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Autore: Shibahime    21/03/2004    0 recensioni
E se Rukawa e Ayako si trovassero all'altro capo del mondo rispetto ai loro amici? e se consocessero altre persona con la stessa passione per il basket? Allora state parlando della mia ff^^...
Genere: Generale, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaede Rukawa
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
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Premessa: Hallo a tutti i lettori (sempre k ci siano!). Spero vi sia piaciuto il 1°cap! Scriverlo per me è stato molto bello e, se si può dire, come un sogno che si realizza, anche perché è proprio questo lo scopo delle fan fiction. Grazie a chi le ha inventate!
Ringrazio tutte le webmistress dei siti di FF, perché hanno reso possibile la mia “formazione” ed ho conosciuto anche tante persone grazie a queste.
Ringrazio anche le mie amiche Lincolina, Terry, Artma, Akuma, che mi hanno aiutato dandomi consigli e dritte. Questo capitolo, soprattutto nella parte iniziale, non ha nulla del manga, ma tutta la descrizione della family della protagonista, quindi vi conviene leggerla per capire delle mie affermazioni successive!
Baciotti!
Shibahime
P.s. tutto quello che scrivo non è autobiografico , lo scrivo per mio piacere personale e per coloro che lo leggeranno. I personaggi sono di Inue Sensei e la vicenda segue tutto quello che accade nell’anime (quindi dopo la partenza per i campionati nazionali, che io salto tranquillamente…la vicenda è principalmente shojo con qualche elemento spotivo (anche se per quanto mi riguarda adoro lo sport e mi piacerebbe molto saper descrivare delle partite) .

Un’Altra Vita
Cap. 2: il tempo passa…

Mi sono dimenticata di mio fratello Mark, ma lui non di me, infatti mi nota subito urlandomi dietro: 

- Charlyyyyyyyyy!!!!!!!!!! Tesoroooooooooo!!!!-
Oh, no! Corre e mi abbraccia, questo bel ragazzone, sotto gli sguardi attoniti di tutte le altre ragazze…ma che ci devo fare io, se ho un fratello bello come un Apollo? È il più piccolo della covata, quello con cui vado più d’accordo. E’ il più alto della famiglia (ca 1.83) ha solo 14 anni ed ha appena cominciato la terza liceo. Scompigliandoli i capelli corvini tirati su col gel, gli chiedo come è andata la giornata e mi risponde, tutto contento:


- Perfettamente! Ho incontrato tutti i miei nuovi compagni di classe e la maggior parte li conoscevo già! Sono stato fortunato!- e va avanti a parlare, velocissimo. Durante il tragitto casa-scuola, metà del quale utilizzando il metrò, mi ha già raccontato come sono disposti, che club ha scelto ecc. io lo osservo e mi limito ad annuire. I suoi occhi leggermente a mandorla verdi, parlandomi, si illuminano e si spostano sulle persone intorno.


So chi vorrebbe vedere! Purtroppo per lui, però, la sua Principessa oggi ha fatto un’altra strada.

 - Mark, è inutile che guardi intorno come un cacciatore! Oggi la tua Dafne ha fatto un’altra strada! Non vedi che non c’è nemmeno Isolde?- 

- Hai ragione, scusa.- dice sconsolato chinando il capo. 

Eh sì, anche lui ha i suoi problemi. Nonostante sia molto carino e metà delle classi terze gli stiano dietro, lui fin da piccolo è innamorato segretamente della solare Dafne. Piccolo problema: lei lo reputa solo suo carissimo amico e il mio fratellino non sa più che pesci pigliare.

