Anime & Manga > Slam Dunk
Segui la storia  |       
Autore: Shibahime    10/03/2004    0 recensioni
E se Rukawa e Ayako si trovassero all'altro capo del mondo rispetto ai loro amici? e se consocessero altre persona con la stessa passione per il basket? Allora state parlando della mia ff^^...
Genere: Generale, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaede Rukawa
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve a tutti! Sono Shibahime, e scrivo questa fan fiction perché…beh, non ho un motivo preciso, se non che mi piace molto scrivere…spero che vi possa piacere! Questa fan fic è nata inizialmente con un’altra trama, ma preferisco di gran lunga questa! Il soggetto è il manga di Takehiko Inue (mi prostro ai suoi piedi) e tutti i personiaggi sono suoi (mi vorrebbe fare una donazione, dice? Accetto volentieri! é_é N.d. Shiba), tranne la protagonista, la sua famiglia e le amiche, che sono di mia invenzione. Il luogo in cui si svolge la vicenda è la Germania, Monaco, perché la conosco abbastanza bene. Forse aggiungerò anche qualche personaggio di Capitan Tsubasa (mi prostro anche a Lei, Takahashi!), ma vedremo poi. Vostra Shibahime P.s. Per eventuali commenti e/o critiche (sempre ben accette e la cui risposta è assicurata al 100%), la mia mail è: shiba_san@hotmail.com P.P.s. Ah, ho scommesso 20 € con una mia carissima amica che nessuno mi scriverà, vedremo chi vincerà…

Un’Altra Vita
Cap. 1: il trasferimento

Uff! Oggi si comincia scuola!
Arrivo a scuola in anticipo e vado subito a salutare le mie amiche Julia, Benedikta, Dafne e Isolde.

Le conosco fin dall’asilo e abbiamo frequentato tutte le scuole insieme. Abbiamo perso una nostra grande amica l’anno scorso, in modo tragico. Si chiamava Virginie e, tra tutte, era quella con cui andavo più d’accordo.

E’ stato un trauma per tutte ma l’abbiamo, chi più, chi meno, superato insieme.

- Charlotte! Ciao! Ti vedo abbronzata ed in forma! Come sono andate le vacanze? Tua sorella come sta? Quando senti me la saluti, vero?!-

- Zau Ben! Mi hai appena vista e già mi sommergi di parole!- le dico abbracciandola; Ben è la più estroversa del gruppo, si direbbe senza un cuore, ma lei è quella che ti capisce e ti consiglia in qualunque situazione. E’ molto alta (1.80 ca), magra, capelli lunghi biondissimi, occhi verdi in cui ti perdi ed un sorriso sempre presente (smile woman?! ^^).

- Ehi, e non mi saluti?!- Mi giro abbracciando Isolde:

- Zau Iso! Anche tu sei bella abbronzata! Hai fatto conquiste in vacanza?-

- Ja ja! Ho un ragazzo spagnolo, uno francese, uno inglese…-

- Oh, ma tu non pensi mai a quei poveri cristi che patiscono per te?- le dico ridendo; infatti Isolde è la più bella del gruppo e fa moltisime conquiste, anche se lei, alla fine, non si è mai lasciata né toccare né baciare. E’ medio alta (1.70), con tutte le curve al posto giusto, occhi azzurri e, caso eccezionale, capelli ricci castani che tiene sempre sciolti. E’ permalosa e saccente, ma ti perdona subito, anche se la combini grossa. Ha questa apparenza dura, data dalla sua infanzia per niente allegra, ma sotto sotto è dolcissima e con tanto bisogno del vero amore. Lei sostiene che, per esempio, se si mettesse gli occhiali e non si curasse più, non ci sarebbe più ragazzi a girarle attorno. Morale: le stanno dietro solo per il suo aspetto fisico!

- Figurati, mi sembra che abbiamo già fatto questo discorso abbastanza volte…- mi dice tra il serio e l’incavolato…

- Oki, oki, scusa! Non volevo offendere!-

- Lo so, tranquilla!^^-

- Julia, hallo! Come va? Ti vedo bene!-

- Ciao Charly! Sto bene, grazie! Ho passato delle buone vacanze e tu?-

- Anch’io, grazie! ^^- Julia è l’ultimo acquisto della nostra banda, la più timida e la più brava a scuola (per non usare altri termini…). Hai i capelli rosso chiaro, miriadi di efelidi e gli occhi bruni. Bassina e magrissima è, alla fine, esteriormente, come Iso la più appariscente, la più normale. Non per questo, è sconosciuta nella nostra scuola! È la più impegnata nei clubs, nelle opere di bene e tutti, ma proprio tutti, le sono molto affezionati.

- Charly!!!!!!!!!- - Dafneeeeee!!! Zau caraaaaa!!!!! Come sta la tata più simpatica del Sankt Baptist Gymnasium??-

- Benissimoooo!!!! E tu???-

- Anch’io! Ed ecco l’ultima componente della combriccola, Dafne. Provienente dalla Francia, ci conosciamo comunque da tanto tempo. E’ quella che, dopo Virginie, è più vicina a me. Come tutte le francesi che si rispettino, ha la R moscia e una cascata di capelli neri con riflessi rossicci, ricci. Porta gli occhiali, ma senza non sarebbe più “tipo”, comunque i suoi occhi vede-grigio si notano lo stesso. E’ abbastanza alta e formosa, anche se è quella che deve stare più attenta a ciò che mangia. Adoro il suo carattere: è la più riflessiva del gruppo, la più intelligente (anche Julia, per arrivare alle cose, le deve prima leggere), la più matura e sincera. E’ anche la più piccola del gruppo: spicca tra noi quasi sedicenni lei, non ancora quattordicenne, più sviluppata caratterialmente di noi alla sua età.


Ci stupiamo sempre tutte a vedere lei e la sua sorellastra Isolde litigare. Isolde discute animatamente per un nonnulla con la Principessina (è il nomignolo di Dafne), mentre con noi è sempre molto paziente, sempre che non la si prenda in giro…. Dafne, infatti, è la figlia di seconde nozze del padre di Isolde, che non le ha mai perdonato di “averle portato via” il suo adorato papà. La nuova famiglia di questi si è trasferita a Monaco quando è morta, a soli 32 anni, la mamma di Isolde, per occuparsi della piccola., che ha subito visto di cattivo occhio la matrigna Maria, allora ventiduenne, e la piccola Dafne.

