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Autore: laroc    11/11/2011    0 recensioni
Questo è il primo capitolo del mio "libro" (che sto scrivendo, ma sono quasi a zero), già libro, che parolone....
sorvolando questo aspetto parliamo del capitolo:
Tutto comincia da qui, tutto cambierà per Laroc, investito di responsabilità dovrà combattere per salvare Zavesia.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la peggior tempesta da quando ho memoria, disse Laroc guardando dalla finestra il cielo nero come la pece, la pioggia che veniva giù a catinelle e il vento che scuoteva fortemente gli alberi della foresta che circondava la casa e il piccolo villaggio; si voltò di scatto quando sentì la porta sbattere e corse subito dal nonno inzuppato d'acqua e infreddolito, che ere appena entrato. Aveva appena chiuso la stalla con gli animali e messo in sicurezza il raccolto, che nonostante tutto è stato discreto e si poteva tranquillamente passare l'inverno. Dopo aver acceso il camino si misero a tavola, la zuppa col farro di Gram, preparata dalla zia, li attendeva. La casa del nonno e della zia era semplice, c'era solo l'essenziale, anche il camino, visto il freddo dell'inverno era necessario. L'arredamento era di ottimo legno, come tutta la struttura, il nonno faticò molto per costruirla e forse è per questo che non la lascerebbe mai, è una parte di se, è una parte della sua vita. Dopo poco che i tre avevano iniziato a cenare li interruppe un tuono che rimbombò nell'aria facendo vibrare la struttura della casa come un terremoto; Laroc non appena lo sentì, disse:<< vado a controllare>>, il nonno cercò di fermarlo, ma non riuscendoci lo ammonì dicendogli:<< almeno stai attento>>. Quando Laroc uscì, vide un incendio divampare e la quercia più longeva della regione abbattuta da un lampo, che con la sua caduta aveva danneggiato la foresta stessa e la stalla del fabbro,Thor. Laroc capì subito il pericolo che correva il villaggio, gli alberi e il vento avrebbero ingrossato l'incendio; corse celermente in casa avvisando il nonno e la zia, che a loro volta chiamarono tutto il villaggio. Tutti dai più piccoli ai più grandi, tranne élena, la moglie di Thor che era incinta, lavoravano per domare l'incendio; tra i più infaticabili c'era Laroc, che oltre a correre in avanti e indietro, dava anche ordini a tutti, mostrando la sua capacità di condottiero. All'alba, l'incendio era domato, Laroc era stremato, ma nonostante ciò fece un giro nella foresta per controllare i danni: il terreno non era altro che carbone e cenere, e Laroc fu commosso dal vedere ciò. Negli anni passati, la foresta era motivo d'orgoglio per il piccolo villaggio di Raevoni; appena una lacrima cadde sul terreno arido, Laroc alzò lo sguardo e vide davanti a se un cucciolo, sembrava di volpe anche se non ne era certo. Non appena Laroc prese l'animale si sentì ardere il corpo e l'energia catalizzata dal cucciolo lo fece svenire per qualche secondo, poi un bruciore al petto che gli fece strappare con forza una piccola parte di tunica, credeva che stesse per esplodere. Non appena si alzò, corse verso il fiume e specchiandosi vide sul suo petto, una coda di volpe impressa. Intanto a molte miglia di distanza, Zjarr, sul trono del re, alzò la testa verso il cielo e un piccolo sorriso malevolo fece inclinare l'angolo destro della sua bocca, e continuando a sorridere evocò un incantesimo e chiamò il consiglio. Rimase scioccato dal vedere ciò, ma corse subito dal cucciolo, lo prese e lo portò a casa, voleva parlare col nonno. Corse più veloce che potè e non appena arrivò a casa, nascondendo il cucciolo, prese il nonno per il braccio e lo portà in camera sua, sposto la sua balestra dal letto e mise lì il piccolo. Il nonno fece una faccia mista tra stupore e terrore, ma nei suoi occhi vide un barlume di luce, poi il nonno gli disse:<< Laroc, nipote mio, stai crescendo, ormai sei quasi un uomo, il tuo carattere si sta forgiando e le esperienze che fai