 Quando c’è lei, diventa un altro: buffone e pure sbruffone, anche se per indole è tranquillissimo ed educatissimo. Subito, però, riacquista il sorriso ed afferma:

 - Vorrà dire che oggi mi dedicherò alla mia sorellina preferita!- e mi bacia sulla guancia davanti a tutto il vagone, che è strapieno. Io sono bordoix….non c’è nulla di male, ma dimentico sempre l’indole dolce del mio Mark, e temo che ci fraintendano. Giunti a casa, dopo aver riso fino alle lacrime delle barzellette del mio fra, urliamo un “siamo a casa” e poi andiamo di sopra, in camera mia. La mia casetta è di “modeste” dimensioni: un piano terra con il salotto, la sala da pranzo, la cucina, un bel bagno e lo studio; un primo piano con 3 camere ( quella dei nonni, quella dei miei e quella di Jan) e due bagni; un secondo piano-mansardato con le ultime 3 stanze, ossia le camere di Mark e della sorellina e la mia, più un bagno. Dire che facciamo le lotte è dir poco… mio fratello è un narcisista di primo grado, io non sono da meno e mia sorella…beh, meglio non parlarne!


Mia madre e mio padre lavorano in un edificio molto vicino a casa nostra, quindi quando meno te l’aspetti capitano in casa e invitano qualcuno a cena. Siamo una famiglia molto numerosa e rumorosa, per cui c’è sempre qualcuno tra noi giovani che alza la voce e che poi viene riportato all’ordine dal nonno, che afferma, facendo riferimento alle pesti, ossia a me e a Mark:


- Se fossimo in Giappone voi sareste finiti moltissime volte in riformatorio, razza di nipoti degeneri! E io vi avrei diseredati!- 

- Ma non è così, nonnino! E ci devi accettare! D’altra parte noi non spacciamo agli angoli delle strade e non abbiamo mai rotto i vetri delle finestre.- 

cerca di sminuire la cosa quel ruffiano di Mark.

 - Ehm…ehm…- 

Questa è nonna. Io arrossisco fino alla punta dei capelli. La nonna adduce (oooooooooh che termini N.d. Tutti tranne me) a quattro anni fa quando io e i miei fratelli (tutti) eravamo a casa del preside delle medie, amico dei miei, e andando in giardino avevamo combinato il disastro: Mark stava rincorrendo il gatto-palla del preside, mentre io chiudevo la porta della veranda per bloccare il povero animaletto. Angelika mi stava aiutando facendo due mandate, mentre Jan, il serio della famiglia, cercava di acchiappare il fratello bozzurro. Ma si sa, a volte non tutto va come desidereresti, e così il gatto palla è andato contro Angelika, seguito a ruota da Mark e Jan. Il peso dei 3 più quello del gatto obeso, ha fatto sì che l’intera lastra di vetro si sfilasse dall’intelaiatura e cadesse dall’altra parte. Per fortuna era una lastra abbastanza resistente e si sono staccati solo pochi frammenti, che non hanno ferito nessuno. La nonna e la moglie del preside, richiamate dal rumore, hanno preso parte ad una scena molto ridicola: io sganasciata dalle risa di fianco all’intelaiatura ed una pila di corpi a terra, più una macchia di pelo in fuga in giardino.


La signora è stata così accorta da non riferire nulla al nonno e nonna, dopo una predica ed una curata a mia sorella che aveva preso una botta, ci aveva rispedito in salotto. Fu così che rompemmo il vetro della porta-finestra… (a questo punto vi chiederete: ma quando si parla dei nostri beniamini? Presto, abbiate un po’ di pazienza! N.d. Shiba) E la vicenda termina lì.
Comunque, appena entrati, io e il mio frate, dopo aver tirato un urlo (-Siamo a casaaaaaa!-), andiamo in camera mia a riposarci.