- Sono così contenta di vedervi!- dico con un sorrisone a 64 denti.

- Anche noii!!!!!!!- Urlano scatenate.

Suona la campanella e le Inseparabili, come ci hanno giustamente denominato, fanno il loro ingresso nel Sankt Baptist Gymnasium Schule di Monaco (puramente inventato N.d. Shiba) Corriamo a vedere se siamo insieme in classe ma purtroppo ci hanno diviso:
- Dafne Meyer e Benedikta Krummen: 5^ L (secondo metodo scolastico Tedesco e di questo sono sicura! N.d. Shiba);
- Isolde Meyer e Julia Gebirge : 5^ F;
- E io, Charlotte Nakazawa, 5^ A;
- Charly! Ma sei in classe da sola? E per di più in un altro corridoio?-

- Oh, Isolde, sempre polemica! Mi farò qualche amico e, nel caso più truce, andrò a lavorare*!- le dico skerzando.

- Ci dispiace tanto!- E’ in questi momenti, in cui tutte sono tristi per te che sei sola, che io vorrei scomparire.

Sono capace di cavarmela da sola e l’ho dimostrato più volte.

- Ok, ok, ragazze, andate in classe. Vengo io su dopo a salutarvi.-

Ben mi si avvicina e mi sussurra: - Otte, non è che sei arrabbiata con noi?-

- No, affatto! Mi dà solo fastidio che si debba credere che dobbiamo stare sempre e solo insieme. Ognuna di noi è autosufficiente ed è forse meglio che ci dividiamo per un po’, così poi possiamo confrontarci di più! Benedikta, tranquilla! Non succederà nulla!-

- oki, Otte! Guardo che mi fido!-

- Ti ho mai mentito?-

- No.-

- Allora calma! E fammi un sorriso!-

- Zau Charly!- Mi dirigo verso il prof di tedesco del triennio, Braunn. Siamo una classe piuttosto numerosa, ad occhio e croce, quando mi sento chiamare: è la Principessa che mi saluta. Noto, girandomi, che tutte le ragazze mi stanno guardando male, sempre per la storia del nostro gruppo ristretto. Che barba! Sarà difficile inserirmi…mi viene già male….ma Charlotte Nakazawa non demorde e riuscirà a trovare almeno un cane di amico in questa classe. Per fortuna sono finita in una delle miglior sezioni, in fatto di professori…. Avverto uno sguardo sulla mia umile figura, guardo verso un’aula del piano superiore e vedo due occhi scuri scrutarmi.

- Nakazawa?!-

- Sì, professor Braunn?-

- Venga un momento qui, per cortesia.-

- Certo!-

Alzo ancora un attimo gli occhi verso quella finestra, ma le tende sono tirate….che abbia avuto le visioni?! Mentre i compagni entrano in classe il professore mi rende partecipe, all’ultimo istante, del compito che avrei dovuto affrontare nei mesi successivi. Il professore entra ed io aspetto fuori. Forse è ora che spieghi perché ho un cognome non proprio tedesco….
Mio Nonno, Hino Nakazawa, si trasferì nel 19.. ad Amburgo, lavorando per un tipo chiamato Schneider, dove conobbe mia nonna, Camilla Geld (denaro) ( mi scuso per il cognome scemo ma nn mi veniva in mente altro… N.d. Shiba), che poi sposò. Dalla loro unione nacque mio padre, Jun. Il nonno, messosi in proprio, si trasferì a Monaco, dove è cresciuto mio padre.

Qui papà incontrò mia madre Katharina, si sono sposati ed è nato prima Jan, Angelika, io (Charlotte) e poi, per ultimo, Mark. Angelika, in questo periodo, è in Giappone a finire il liceo ed ha un anno e mezzo più di me. E’ tornata proprio nel distretto di Kanagawa, da dove proveniva mio nonno, e vive con una cugina del papà. Frequenta un certo Liceo Shohoku e fa la sostituta della manager del club di Basket, che è partita per l’ Europa. Angelika, qui in Germania, ha praticato per molto tempo anche a livello agonostico il basket. Insomma, Angelika in Giappone è la più felice della terra e non vede l’ora che andiamo a trovarla. Abbiamo organizzato una rimpatriata a Natale, che loro non festeggiano (o almeno penso N.d. Shiba_poco_informata).

In famiglia parliamo tedesco, anche se in presenza del nonno bisogna assolutamente, e dico assolutamente, parlare giapponese. La mia sore mi manca tanto tanto! Per lettera mi ha scritto che si è messa insieme ad un suo coetaneo nipponico, un certo Kiminobu (spero di averlo scritto correttamente N.d. Shiba) Kogure e non vedo l’ora di conoscere il primo ragazzo che è riuscito a “sciogliere” il cuore di ghiaccio della sore. Lei, in ben 17 anni, non è mai stata insieme a nessuno, anche se è proprio bella. Beh, nemmeno io ho avuto molti ragazzi, ma quei due sono bastati a farmi odiare la specie maschile del genere umano, soprattutto i mori con gli occhi blu. Guardo fuori e vedo, attraverso il vetro, il giardino della scuola, vanto della preside, con la grande magnolia su cui spesso e volentieri mi arrampico alla pausa pranzo, e tutti i prati verdissimi e curatissimi.


Sono così presa dal paesaggio che il professore, per annunciare il suo arrivo, deve schiarirsi la gola.

- Mi scusi prof…- sono ammutolita davanti a questo ragazzo. E’ quello che ho visto alla finestra! Ma una Nakazawa non arretra davanti a nulla, anche se il “nemico” ha notato il mio sgomento e mi guarda con un soppracciglio alzato. E’ altissimo, magrissimo e, sì, moolto carino, se non bello.

- …Ma ero presa dal paesaggio autunnale.- gli dico in tedesco.

