Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |      
Autore: YUMA    09/07/2006    5 recensioni
Questa storia per me è molto triste
mi è venuto in mente di scrivere
una storia del genere per un libro letto.
Questa storia parla di un bambino che vive in mezzo alla strada perchè i suoi genitori sono morti in un incidente d'auto.
Lui rimane in mezzo alla strada finchè non arriva...
Beh,la mia descrizione l'ho fatta,ora sta a voi!
Leggete e...recensite,ve ne sarei grata!
..Yuma..
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era un bambino dai capelli casta


Un destino atroce,per quel povero bambino

 

 

Era un bambino dai capelli castano scuro,dalla carnagione chiara,basso e magrolino. Portava sempre una sciarpa gialla e rossa,anche d'estate. Stava lì,davanti alla scuola,ma non ne aveva mai visto gli interni. Ogni mattina,vedeva bambini e bambine andare alle scuole materne con le proprie mamme,ma lui non poteva,non aveva nessuno,i suoi genitori,erano morti in un incidente auto e lui si ritrovava solo,sempre lì,in attesa che qualcuno lo prendesse. (non aveva parenti...Nda)
Ora però il Natale era vicino e nessuno andava a scuola,ma lui era lì,che aspettava.
Ormai ,erano passati sette giorni,ma nessuno lo aveva preso con se e accudito.
Ma lui era sempre lì,a volte sulla scalinata della suola per ripararsi dalla neve(era dicembre). Dentro di lui,un vuoto,non sapeva più chi era,non voleva più esistere,voleva andarsene e non vedere più nessuno,piangeva,le sue lacrime cadevano sulla neve candida.
 Erano le sette di sera,faceva freddo,ormai era buio,ma qualcosa si mosse nella sera. Lui,era accucciato come un cane all'ingresso della scuola,stava sudando a freddo,il cuore gli batteva a 160 battiti al minuto,aveva il cuore in gola,voleva urlare,farsi sentire,ma appena apriva bocca,non usciva nessun suono. Non parlava da giorni con nessuno.
I passi si facevano sempre più forti,finché non arrivarono davanti al bambino. Una donna dai capelli biondi e mossi era lì davanti a lui. Si guardava meravigliato,perchè non scappava alla sua presenza?,quella donna era lì,ferma,lo guardava negli occhi con tanto amore e affetto,fino a quando non iniziò a parlare. Non gli chiese molto,solo,qual è il tuo nome e perchè sei qui da solo. Lui non rispose,non riusciva a parlare,per quanto si sforzasse,non riusciva,parlava a gesti.
La signora lo prese in braccio,era gelato,sentiva il suo pancino brontolare per la fame,non mangiava  e non beveva da più di una settimana,era sfinito,tanto che si addormentò nelle sue braccia. 
Il bambino si chiamava Andrew e aveva cinque anni.
Andrew ormai era nel letto,al caldo,aveva bevuto della cioccolata calda e aveva fatto un buon bagno caldo e poi si era messo a letto. Ora sognava la sua mamma e il suo papà,erano a casa,lui era nella sua cameretta  con la mamma che gli leggeva una storia,lui era felice,rideva,(era da tanto che non era felice),ascoltava la  storia  molto attentamente e intanto fantasticava,la mamma gli stava leggendo la storia di un ragazzino povero che poi diventava re e lui pensava,in quella storia si vedeva lui,era in realtà un pò la sua storia,era stato al freddo come un poveretto per una settimana,ma ora era nel castello della sua casa...
Era mattina,Andrew si svegliò,era felice,voleva correre dalla sua mamma,ma quando vide che era in un altra cameretta si rese conto che era solo un sogno. Il suo volto,che fino a un secondo prima era solare,si spense,divenne di nuovo triste,per una volta che aveva trovato la felicità,l'aveva completamente perduta,in un solo istante.
Arrivò la signora,la vide bene,aveva all'incirca vent 'anni,era bella,alta e magra,assomigliava alla sua mamma.
Pensava che con un pò di fantasia,poteva fare finta che lei fosse la sua mamma,così l'avrebbe sempre considerata vicino a lui.
La ragazza si chiamava Sofia,era andata nella camera di Andrew per portargli la colazione,ma lui non aveva fame,voleva dormire ancora un pò. Sofia lasciò la cameretta in silenzio,lasciando il piccolo Andrew alle sue spalle.
Andrew non dormiva,non ci riusciva,pensava al suo sogno fatto,all'incidente,era un bambino forte,anche se aveva solo cinque anni.
Passarono due ore,Andrew ormai era in piedi,si era lavato,aveva fatto colazione ed era uscito con Sofia a comprare i regali di Natale. Lui era felice,rideva e saltellava sulla neve fresca e candida,Sofia era contenta di aver dato la felicità a quel bambino,che da mesi non rideva più.
Entrarono in un negozio di giocattoli,comprarono tutto quello che voleva Andrew,una macchinina,tanti pupazzi...
Era felice,non era mai stato così.
Dopo due ore erano a casa,fuori nevicava ancora,la neve ormai era alta dieci centimetri.
Andrew corse in camera sua a giocare,mentre Sofia preparava il cenone di Natale(era il ventitrè dicembre).
Intanto nella sua cameretta,Andrew si divertiva con i suoi nuovi giocattoli e si  divertiva da morire,finchè non gli  venne in mente di andare fuori  a fare un pupazzo di neve...