in questi anni ti serviranno per tutta la vita, saranno parte di te e tramanderai le tue conoscenza ai tuoi figli, è giunto il momento che ti parli delle origini di Zavesia e dei suoi tempi d'oro. Il volto di Laroc fu illuminato da un piccolo raggio di sole che, dopo aver attraversato la candida tenda della sua finestra fatta dalla zia a cui piaceva particolarmente cucire, mise in risalto gli occhi cerule, i capelli biondo cenere e i suoi lineamenti giovanili,; il nonno gli disse che sarebbe tornato subito, quando uscì dalla stanza Laroc disse:<< Fiuuuu, il nonno non si è accorto del regalino che mi hai fatto, ma appena viene gli parlo, voglio spiegazioni.>>. In quel momento, la coda gli bruciò e sentì una piccola voce che gli disse:<< Laroc, amico mio, tuo nonno non puo' darti le spiegazioni che vorresti, ma niente ti vieta di provarci; devo avvisarti però, con la mia venuta dobbiamo partire, per....... appena il nonno aprì la porta, la voce si spense. Il nonno aveva in mano una cartina del continente, ma prima che potesse parlare, Laroc lo interruppe dicendo:<< Nonno, appena lo ho toccato, indincado l'animale sul letto, ho sentito ardere il mio corpo e poi è comparso questo, indicò la coda sul petto.>>. Il nonno rimase sconvolto dal vedere cosa era successo, la cartina che aveva in mano cadde, muovendo un po' di polvere accumulata sul pavimento, dopo un poco ritorno in se e disse:<< Laroc, prima di parlare di questo, voglio che ascolti la storia di Zavesia>>, prendendo la cartina, cominciò a parlare:<< Un tempo, non molto tempo fa, il nostro continente; Zavesia, era tranquillo e sereno, sotto il buon governo di re Friedrik, un re saggio che era riuscito a coniugare le esigenze di tutte le forme viventi del continente, dagli svein-trad alle fate, dai maghi agli gnomi e folletti, dagli spettri agli umani. Tutto procedeva secondo le migliori premesse, ma purtoppo i guai erano all'orizzonte, infatti tra i giovani spettri si formò un piccolo gruppo composto da 6 elementi, i più promettenti della loro classe e con ambizioni di potere che li sopraffaceva: widmo, yarag, zjarr, kirek, zenitram, kedke; una volta completato l'addestramento, usando l'antica lingua Jezyk-Kanu, o lingua del legno, la lingua degli Swein-Trad, per evocare un incantesimo di magia nera che convertisse tutto l'odio e il rancore degli uomini in energia per loro. Il dispendio di energie fu elevatissimo tanto che uccise due membri del gruppo, Kirek e Kedke, e lasciò stremati gli altri; i vantaggi dell'incantesimo furono evidenti in un paio di mesi avevano accumulato enormi quantità di energia da usare per la magia e si ribellarono al loro ordine, ma non tutti gli spettri erano malvagi e si divisero tra chi volesse seguire i 4 e chi, invece, voleva ribellarsi. I quattro spettri arrivarono a Jarmagn, nostra capitale, dove aveva sede il re, in una battaglia durata ben 5 giorni, la conquistarono e zjarr si impossessò del re, da allora Zavesia è cambiata. A sud, più a sud del vulcano Dug Alamuj, o dio del fuoco, e lo indicò sulla mappa, c'è il territorio del Widerstand, o della resistenza, dove si nascondo umani, fate, spettri, gnomi e folletti che cercano un modo per fermare gli spettri. Ritornando agli spettri, si fanno ogni giorno più potenti, grazie al loro incantesimo e ai disagi che creano intorno all'impero, ma non attaccano ancora la resistenza perchè per assicurarsi la vittoria hanno bisogno degli Etsuniki.....a quel nome Laroc disse:<< Etsu, etsu cosa?>>, la sua curiosità fece sorridere il nonno che continuando, replicò:<< Etsuniki, Laroc, Etsuniki, sono delle creature simili a delle volpi>>, ma prima che potesse continuare la descrizione, il cucciolo, adirato, disse:<< Come si permette di paragonarci alle volpi>> e poco dopo ci fu una piccola risata; Laroc rimase sconvolto del fatto che solo lui aveva sentito la voce. Il nonno, non essendosi accorto di niente continuò con la storia, << Gli Etsuniki, come ti ho detto, sono creature magiche simile alle volpi, ma di cui conservano solo pochi lineamenti: hanno le orecchie più affusolate e lunghe, la testa come il corpo più grande, il loro pelo è molto caldo e puo assumere qualsiasi colore, ancora non si sa cosa lo determini, la loro coda è più grande, lunga e robusta e oltre all'uso della magia possono sputare fuoco e qualcuno dice che addirittura possano volare.