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Autore: jessica80    10/11/2011    5 recensioni
Fragile e trasparente come cristallo, questa è la vita di Sarah a 15 anni di distanza dal suo "sogno" di Labyrinth. Ma è stato davvero un sogno?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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 Sarah si svegliò all’improvviso, destata dalle gocce di gelida pioggia che entravano dal finestrino del treno e le bagnavano il viso stanco.
Si passò una mano sul volto senza rendersi conto del pallore che l’aveva colpita.
Non è sangue, è solo acqua. Stavo sognando.”
Eppure sembrava tutto così reale, lui era reale…
Guardò fuori dal finestrino attratta dal sole al tramonto. Era quasi arrivata.
Si alzò lentamente passandosi con forza le mani sulla gonna ormai spiegazzata dalla lunga giornata di lavoro.
- Dannazione, ci mancava solo questa…-
Il brillantino incastonato nella fede di matrimonio le si era impigliato nelle calze provocando una vistosa smagliatura.
Jack…
Quanto amava suo marito.
Erano sposati da cinque anni e subito dopo il matrimonio si erano trasferiti a Wakefield, poco distante da Memphis.
Jack era sempre in viaggio per lavoro ed era fondamentale per lui la vicinanza agli aeroporti del Tennessee.
Jack lavorava nel settore dell’import-export, guadagnava molto bene e il suo solo stipendio permetteva alla famiglia di vivere dignitosamente senza far mancare nulla né a lei, né alla loro figlia, ma le sue lunghe trasferte gli impedivano di stare con loro quanto avrebbe voluto.
Dopo la nascita di Rose, Sarah aveva trovato lavoro come educatrice in un centro per disabili a Holly Springs.
Non guadagnava molto, ma il lavoro le piaceva e le permetteva di non sentirsi in debito nei confronti di Jack.
Sarah aveva cominciato ad amare i bambini dopo il suo viaggio nel labirinto, dopo aver rischiato la vita per salvare Toby.
Terminato il college aveva frequentato un corso per diventare assistente sociale e si era diplomata con il massimo dei voti.
Nessun bambino aveva diritto di soffrire e si era ripromessa che nessuna creatura avrebbe più sofferto per causa sua.
Com’era cambiata Sarah da quella notte…
Labyrinth”.
Sorrise al ricordo del suo libro dalla copertina rossa e dalle pagine ingiallite.
Dopo quella fatidica notte non l’aveva più aperto, conservandolo però preziosamente nel cassetto della sua scrivania.
Non l’aveva portato con sé a Wakefield, il libro apparteneva a New York, alla sua casa d’infanzia.
Erano trascorse settimane dall’ultima volta che aveva rivisto i suoi amici di Goblin: Hoggle, Sir Dydimus con il fido Ambrosius e Ludo.
Sì, presto li avrebbe chiamati e avrebbe trascorso una serata con loro.
Aveva proprio voglia di rivederli.
Si infilò il cappotto e prese la borsa che era appoggiata sul sedile di fianco al suo e si preparò a scendere dal treno.
Tra poco sarebbe stata di nuovo a casa.
 
 
Sarah imboccò il viale di casa alla guida della sua auto.
Le luci erano spente, cosa che la parve alquanto strana visto che Margareth, la baby-sitter, avrebbe dovuto essere in casa con Rose.
Dopo aver parcheggiato la macchina ed essere scesa, si incamminò velocemente verso il portone di ingresso.
Mise la chiave nella serratura e si bloccò improvvisamente.
Uno strano senso di panico la raggelò e chiuse gli occhi per calmare il battito cardiaco improvvisamente accelerato. Era forse successo qualcosa a Rose? Margareth non conosceva la storia e non avrebbe mai potuto far rapire la piccola dai goblin...
 
“Dammi la bambina!”
 
