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Autore: Aicchi    09/11/2011    7 recensioni
Una giovane ragazza italiana a Seoul, grazie all'Erasmus, rifiuterà l'occasione di partecipare a festini e party scatenati nel campus universitario frequentato da altri ragazzi stranieri...questo la porterà ad affittare un appartamento in un palazzo...bè, alquanto splendente :3
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Facciamo finta per un momento che a Incheon il mare sia vicinissimo e che si possa andare in spiaggia molto easy xD Come sempre mi scuso per il ritardo pazzesco ç_ç detto questo spero vi piaccia la mia schifezzuola (ahahha ok non la offendo più la mia opera! xD) e buona lettura! ^^
 
Capitolo 23:  Wanna play?

 
“Ehi Giulia, tocca a te! Cos’hai? Hai la testa fra le nuvole!” intervenne all’improvviso Taemin osservando lo sguardo perso della ragazza e dandole leggere gomitate per svegliarla.
Erano tutti in casa della vicina a giocare a carte, e questa ancora era preoccupata del viaggio con la facoltà.
“No niente…è che…” indugiò Giulia. “Devo…devo partire per due giorni a Incheon con i ragazzi dell’Erasmus.” rispose svogliata.
“Vai a casa mia!” esclamò contento Minho. La ragazza gli rivolse un sorriso di comprensione, sebbene fosse ancora angosciata.
“Ah sì?? E quando l’hai saputo?” chiese negativamente sorpreso Jonghyun.
“In tarda mattinata, ho incontrato un amico dell’università e mi ha riferito la notizia…quando sono tornata a casa sono andata a controllare sulla mia posta elettronica e in effetti c’era l’e-mail della facoltà che mi avvertiva del viaggio”.
“E quando partiresti?” chiese curioso Onew.
“Dovrei partire questo lunedì…per fortuna passiamo una sola notte in albergo e poi in serata torniamo qua a Seoul”
“Vabbè è solo un’ora e mezzo di viaggio, ritornerai presto da noi” la consolò Key mettendole una mano sulla spalla.
Minho confermò e Giulia annuì. I ragazzi continuarono a giocare a carte, ma a Jonghyun non convinceva molto la reazione esageratamente depressa della ragazza. Le dava così fastidio partire per due giorni a Incheon? Cos’è che la rendeva così triste?
Quando rimasero soli, accoccolati sul letto di lei, il cantante dette sfogo alla sua curiosità.
“Cosa c’è che non ti convince di questo viaggio?” chiese d’un tratto.
La ragazza non si aspettò quella domanda e prese un po’ di tempo prima di rispondergli. Cosa avrebbe dovuto dire? Avrebbe dovuto confessare che il suo amico Pablo non la convinceva affatto e che passare due giorni a stretto contatto con lui la preoccupava? No che non avrebbe dovuto.
In fondo sarebbero stati in molti quei due giorni, avrebbe fatto in modo di rimanere sempre con le ragazze…
“Ehi, amore? Stai dormendo?”
“No, scusa, stavo pensando…in realtà, non ho molta voglia di andare via due giorni con loro…sto bene, qui con voi…con te.” Detto ciò si volse e baciò con amore il suo ragazzo.
“Vabbè ma mica scappiamo, sono solo pochi giorni, resisterai senza di me” sussurrò dolcemente Jong lasciando un piccolo bacio sul naso di Giulia. Lei sorrise e si addormentò poco dopo.
I giorni passarono e arrivò il fatidico lunedì.
Giulia era pronta per la partenza, si preparò una borsa leggera e si fece coraggio. Si diresse a piedi verso l’Università e vide nel cortile un sacco di persone ad aspettare.
Nel mentre si avvicinava al gruppo, questo esultò all’improvviso.
“Ehi buongiorno! Che succede?” chiese fingendosi estremamente interessata.
“Buongiorno Giulia! Abbiamo convinto i prof a portarci in spiaggia quando saremo a Incheon, anche se solo per un’oretta!” esultò Claire, una ragazza inglese molto carina e dall’aria dolce.