 La mia stanza è normalissima, ma ha una particolarità rispetto a tutte le altre stanze: siccome sono in mansarda, il soffitto cade in obliquo e nella parte più bassa ho inserito tutte le bambole tipicamente giapponesi regalatami dalla cugina nipponica. Sono tantissime, coloratissime e con tutti i particolari, così appena si entra si notano le mie origini (sempre se non guardano prima me). A destra ci sono il mio letto all’occidentale, il comodino e il comò, sotto ad un lucernaio molto grande. A sinistra, invece, ci sono la mia scrivania col portatile e delle mensole chiare che danno sulla finestra del giardino. Sarebbe tutto molto asettico se non ci fossero, al centro, un tapetone morbidoso giallo e numerosi cuscini molto colorati, dove ci buttiamo, dopo aver riposto(sarebbe meglio dire buttate) le cartelle, io e Mark. Accendo lo stereo, che è nascosto dietro alle bambole per non far vedere né sentire ai nonni “la macchina infernale”, e comincio a raccontare ciò che mi è successo oggi. Il fratello geloso non vede l’ora di conoscere il bel tenebroso e la manager seria. A cena raccontai a mamma e papà, e di conseguenza anche a tutta la famiglia, le mie vicende scolastiche e rimasero tutti piuttosto sorpresi dal fatto che una famiglia giapponese si fosse trasferita così lontano da casa e non avessero chiesto lo spostamento in una filiale più vicina. Non rivelai loro la composizione familiare e non accennai che, magari, nella città da cui provenivano, potevano essere soggetto di pettegolezzi, bensì interruppi il nonno per chiedergli come mai lui fosse venuto in Germania, ma i miei mi intimarono di tacere…so tutto del passato del nonno, tranne quel particolare…mah…


Papà approfittò per collegare un suo incontro e per dichiarare:

 - Ma io allora ho conosciuto il padre! Oggi è venuto in laboratorio un uomo dai tipici caratteri giapponesi per un’ ordinazione di una stoffa particolare per la moglie ed io, affabile come sempre, l’ho invitato domani a pranzo…- 

- Jun! Quanto aspettavi per dirmelo? Dovrò avvertire Janette (la nostra donna delle pulizie a ora) che si fermi un po’ di più!- Lo interruppe mia madre.

 - Su, Katharina! Quante storie per quattro persone in più…staremo più stretti e mangeremo un po’ di meno, come al ristorante…-

 - Fai presto tu…mi verrà un emicrania con questa famiglia!- 

La nonna, come al solito, si intromise per riappacificare gli animi e assicurò la prpria presenza alla mamma, la quale si calmò enormemente e si tolse dalle tempie la mano candida…a volte avevo l'impressione che lo facesse per catalizzare su di sé l’attenzione…ma no! 

- Perciò, papà, incontreremo o no tutta sta gente?? Non sei ancora sicuro che siano loro…-

 - Charlotte, domani vi verrò a prendere alle 12.00 a scuola, così verrete a casa per vestirvi e mangiare con noi…poi vi riporto per i club, ok?-

 - grazie pà!- mi alzo e corro ad abbracciarlo all’altro capo del tavolo…ma naturalmente il nonno mi deve rovinare tutto… 

- D’accordo, gioventù! Però vi vestirete come voglio io, soprattutto tu, Charlotte!- Conoscendolo, una suora sarebbe molto più scoperta di me, a confronto…che figure, farò! Taccio, per non offendere nessuno, e salgo di sopra buttandomi a letto direttamente, dalla stanchezza accumulata. Dall’abbaino, osservai il cielo…era terso, le stelle erano molte, la luna piena ma il caldo, sebbene fosse settembre, molto poco…e mi addormentai.

Il mattino dopo mi alzo tardi perché sono rimasta a poltrire fino a quando mamma non aveva annunciato che la colazione era pronta, quindi scendo sbadigliando lo scalone con addosso il mio pigiamone grigio con le scritte rosa antico.
Ho i piedi nudi, sono infreddolita per il contatto con il freddo marmo delle scale e così, appena arrivo in sala da pranzo, sono molto contenta di trovare i tappeti sul parquet.
Non ho mai descritto la mia routine mattutina: mi sveglio tardi (ma l’ho già detto), scendo, faccio colazione, salgo su, mi lavo, mi vesto e vado a scuola. Solo che prima di fare colazione mi devo far baciare la guancia da tutta la famiglia…
Anche di martedì mattina non si sgarra: prima il patriarca, anche conosciuto come nonno, poi nonna, papà, Mark e, per ultima, mamma.
Mamma è l’ultima semplicemente perché deve preparare la colazione e così la bacio quando porta i toast e il caffè caldo in tavola.