>> Laroc, però, rimase incredulo più che per i fatti, per le conoscenze del nonno; dopo aver assimilato tutte le notizie, chiese al nonno:<< Perché mai gli spettri hanno bisogno degli etsuniki? Non sono abbastanza potenti?>>. Prima di rispondere il nonno lo guardò soddisfatto, forse si aspettava questa domanda,:<< Gli spettri? Certo che sono potenti, poco dopo che si erano appropriati dell'impero, erano riusciti persino ad ingannare gli Etsuniki, perchè devi sapere che si mostrano in forma di cucciolo solo davanti a giovani dal cuore puro, ma gli spettri con un incantesimo si erano impossessati di alcuni giovani di Jarmagn e quando gli Etsuniki si mostrarono per creare nuove coppie, furono in tempo salvati dagli Swein-trad e dagli Etsuniki adulti, da allora non si mostrati più; agli spettri gli Etsuniki servono, come ti ho detto per assicurarsi una vittoria contro i ribelli e tutte le creature di Zavesia. C 'è chi suppone che gli Etsuniki vivano nella foresta Skoneg, dove vivono gli Swein-trad, ma lì nemmeno gli Spettri, almeno per ora, osano entrare. Adesso, disse il nonno, dobbiamo fare attenzione, perchè il tuo cucciolo potrebbe essere un Etsuniki, a quella frase Laroc rabbrividìe e chiese al nonno:<< Davvero?>>, i suoi occhi brillarono,<< Adesso, qualunque cosa sia, devo prendermene cura, e devo nutrirla>>. Il nonno lo guardò e gli disse:<< Si, devi prendertene cura, se la resistenza sapesse di te, ti vorrebbero, ma anche Zjarr ti vorrà a tutti i costi! Bisogna fare attenzione, Laroc, per ora non parliamone con nessuno. Adesso dobbiamo procurargli carne da mangiare e...............mentre il nonno finiva di parlare, si senti la voce della zia che li chiamava per andare a pranzo, quando Laroc aprì la porta, un odore, a cui non era abituato, proveniva dal piano di sotto e quando scese le scale capì perchè. Raramente mangiavano carne, ma quella volta a tavola c'era del pane appena fatto proveniente dal forno e una fette di carne di cervo al sangue, con qualche verdura della terra del nonno, Lorac rimase stupito, ma il primo a fare domande fu il nonno:<< Che bella tavola, Rory, ma mi sorge una domanda, oggi non siamo andati a caccia e non abbiamo comprato il pane, come ci è finito lì?>>, la zia lo guardò divertita e gli rispose:<< Tutto il villaggio ci ha ringraziati, portandoci doni, per aver evitato una disgrazia. Man mano mostrava i doni e diceva chi li aveva portati: il pane viene direttamente dal forno di Gram, poi indicando le scale, disse: le spade e lo scudo sono di Thor, la selvaggina è di Worry, che la ha cacciata ieri e fuori abbiamo ancora del farro e del grano che non riuscivo a portare dentro casa>>. Una volta a tavola, Laroc pensò che sarebbe stato meglio nutrire il cucciolo di sopra prima che scenda riconoscendo l’odore della carne, allora disse:<< Zia, vorrei mangiare in camera, posso?>>, pregò che non chiedesse il perché e tremò quando la donna aprì la bocca:<< Non so perché tu lo voglia fare, ma puoi farlo, a patto che non sporchi>>. Laroc ringraziò la zia e andò in camera, non appena il piccolo lo vide stava quasi saltargli addosso, ma solo con la mente riuscì a fermarlo; il cucciolo mangiò la carne e Laroc si accontentò di mangiare le poche verdere che erano nel piatto, con un po’ di pane, nonostante morisse dalla voglia di provare la carne di cervo al sangue. Prima di scendere per aiutare il nonno, si mise a meditare e a pensare a cosa stava accadendo, e si disse:<< Se davvero fosse un Etsuniki, cosa dovrei fare? Dovrei partire o restare? Chissà cosa mi attenderà, e mentre stava porgendosi queste