“Giuliaaaaa! Ciao! Perché non sei venuta alla mia festa? Io non sapevo come invitarti, non avevo il tuo numero e non so dove abiti! Mi avrebbe fatto piacere! Mi hai pure preparato la tortaaaa!” si intromise la bella Brittany dai capelli corvini sparando parole come una mitraglietta.
“Mi spiace, Brit! Consideralo il mio regalo di compleanno!” si scusò l’italiana. “Ma ritornando al discorso di prima….spiaggia???” chiese incredula.
“Siiiiiii!! Li abbiamo convinti! A patto che stessimo bravi e buoni per tutto il viaggio!” rispose elettrizzata Claire.
“Ma ma ma, ma io non ho il costume…!”
“Te ne prestiamo noi uno! Dai, non farti pregare!!”
“E voi ce lo avete tutte dietro??” chiese sorpresa Giulia, le ragazze intorno a lei annuirono eccitate.
Insomma, l’unica impreparata era lei, in fondo era la sola a vivere per conto proprio, lontano dalla vita universitaria…quasi quasi le avrebbe fatto piacere frequentare quelle ragazze, si sentiva sola molto spesso quando rimaneva a casa il giorno.
“Buongiooorno, estrella!” salutò imitando un inchino solenne il giovane Pablo, rompendo il cerchio delle studentesse che si era creato intorno a Giulia.
“Bonjour, mademoiselle” lo seguì l’amico Pierre.
 Appena vide quella sotto specie di sorcetto, il corpo della ragazza fu percosso da un brivido di orrore. Meno male non se ne accorse nessuno. Salutò con la mano i due arrivati e quando furono tutti presenti si avviarono in pullman alla stazione.
Durante il breve tragitto in bus, uno dei professori accompagnatori si alzò in piedi e, dopo aver richiamato l’attenzione degli studenti, avvisò “Allora ragazzi, questa non è una vacanza ma un viaggio d’istruzione. Anche se breve possiamo imparare molto in due giorni. Vi abbiamo concesso un’ora di svago in spiaggia e un’altra ora a giro per le strade di Incheon, il quando lo stabiliremo più avanti. Adesso vi elencherò il numero delle stanze d’albergo con i rispettivi nomi, abbiamo mantenuto la stessa disposizione delle vostre camere in dormitorio, quindi con voi ci sarà sicuramente il vostro compagno di stanza insieme ad un’altra coppia, sarete quindi in 4 per camera. Tutto chiaro? Ah, dimenticavo, Giulia, giusto?” chiese il professore rivolto alla ragazza di fronte a sé, quella assentì. “Claire e Brittany mi hanno chiesto di metterti in camera con loro, sei d’accordo?”
L’italiana fu ben lieta di dividere la stanza con loro due e le ringraziò molto.
Una volta saliti sul treno per Incheon le ragazze cominciarono a chiacchierare del più e del meno…
“Aaaw ma Pablo è troppo carino” esordì all’improvviso Brittany, fissando lo spagnolo da lontano, poi si rivolse allusiva a Giulia “Tu sembra ci sia molto amica, nonostante non frequenti il giro…”
“Cosa…cosa vuoi dire? Se credi che mi piaccia sei fuori strada!” rispose lei chiara e concisa.
“Davvero non ti piace?” chiese avvicinandosi con sguardo eccessivamente interrogativo.
“Si! Davvero! E’ tutto tuo!”
“Però sembra provare una particolare attrazione nei tuo confronti…ti lancia certe occhiate a volte…” commentò Claire.
Giulia fece una smorfia…sarà che la prima impressione che ebbe di lui non fu buona, ma proprio non le convinceva il suo comportamento quando era con lui…
“Ma allora forse c’è già qualche altro ragazzo nella tua vita?” chiese curiosa Brittany appoggiando pollice e indice sul mento, da perfetta detective.
