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Autore: AmyFallen    10/11/2011    4 recensioni
Amy X Mello, una storia d'amore tormentato che fa a botte tra realtà e fantasia, tra vita terrena e vita celestiale, tra umani e angeli, guerre in cui si rischia tutto...tra regole obbligatorie e l'amore, l'amore giovane di due ragazzi che lottano per non dividere ciò che è stato unito dal destino...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mello
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A World Where You Are

Capitolo 7

 La mattina passò come tutte le altre, colazione, lezione, studio e riposo il pomeriggio. Erano solo le 16:00 ma decise di chiamare Mello.
Il telefono cantava il lamento monotono che le trasmetteva ansia. Nessuna risposta. Era scossa e passò la giornata in silenzio, l’aveva notato anche Matt e le chiese che cosa avesse, ma lei si limitò in un “Sto bene tranquillo.” Seguito da un sorriso. Provò una seconda volta a chiamare ma anche questa volta non rispose. Si rassegnò e lasciò scivolare il cellulare sul comodino con un semplice gesto della mano. Si sdraiò sul letto e fissò il soffitto invaso da ombre. Era un angelo caduto, le ombre non erano solo nella sua testa, le vedeva davvero, era più tranquilla, anche perché poteva proteggere la persona che amava.
Voleva scappare al più presto dall’orfanotrofio e rivederlo. Rivedere lui. La persona che ama. La persona con cui è libera di parlare. Un amico, un fidanzato, un ragazzo, queste parole non dicevano niente. Il loro amore era più forte di qualsiasi altra forma d’amore esistente nell’universo. Erano una cosa sola, indivisibile anche nella morte dicevano!
In quel momento erano divisi e lei aveva un forte bisogno di stare con lui, ormai era passato quasi un mese. Doveva fare qualcosa.
Scese le scale e incontrò Roger. Fece finta di non vederlo finché lui non l’afferrò da un braccio.
“Lasciami!”
“Shh shh! Non urlare! Io ti voglio solo aiutare.”
“Si è visto infatti! Grazie per la pugnalata nel fianco amico! Sto una meraviglia.”
“Perdonami Amy.”
Un punto microscopico di metallo colpì la ragazza, una sensazione di freddo che lentamente invadeva le vene del collo facendole chiudere piano gli occhi abbandonando il corpo alle braccia di Roger. Sonnifero.
 
. . .
 
Lentamente il buio si faceva meno intenso, e gli occhi mettevano a fuoco la visuale. Davanti a lei, Roger. Non riusciva a muovere un muscolo. Capì di essere legata, mani e piedi, sulla sedia dello studio.
“Cara Amy.” Annunciò Roger.
“Hai dunque scoperto tutto, e ora ne pagherai le conseguenze.”
“Cosa? No! Io non farò proprio un bel niente!”
“Staremo a vedere…”
Disegnò intorno alla ragazza un cerchio con delle forme geometriche e scritte incise al suo interno.
“No! No! Stai fermo!” Urlò agitandosi sulla sedia, cercando di liberarsi.
“E cosa vorresti fare con le mani dietro la schiena?” Rise l’uomo.
“Se non la smetti subito mi metto ad urlare! Aiuto!! AIUTOO!!! AIUTATEMI VI PREGO!” Continuò la ragazza in lacrime.
Abbassò il capo e trasformò il suo grido in un sussurro.
“Ti prego Roger lasciami andare…”
Con uno scatto della testa si avvicinò alla ragazza sibilandole all’orecchio.
“Tu mi hai lasciato andare ieri sera?, mi hai risparmiato dal calcio nei coglioni che mi hai dato?” Urlò. “Eh?!?! Rispondi Amy!”
Tirò un calcio alla sedia facendola cadere di fianco. La ragazza chiuse gli occhi e pianse dal dolore che le provocò la caduta.
“Non mi hai dato altra scelta!”
“Beh neanche tu mi hai dato altra scelta cara la mia Amy. Adesso farai quel che ti dirò, tranquilla non farà male. Quando sarà tutto finito potrai rimanere per sempre vicino a me e proteggermi fino alla fine dei miei giorni.”
Fece un ghigno e rise sguaiatamente mentre la ragazza lo implorava di lasciarla andare.
Le legò la bocca con il nastro adesivo, metri di nastro adesivo sulla bocca della ragazza ancora a terra dolorante.
“Torno tra un po’, l’alba alimenta la mia sensibilità. Se vedo il tuo caro Mello girare in questa stanza… non andrà a finire bene.” Rise e se ne andò sbattendo la porta.
La ragazza cercò di liberarsi ma non ci riuscì, così rimase a piangersi addosso. Non avrebbe mai più rivisto il suo Mello. E lui non poteva fare niente per salvarla.
Passarono un paio d’ore prima che la porta si aprì di scatto ed entrò una sagoma incappucciata di nero. Amy spalancò gli occhi e si dimenò pensando al peggio, ma la ragazza affrettò a togliersi il cappuccio e sorrise ad Amy. Cercò di ricambiare ma il nastro adesivo non glielo permetteva. Fece gli occhi tristi e dubbiosi, in cerca di spiegazioni.
“Stai calma cara, ci sono qua io.” La tranquillizzò la misteriosa ragazza dagli occhi marroni che rispecchiavano il colore della terra bagnata, Amy ne sentiva quasi il profumo. Sorrise e le cacciò il nastro adesivo dalla bocca, la slegò e la portò in camera sua.
“Piacere Amy io sono Ely.” Sorrise la ragazza.
“Ti… ringrazio di avermi… salvata…” Disse Amy guardando nel vuoto sconvolta.
“Oh, ma tu stai tremando! Vieni, sdraiati sul letto, entro domani ti riprenderai.”
“Grazie… posso chiederti…un favore?”
“Certo! Puoi chiedere tutto ciò che vuoi.” Sorrise.
“Puoi rimanere con me stanotte? Non mi sento sicura, mi sento….osservata.”
“Ah beh, certo non mi stupirei che tu non voglia rimanere da sola dopo quello che ti è successo.”
“Ti ringrazio.”
“Ma figurati.”
Il tempo di pronunciare queste parole che Amy chiuse dolcemente gli occhi e cadde in un sonno profondo.
Quando si svegliò erano già le 23:00, arrivò la chiamata di Mello.
“Amy! Perché non rispondi? Sono tre ore che ti chiamo!”
“Scusa non ho sentito il cellulare, stavo dormendo.”
“Mi avevi chiamato, è successo qualcosa? Sei turbata, riesco a sentirlo dalla voce.”
“No, è tutto apposto.”
“Amy non prendermi in giro.”Sospirò.     ”Sto venendo a prenderti.”
“No! Non fare pazzie, sai che Roger non vuole.”
“Al diavolo Roger! Devo sapere se stai bene.”
“Sto bene stai tranquillo, ho solo bisogno di te.”
“Anche io…”
Amy piangeva in silenzio, ma Mello capì che quel silenzio non prometteva niente di buono.
“Amy…”
Si schiarì la voce.
“Dimmi.”
“Non fingere.”
“Mello tranquillo è tutto ok.”
“Va bene amore, ora scappo, torno a lavoro. Ti amo.”
“Ti amo.”
 