- Non importa, Nakazawa.- Al mio nome nipponico lo sconosciuto inarca maggiormente il soppracciglio. Finalmente noto anche una cascata di capelli mori riccissimi comparire al fianco del bellimbusto, una ragazza di evidente origine giapponese. E’ abbastanza piccola di statura e scompare dietro al gigante.

- Le presento i due nuovi arrivati di cui si dovrà occupare fino a quando non si saranno ambientati.- al che sorrido ai due, ma li sento bisbigliare qualcosa come:

- Kaede, simpatica la ragazza, speriamo che non sia subito attratta dal tuo fascino.-

Al che il mio gran sorriso si spegne. Come si permette, non sono mica un’oca!

- Hn! Ayako sempai, stai tranquilla che, comunque, io non la bado. So che ti devo proteggere!-

- Rukawa, ma non avrai mica preso sul serio ciò che ti ha fatto promettere all’aereoporto Ryota, vero?-

- Mi ha minacciato.-

E, abbassando di più il volume, ma io ho dei grandi padiglioni auricolari [ tipo Daredevil, x intenderci (nooooo, skerso! N.d. Shiba)] :

- Ci sta guardando male!-

Io, facendo finta di nulla, auf deutsch:

- Herr Professor können Sie mich mit ihnen lassen?- ( Professore, mi potrebbe lasciare con loro?)

- Ja, sicher!-

E, mentre entra in classe, dove regna un silenzio surreale, mi volto verso i due nuovi alunni del liceo. Vestono entrambi la nostra divisa invernale, che è composta da una camicia bianca, con le iniziali della scuola, un maglione verde speranza con il monogramma in blu della scuola e, in base al sesso, in una gonna blu a pieghe che arriva al ginocchio ed un paio di calzettoni bianchi al ginocchio o in un paio di pantaloni abbastanza larghi blu, e mi guardavano curiosamente.

Lei, tenendo il braccio stretto stretto a lui, lui, osservandomi come per sfida. Lascio passare qualche minuto scrutandoli e poi esordisco, in giapponese, con tono di voce calmo e controllato, contrariamente al mio solito:

- Benvenuti nella nostra scuola, il Sankt Baptist Gymnasium. Spero che vi troverete bene e accettati da tutti. Mi hanno appena avvertito della vostra presenza e non ho organizzato nulla per darvi il degno benvenuto. Non pensiate che solo in Giappone esistono le buone maniere. Ah, non mi sono presentata! Io sono Charlotte Nakazawa, chiamatemi pure Charlotte!-

Mi guardano come se fossi un’aliena. Forse non pensano che non sono gli unici giapponesi nel mondo! Tendo la mano come una cretina e penso che se dopo qualche secondo non afferrano la mia mano, non li aiuterò più. Sono permalosa, non c’è che dire! Ayako mi sorprende e, con un gran sorriso, mi stringe la mano e afferma:

- Sono così sollevata di sentire parlare giapponese da persone che non siano Kaede o i miei genitori!-

- Beh, ci dovrai fare l’abitudine. Sapete qualcosa di tedesco o nulla?-

- Kaede, presentati!- rivolto al dongiovanni.

E a me: - Sì, qualche parola la conosciamo, ma siamo in dubbio sulla grammatica!-

- Beh, vi aiuterò io.-

Mi sento picchiettare lievissimamente sul braccio, mi giro e c’è una mano tesa all’altezza del mio collo ( fortunatamente sono 1.76), che stringo un po’ timorosamente:

- Kaede Rukawa.-

Gli sorrido, ma ha già distolto lo sguardo arrossendo.

Guardo Ayako che abbozza un sorriso contenta e mi sossurra:

- In Giappone è soprannominato ghiacciolo, per la sua incapacità di stabilire rapporti con gli altri e salutandoti per primo ha distrutto ciò che si era costruito in tanti anni di fatica.-

Questi ragazzi mi stanno già più simpatici!

- Ma è scemo o cosa?! Spreca gli anni più belli della sua vita non parlando con gli altri?!-

- Più o meno…-

- Siccome non ho voglia di entare in classe, avverto il prof dalla porta che vi porto a fare un giro per la scuola.-

- D’accordo!-

- Hn.-

Busso e dico a Füller di chiamarmi il prof, che è in fondo all’aula a sgridare Löwe che si è addormentato nel bel mezzo della prima lezione dell’anno. Che figure!

- Professore, porto i nuovi a vedere la scuola-

- Oki, ma viene con voi anche Löwe perché non ne posso davvero più.-

- D’accordo.-

I ragazzi, che non mi vedono e non sentono più parlare, giacchè mi sono girata verso di loro, mi guardano come per dire: << Ma andiamo o no? >> ma non rispondo e mi limito a sorridere.

Mi sento abbracciare da dietro, mi giro ed è Löwe che mi appoggia il mento sulla spalla e mi sussurra:

- Mi presenti la morettina, tata?-

C’è da notare che io, con questo Löwe, non ci ho mai parlato ma mi sta piuttosto simpatico…beh, come non si fa a non ammirarlo? Bello come il sole, allegro, spiritoso, poco arrogante e campione di calcio. Più di così che si vuole? Si capisce che lo punto un po’? Ebbene sì, sono 2 anni che lo tengo d’occhio e questa è la volta buona per rendersi carina.

- Se fai il bravo…- e verso i due che mi guardano come se fossi una cretina, dico:

- Vi presento Lüdwig Löwe, bomber del Monaco e della Nazionale calcistica tedesca.-

- Non ne abbiamo mai sentito parlare, comunque piacere!- si fa avanti Ayako sorridendo:

– Sono Ayako (nn so il cognome, quindi invento….N.d. Shiba) Naruchi.-

Traduco e vedo Löwe leggermente contrariato…non ama non essere riconosciuto, è molto narcisista! Ora sta fissando il bel moro, che guarda fuori dalla finestra.