- E’ stato solo un sogno, un maledettissimo sogno.-
Sussurrò prima di riaprire gli occhi e spalancare la porta di casa.
- Ragazze sono tornata!- Nessuna risposta.
Avrebbe voluto mettere più convinzione nella voce ma si rese conto che non ne era stata capace, attanagliata da un'improvvisa e irrazionale paura.
Accese la luce dell’ingresso e in quel momento un ciclone di poco più di tre anni la assalì aggrappandosi al suo cappotto.
- Mammaaaaa… Ciaoooo… Sai che ti abbiamo preparato una sorpresa? Abbiamo lavorato tutto il giorno!-
Sarah fece un sospiro di sollievo maledicendosi silenziosamente per quelle stupide fantasie di ragazzina che ancora la perseguitavano.
Abbiamo?
- Amore mio, dov’è Margareth?- Chiese la madre chinandosi ad abbracciare la bambina.
- Le ho lasciato il pomeriggio libero, avevo voglia di stare un po’ da solo con Rose.-
Rispose una voce calda poco distante da lei.
Sarah alzò gli occhi per incontrare il volto di suo marito che, divertito, ricambiava il suo sguardo.
- Jack!-
Gli andò incontro abbracciandolo, non si aspettava di trovarlo a casa così presto, o per lo meno non prima del fine settimana.
- Sei tornato prima del previsto, mi aspettavo di vederti per il week-end!-
Lui la guardò accigliato mentre con un braccio le cingeva la vita e con una mano le accarezzava i capelli.
- Sono riuscito a liberarmi per poter trascorrere un po’ più di tempo con le mie donne. Avevi altri programmi forse?- Chiese sospettoso.
Sarah lo guardò con occhi pieni d’amore.
- No, assolutamente no. È stata una sorpresa magnifica, non potevi farmi regalo più grande.-
- Mamma…-
Sarah abbassò lo sguardo, la piccola Rose le tirava il cappotto.
Si chinò nuovamente verso sua figlia sotto lo sguardo adorante del padre.
- Hai ragione amore mio, non ti ho ancora salutata come si deve. Com’è andata la giornata? Come stai?-
La bambina le si aggrappò al collo stringendola forte.
- Io sto bene. Con il papà ti abbiamo fatto una sorpresa.-
Sarah sorrise alzando lo sguardo verso suo marito.
- Beh, conoscendo tuo padre ho quasi paura a chiedere di cosa si tratta.-
Jack sorrise di rimando e le fece un cenno con la mano dirigendosi verso la cucina.
Sarah si tolse il cappotto e prese Rose per mano.
La bambina era un fiume in piena di parole mentre camminavano verso la sala da pranzo.
Le raccontò di come, con il papà, era andata al supermercato a fare la spesa e poi si erano messi ai fornelli per cucinare.
Quando Sarah entrò nella sala da pranzo rimase senza parole.
La tavola era stata apparecchiata con cura per tre persone.
Jack aveva tirato fuori dalla cristalliera i piatti in porcellana e i calici che solitamente usavano per le grandi occasioni.
Per Rose, invece, aveva acquistato un intero servizio da tavola completo di piatti e bicchiere in plastica rigida dei Muppets.
Il tutto era rifinito da un centro tavola in vetro riempito con qualche centimetro d’acqua dove dentro galleggiavano tre candele colorate e profumate a forma di barchetta. 
- Beh? Cosa fate voi due lì impalate a fissare il tavolo? Andate a lavarvi le mani, la cena è pronta.-
Le rimproverò amorevolmente Jack.
Sarah sorrise felice e non se lo fece ripetere due volte.
Prese Rose in braccio e si avviò verso il bagno.
 
