L’amore
di una guerriera
Introduzione:
Questa
storia può
essere considerata uno spin-off de “La radura”.
Rispetto a quest’ultima è
cronologicamente collocata prima. E’ incentrata su
Sesshomaru, che non ha
bisogno di presentazioni, e Minori, una kitsune creata nel giro di
pochi
secondi dalla mia mente contorta e inserita a partire dal decimo
capitolo della
storia fra Inu no Taisho e Izayoi. Nonostante ciò, non
è necessario leggere l’altro
racconto per comprendere questo, in quanto Minori è un
personaggio in un certo
modo esterno a “La radura”. Ho voluto scrivere
questo primo capitolo perché,
oltre ad essere un personaggio che io stessa gradisco molto, la
sensuale
kitsune è piaciuta anche ai lettori che mi hanno dato la
loro opinione. Vi
dirò, sono anche molto orgogliosa del nome che le ho dato,
in quanto “minori”
significa “sincerità”, e ho trovato
molto carina la contrapposizione fra il
nome e la reale natura della ragazza, cioè quella di volpe
ingannatrice. Spero
quindi che il primo capitolo vi piaccia, in modo da scriverne altri.
Sono nelle
vostre mani. Buona lettura! ^^ Kitsune
Una
giornata niente male
“Minori!
Sei pronta? Avanti, le selezioni cominceranno e
intanto tu sarai ancora qui a poltrire!”
La voce
femminile giunse dalla veranda del palazzo, chiara e
densa d’irritazione. Ma Minori conosceva troppo bene sua
sorella maggiore.
Certo, era molto altera e piuttosto irritabile, ma in fondo era una
ragazza
affabile e incline alla gentilezza. Un tratto davvero strano per una
demone di
solito tanto fiera.
“Sì,
arrivo Miyuki!” urlò di rimando la più
piccola. Si legò
i morbidi capelli rossi in una coda frettolosa e raggiunse la sorella
maggiore.
“Sei proprio insopportabile, lascia almeno che finisca di
prepararmi!”
Miyuki sorrise
dolcemente. “Certo, così facciamo calare la
notte”.
Minori
incrociò le braccia, contrariata. “E comunque non
capisco perché non partecipi tu alle selezioni. A combattere
sei molto meglio
di me”.
In effetti, la
kitsune più giovane non aveva torto. Le due
demoni si somigliavano parecchio, perché erano comunque
sorelle di sangue, ma
al contempo erano profondamente diverse.
Minori aveva i
lineamenti morbidi e le curve sinuose. Il viso
gentile incorniciava gli occhi color smeraldo ereditati dal padre. A
coronare
la sensuale bellezza della kitsune si aggiungevano lunghi, mossi e
morbidi
capelli ramati. Questi ultimi erano un’eredità di
Chiharu, la loro madre, alla
quale Minori somigliava in modo sorprendente. Il fisico sinuoso e
aggraziato
della giovane demone però nascondeva un carattere focoso e
ribelle che la
rendeva una rivale estremamente temibile in combattimento. Insomma,
Minori era
un classico caso di quanto le apparenze possano ingannare.
Miyuki era
leggermente più alta della sorella minore. Anche
lei aveva ereditato gli occhi verdi del padre Hideo, ma somigliava
molto di più
al genitore rispetto a Minori: aveva un fisico snello e slanciato, che
la
rendeva molto agile e veloce. Alla femminilità prorompente
della sorellina,
Miyuki contrapponeva dei lineamenti fieri e affilati, degni di una
grande
guerriera. I lunghi capelli ramati, che in Minori assumevano una
tonalità più
vivace, erano molto più scuri, a causa
dell’eredità del padre, i cui capelli
erano di un intenso color ebano.
“Non
è vero, mia cara” disse allora Miyuki, mentre
sistemava
l’armatura argentea, aderente ai fianchi, alla sorella.
“Anche tu sei molto
forte. E comunque lo sai, io sono la primogenita, dovrei pensare a
mandare
avanti la stirpe”.
“Esatto,
dovresti”
ghignò Minori, “ma non lo fai”.
“Smettila
adesso” disse Miyuki a voce alta, ma rideva. “Dai,
è ora di andare. Nostro padre sarà già
sul posto”.
L’altra
sbuffò. “E va bene…” disse
sospirando. Quanta
agitazione, solo per accaparrarsi un posto nell’esercito
personale del
Principe!