- Kaedeeeeeeeeee!!!!!!!!!!! Yuoo!!!!!!! Base Terra chiama Rukawa!-

ma Ayako scoppia a ridere…

- E’ inutile che lo chiami, non vedi che si è addormentato?!-

- In piedi?!-

- Rukawa è fatto così, appena può, dorme. E c’è un unico metodo per svegliarlo…ma non te lo dico se non mi dai un appuntamento con Löwe.-

Però, la ragazza! Ha le idee chiare! Sono tentata di non riferire questo a Löwe, sapendo che ricambia, ma non sarei corretta. Ci sarà tempo per capire chi la spunterà in questa lotta per conquistare il bel biondo, anche se Ayako è partita col piede giusto…la sto facendo un po’ tragica, no? In tedesco dico, a Löwe:

- E’ attratta da te, ti ha chiesto un appuntamento!-

- Gut! (Bene!)- E si avvicina a lei, sorridendole sornione, le prende il polso e glielo bacia. Dire che Ayako è diventata rossa è un eufemismo.

Mi urla, tutta contenta: - Devi soffiargli tra il collo e la spalla destra! Oppure chiamalo Kitsune!-

- Volpe?!- ma si è già allontanata seguendo Karl.

Che strana! Mi avvicino al “ghiacciolo” e lo osservo…quando dorme sembra più mortale e quasi sorride. Chissà quali sono i suoi problemi…beh, sono affari suoi!

- Kitsune! Hey Kitsune!-

- Hn!-

Debole segno di ripresa, evvai! Solo che se non avessi i riflessi pronti, avrei già ricevuto un pugno nello stomaco…pericoloso il ragazzo!

- Kitsune! Hey Kitsune!- Stavolta niente. Mi giro dalla sua stessa parte, verso l’esterno, e guardo anch’io fuori. Certo, è ovvio che si sia addormentato! Il giardino è verdissimo, non si muove una foglia e non si vede un’anima viva in giro…viene sonno pure a me! Riprovo…se il prof scopre che sono ancora qui, sola con questo fusto, invece di fare la guida turistica, come minimo mi ammazza…non perché non sono a lezione, ma soprattutto perché ho lasciato Ayako sola con Löwe senza la mia supervisione. Mi chiedo come facciano a comunicare.

- Rukawa…Rukawa!- Basta, sono venti minuti che dorme, mi sembra abbastanza! Odio le persone come lui, strafottenti , freddi e distanti: so che la maggior parte delle persone lo fa perché ha dei problemi, ma è proprio questo che mi fa imbestialire! Tirate fuori le cosiddette, se avete dei problemi, invece di piangervi addosso! Utilizzo il sistema di Ayako e come per incanto si gira a guardarmi, leggermente incuriosito:

- Hn, come hai fatto…-

Siccome non voglio essere fraintesa, a me non interessa lui e voglio che non si monti la testa, mi affretto, tutta rossa:

- Sono venti minuti che dormi. Me l’ha consigliato Ayako. Non mi fido di Lüdwig, vieni!-

- Cosa?! Sola con quel dongiovanni?-

- Parli tu…ma scusa, sei geloso?- Lo guardo… Abbassa il capo, ma mi guarda ancora negli occhi, è un po’ arrossito.

- Mi prometti di non dirlo ad Ayako?-

- Sì.- io mi aspetto una dichiarazione, invece:

- Vedi, lei è la manager del nostro club, quello di basket, ed un nostro compagno di squadra, ora capitano, ne è innamorato cotto. Sono tre anni che le sta dietro, ma lei non prende posizione è e lui sta impazzendo. Prima di partire mi ha fatto promettere che non le avrei fatto avvicinare nessuno, mentre ora….-

La mia espressione: ò_ò . Il mio pensiero: magari trovassi anch’io qualcuno con tanta dedizione!

- Tranquillo, Lüdwig non è un cattivo ragazzo e capirà. Ora corriamo a cercarli, prima che succeda l’irreparabile!-

Dico io non molto convinta. Dopo varie e vane, in un primo momento, ricerche, riusciamo a trovarli solo durante la ricreazione ed oltretutto all’ ultimo piano. C’è Lüdwig leggermente, e dico leggermente, alterato, mentre Ayako è al cellulare. Caspita, se la beccano a parlare col cellu sono guai! Dico a Rukawa: - Vai da lei, mentre io vado a parlare con Löwe!-

- Hn!- Mi sembrava strano! È già tornato silenzioso come prima! ( se la nostra eroina sapesse….N.d. Shiba!).

- Lüdwig, cosa è successo?-

- Nulla, solo che un pazzo scatenato ha cominciato ad urlare al telefono della mia…-

Prima che finisca la frase, vedo, anzi sento Rukawa dire in tono freddo e distaccato: - Do’aho- e Ayako, rossa come un peperone: - Charlotte, ti supplico, vieni ad aiutarmi!- vado verso di loro e dico, tenendo coperto il microfono:

- Voi andate giù in corridoio, e fate finta di aver visto la scuola, mentre io sistemo qui la cosa!!-

- Ok, ti sarò sempre grata, Nakazawa!- Le faccio segno di andar via, mentre rispondo alle urlate di ‘sto tipo:

- Pronto?-

- Tu chi diavolo saresti? Sei tu che hai fatto avvicinare alla nostra manager quel crucco?-

- Ehm…mi chiamo Charlotte, tu chi saresti?-

- Hanamichi Sakuragi, tensai del basket, re dei rimbalzi….-

- Sakuragi, finiscila! Fammi parlare con lei!-

Una voce calda e ironica comincia a dirmi:

- Sono Hisashi Mitsui, quello di prima era un pazzo…siccome dobbiamo andare a mangiare ( secondo i miei calcoli, se a Monaco sono le 11 am, a Tokio sono le 19 pm N.d. Shiba), mi potresti passare la manager, devo cumunicarle una cosa importante!-

- Mi dispiace, ma è a lezione. Puoi dire a me.-

- Guarda che mi fido…se poi chiamo la Kitsune e non sa nulla, tu sei automaticamente finita!-

- Fidati.-

- Certo che tu puoi andare d’accordo con Rukawa, in fatto di parole! Beh, comunque dì ad Ayako che il nano, ossia Miyagi, sta molto male psicologicamente ed ha lasciato la carica di capitano. Non sappiamo più che dirgli ed abbiamo bisogno di lei. Ecco, lei capirà. Ti saluto. Come mai sai il Giapponese?-