Giulia sgranò gli occhi e rimase muta. Un dolce sorriso le apparve sul volto al pensiero del suo Jonghyun…
“AAAAHH!! Lo sapevamo!! E chi-è-chi-è-chi-è??” urlarono in coro le due amiche, attirando l’attenzione del resto del vagone. Giulia, rossa in viso, fece loro cenno di fare piano mentre lanciava sguardi intorno a sé, incrociando quello di Pablo interessato alla loro animata conversazione.
“Nessuno che voi conosciate!” le zittì ridendo e fece concludere lì il terzo grado. Senza nemmeno rendersene conto arrivarono subito a Incheon. A piedi dalla stazione raggiunsero facilmente l’albergo in cui avrebbero alloggiato per una notte. Ricevettero le chiavi delle camere e corsero subito nelle stanze, per buttarsi come delle stupide sui letti morbidi e lasciare sul pavimento i borsoni.
“Giulia guarda qua, ti piace??” chiese Claire prima di buttare un bikini sulle lenzuola della compagna.
Era molto carino, nero a tinta unita, con i lacci ai fianchi per il sotto e a fascia il sopra.
“Oooh…il pezzo sotto penso potrebbe andare bene, forse dovrei allargarlo solo un pochino, ma…il sopra non posso proprio indossarlo, mi spiace!” rise l’italiana. Purtroppo le misure del seno non si avvicinavano molto a quelle di Giulia, mentre invece per quello poteva aiutarla Brittany che, sebbene avesse una misura in meno, poteva aiutarla più dell’inglese. Da Brit ricevette un reggiseno rosa a triangolo e che si allacciasse sul collo.
“Vi ringrazio tanto, mi sdebiterò in qualche modo!” ringraziò di cuore la ragazza.
Una volta sistemati i pochi bagagli e preparate le borse per uscire, le ragazze uscirono e contemporaneamente  Pierre, Pablo e altri due ragazzi che Giulia non conosceva vennero fuori dalla porta accanto. Già, le loro camere erano addirittura adiacenti.
“Pronte, bellezze?” chiese un ragazzo pallido, alto e biondo dal forte accento londinese. Pure quello riteneva estremamente irritante Giulia, dopo l’accento francese.
“Comunque piacere, William” si presentò quello.
“Ci sono anch’io! Piacere, mi chiamo Sid Ahmed, sono algerino” fece l’altro sorridente dalla pelle olivastra.
Giulia si presentò e strinse loro la mano.
Il gruppo si incontrò nella sala di ritrovo dell’albergo e quando ci furono tutti partirono per la volta del museo dedicato allo sbarco ad Incheon da parte degli americani durante la Guerra di Corea.
Fu una cosa molto interessante, catturò l’attenzione di tutti, alla fine erano studenti universitari e il loro compito là in Corea era quello di studiare e imparare.
Il giro turistico durò molto, per questo una volta concluso i professori, come promesso, accompagnarono la classe in spiaggia!
Non fecero in tempo a raggiungere la sabbia che già si spogliarono tutti, abbandonando da una parte borse e vestiti per buttarsi subito in acqua.
Giulia li seguì e, appena ne ebbero l’occasione, i ragazzi cominciarono a prendere le ragazze per le gambe e buttarle come sacchi di patate in mezzo al mare!
Come previsto Pablo si avvicinò minaccioso a Giulia, che cercò di nuotare via, ma ovviamente lo spagnolo la raggiunse e la prese. Rideva come se fosse la cosa più divertente del mondo, una volta fermata la guardò mentre si divincolava per sfuggirgli, ma anche lei sembrava divertirsi. L’avvicinò a sé, l’abbracciò forte e riuscì a bloccarla tra il suo petto e le braccia. Alla ragazza cominciò a spezzarsi il fiato, si lamentò animatamente quando Pablo cominciò a curvarsi sul suo volto. Alla fine però l’alzò e la buttò in mare.
“Bene, contento?? Adesso basta!” esclamò lei con tono autoritario, ma lui la prendeva sullo scherzo. Lo vide allontanarsi e dirigersi verso i suoi compagni di stanza. Bisbigliò loro qualcosa che fece annuire e ridere i ragazzi, prima di voltarsi e lanciare uno sguardo malizioso alla ragazza.
  
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