***
Le due sorelle
giunsero nel luogo delle selezioni dopo circa
un’ora di corsa ininterrotta. Per essere una giornata
primaverile era piuttosto
calda: la rugiada mattutina era ormai scomparsa sotto il sole tiepido.
Le due si
presentarono al padre Hideo tutte trafelate, soprattutto Minori, che
cominciava
a provare ansia per l’imminente prova.
Ma Hideo non se
ne curò. Era a dir poco furioso.
“Si
può sapere perché siete così in
ritardo?! Dovevate essere
qui all’alba, e il sole è sorto da oltre due
ore!”
Entrambe le
demoni erano a capo chino. Non era saggio
contraddire il padre, quand’era così arrabbiato.
Ma Minori, certa di fare
colpo, alzò lo sguardo smeraldino e lo posò sul
viso di Hideo. “Perdonatemi,
padre. Non accadrà più, lo prometto!”
Il demone
incrociò le braccia, sostenendo lo sguardo
implorante della figlia. Dannazione, possibile che fosse nata con due
occhi
così…così…nulla da fare,
era tutta sua madre. Così alzò gli occhi al cielo.
“Muoviti
a prepararti. Dopo il prossimo combattimento
toccherà a te.”
Minori sorrise,
entusiasta, “Certo!”
E si diresse
verso la zona dei combattimenti mentre Miyuki,
nella sua ferrea compostezza, alzò lo sguardo sul padre.
“Ce la farà, secondo
voi?”
Lui sorrise,
sicuro di sé. “L’ho allenata
personalmente,
proprio come te. Si farà certamente notare”.
Anche lei
sorrise dolcemente. “Avete ragione. D’altronde,
è
la mia sorellina”.
Intanto Minori
decise di dare un’occhiata ravvicinata alla
battaglia. In realtà le regole erano estremamente semplici:
fra dieci guerrieri
scelti, uno sarebbe diventato un nuovo membro del personale esercito
del
Principe Sesshomaru. Questa opportunità si presentava ogni
dieci anni. Per
scegliere il guerriero in questione, i dieci partecipanti erano stati
suddivisi
in cinque incontri, durante i quali ogni guerriero avrebbe dovuto
dimostrare le
sue abilità per stupire il pubblico.
Il guaio era che
non si trattava di spettatori qualsiasi. A
Minori bastò alzare lo sguardo per capirlo. Poco lontano,
nove demoni
assistevano silenziosi alla lotta che in quel momento infuriava sul
campo di
battaglia. Riconobbe subito suo padre, all’estrema destra.
Evidentemente dopo
aver parlato con loro si era subito riunito agli altri generali. La
kitsune
scorse lo sguardo su tutti gli astanti, e con un brivido si
soffermò su quello
che doveva essere il sanguinario Ryukotsusei. Non l’aveva mai
visto da vicino,
non che ci tenesse particolarmente comunque. Quegli occhi iniettati di
sangue
mettevano terrore anche da quella distanza, e Minori si chiese come
facesse suo
padre a sopportare anche solo la presenza di quel demone tremendo.
La demone poi
spostò lo sguardo alla sinistra di Ryukotsusei.
Se da un lato quest’ultimo riempiva l’atmosfera di
un’aura malvagia
irrespirabile, dall’altro il demone accanto a lui emanava
potenza e regalità da
tutti i pori. Non poteva essere altri che Inu no Taisho, il Grande
Demone Cane,
signore incontrastato dell’Ovest a capo di tutti gli altri
Generali. Con
sguardo imperscrutabile, il grande daiyokai ora osservava il
combattimento, la
mano sinistra posata pigramente sul manico della leggendaria Tessaiga.
Poi,
all’improvviso, Minori notò il demone che si
trovava
all’immediata sinistra di Inu no Taisho.
Non aveva mai
visto il Principe prima di quel momento.
Somigliava moltissimo al Generale: aveva gli stessi occhi dorati e
profondi,
gli stessi capelli argentei. Ma Sesshomaru, a differenza del padre, li
portava
sciolti. Anche lui osservava il combattimento, ma non ne sembrava
particolarmente interessato, quasi emanasse un’aura di
superiorità.
“Non
riesci a staccargli gli occhi di dosso, eh?”
Minori fece un
sobbalzo. “Ah, sei tu, Miyuki…n-no!”
disse
all’improvviso, “non è come
sembra!”
La sorella
sorrise. “Certo, certo. Comunque non farti troppe
illusioni, ho sentito dire che il principino è peggio di un
pezzo di ghiaccio”.