- Non penso siano affari tuoi, comunque ti saluto. Riferirò il tuo messaggio.-

e prima che mi possa rispondere, ho interrotto la chiamata. Non sono così bastarda, normalmente, ma la voce di quel tipo mi ha sconvolto… Raggiungo i miei eroi giù e Löwe mi informa che Ayako, più vecchia di noi di un anno, è in 6^ A, mentre Rukawa è in classe con noi. E’ seduto a fianco di Henriette. Sta dormendo. Un attimo, dormendo?! Ma si può? Va bene che non sa bene la lingua, ma un minimo di quel che si dice! Comincio a tirargli calci sulla sedia, siccome è davanti a me. Lüdwig mi guarda strano e non so che farci. Passano le ore ed il prof scopre che non ho parlato loro dei clubs. Ebbene sì, li abbiamo anche noi! Durante l’ora del pranzo, esco in giardino trascurando il mio compito e la mia missione (dire il messaggio del tipo con la voce calda). Ho già un mal di testa che ci vedo triplo…mi arrampico, incurante degli sguardi curiosi, su un ramo abbastanza alto, e lascio ciondolare le gambe, anche se non si vedono. Mi sento chiamare, sono le mie amiche, ma ora non ci sono nemmeno per loro! Purtroppo per me, non sono l’unica brava ad arrampicarsi ed una scimmietta, chiamata Isolde, si accomoda a fianco ame, mangiando.

- Charly, sei strana. Che hai?-

- Niente, Isolde, niente.-

Tutte le altre si sono sedute ai piedi della magnolia e ascoltano:

- Charly, ti conosciamo! Tu hai qualcosa!- asserisce Julia

- Beh, mi hanno affibbiato due giapponesi nuovi, e subito Lüdwig si è innamorato di una di questi. Cavolo, sono due anni che lo punto!-

Non sono del tutto sincera con loro: certo, mi rompe che Ayako lo abbia colpito, ma non così tanto!

- E per questo ne fai una tragedia?! Non è che c’è qualcos' altro?-

- Ehm…- svuoto il sacco - In effetti…non so a che club iscrivermi.-

Le ragazze si girano di scatto verso di me e scoppiano a ridere:

- Bello, Charly! Grande battuta!-

Isolde mi prende la mano: - La Charly non sta scherzando! Ora che non c’è più lei, non possiamo tornare al vecchio club. Si aprirebbero troppe ferite! D’altronde, noi amiamo quello che facevamo, ed è un peccato, anche perché eravamo brave! Comunque ci mancherebbe un giocatore…-

Niente da dire, Isolde ha centrato in pieno il problema.

La abbraccio: - Grazie. Ragazze, vi rompe aspettare ad iscrivervi fino all’ultima ora? Io ora vado a proporre ai giappo i clubs, così Braun non mi può dire più nulla, poi penso ed infine vi vengo a dire!-

- Ok!- Dicono tutte tranne Julia, che guarda le sue scarpe.

- Julia, cosa c’è?-

- Ragazze, io mi sono già iscritta a due club. Mi dispiace, ma non verrò con voi. Beh, volendo vi potete iscrivere, ma penso che non vi piacciano…-

Siamo a bocca aperta…di quando in quando Julia ci stupisce:

- Spara! Magari veniamo anche noi!-

- Ginnastica artistica e Chimica.-

Oddio! Le cose che più odio… Silenzio.

La Ben lo rompe dicendo:

- Oddio, Julia, hai ragione…a noi non piacciono.-

- Sì.- esclamazione triste generale.

- Ragazze, non importa! È colpa mia che ho scelto prima!-

- Beh, io vado!-

- Ciaooooooo!-

Corro in classe, e trovo Braun incavolato come una iena ad aspettarmi:

- Si dà il caso, signorina, che lei doveva trovarsi con loro durante la pausa pranzo, e non scorrazzare per il giardino con le sue amiche! Alla fine di tutto, lei avrà anche un giudizio! Dovrà interessarsi alla vita pubblica dei due studenti e far sì che siano benvoluti da tutti, chiaro?- mi urla.

- Mi scusi, Professore- dico io chinando il capo, senza nemmeno cercare delle balle.

- Avanti, Nakazawa, vada da loro!- mi dice più dolcemente. Mi muovo verso di loro.

- Scusate ragazzi, ma non stavo molto bene.-

- Inventa le tue scusa per qualcun altro! Se col prof attaccano, con noi no! Non mi interessa di quello che dici!- mi dice cattiva Ayako.

Rukawa mi guarda attentamente. - Attenta a come mi parli! Sono io che vi faccio conoscere questo posto e posso raccontare tutto quello che voglio su di voi! Io non ho inventato scuse con nessuno, era la verità. Se non avete bisogno di aiuto, basta dirlo, perché io non ho tempo da perdere e non voglio preoccupazioni superflue! Ah, un certo Mitsui, mi ha lasciato un messaggio per te, ma tanto non ti interessa nulla di quello che dico…- concludo, girandomi ma aspettando una sua reazione.

- Infatti ho detto quello che dici, non quello che scrivi. Se è importante, scrivilo su questo pezzo di carta. -

Ahia! Io non so scrivere in giapponese! Mi giro verso di loro, aspettando di essere presa in giro:

- Io…ecco…non ho mai imparato a scrivere in giapponese…- affermo arrossendo.

- Charlotte, non volevo essere cattiva, solo che non amiamo essere dipendenti da qualcuno, insomma, ci capisci? Anche tu sei giapponese come noi e…-

- Veramente io sono nata e cresciuta in Germania e non sono mai stata in Giappone….comunque capisco, in un altro senso, l’essere dipendenti. Scusate anche me.- sorrido – Comunque Mitsui mi ha detto che un certo Miyagi, sta male a causa di uno di voi- guardando Ayako- ed ha lasciato la carica di capitano della squadra.-

Lascio che le mie parole cadano nell’aria e osservo Ayako. E’ diventata scarlatta e guarda un punto imprecisato del soffitto. Rukawa la guarda con un ghigno di scherno, ma non dice nulla.