domande, udì nuovamente quella voce:<< Laroc, per ora non faremo niente per non dare nell’occhio, però ci attendono molti viaggi, gli Swein-trad, così come i folletti ,gli gnomi, le fate, gli spettri e gli stessi umani della resistenza, dobbiamo imparare a capire di chi fidarci e chi è meglio evitare, dobbiamo anche prepararci ad un viaggio, perché gli Swein-trad ci attendono, devono insegnarci le loro arti, ci aspetta un duro lavoro; poi andremo dalle fate, dagli spettri>>, la faccia di Laroc assunse un’espressione quasi di terrore,<< si caro mio, anche dagli spettri, devi sapere che non tutti gli spettri sono come i quattro che adesso sono al potere di Zavesia, e infine dalla resistenza vera e propria. Prima di partire, però, ci vorrà un po’ di tempo, almeno due settimane, noi ci dobbiamo conoscere meglio, e io devo crescere sono troppo piccolo e debole. Laroc guardando il piccolo rimase sconvolto da cosa lo attendeva, ma la prima cosa che gli venne in mente fu:<< devo darti un nome, mhmmm vediamo………….Axos, ti piace?>>, il kitsune si alzò e emettendo un suono simile ad un ruggito acconsentì. Il suo nome suonava nell’aria, il nonno lo chiamava dall’orto, Laroc si affrettò a scendere e la fretta lo fece cadere, diede un urlo incredibili poiché si era slogato la caviglia, rimanendo a terra urlante. La zia e il nonno corsero subito a prenderlo e lo portarono sul letto, lui dopo poco cadde in un sonno profondo. Era buoi e umido quando Laroc si alzò da un letto, sentiva rumori forti e urla, poi si accorse che era in una cella e non sentiva la presenza di Axos, aveva paura e freddo quando sentì gridare il suo nome sempre più vicino, poi una fitta lo fece cadere e……..si svegliò di soprassalto, era un incubo e provò un grande sollievo nel vedere la sua piccola camera, il suo letto e Axos che riposava vicino a lui. Il nonno salì in camera sua per controllare come stesse e i due cominciarono a parlare, alla presenza di Axos, Lorac gli disse tutto e dopo un po’ il nonno annuì dicendo:<< Sei molto fortunato, sai? Molti vorrebbero essere al tuo posto, ma dovrai essere anche molto attento, non credere che Zjarr e gli altri Vertarer, così chiamiamo i fantasmi traditori, ti daranno vita facile, devi stare sempre in guardia e guardarti le spalle: da adesso sei ricercato dall’impero e sicuramente offriranno una cospicua ricompensa, ma abbiamo un punto a nostro favore: non conoscono la tua faccia o almeno per ora. Io ti aiuterò a preparare la partenza, ma ora però devi pensare a guarire.>> , detto questo il nonno sta per andare via quando Laroc disse:<< grazie, ma adesso voglio riposare, dillo tu alla zia che non cenerò, notte.>> Dopo poco che i tre avevano iniziato a cenare li interruppe un tuono che rimbombò nell'aria facendo vibrare la struttura della casa come un terremoto; Laroc non appena lo sentì, disse:<< vado a controllare>>, il nonno cercò di fermarlo, ma non riuscendoci lo ammonì dicendogli:<< almeno stai attento>>. Quando Laroc uscì, vide un incendio divampare e la quercia più longeva della regione abbattuta da un lampo, che con la sua caduta aveva danneggiato la foresta stessa e la stalla del fabbro,Thor. Laroc capì subito il pericolo che correva il villaggio, gli alberi e il vento avrebbero ingrossato l'incendio; corse celermente in casa avvisando il nonno e la zia, che a loro volta chiamarono tutto il villaggio. Tutti dai più piccoli ai più grandi, tranne élena, la moglie di Thor che era incinta, lavoravano per domare l'incendio; tra i più infaticabili c'era Laroc, che oltre a correre in avanti e indietro, dava anche ordini a tutti, mostrando la sua capacità di condottiero. All'alba, l'incendio era domato, Laroc era stremato, ma nonostante ciò fece un giro nella foresta per controllare i danni: il terreno non era altro che carbone e cenere, e Laroc fu commosso dal vedere ciò. Negli anni passati, la foresta era motivo d'orgoglio per il piccolo villaggio di Raevoni; appena una lacrima cadde sul terreno