“Davvero?”
“Esatto,
proprio come suo padre. Demoni come loro hanno
eserciti di donne ai loro piedi, ma sono talmente pieni di
sé che non se ne
curano. Secondo me è una battaglia persa”.
Minori
arrossì violentemente. “Ehi, ma io non ho mai
pensato
di provarci!”
Miyuki
incrociò le braccia, guardandola scettica. “Non
sei
mai stata brava a raccontare balle. Ora vai, è il tuo
turno”.
La sorella
minore si irrigidì. “Tocca già a
me?” disse,
lamentandosi. “Non mi sento pronta”.
L’altra
rise divertita. “Lo saresti se ti fossi svegliata in
tempo”.
“Non
sei divertente” ribatté Minori, seccata.
“Chi è il mio
avversario?”
“Non
so il suo nome, ma è il figlio del demone lupo Hisashi,
uno dei nove generali. Ti conviene muoverti, lui è
già sul campo di battaglia”.
***
Poco tempo dopo,
Minori e il giovane demone lupo si trovavano
l’una accanto all’altro, al cospetto dei nove
generali. La giovane kitsune
guardò a sinistra, verso suo padre. Ora anche lui sembrava
parecchio agitato, e
anche se cercava di nasconderlo agli altri non poteva certo ingannare
sua
figlia, che lo conosceva meglio di chiunque altro. Tutti gli altri
generali
sembravano impassibili, tranne Sesshomaru, che manteneva sempre
un’aria molto
annoiata. In effetti, a guardarlo meglio, sembrava tanto antipatico
quanto era
bello.
I pensieri della
kitsune vennero interrotti da Inu no Taisho,
che fece un passo avanti.
“Voi
siete i migliori fra i guerrieri scelti per questa
selezione. E’ inutile dire che ci aspettiamo molto da
entrambi, quindi non
siate timidi” aggiunse sorridendo altezzoso,
“fateci vedere di cosa siete
capaci”.
Detto questo,
con un cenno diede il via allo scontro. Il
demone lupo fece subito un balzo per allontanarsi dalla volpe, poi si
mise in
guardia.
Minori sorrise.
Sentì l’eccitazione invadere il suo corpo, al
solo pensiero di combattere. L’agitazione stava svanendo. Ci divertiremo, pensò, mentre
si voltava a guardare l’avversario.
“Come
ti chiami?” chiese la kitsune, continuando a sorridere.
Il lupo rimase
sorpreso da quella domanda, e arrossì
lievemente. Pareva indeciso se rispondere o no, ma alla fine si
rilassò. “Mi
chiamo Ichiro. Perché mi fai una domanda del genere
adesso?”
Minori
sbuffò. “Mi sembra giusto conoscere almeno il nome
del
mio avversario, soprattutto se è un tipo
affascinante”.
Il giovane
questa volta arrossì sul serio.
“A-affascinante?”
Si
incantò a guardare la sua avversaria, l’armatura
aderente
che aderiva perfetta ai fianchi morbidi e delicati, e nel fare
ciò abbassò la
guardia. Mossa sbagliata.
Minori gli fu
addosso in un lampo. Lo colpì al petto con una
ginocchiata, mozzandogli il respiro, poi lo mandò a terra
con un calcio bene
assestato. “Non dovresti mai dare troppa confidenza a una
kitsune” disse lei
sorridendo, “non lo sapevi?”
Arretrò,
mentre Ichiro si alzava. Ovviamente non poteva
andare al tappeto con così poco, così Minori lo
attaccò ancora, non appena si
fu rimesso in piedi. Ma questa volta il lupo era pronto: si
abbassò, schivando
l’avversaria. Con un movimento agile prese il braccio della
volpe e la sollevò,
mandandola a sbattere a terra. Ma lei era molto più veloce
di lui, anche se
meno forte. Così fu presto in piedi, pronta per il
contrattacco.
Il combattimento
durò alla pari per diverso tempo, e il sole
infine arrivò al suo culmine nel cielo azzurro.
I due guerrieri
si fronteggiavano ancora, stanchi ma
determinati. Entrambi avevano il fiatone, ma Minori sembrava
più provata di
Ichiro. Così lui sorrise. “Sei al limite eh? Non
temere, potrai presto tornare
fra le braccia del tuo caro papà”.
Lei
ringhiò di rimando. “Fatti avanti allora,
dannato”.