Quando: - Ma io quello lo uccido! Gli ho già detto tante volte di prendersi le sue responsabilità! Giuro che se riesco a vederlo, non so che gli faccio. Dov’è il mio cellulare, dov’è….-

Urla, svuotando praticamente lo zaino. - Ce l’ho io….te lo do solo se mi raccontate qualcosa di voi…- Affermo sorniona… mi era venuta improvvisamente quest’idea….chissà perché! - Forse…domani! Dammi ora il cell, per favore.

- Questo me l’aveva detto in tedesco, per incastrarmi, (L) visto che erano arrivati gli altri compagni.

- Tieni, tieni! Ecco le proposte per i club. Poi mi dite che ne pensate così vi iscrivete.- replico io dura.


Non ho intenzione di partecipare alle lezioni del pomeriggio odierno, quindi esco dall’aula e mi rintano nel mio 2° nascondiglio preferito, quello che non conosce nessuno, tranne, Virginie, ma questa è un’altra storia… Il posto, beh, è nella scuola, ma è come se non lo fosse: la palestra in disuso. E’ la vecchia palestra, quella piccola. E’ in disuso perché ormai ci sono troppi alunni e non ci stiamo in quel “buco”. Si trova distante dalla scuola e molto spesso, di notte, vi si rifugiavano i poveri o i tipi pochi raccomandabili, ma ora, dopo una retata, non ci entrano più. Dentro ci sono le vecchie attrezzature, più un cambio per me, una coperta ed un cuscino. Il bagno è, fortunatamente, ancora adoperabile. Non ci ho mai dormito, ma spesso, se pioveva, facevo finta di andare a casa, ma rimanevo qui.

Vengo qui quando ho qualche problema ed ho bisogno di pensare indisturbata. Infatti, a casa mia regna sempre il caos…sebbene sia grande, c’è un viavai di gente e, anche se sei chiusa a chiave nella tua stanza, stai pur sicura che accade qualcosa per cui scoppia il putiferio. Non che i miei genitori litighino, anzi! Non li ho mai sentiti alzare la voce, e non hanno mai alzato una mano su me o sui miei fratelli. Certo, se facevamo qualcosa di brutto, in punizione, ma nessuna pena corporale. I miei lavorano vicino casa e con loro anche mio fratello maggiore e il nonno: hanno una azienda tessile e a volte cooperano con qualche grande firma.

Ho conosciuto parecchi stilisti che mi hanno influenzato sul modo di vestire fuori casa. Insomma, sia io che i miei fratelli abbiamo avuto una educazione molto buona e rigida (ho il coprifuoco sempre alla stessa ora e le punizioni sono le stesse), ma soprattutto abbiamo una apertura di mente invidiabile. Mio fratello Jan (4 anni più di me), per l’ambiente così familiare, anche se per le sue capacità sarebbe potuto andare in U.S.A., ha preferito rimanere a lavorare con noi.

Beh, comunque mi sono rintanata nel mio rifugio, mi scarico i nervi palleggiando il Wilson molto velocemente contro il pavimento leggermente impolverato. Mi rilasso, piego le ginocchia, movimento di polso e……canestro! 3 punti! Manifesto la mia contentezza per l’aver notato che sono ancora abbstanza in gamba quando sento un ritmico battito nell’aria…mi giro e vedo …Lui, con un ghigno (non si può certo definirlo un sorriso!) misto sorpreso e, diciamo, di scherno.


- Mi hai seguito?-

- Hn.-

- hai visto tutto?-

- Tutto cosa?-

bella domanda! In effetti non ho fatto nulla di strano, tranne fissare il vuoto per circa 10 minuti……io faccio finta di nulla:

- L’azione.-

- Ovvio!-

- Uneschütterlich, wie üblich…-

Affermo io, tra me e me (- imperturbabile, come al solito-), quando la palla mi sparisce dalle mani. Il tipo si è tolto il maglione della divisa e palleggia a cinque passi da me, col mio Wilson.

- Restituisci!-

- Hn.- altro ghigno beffardo.

Basta, non intendo essere presa per il sedere! Avanzo lentamente verso di lui che mi sussura un”al dieci” e scatta. Mi giro attonita: ma da dove salta fuori quel fulmine? E’ già al canestro, schiaccia e arriva a terra come una piuma.

Gulp.

Corro a prendere il pallone e comincio a palleggiare. Rukawa, perché è lui l’angelo, apre le braccia per difendersi. Scatto sulla destra, ma vengo bloccata. Riprovo, ma niente da fare. Tento una finta, mi riesce e sorpasso il basketman. Ora corro più veloce che posso, entro nell’area, ancora due passi, salto, mi avvicino al canestro e dentro! 2- 2 Mi giro per dargli il pallone e vedo che è sorpreso: beh, è chiaro…non conosco molte ragazze che abbiano un’elevazione così…se non mi piacesse così tanto il basket, potrei praticare il salto in alto! Stavolta non gli farò far canestro! Rukawa non palleggia, per il momento….lo scruto, ma non riesco a percepire nulla.

A volte è come giocare assieme ad un robot, altre si scatena. E scatta. Ecco, ha approffittato del mio momento di distrazione: cerco di fermarlo con una mano e… ci riesco! Mi approprio del pallone e corro indietro, verso il canestro avversario. Fuori area, mi preparo piegando le ginocchia e caricando il tiro, ma avverto la sua presenza a fianco a me e salto leggermente all’indietro.

Ciuff, canestro in sospensione da tre! ( tipo quello di Sendoh, non penso di aver reso molto l’idea…ç_ç se qlcn sa come aiutarmi, me lo dica! N.d. Shiba) 2- 5 Palla sua.

Stavolta non ho scampo. Lo si vede dai suoi occhi blu: ve bene che l’ho scorto per la prima volta questa mattina, ma ho già visto quel lampo negli occhi di miei avversari. E’ l’orgoglio e la voglia di combattere che si risvegliano. E’ insito nell’uomo, che vuoi farci! Finta a destra, nella quale io, come una allocca, casco dentro Corre e arriva all’area. Ciuff, 3 punti. 5- 5 Palla mia. Lo guardo. Lo conosco realmente da così poco? Mi sembra sia passata un’eternità, forse perché è così simile a me. Avanzo abbastanza lentamente, voglio lo scontro!

