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Autore: secretdiary    10/11/2011    2 recensioni
Questo racconto ha vinto il contest Un soffio di fuoco... Un soffio di vita indetto dal forum 'Angeli & Demoni'.
La storia parla di un amore totale, assoluto e del coraggio di due giovani disposti a sacrificare ogni cosa, persino quel totale sentimento, per il bene della loro Terra.
Spero che vi piaccia!!
Bisous *-*
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola annotazione prima di iniziare:
Cari lettori, innanzitutto vi ringrazio per aver aperto questa storia e per aver scelto di spendere un po' del vostro tempo per leggerla.
Vi rubo solo un paio di righe prima di lasciarvi al racconto: è finalmente uscito il mio primo romanzo.
Ora, finalmente, sono un'autrice pubblicata.
Se amate le storie fantasy, nel campo destinato al mio profilo, trovate tutte le informazioni relative al romanzo.

Grazie per l'attenzione ;)
Buona lettura!!
Bisous *-*

La chiamata del destino


«Il Male deve essere arginato
Del Bene è l'Amore il soldato»
-proverbio del Popolo del Nord-



Sebile osservò i contorni della sua camera da letto mentre attendeva i distinti suoni che indicavanoche i suoi genitori si erano coricati.
Il suo sguardo dolce sfiorò il piccolo comodino di legno situato alla sua sinistra, spostandosi poi sull'armadio di ciliegio con incisi dei fiori sulle ante.
I suoi occhi indugiarono sulla piccola libreria ricolma di volumi di testo, perlopiù romanzi e libri storici la cui lettura faceva palpitare il suo cuore avventuriero e viaggiare la sua fervida immaginazione.
Proprio mentre la sua mente fantasticava sull'ultimo romanzo letto, il netto suono della porta della camera dei suoi genitori chiudersi giunse alle sue orecchie.
Sebile si riscosse dalle fantasiose immagini che la sua immaginazione le aveva dipinto innanzi agli occhi, per alzarsi dal materasso imbottito di paglia sul quale fingeva di dormire.
La fanciulla adagiò i suoi candidi piedi sulle assi di legno del pavimento, sperando che non gemessero sotto il suo peso.
Fortunatamente ciò non accadde e Sebile poté allontanarsi dal letto e raggiungere la finestra aperta innanzi a lei.
Una morbida ciocca di capelli castani le ricadde sul viso mentre si chinava per scavalcare la finestra.
Prima di dire definitivamente 'addio' alla sua precedente vita, alla sua famiglia, Sebile lanciò un'ultima e malinconica occhiata a quella che per vent'anni era stata la sua camera da letto.
I suoi genitori erano le persone a cui più voleva bene, ma ella sapeva perfettamente che non le avrebbero permesso di seguire il percorso tracciato dal destino per lei; per tale motivo la fanciulla aveva deciso di fuggire.
Per quella ragione se ne doveva andare, probabilmente per sempre, senza nemmeno abbracciare i suoi genitori un'ultima volta.
Il pensiero che non li avrebbe più rivisti provocò in Sebile un nodo allo stomaco.
La sua gola sembrò irritata poiché ella faticava a deglutire, e la sua vista era improvvisamente offuscata dalle lacrime.
La ragazza si sforzò a trarre un respiro profondo, un respiro che si tramutò in una calda emissione d'aria che favorì la discesa delle lacrime.
Asciugandosi il volto sottile con la punta delle dita, Sebile cercò e trovò la forza in se stessa.
Ella proveniva dal Popolo del Nord, doveva, era obbligata, a rendere onore alla sua discendenza, alle sue origini.
La tristezza doveva consumarsi internamente, privatamente, negli angoli più reconditi dell'anima, mentre l'aspetto doveva restare immutato.
Passandosi una mano tra i capelli Sebile si decise a saltare dalla finestra della camera, situata al secondo piano di una piccola baita.
Il salto fu ammortizzato dalle ginocchia piegate e l'impatto fu attutito dal prato d'erba che la accolse.
Prima di rimettersi in piedi, Sebile sfiorò con le mani le gocce di rugiada che già imperlavano gli steli verdi del giardino.
Nel luogo dove stava andando probabilmente non avrebbe più avuto occasione di correre a piedi nudi sull'erba.
Non avrebbe più provato quella gioiosa sensazione di rugiada che sfiora il corpo.
Il richiamo di Derfel la riscosse dai suoi pensieri, riportandola alla realtà.
Sebile sorrise, allontanando ogni triste pensiero alla vista del suo unico amore.
Derfel era cresciuto con lei, avevano condiviso l'infanzia e l'adolescenza.
Egli era un ventunenne alto e muscoloso.
A Sebile sembrava assolutamente perfetto con i suoi capelli rossi, una zazzera ribelle che mai alcun barbiere era riuscito a domare, con i suoi occhi scuri, ma sempre limpidi e sinceri.