Ichiro non si
fece aspettare: con una velocità imprevista
assaltò la kitsune in un attacco diretto. Lei non si mosse e
venne colpita in
pieno, ricevendo un terribile taglio sul collo, molti calci e diversi
graffi.
Devo
resistere…! Non
posso mollare!
Infine
l’attacco cessò. Minori volò a terra,
inerte e supina,
sembrava quasi che non respirasse. Suo padre fece per andare da lei ma
una voce
improvvisa lo interruppe.
“Fermati
Hideo” disse Sesshomaru, che sorrise impercettibilmente,
“sarà interessante”.
Il demone volpe
lo guardò stupito. Perché il principe
sorrideva? Non era mai un buon segno di solito. Tuttavia non si mosse e
guardò
verso la figlia, che era ancora a terra.
Ichiro si
avvicinò lentamente, e osservò meglio la sua
avversaria. Sembrava proprio priva di sensi. Però doveva
darle il colpo
definitivo, che avrebbe decretato la sua vittoria. Così si
avvicinò ancora,
fino a incombere su di lei. Sorrise. “Alla fine, eri solo una
principessa
viziata. Ho vinto io”.
Successe in
pochi attimi. Gli occhi verdi si spalancarono,
trionfanti. “Ne sei proprio sicuro?”
Con un colpo di
reni Minori si sollevò da terra, e appena fu
in piedi colpì il lupo con un calcio, in pieno viso. Ichiro
cadde a terra. Non
fece un suono, e non si rialzò.
In pochi secondi
Miyuki raggiunse la sorella e la abbracciò.
“Sei stata bravissima! Ce l’hai fatta!”
Minori rise.
“Guarda che non so ancora se sarò scelta
io”.
L’altra
le diede una pacca sulla spalla. “Figurati! Lui era
il più forte tra i concorrenti…e poi guarda! Gli
hai rotto anche la mascella!”
La sorella
minore arrossì, sorpresa, mentre guardava due
demoni lupo portare via Ichiro dal campo di battaglia.
“Davvero?! Spero di non
avere esagerato!”
“Si
riprenderà. I lupi sono duri a morire”.
Questa frase,
proveniente da una voce profonda e sicura, fece
sobbalzare le due demoni. Miyuki si inchinò, rapidissima.
“Mio signore!”
Inu no Taisho
rise leggermente, divertito. “Rilassati,
Miyuki. Sono solo venuto a complimentarmi con tua sorella per
l’eccellente
combattimento”.
Minori divenne
se possibile ancora più rossa in viso.
“I-io?”
“Chi,
altrimenti? Tuo padre ha fatto un ottimo lavoro con te”
disse il daiyokai di rimando. “Ora vai a rilassarti, quando
Sesshomaru avrà
preso la sua decisione il guerriero scelto verrà
chiamato”.
“Sì,
signore!” disse la kitsune, pronta. Devo
ancora aspettare? Ma come diavolo faccio?!
“Fossi
in te, io sarei tranquillo” aggiunse Inu no Taisho,
come se le avesse letto nel pensiero, “ormai la decisione
è praticamente presa”.
Detto questo, voltò le spalle alle due sorelle e si diresse
verso il figlio.
E
automaticamente lo sguardo di Minori si posò su quegli
occhi dorati e freddi come il ghiaccio. Occhi che la stavano guardando.
Lei non
riuscì a sostenere a lungo quelle iridi taglienti. Si
diresse insieme alla sorella in un angolo tranquillo,
all’ombra di un grande
albero, in attesa del verdetto. Minori però non riusciva a
concentrarsi.
Continuava a pensare al Principe che la fissava. Chissà
perché, ma la kitsune dai
capelli rossi avrebbe giurato di aver visto, in quegli occhi gelidi e
assassini, un leggerissimo scintillio di approvazione. Forse Sesshomaru
aveva
gradito il combattimento, anche se non era ancora detto.
Tuttavia, Minori
non poté fare a meno di sorridere. Quella
non poteva essere una giornata storta.
***
L’angolo
dell’autrice:
Bene, ora mi direte che sono
matta! Ho solo seguito l’onda
dell’ispirazione, e mi piaceva l’idea di
approfondire Minori, la demone volpe
che ho creato per caso. Spero che abbiate
gradito! Mi farebbe molto piacere sentire le vostre opinioni, per
sapere che ne
pensate di questo pazzo spin-off. Forse non sarà nemmeno
l’unico…chissà. A
presto! ^^ Kitsune