Tira una manata, ma si è mosso troppo presto: palleggio il pallone in modo che passi dietro a me e, in questa posizione, avanzo subito verso l’area, ma sento agguantarmi per il braccio libero e farmi girare:

- Ma tu chi sei?- mi chiedi, più sorpreso di me per la tua domanda.

- Te l’ho gia detto…-

- Intendo: ma dove hai imparato a giocare?-

- Mi ha insegnato mia sorella. Ha imparato da un certo Anzai.-

- ora capisco perché quando ti vedo giocare, penso subito ad un mio ex compagno di squadra!-

- Perché, conosci quel dolce vecchietto di Anzai?- dico sorpresa. So che è l’allenatore di una squadra in Giappone, ma mia sorella non mi vuole dire come contattarlo, anche se lo sa.

- Sì, è il mio allenatore.-

- Sul serio?-

- Eccovi! Vi stavo cercando dappertutto!-

- Ayako? Come hai fatto a trovarci?-

- Beh, ti stavo chiamando ad alta voce, quando una ragazza bionda molto alta mi ha indicato questa direzione…- a

h, è così… Benedikta conosce il mio nascondiglio! Bene, se lo sa lei, è ok. 

- brava!- 

- Ma siete tutti sudati! Che avete fatto?- ci guarda sospettosa. Oh!! Per chi mi prende? 

- Di sicuro non quello che pensi tu…abbiamo fatto una sfida.- 

- L’hai proposta tu?- Chiede attonita guardando Rukawa. 

- Sì. L’ho vista fare un canestro e ho notato che ha lo stesso stile del “baciapiselli” , e ne sono rimasto sorpreso. Ho scoperto che l’ha allenata Anzai.-

 - Anzai?- 

- Hn.- ecco, mi pareva strano! Si è rintanato nel suo mutismo… 

- Charloooooooootte! Dooooooooove sei????- Un accento tipicamente tedesco mi chiama.

 Esco.

 - Isolde! Come hai fatto a trovarmi?-

 - Indovina (=.=) lo sappiamo tutte che quando hai un problema vieni inquesto togurio, invece che sfogarti con noi!-

 - Ah….allora…acqua in bocca!- ci sono rimasta male! Ero sicura che lo conoscessi solo io! =.= 

- Su, su! Non fare quella faccia! Se vuoi torno indietro e faccio finta di non averti visto!-

 - Simpatica, non sono mica un bimbo!-

 - Sembrava! Senti, noi abbiamo deciso di iscriverci al club di basket, tu che fai? Se per te è difficile, puoi sceglierne un altro!- - Figurati! Un mio nuovo amico mi ha fatto riscoprire la mia vera passione! Sono dei vostri! E forse ho il 5° elemento…- 

- Sul serio?- annuisco:

 - Ayako! Vieni!- compare lei, al fianco di Rukawa. 

Sento Isolde ammutolire di stupore davanti a cotanta bellezza (intendo Kaede! N.d. Shiba). Per lei che è così chiaccherona, tacere è un evento!

 - Isolde, ti presento Ayako [ Anpo, sto aspettando il cognome! (Anpo è il mio amico che possiede l’intera collection di SD…io sono + intelligente e me li faccio prestare ^____^) N.d. Shiba] ??? e Kaede Rukawa.-

 - Ragazzi, vi presento la mia amica, Isolde Meyer.-

 - Hallo!- 

- Hallo!-

 - Nice to meet you- afferma decisa Iso, ma i due non afferrano…. 

- Sono giapponesi e si sono appena trasferiti. Non so se sanno l’inglese…?_? Mi hanno dato il compito di ambientarli.- 

- Ah, senti, mi fai avere un appuntamento con questo Dio?-

 - Ok….aspetta che parlo con Ayako.- 

- Perché è il suo ragazzo?-

 - A quanto sembra no! Comunque io dicevo per la squadra!- 

- Ah!-

- Ayako, hai visto le proposte, no?-

 - Sì, ma non so che fare….prima facevo la manager di una squadra di basket, ma vedo che non le stanno cercando.- Ammette sconsolata. Do un’ occhiata alle mie spalle e vedo Isolde che tenta un approccio con il “ghiacciolo”. 

Ecco cosa intende Ayako quando lo chiama così! Fissa il vuoto con un’ espressione serissima ed impenetrabile…da dargli due schiaffoni! 

- Beh, ma non hai mai pensato di poter giocare?-

 - Cosa, sul serio?- 

Le si sono illuminati gli occhi, come quando offri una caramella ad un bambino (ah, non accettate mai le caramelle dagli sconosciuti, bambini! Anche se so che nn state leggendo la mia ff N.d. Shiba).

 -Certo…Vedi, per iscriverci al club, dobbiamo proporre una squadra, ci manca un componente e tu potresti essere il 5°. Vorresti?-

 - Sì, ma prima devo parlare con mia mamma!- 

- E con tuo papà no?- 

- Ehm…-

 - Ah, scusa. Non volevo toccare tasti dolenti!- 

- Figurati! Beh, è sempre un po’ doloroso, ma l’ho quasi superato. Vedi, mia mamma si è risposata con il papà di Rukawa, mentre mio padre è rimasto in Giappone con la sua compagna-segretaria. Sono divisi da molto tempo, fin da quando ero piccolina, ma non mi aspettavo che si risposasse, soprattutto con il padre di Rukawa-kun!-

 - E la mamma di Rukawa?- 

- Beh, vedi…lei è morta qualche anno fa, ma con lui non parlarne!-

 - certo! Sei contenta di essere qua?-

 - insomma…però mi stai simpatica e spero di trovare altri amici! Che ne dici di venire a casa mia, domani pomeriggio?- 

- Beh, non sarebbe una brutta idea! Sabato ti va di conoscere le mie amiche? Usciamo insieme a fare un po’ di shopping.-

 - Forte! Ok…- 

- Charlyyyyyyyyyyyy!!!!!! Siamo qui!- Chi potrebbe chiamarmi così, se non Dafne? 