Ely sorrise.
“Siete fantastici, siete l’amore fatto a persona. È vero che l’amore è una cosa sola in due corpi divisi.”
“Divisi.” Scoppiò a piangere e si appoggiò sulla spalla di Ely.
“Oh Amy non fare così, prima o poi vi rivedrete.”
La ragazza fissò ancora una volta quegli occhi profondi.
“Lo spero Ely.”                 
“Voglio andare ad avvisare L riguardo quel che è successo, Roger non la passerà liscia.” Continuò Amy.
“No lascia stare, ricorda che hai letto il tuo curriculum. Non è permesso questo.”
“Hai ragione.”
Si alzò dal letto, aprì l’armadio e iniziò a buttare le sue robe sul letto.
“Cosa stai facendo?” le chiese Ely.
Non rispose. Prese una valigia e la appoggiò sul letto sistemando i vestiti in essa.
“Amy ma cosa vuoi fare?” chiese per la seconda volta Ely.
“L’amore è una cosa sola in due corpi divisi, se i corpi sono vicini è ancora più forte, giusto?” Continuò seria.
“Ma Amy! Non puoi andare via!”
“Io non ‘vado via’ io scappo.”
Ely cercò di convincere Amy che era una cosa sbagliata quella che stava facendo.
“Partirò stanotte Ely. Ti ringrazio di avermi salvata, ti ringrazio di tutto ma non posso più stare qui.”
“E con che cosa te ne andrai?”
“A piedi.”
“Da qui alla città più lontana a piedi?! Tu sei pazza! Sta piovendo!”
“Piove?”
“Si!”
“E da quanto?”
“Non meno di mezz’ora!”
“Perfetto! Dovevo proprio farmi una doccia, me la farò camminando.”
Sorrise Amy.
Ely scosse la testa.
“Sei testarda.”
“Dirò a Matt di prendersi cura di te Ely stai tranquilla.”
Ely arrossì.
“Eh? Cosa? Chi? Matt?” Scoppiò in una risata nervosa.
“Io so prendermi cura da sola.”
Amy sorrise un’altra volta.
 
Qualcuno da dietro la porta bussò chiassosamente. Non poteva essere Roger così aprirono. Entrò una ragazza con una vestaglia da notte bianca che sembrava un fantasma. Aveva una corporatura magra ma forte, si intuiva dai muscoli leggermente in rilievo sulle braccia scoperte. I lunghi capelli castani e gli occhi verde prateria che anche al buio erano visibili in tutto il loro splendore.
“Cos’è questo chiasso?” Chiese.
“Scusa Reika è che abbiamo avuto un dibattito.” Rispose Ely.
Amy si limitò in un sorriso imbarazzato.
“Che ci fa quella valigia sul letto?” Sussurrò.
“No niente!” Cercò di nascondere Amy.
“Per caso te ne stai andando?”
“No no assolutamente, di solito nella valigia metto i vestiti che non servono più.” Rispose mettendosi una mano dietro il collo sorridendo nervosa.
“Bene, tornate a dormire!”
Ely e Amy si raddrizzarono di scatto e fecero il saluto militare.
“Sissignora!” 

  
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