Mentre ho descritto speso nonno e nonna, non ho mai parlato dei miei genitori, forse perché sono i nonni che tradizionalmente prendono le decisioni per quanto riguardano le nostre vite. Non è del tutto giusto così, infatti quando le mie amiche se ne accorgono, si stupiscono tantissimo. Nella nostra famiglia, è il nonno che comanda e per quanto ne so io, papà ha preso solo poche decisioni: quella di sposare la mamma (anche contro i nonni), quella di far studiare Jan e tutti noi in scuole pubbliche, quella di poter farmi praticare uno sport non consono alla figure femminile, il basket, e di questo gliene sarò sempre grata. 

Non per questo papà è fuori dalle nostre vite! Sono la figlia più vicina a papà: vado a pescare con lui, se deve fare commissioni e sono libera, corro da lui e se ho un problema ne parlo con lui. Fisicamente è un bell’uomo, anche giovane per avere un figlio (Jan) così grande, infatti ha 48 anni. E’ leggermente stempiato, ma i suoi capelli biondi, così particolari per un giapponese, risaltano molto. I suoi occhi, a mandorla, sono castani e porta gli occhiali per una lieve miopia. Il naso, poco accentuato, è piccolo e la bocca seria poco sorridente completa il suo viso. 

E’ basso (sono più alta io di lui) ma molto magro, così non sfigura. Caratterialmente è un bonaccione: non farebbe male ad una mosca ma, se provocato, diventa un’altra persona. E’ difficile farlo ridere ma se ci riesci, ti senti così soddisfatta che ridi pure tu. Adora il suo lavoro e si ferma molto in fabbrica, anche se lo troviamo sempre alle ora dei pasti e nei week-end. E’ una di quelle persone che se tiene ad una cosa fa di tutto per questa. E’ estremamente dolce e romantico con mamma. In quei momenti spero proprio di trovare qualcuno come lui per partner!


Non odia nessuno e se scopre che abbiamo fatto qualcosa di male a qualcuno più bisognoso, si arrabbia moltissimo. L’unico suo difetto è che non si impone. Quando nonno dà un ordine lui, abituato fin dall’infanzia, ubbidisce senza discutere. Le uniche eccezioni sono state quelle che ho citato prima. Non che sia debole, solo che adora il padre e non concepisce un altro modo di vivere se non questo. Mamma è molto brava perché se fossi io sua moglie non vivrei mai con quel suocero così dispotico… Sì, nonno Hino è proprio dispotico. Ha ormai tutti i capelli candidi, gli occhi a mandorla castani e la bocca secca e serrata. 

Altissimo, magrissimo, vestito sempre impeccabilmente e con l’immancabile orologio d’oro sul panciotto, è il nostro patriarca: non si può dire che sia poi così tradizionalista, giacchè festeggiamo solo le feste occidentali, però temendo sempre di essere trattato male dai tedeschi, ha assunto quest’aria imperturbabile e fa vivere alla nostra famiglia l’atmosfera rigida nipponica. Gli voglio bene, ma non ci vado d’accordo…se siamo io e lui, fila tutto liscio, mi racconta di quando era appena arrivato…mentre se siamo in famiglia, a tavola per esempio, comincia a borbottare per sciocchezze, io rispondo, lui urla e la questione termina con una mia uscita di scena molto rumorosa, la maggior parte delle volte morsicandomi le labbra per non piangere.


Mark, invece, lo adora tanto quanto odia papà: è sempre con lui, sta ore nello studio e lo difende costantemente. Hino, da parte sua, lo coccola e lo vezzeggia e, appena può, lo loda davanti a tutti. A volte penso che Mark lo faccia per poter uscire anche di sera con i suoi amici, ma poi penso che non è così insensibile e che tiene realmente a nonno. In tutta questa faccenda, mamma è quella che ci soffre di più: da una parte suo marito adora il padre, dall’altra l’amore del figlio minore per il nonno la sconvolge e come se non bastasse, ha scarsa indipendenza.