Due occhi che si accendevano di passione e amore solo e soltanto per lei.
La fanciulla lo raggiunse e lui poté ammirare la di lei immagine illuminata dai dolci e delicati raggi della luna piena che splendeva come un diamante nel cielo nero.
Egli si inebriò della vista del suo fisico slanciato, evidenziato dalla leggera veste da notte verde.
I suoi capelli castani erano in contrasto con quell'immagine così chiara, la incorniciavano meravigliosamente.
Le labbra attiravano l'attenzione, così rosse, un grazioso fiore in boccio, mentre lo sguardo rivelava la vera natura di Sebile.
Essa non era solo delicatezza e romanticismo, ma come ogni donna cresciuta nelle fredde Terre del Nord rivelava un animo forte e determinato.
Il coraggio albergava nel suo cuore, e quella notte ella non aveva potuto intraprendere scelta più coraggiosa.
Sebile e Derfel, come ogni giovane che abitasse le Terre di Lot, conoscevano la Leggenda.
In più i due amanti sapevano che il mito era realtà, così avevano deciso di andare incontro al loro fato a testa alta, con forza e onore.
La Leggenda che da secoli gli anziani narravano alle nuove generazioni affinché non se ne perdesse memoria riguardava l'Amore, un sacrificio e la pace del Paese.
Le Terre di Lot erano costituite da un arcipelago di isole, circondate da un Oceano nero e rumoreggiante.
Tali isole erano abitate, in modo equidiviso, dal Popolo del Nord e dal Popolo del Sud.
Nessuna guerra, nessuna carestia o epidemia minacciava la vita in quella regione, ma il Male non cede mai del terreno senza combattere o desiderare di rivendicarlo, così, ogni luna piena, esso invia il suo esercito.
Una compagine di mostri, creature demoniache nella forma e nell'anima attraversava il Tetro Oceano per conquistare le Terre di Lot.
Per il Popolo non ci sarebbe mai stato scampo se, secoli addietro, una coppia di innamorati non avesse anteposto il Bene alla sua felicità.
I due sapevano che l'Amore poteva sconfiggere ogni esercito, che le tenebre, per quanto cercassero di possederlo, di lacerarlo, non sarebbero mai riuscite ad oscurare la luce di quel sentimento così puro.
I due amanti erano consapevoli che un sacrificio si rendeva necessario per garantire la pace e la serenità agli abitanti delle Terre di Lot, così compresero il loro destino: il loro amore li avrebbe salvati.
Come recita l'antico proverbio, quel sentimento così assoluto e puro era l'unica arma efficace per sconfiggere, annientare l'esercito del Male.
Secoli addietro la coppia si costrinse a vivere in una caverna che dava sul Tetro Oceano da dove sarebbe giunto il primo esercito inviato dal Male.
La forza del loro amore produsse una barriera che impedì agli invasori di assoggettare le Terre di Lot.
I due amanti furono i primi Protettori.
Il loro amore fu forte e duraturo e alla loro morte un'altra coppia era pronta a vestire i panni di difensore delle isole.
Per anni l'amore alimentò la barriera che respingeva il Male.
Il sacrificio della solitudine dei Protettori era nulla paragonato alla pace del Paese.
Malauguratamente la manifestazione concreta di tutto ciò che è oscuro e malvagio fece ricorso ad ogni pratica proibita, ad ogni tetra arte per cercare di distruggere l'Amore.
Esattamente un mese addietro il Male era riuscito a coltivare la pianta della discordia nel sentimento dei due giovani che allora proteggevano le Terre di Lot.
L'Amore tra loro morì e con esso la barriera invisibile alla vista che i due amanti avevano creato.
La difesa delle isole si indeboliva esponenzialmente e il Male presto se ne sarebbe impadronito se non fosse giunta in soccorso Selentia.
Ella era la Dea dell'Amore, venerata dai popoli delle Terre di Lot.
La divinità spiegò che non tutto era perduto, che v'era un'ultima possibilità.
Se si fossero trovati due giovani che si amavano esattamente come i precedenti Protettori, ella avrebbe donato loro il potere di creare una difesa più resistente, il potere di impedire che le isole cadessero nelle tenebre più oscure.
Le Sacerdotesse della Dea vagarono per il Paese, alla disperata ricerca di un amore puro e totale.
Il destino le fece imbattere in Sebile e Derfel.
I loro sguardi totalmente devoti reciprocamente non lasciavano dubbi: i due giovani del Popolo del Nord avrebbero combattuto per il Bene.
A nulla valsero le opposizioni delle famiglie una volta udita la missione delle Sacerdotesse: i due innamorati, proprio come i primi Protettori, avrebbero compiuto qualunque azione pur di preservare la Luce.

