Siamo noi che ce ne andiamo.

Vola il tempo, lo sai che vola e va; forse non ce ne accorgiamo, ma più ancora del tempo che non ha età siamo noi che ce ne andiamo.

Lily percorre la navata centrale a passo lento, nell’ormai chiesa vuota dal tappeto imbrattato di petali vermigli.
Un leggero vento di primavera soffia dalla porta, facendo ondeggiare il velo bianco che le copre la testa; James è fuori chissà dove, a raccattare auguri e sorrisi con la cravatta annodata male da ragazzino frettoloso.
Frettoloso come quel sì pronunciato a mezza voce in tempi bui, quando c’è anche la fretta di vivere per non perdersi niente – tu cosa perdi, Lily?
Cerca di scacciare dalla mente quei pensieri, appoggiando il bouquet di fiori su una panca abbandonata; alza l’orlo della veste che fruscia sul pavimento per raggiungere il suo sposo, per salvarlo dalla marea di parenti che fuori la attendono come corvi.
«Ti sei sposata, alla fine».
Lily non ha bisogno di voltarsi per capire di chi sia quella voce, che tante volte – troppe – ha squarciato le sue utopie di un futuro diverso.
«Non avevo scelta» mormora, accarezzando la gonna bianca che le fascia le gambe. «Tu cos’avresti fatto?» aggiunge, voltandosi verso di lei che, in piedi contro la porta spalancata della chiesa, la guarda con le lacrime agli occhi.
«Una speranza c’era e tu l’hai distrutta, Lily» sussurra Alice, tenendo tra le mani una rosa bianca con cui si ferisce le dita. «Frank mi ha chiesto di sposarlo» esclama, alzando il mento in segno autoritario; vuole sembrare forte, ma è fragile come i fiori che ondeggiano nei prati quando si alza il vento.
Non siete più le ragazzine di una volta.
«Il tempo va, Alice» le dice Lily, intenzionata ad andare via – lei ha perso la speranza già da molto tempo. «Spero sarai felice, assieme a lui» non riesce a nascondere quel tremito nella voce, come quando litigava con Petunia; è passato tutto, ormai, la guerra non teme nessuno – neanche l’amore, come blaterava sempre Silente.
Alice la guarda negli occhi, spezzata, e la rosa cade sul tappeto vermiglio mischiandosi ai petali morti degli altri fiori.
«Non è il tempo che va, Lily. Siamo noi che ce ne andiamo».

Hayley's corner.

Dovrei smetterla di pubblicare Lily/Alice, lo so, ma questa mi è venuta in mente in classe e tornata a casa ho dovuto apportare solo qualche piccola modifica *-*
Chiedo immensamente perdono al signor Faber per aver storpiato e rovinato - con questo scempio - una sua canzone (Valzer per un amore). Ormai lui è diventata la mia aria, davvero non riesco ad andare avanti senza di lui - tutta colpa di mio padre, argh! -. ç_ç
Oh beh, cosa dire? Dovrei studiare scienze ma sono qui a pubblicare questa storia, che spero sia stata di vostro gradimento, scritta da me medesima con tanto amoreH in un'ora di algebra moooolto noiosa. Noiosissima.
Lily e Alice sono diventate un'altra delle mie coppie femslash preferite, e noi dobbiamo far crescere questo pairing stupendamente stupendo.
La flash!fic è piuttosto triste, direi, non riesco a scrivere femslash allegre e spensierate al 100% (Forse l'unica fluff-senza-angst è Battibecchi e plimpi a colazione, boh) che non comportino stravolgimenti di matrimoni e cose così. Chiedo venia. ç_ç
Comunque, mi dileguo in poche parole. u.u Ed ho finito, sssì, per vostro amore.
Spero che vi sia piaciuta, ci vediamo alla prossima storiaH u.u
Hayley.