A volte non la invidio proprio! Lei riappacifica sempre tutti, si deve sorbire le nostre lamentele e ormai anche i nostri problemi di cuore, si occupa della casa e non ha mai un attimo per sé. Penso che le manchi anche l’intimità fra lei e papà, anche se appena possono si scambiano qualche tenerezza o vanno a cena fuori. Sono una bellissima coppia: lei rossa chiara, occhi azzuri e un fisico tutt’ora invidiabile (ha 45 anni), lui biondo, occhi castani e le fattezze tutte orientali. Sembrano proprio dei fidanzatini, quando si incontrano per strada e si sbaciucchiano (a volte, proprio per questo, fingo di non conoscerli…) !

 Mamma mi piace, anche se ha ricevuto un’educazione ancora più ferrea di papà e per questo non lascia né me né mia sorella truccarsi né uscire la sera se non stando in casa di qualche amica. Molte volte, in fatto di decisioni, mamma è d’accordo con nonno…è un po’ all’antica, anche se poi non ha idee strane per quanto riguarda i ragazzi. Per fortuna! In famiglia la persona più “morbida” è nonna: alta, elegantissima, sempre vestita di blu, colore dei suoi occhi, con un filo di perle ormai ingiallite al collo signorile, ha ormai i segni del tempo sulla pelle e sui capelli castani, ma questo la rende ancora più raffinata e degna di attenzione. La sua sola presenza implica un’atmosfera tranquilla e serena e ciò viene rafforzato anche dalla voce pacata con un lieve accento di Bonn, da cui proviene. Sorride sempre, con gli occhi che diventano due laghi in primavera.


In quanto a buone maniere e a galateo, non conosco persona che la possa battere. Il suo carattere segue un po’ il suo aspetto: saggia, posata, un po’ vanitosa e testardissima (sembra la mia descrizione =.= , senza qlk anno N.d. Shiba). Nonna Camilla è l’unica persona che tenga a bada il nonno, e per questo si merita un Nobel, infatti riesce sempre a farlo ragionare anche davanti allla famiglia e più volte ho sentito il nonno, nello studio, rimproverare la nonna per averlo rimbeccato “in pubblico” facendogli perdere la faccia… nonostante questo nonno, appena la vede, si illumina come un faro e la bacia calorosamente sulle guancie, mentre nonna non si fa problemi e lo bacia a fior di labbra. A questo punto, normalmente, nonno è più rosso della stola che porta la mamma durante le feste natalizie. Si scambiano spesso regali e sono ancora all’età di 75 anni ( nonno), a 68 ( nonna) un coppia bellissima e molto unita.


Finita la colazione mi accorgo con orrore dell’ora: le 07.45…ho meno di un quarto d’oraper arrivare a cuola, senza contare che mi devo vestire e fare la cartella. Mio fratello, che ha ancora la fetta biscottata in bocca, mi chiede cosa mi ha sconvolto così tanto, così lo invito a guardare il suo orologio e pure lui prende paura. Ci ritroviamo a chiedere a papà di accompagnarci, ma: - Ragazzi, mi dispiace, ma in vista del pranzo, mi devo portare avanti con il lavoro, ho un consegna importante…- 

- Ma papà! Non vorrai che saltiamo le lezioni, vero?? Io ho Letteratura tedesca, mentre Mark ha Inglese…-

 - Vi accompagnerò io, dato che devo andare in banca.- 

- Nonno, dici sul serio?- Gli corro incontro e l’abbraccio goffamente, era tantissimo che non lo facevo.

 - Certo, però vi do’ 5 minuti per vestirvi!- Contentissimi, io e Mark voliamo di sopra a vestirci e a pettinarci. Io mi faccio una coda, mentre Mark è alle prese con il gel, che io odio. Mi sono messa la divisa, ma la camicia non me la sono abbottonata benissimo…spero, inoltre, di aver inserito i libri giusti… Alle 07.55 siamo nella via principale, seduti nella comodissima auto del nonno, il quale ci sbircia di quando in quando, sorridendo sotto i baffi. Mark, infatti, è spaparanzato sul sedile e ascolta con il suo walkman l’ultimo Cd dei Metallica, di cui è un fan sfegatato… Alle 8.10 scendiamo di fronte alla scuola…e pensare a quante volte ho preso in giro i tipi che si facevano accompagnare in auto! Tutti ci guardavano come fossimo marziani, anche se non capivo il perché…

  
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