Sebile e Derfel raggiunsero il tempio di Selentia, una struttura in marmo bianco, a pianta rettangolare.
Pesanti colonne cilindriche completamente levigate sorreggevano l'edificio.
Il tetto era rivestito da liste dorate che durante il giorno, riverberavano della luce del Sole mentre di notte accettavano la flebile luce lunare.
Al centro esatto del tetto piano, un lucernario circolare aperto garantiva una maggiore illuminazione all'interno del tempio; al di sotto dell'apertura nel tetto si trovava un pozzo abitato da acque sorgive.
Nessuno aveva il permesso di bagnarsi, e nessuno sapeva quanto il pozzo fosse profondo.
Le Sacerdotesse vestite del colore della Dea -rosso- raggiunsero i due amanti.
Il loro passo era affrettato dall'ansia di provvedere immediatamente ad arginare la falla nella difesa delle Terre di Lot.
Sapevano che l'esercito non avrebbe potuto nulla contro gli invasori.
Le Sacerdotesse condussero Sebile e Derfel al pozzo, costringendoli a stare l'una innanzi all'altro.
In quel preciso istante la Dea omaggiò nuovamente gli umani con la sua presenza.
Selentia guardò con ammirazione i due giovani e spiegò loro i suoi intenti.
La sua voce echeggiò tra le pareti marmoree, senza tuttavia che la Dea avesse aperto bocca.
«Il vostro sacrificio sarà ricompensato con la Pace.
Questa notte voi conoscerete la dirompente forza degli Dei, conoscerete il significato di godere della mia benevolenza.
Il vostro mero amore, per quanto incondizionato e assoluto, non sarà sufficiente per avere la meglio sugli avversari, ma grazie a me, li sopraffarete.
La vostra presenza mi rivela che accettate il vostro fato con pavidità e forza.
Quando avrò terminato di donarvi i miei favori, di rendervi dei Protettori, vi recherete al Golfo di Trebes dove scorgerete l'esercito di abomini rigettati da quello che è al contempo mio fratello e la mia nemesi.
Laggiù voi mostrerete la vostra, la mia superiorità al Male».
Sebile vide che Derfel la stava guardando, i suoi occhi erano colmi di amore, erano illuminati di una luce magica e ardente.
La fanciulla era certa che anche dalla sua espressione trasparivano le medesime emozioni.
Entrambi annuirono, pronti per salvare le Terre di Lot.
Le Sacerdotesse avevano precedentemente menzionato un sacrificio, un pegno che Selentia aveva intenzionalmente ignorato.
Quale coppia avrebbe scelto un'esistenza trascorsa costantemente insieme, eternamente divisa?
Una cascata di luce cremisi piovve dal lucernario, investendo completamente i due amanti.