- Dafne! Vieni che ti presento i miei nuovi amici!- prendo per il braccio Ayako e mi avvicino a Rukawa e a Isolde. Purtroppo non riesco ad evitare il peggio…

 - Meyer, ecco dov’eri finita! Ma se sapevi dov’era Otte, mi sembra chiaro che avresti potuto dircelo! L’abbiamo cercata dappertutto!-

 - Dafne, non rompere! Stai zitta e vai da tua madre, se ti vuoi lamentare! Così papà punisce me, alla fine!- Cavolo! Ayako le sta osservando sorpresa e, anche se non capisce tutto ciò che dicono, sa che stanno discutendo, mentre Rukawa sembra contento perché l’azione si sia spostata da lui alla mia bella amica.

 - Dafne! Stai tranquilla! Tua sorella era rimasta affascinata dal bel tenebroso!- e indico con lo sguardo Rukawa

- Comunque è colpa mia perché non vi ho avvertite! E tu, Isolde, modera i termini!- 

- Ragazzeeeee! Siamo arrivate!- ed ecco le ultime del gruppo: Benedikta e Julia. 

- ma stavate litigando?- 

- No, figurati!- 

- vi presento i nuovi alunni e il 5° giocatore!-

 - Cosa??? Sul serio??? Partecipi al club, allora?- 

- Sì- e sorrido. 

- Lei è Ayako ???, la nostra nuova compagna di squadra. Frequenta la 6^A ed è giapponese. Lui è Kaede Rukawa, mio compagno di classe. Sa giocare molto bene a basket.- e in giapponese: 

- Ayako, Rukawa, vi presento le mie più care amiche: Isolde, che avete già visto- sorriso radioso dell’interessata

- Dafne Meyer, sua sorellastra- altro sorriso, stavolta più stiracchiato

- Julia Gebirge, la secchiona e Benedikta Krummen.- la guardo: avanza verso Ayako e la abbraccia. 

Le sossurra, molto lentamente: - sono contenta che sia tu la nuova guardia- 

Benedikta non è da queste manifestazioni! Cosa succede? La stiamo osservando tutti, compreso Rukawa.

 Lei arrossisce e dice: - Beh, appena l’ho vista, mi è sembrata Virginie!- In effetti le assomiglia moltissimo di viso: stesso sorriso, le gote leggermente rosse rispetto alla carnagione chiara, gli occhi scuri, a mandorla, le labbra carnose…Virginie era, al contrario, molto più alta e magra di Ayako, con i lineamenti più dolci e i capelli chiarissimi ma ricci come quelli della giapponesina e gli occhi all’occidentale.


Dico, rivolta a Ayako, di stare tranquilla perché assomiglia solo un po’ ad una nostra vecchia amica. E, verso Rukawa, di prendersi il maglione per tornare a scuola. Noto che, camminando in fila, osserva insistentemente Dafne. Lei ride come una pazza con la Ben, mentre Julia parla con Isolde e io sono a fianco di Ayako. Che il nostro ghiacciolo si sia innamorato? Sarebbero una bellissima coppia! Solo che ci sarebbero ben due cuori infranti… 

A scuola, compiliamo i moduli per i club ( Rukawa, naturalmente, va a basket) e ci prepariamo per tornare a casa. Che giornata! Ci diamo appuntamento per il mattino successivo davanti alla fermata del bus io, Dafne e Isolde e, mentre Benedikta e Julia si dirigono a destra, io e le altre svoltiamo dopo il portone a sinistra, quando si alza un mormorio confuso di fianco a noi…

 Escono, infatti, Rukawa in bici trascinando una arrabbiatissima Ayako che scruta sconsolata la folla urlante e Löwe imbufalito che cerca di agguantare la bianca manina di Ayako…ohi ohi, se ne preagiscono delle belle! Onde evitare note disciplinari, sospensioni o quant’altro, mi avvicino, salutando prima le mie amiche, ai due imbufaliti che stanno litigando in giapponese parlando molto velocemente, in modo che io non capisca… 

“ Rukawa, lascia subito Ayako! Non è così che si trattano le signore!”

 “ …”

 “ Aiutami Charlotte! Lüdwig mi vuole dare il suo n° di cellulare e Kaede- kun non vuole per quella benedetta promessa!”

 “ Oki oki…mollala subito, Rukawa!” Ecco, lo sapevo…ho tirato un urlo non proprio angelico…però, almeno, mi ha obbidito! 

“ Ayako, vai a prendere quel n°, svelta! Non siamo un fenomeno da baraccone! E tu, Rukawa… non sai che al cuore non si comanda? Non puoi pretendere che, per mantenere una tua promessa, cosa per altro bellissima, tu debba costringere una persona a fare ciò che tu vuoi! Ayako non può amare una persona a comando!” 

Mi guarda piuttosto allibito, ma non batte ciglio e comincia ad avanzare. 

Lo sento borbottare un “Lasciamoli soli un attimo” e cominciamo a camminare in silenzio verso la scuola. Passeggiamo, lui con la bici, io cn lo zaino, nel parco, ammirando le foglie che cominciano ad ingiallire ed i fiori che comicniano a scomparire. Di quando in quando incrociamo i giardinieri, che conosco molto molto bene. Con lui mi sento tranquilla…no, non mi sento attratta da lui, anche se è così misterioso, ma siamo tanto, tanto simili…forse troppo per innamorarci…o cielo, penso già all’amore quando lo conosco da nemmeno un giorno! Dopo circa venti minuti, passati in religioso silenzio, scambiandoci di quando in quando qualche occhiata, arriva Ayako che abbacciandomi tutta contenta, urla un “grazie” che lo avranno sentito perfino in Giappone… 

Dopo essere giunti nuovamente al portone, ci separiamo definitivamente per quel giorno, dopo però aver risposto alla domanda molto ironica di Ayako 

“ Che c’è, è morto qualcuno?” per via del nostro silenzio… Salutati, mi sono ricordata che ho dimenticato una cosa…e che cosa! 

******

 

 * A quest’età si possono lasciare gli studi in Germania.

 

Fine capitolo primo Dunque….ehm….forse mi sono dilungata troppo su alcune cose…se avete qualcosa in contrario ditelo! O comunque, domande, suggerimenti sono ben accetti! Ringrazio chiunque avesse letto questo capitolo e tutti quelli che mi hanno aiutato! Shibahime

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slam Dunk / Vai alla pagina dell'autore: Shibahime