arido, Laroc alzò lo sguardo e vide davanti a se un cucciolo, sembrava di volpe anche se non ne era certo. Non appena Laroc prese l'animale si sentì ardere il corpo e l'energia catalizzata dal cucciolo lo fece svenire per qualche secondo, poi un bruciore al petto che gli fece strappare con forza una piccola parte di tunica, credeva che stesse per esplodere. Non appena si alzò, corse verso il fiume e specchiandosi vide sul suo petto, una coda di volpe impressa. Intanto a molte miglia di distanza, Zjarr, sul trono del re, alzò la testa verso il cielo e un piccolo sorriso malevolo fece inclinare l'angolo destro della sua bocca, e continuando a sorridere evocò un incantesimo e chiamò il consiglio. Rimase scioccato dal vedere ciò, ma corse subito dal cucciolo, lo prese e lo portò a casa, voleva parlare col nonno. Corse più veloce che potè e non appena arrivò a casa, nascondendo il cucciolo, prese il nonno per il braccio e lo portà in camera sua, sposto la sua balestra dal letto e mise lì il piccolo. Il nonno fece una faccia mista tra stupore e terrore, ma nei suoi occhi vide un barlume di luce, poi il nonno gli disse:<< Laroc, nipote mio, stai crescendo, ormai sei quasi un uomo, il tuo carattere si sta forgiando e le esperienze che fai in questi anni ti serviranno per tutta la vita, saranno parte di te e tramanderai le tue conoscenza ai tuoi figli, è giunto il momento che ti parli delle origini di Zavesia e dei suoi tempi d'oro. Il volto di Laroc fu illuminato da un piccolo raggio di sole che, dopo aver attraversato la candida tenda della sua finestra fatta dalla zia a cui piaceva particolarmente cucire, mise in risalto gli occhi cerule, i capelli biondo cenere e i suoi lineamenti giovanili,; il nonno gli disse che sarebbe tornato subito, quando uscì dalla stanza Laroc disse:<< Fiuuuu, il nonno non si è accorto del regalino che mi hai fatto, ma appena viene gli parlo, voglio spiegazioni.>>. In quel momento, la coda gli bruciò e sentì una piccola voce che gli disse:<< Laroc, amico mio, tuo nonno non puo' darti le spiegazioni che vorresti, ma niente ti vieta di provarci; devo avvisarti però, con la mia venuta dobbiamo partire, per....... appena il nonno aprì la porta, la voce si spense. Il nonno aveva in mano una cartina del continente, ma prima che potesse parlare, Laroc lo interruppe dicendo:<< Nonno, appena lo ho toccato, indincado l'animale sul letto, ho sentito ardere il mio corpo e poi è comparso questo, indicò la coda sul petto.>>. Il nonno rimase sconvolto dal vedere cosa era successo, la cartina che aveva in mano cadde, muovendo un po' di polvere accumulata sul pavimento, dopo un poco ritorno in se e disse:<< Laroc, prima di parlare di questo, voglio che ascolti la storia di Zavesia>>, prendendo la cartina, cominciò a parlare:<< Un tempo, non molto tempo fa, il nostro continente; Zavesia, era tranquillo e sereno, sotto il buon governo di re Friedrik, un re saggio che era riuscito a coniugare le esigenze di tutte le forme viventi del continente, dagli svein-trad alle fate, dai maghi agli gnomi e folletti, dagli spettri agli umani. Tutto procedeva secondo le migliori premesse, ma purtoppo i guai erano all'orizzonte, infatti tra i giovani spettri si formò un piccolo gruppo composto da 6 elementi, i più promettenti della loro classe e con ambizioni di potere che li sopraffaceva: widmo, yarag, zjarr, kirek, zenitram, kedke; una volta completato l'addestramento, usando l'antica lingua Jezyk-Kanu, o lingua del legno, la lingua degli Swein-Trad, per evocare un incantesimo di magia nera che convertisse tutto l'odio e il rancore degli uomini in energia per loro. Il dispendio di energie fu elevatissimo tanto che uccise due membri del gruppo, Kirek e Kedke, e lasciò stremati gli altri; i vantaggi dell'incantesimo furono evidenti in un paio di mesi avevano accumulato enormi quantità di energia da usare per la magia e si ribellarono al loro ordine, ma non tutti gli spettri erano malvagi e si divisero tra