikki tornò al telefono.
-Ok, ci vediamo fra poco!- chiuse la telefonata e gettò l’apparecchio sul letto. Poi si girò verso l’amica.
-Non avevo la minima idea che quei tre uscissero insieme ora!- esclamò sorpresa.
-Già, chi lo avrebbe mai detto?- Stacy ripiegò una delle sue gonne, che probabilmente stava sulla sedia prima che di cadere a terra, e si sedette a gambe incrociate sul letto.
-Magari lo fa perché vuole conquistarti! Stando con i nostri ragazzi, certo, ma è pur sempre un minimo di teoria- disse Violet, riflettendo.
Kailey sospirò. -Non importa. Prepariamoci, saranno qui a momenti-.

Angolo autrice:
Salve! Eh si, sono tornata.
Sono insopportabile, lo so, ma avendo lasciato una storia a metà -che non so se riprenderò, non ancora per lo meno- sono stata costretta a cominciarne un'altra. L'idea, la forma, la storia, i personaggi di Make a wish sono nati da soli, nella mia testa, senza che io potessi farci alcunchè. Occupavano i miei pensieri il giorno, mi tenevano sveglia la notte, e mi son detta: -Beh, diamogli una possibilità..- e così, eccoli qui.
Ci metterò tutta me stessa, e spero che ciò che racconterò qui possa in qualche modo essere speciale, per chiunque leggerà.
Sono vicende che rispecchiano un pò quello che vorrei fosse l'andamento della mia vita, al posto di questa semplice routine.
Oso sperare.
Oso sognare.
E davvero così buffo?
Eppure oso, perchè nella vita non sai mai quanto tempo hai per osare, quindi lo faccio ora.
E poi, è successo tutto molto infretta.
Non sapevo di star scrivendo di Kailey finchè non l'ho fatto.
Un bacio,
Bliss.

   
 
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