Fu la sua fine,Andrew era uscito senza giubbotto e senza berretto,era troppo felice di fare un pupazzo  di neve che si dimenticò che era dicembre.
Iniziò a tossire,entrò  in casa,Sofia sentendolo tossire così,dopo una settimana, lo portò dal dottore,ma ormai era tardi,aveva preso la polmonite,doveva stare a letto,sudava e tossiva,ma lui non si rendeva conto di niente. Era ancora felice,mangiava piatti caldi,era coccolato,ma un giorno volle alzarsi dal letto,ci provò ma cadde a terra,un tonfo,piangeva,si era fatto male me niente di grave. Il dottore arrivò in tutta fretta,lo visitò,poi uscì fuori dalla stanza con Sofia,gli disse che ormai la polmonite non si poteva più guarire,sarebbe stata questione di giorni.
Sofia scoppiò a piangere,corse in bagno,le sue lacrime cadevano nel lavandino,ormai la vita di quel bambino era segnata.
Sofia si sentiva un vuoto dentro,quel bambino era la sua vita,non voleva accettare la verità.
Andrew era in camera,tossiva,si sentiva male,ora sudava di più,tossiva più forte,ormai sentiva la morte vicina,però pensava alla sua mamma e il suo papà,non aveva paura di morire,adesso poteva stare con loro quanto voleva,si sentiva mancare,un ultimo colpo di tosse... Quel bambino non era più in quella dimensione,in quella casa,non c'era più.

Note di Yuma:
Storia molto triste,lo ammetto,ma volevo vedere se riuscivo a esprimere i sentimenti in modo approfondito.
Credo di non esserci riuscita,non ero abbastanza nei dettagli,ma potrò sicuramente migliorare.
Datemi i vostri pareri,mi  serviranno per capire dove ho sbagliato.
Ho avuto questa ispirazione,grazie a un libro intitolato " la schiappa ". La storia è totalmente diversa,anche la trama,però io ci trovo qualcosa in comune,tipo l'esclusione del bambino,anche nella mia storia,in un certo senso il bambino non viene accettato,non viene accudito.
Mentre la scrivevo,pensavo a tutte le persone che fanno questa vita,in mezzo alla strada,bambini & adulti,che non mangiano,che dormono su panchine,ma perchè noi si e loro no?
..Yuma..



                                                                   
 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: YUMA