chi volesse seguire i 4 e chi, invece, voleva ribellarsi. I quattro spettri arrivarono a Jarmagn, nostra capitale, dove aveva sede il re, in una battaglia durata ben 5 giorni, la conquistarono e zjarr si impossessò del re, da allora Zavesia è cambiata. A sud, più a sud del vulcano Dug Alamuj, o dio del fuoco, e lo indicò sulla mappa, c'è il territorio del Widerstand, o della resistenza, dove si nascondo umani, fate, spettri, gnomi e folletti che cercano un modo per fermare gli spettri. Ritornando agli spettri, si fanno ogni giorno più potenti, grazie al loro incantesimo e ai disagi che creano intorno all'impero, ma non attaccano ancora la resistenza perchè per assicurarsi la vittoria hanno bisogno degli Etsuniki.....a quel nome Laroc disse:<< Etsu, etsu cosa?>>, la sua curiosità fece sorridere il nonno che continuando, replicò:<< Etsuniki, Laroc, Etsuniki, sono delle creature simili a delle volpi>>, ma prima che potesse continuare la descrizione, il cucciolo, adirato, disse:<< Come si permette di paragonarci alle volpi>> e poco dopo ci fu una piccola risata; Laroc rimase sconvolto del fatto che solo lui aveva sentito la voce. Il nonno, non essendosi accorto di niente continuò con la storia, << Gli Etsuniki, come ti ho detto, sono creature magiche simile alle volpi, ma di cui conservano solo pochi lineamenti: hanno le orecchie più affusolate e lunghe, la testa come il corpo più grande, il loro pelo è molto caldo e puo assumere qualsiasi colore, ancora non si sa cosa lo determini, la loro coda è più grande, lunga e robusta e oltre all'uso della magia possono sputare fuoco e qualcuno dice che addirittura possano volare.>> Laroc, però, rimase incredulo più che per i fatti, per le conoscenze del nonno; dopo aver assimilato tutte le notizie, chiese al nonno:<< Perché mai gli spettri hanno bisogno degli etsuniki? Non sono abbastanza potenti?>>. Prima di rispondere il nonno lo guardò soddisfatto, forse si aspettava questa domanda,:<< Gli spettri? Certo che sono potenti, poco dopo che si erano appropriati dell'impero, erano riusciti persino ad ingannare gli Etsuniki, perchè devi sapere che si mostrano in forma di cucciolo solo davanti a giovani dal cuore puro, ma gli spettri con un incantesimo si erano impossessati di alcuni giovani di Jarmagn e quando gli Etsuniki si mostrarono per creare nuove coppie, furono in tempo salvati dagli Swein-trad e dagli Etsuniki adulti, da allora non si mostrati più; agli spettri gli Etsuniki servono, come ti ho detto per assicurarsi una vittoria contro i ribelli e tutte le creature di Zavesia. C 'è chi suppone che gli Etsuniki vivano nella foresta Skoneg, dove vivono gli Swein-trad, ma lì nemmeno gli Spettri, almeno per ora, osano entrare. Adesso, disse il nonno, dobbiamo fare attenzione, perchè il tuo cucciolo potrebbe essere un Etsuniki, a quella frase Laroc rabbrividìe e chiese al nonno:<< Davvero?>>, i suoi occhi brillarono,<< Adesso, qualunque cosa sia, devo prendermene cura, e devo nutrirla>>. Il nonno lo guardò e gli disse:<< Si, devi prendertene cura, se la resistenza sapesse di te, ti vorrebbero, ma anche Zjarr ti vorrà a tutti i costi! Bisogna fare attenzione, Laroc, per ora non parliamone con nessuno. Adesso dobbiamo procurargli carne da mangiare e...............mentre il nonno finiva di parlare, si senti la voce della zia che li chiamava per andare a pranzo, quando Laroc aprì la porta, un odore, a cui non era abituato, proveniva dal piano di sotto e quando scese le scale capì perchè. Raramente mangiavano carne, ma quella volta a tavola c'era del pane appena fatto proveniente dal forno e una fette di carne di cervo al sangue, con qualche verdura della terra del nonno, Lorac rimase stupito, ma il primo a fare domande fu il nonno:<< Che bella tavola, Rory, ma mi sorge una domanda, oggi non siamo andati a caccia e non abbiamo comprato il pane, come ci è finito lì?