L'esercito del Male avanzava nelle profondità dell'Oceano, senza necessitare di ossigeno.
Il suo passo era costante, una marcia di morte.
Poco dopo i soldati si accorsero che il fondale si stava rialzando e presto i loro capi deformi furono fuori dalle acque, circondati dalle onde che si frangevano sugli scogli.
Proprio sopra uno di essi, le orride creature scorsero due figure.
Una di esse reggeva una torcia dall'impugnatura lunga, ricavata da legno di cedro.
Era il simbolo del Bene.
Grazie a quell'illuminazione e ai raggi della Luna, gli invasori poterono distinguere i tratti di chi osava opporsi a loro.
Colei che reggeva la fiaccola era una fanciulla.
Ella li sfidava con il suo portamento fiero, ritto, le spalle aperte.
La sua mano sinistra reggeva una sfera bianca, al cui interno ribollivano fumi cangianti.
La giovane non impensierì quegli esseri abituati, partoriti per mutilare, per non provare mai pietà.
Ciò che li impietrì fu la creatura che svettava dietro la giovane donna.
Era un drago enorme, le cui squame rosse e lucenti riflettevano le fiamme della torcia, creando l'illusione che esse stesse stessero bruciando.
Le estremità delle ali del drago si chiudevano ai piedi della giovane, come se desiderasse proteggerla.
Il respiro di Sebile era reso affannato dall'ansia, dalla paura, dall'agitazione causata dagli sviluppi di quella notte.
«Non indugiare, amor mio».
La voce del drago, di Derfel suonò melodiosa nella mente di Sebile; solo lei poteva udirla.
La fanciulla annuì flebilmente mentre la mano sinistra lasciava cadere il globo a terra.
L'esercito del Male rimase immobile ad osservare i fumi colorati liberarsi e danzare assieme alla schiuma bianca delle onde, circondare la spiaggia e probabilmente abbracciare tutte le Terre di Lot.
Il drago spiccò il volo e dalle sue fauci si sprigionò un potente e caldo fuoco che andò ad unirsi ai fiumi.
Appena tali due elementi entrarono in contatto, un bagliore diffuso, dei colori dell'arcobaleno, accecò i presenti, sviluppandosi poi in altezza.
La barriera era stata ricostituita.
Colui che doveva essere un comandante delle creature, ordinò ad una di avanzare.
Appena questa entrò in contatto con la barriera, ora tornata non visibile, esplose riducendosi in piccoli brandelli di carne.
L'acqua che la circondava sino alla vita prese il colore del suo sangue, ma bastò un'altra onda a cancellare le tracce dell'esistenza di quel mostro.
Il drago nel frattempo era tornato al suo posto, seduto dietro Sebile, le ali erano la sua protezione.
L'esercito del Male si ritirò, conscio di non poter nulla, almeno al momento, contro tale difesa.
Finalmente ora il dolore di Sebile si manifestò, il pegno del suo , del loro sacrificio.
Derfel era divenuto un drago e lei una Protettrice.
Le lacrime della fanciulla caddero sulla membrana elastica e resistente che costituiva le ali del suo unico ed eterno amore.
Da quel momento in avanti avrebbero vissuto sempre insieme, sempre divisi.

*-*-*-*-*-*

N.B: Il tema del contest prevedeva di raccontare un'immagine a scelta.
Tra quelle proposte, io ho scelto questa: http://i410.photobucket.com/albums/pp182/Dragon_Lady08/DragonLair/Guardian_byAnneStokes.jpg
   
 
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