La cena era trascorsa serenamente.
Jack aveva cucinato uno stufato di carne accompagnato da verdure crude e al forno.
Eccezionale”. Sì, era la parola giusta per definire l’intera serata.
Avevano parlato di tutto, del lavoro di Sarah, degli impegni di Jack per i giorni a venire, delle mattine trascorse da Rose all’asilo e dei pomeriggi con Margareth.
- Papà mi ha fatto cucinare la carne!- Disse improvvisamente Rose rivolgendosi a sua madre.
Jack si avvicinò a sua moglie sussurrandole all’orecchio
- Le ho fatto girare lo stufato.-
Poi disse ad alta voce:
- La nostra principessa sta diventando una donna, deve cominciare ad imparare a cucinare.-
La voce di Jack era seria ed impostata.
Non avrebbe mai osato rovinare un momento così importante per sua figlia.
Sarah si morse un labbro trattenendo un sorriso.
- Oh, sei stata davvero brava amore mio e il papà ha ragione, stai diventando grande Rose e tra poco sarai una vera signorina. Sono sicura che imparerai presto a fare tante altre cose.-
Il petto della bambina si gonfiò di soddisfazione e sorrise felice ai due genitori.
Dopo aver mangiato il dolce, Sarah fece per alzarsi e prendere i piatti sporchi quando una mano ferma, seppur gentile, le bloccò il braccio. Si voltò verso Jack che le sorrideva teneramente.
- Sarah, va a lavarti e a cambiarti. Ci penso io a sparecchiare.-
La donna non sapeva cosa dire, suo marito aveva fatto così tanto…
- Jack, io non so…-
Si alzò dal tavolo continuando a guardarla negli occhi, senza lasciarle il braccio.
- Non dire niente. Tu fai questo lavoro per tutta la settimana, lascia che per una volta lo faccia io. E poi…- Il suo sguardo cadde sulla smagliatura della calza. – Credo tu abbia davvero bisogno di cambiarti d’abito e di indossare qualcosa di più comodo.-
Decisamente questa volta non poteva dargli torto.
- Hai ragione, forse è meglio che vada a mettermi il pigiama.-
 
Quando Sarah uscì dal bagno, Jack era nella camera di Rose e le stava cantando una ninna nanna per farla addormentare.
Era tutto così perfetto!
Forse troppo perfetto”.
Questo pensiero si fece improvvisamente strada nella sua mente, come uno scafo che attraversa il mare a tutta velocità.
La sua famiglia, il lavoro, se stessa.  
Guarda cosa ti sto offrendo Sarah, i tuoi sogni.”
Un brivido le attraversò la schiena facendola impallidire.
Si appoggiò al cornicione della porta per non cadere. “Maledetto incubo…”.
- Sarah va tutto bene?-
Jack la guardava preoccupato, avvicinandosi lentamente.
- Sì, credo di essere solo molto stanca.-
Suo marito l’abbracciò mentre lei affondava il viso nella sua camicia.
- Rose si è addormentata quasi subito, era davvero stanca poverina, e credo sia meglio se andiamo a letto anche noi. Domani ci aspetta un lungo viaggio.-
Sarah si scostò da lui, guardandolo accigliata.
- Un lungo viaggio?-
Le baciò la fronte, accarezzandole la schiena.
- Questo pomeriggio ho fatto una telefonata alla tua famiglia. Domani tuo padre, Karen e Toby ci aspettano per pranzo, ma dovremo partire presto se vogliamo mangiare con loro. Ho voluto farti una sorpresa, ci tenevi così tanto a rivedere i tuoi cari. Trascorreremo qualche giorno a New York e un po’ d’aria nuova farà bene anche alla piccola Rose. Non vede i nonni da così tanto tempo…-
Gli occhi di Sarah si illuminarono di gioia.
Era trascorso molto tempo dall’ultima volta che aveva rivisto la sua casa d’infanzia.
- Jack, non so davvero come ringraziarti, sono senza parole.-
Le sorrise appoggiando le labbra alle sue.
- Forse ho un’idea su come potresti sdebitarti…-
Sarah sentì la bocca di Jack catturare la sua, baciarla con decisione e allo stesso tempo con dolcezza.
La donna gli affondò le mani nei capelli ricambiando il bacio mentre un senso di calore e desiderio le attraversava il corpo.


*** *** ***

Care fanciulle, come sempre devo fare i ringraziamenti di rito a Federica (mia preziosa beta) e Paola (mia preziosa consigliera).
Come avrete potuto notare sono parecchio incasinata con il lavoro e non riesco ad aggiornare nei tempi previsti o comunque in velocità come vorrei. Pazienza... voi mi aspetterete vero? VERO?
Bacio
J.




  
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