>>, la zia lo guardò divertita e gli rispose:<< Tutto il villaggio ci ha ringraziati, portandoci doni, per aver evitato una disgrazia. Man mano mostrava i doni e diceva chi li aveva portati: il pane viene direttamente dal forno di Gram, poi indicando le scale, disse: le spade e lo scudo sono di Thor, la selvaggina è di Worry, che la ha cacciata ieri e fuori abbiamo ancora del farro e del grano che non riuscivo a portare dentro casa>>. Una volta a tavola, Laroc pensò che sarebbe stato meglio nutrire il cucciolo di sopra prima che scenda riconoscendo l’odore della carne, allora disse:<< Zia, vorrei mangiare in camera, posso?>>, pregò che non chiedesse il perché e tremò quando la donna aprì la bocca:<< Non so perché tu lo voglia fare, ma puoi farlo, a patto che non sporchi>>. Laroc ringraziò la zia e andò in camera, non appena il piccolo lo vide stava quasi saltargli addosso, ma solo con la mente riuscì a fermarlo; il cucciolo mangiò la carne e Laroc si accontentò di mangiare le poche verdere che erano nel piatto, con un po’ di pane, nonostante morisse dalla voglia di provare la carne di cervo al sangue. Prima di scendere per aiutare il nonno, si mise a meditare e a pensare a cosa stava accadendo, e si disse:<< Se davvero fosse un Etsuniki, cosa dovrei fare? Dovrei partire o restare? Chissà cosa mi attenderà, e mentre stava porgendosi queste domande, udì nuovamente quella voce:<< Laroc, per ora non faremo niente per non dare nell’occhio, però ci attendono molti viaggi, gli Swein-trad, così come i folletti ,gli gnomi, le fate, gli spettri e gli stessi umani della resistenza, dobbiamo imparare a capire di chi fidarci e chi è meglio evitare, dobbiamo anche prepararci ad un viaggio, perché gli Swein-trad ci attendono, devono insegnarci le loro arti, ci aspetta un duro lavoro; poi andremo dalle fate, dagli spettri>>, la faccia di Laroc assunse un’espressione quasi di terrore,<< si caro mio, anche dagli spettri, devi sapere che non tutti gli spettri sono come i quattro che adesso sono al potere di Zavesia, e infine dalla resistenza vera e propria. Prima di partire, però, ci vorrà un po’ di tempo, almeno due settimane, noi ci dobbiamo conoscere meglio, e io devo crescere sono troppo piccolo e debole. Laroc guardando il piccolo rimase sconvolto da cosa lo attendeva, ma la prima cosa che gli venne in mente fu:<< devo darti un nome, mhmmm vediamo………….Axos, ti piace?>>, il kitsune si alzò e emettendo un suono simile ad un ruggito acconsentì. Il suo nome suonava nell’aria, il nonno lo chiamava dall’orto, Laroc si affrettò a scendere e la fretta lo fece cadere, diede un urlo incredibili poiché si era slogato la caviglia, rimanendo a terra urlante. La zia e il nonno corsero subito a prenderlo e lo portarono sul letto, lui dopo poco cadde in un sonno profondo. Era buoi e umido quando Laroc si alzò da un letto, sentiva rumori forti e urla, poi si accorse che era in una cella e non sentiva la presenza di Axos, aveva paura e freddo quando sentì gridare il suo nome sempre più vicino, poi una fitta lo fece cadere e……..si svegliò di soprassalto, era un incubo e provò un grande sollievo nel vedere la sua piccola camera, il suo letto e Axos che riposava vicino a lui. Il nonno salì in camera sua per controllare come stesse e i due cominciarono a parlare, alla presenza di Axos, Lorac gli disse tutto e dopo un po’ il nonno annuì dicendo:<< Sei molto fortunato, sai? Molti vorrebbero essere al tuo posto, ma dovrai essere anche molto attento, non credere che Zjarr e gli altri Vertarer, così chiamiamo i fantasmi traditori, ti daranno vita facile, devi stare sempre in guardia e guardarti le spalle: da adesso sei ricercato dall’impero e sicuramente offriranno una cospicua ricompensa, ma abbiamo un punto a nostro favore: non conoscono la tua faccia o almeno per ora. Io ti aiuterò a preparare la partenza, ma ora però devi pensare a guarire.>> , detto questo il nonno sta per andare via quando Laroc disse:<< grazie, ma adesso voglio riposare, dillo tu alla zia che non cenerò, notte.>>
  
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