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Autore: Akane    21/03/2004    5 recensioni
Ridi, Pagliaccio, sul tuo amore infranto
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VESTI LA GIUBBA

VESTI LA GIUBBA

[da "Pagliacci" di Leoncavallo]

by Akane

E' così che sono fatto. È così che mi sono costruito questo personaggio addosso, un personaggio di vita. Un personaggio leggero, superficiale, divertente, allegro, poco serio, buono, che non fa mai sul serio, che non se la prende mai, perchè come potrebbe uno che non prende nulla seriamente prendersela con gli altri? Questo personaggio me lo sono costruito io e allora cosa mi resta? Recitare! Perchè è questo che ho fatto dall'inizio dei tempi, senza mai pensare a me stesso, pensare ai sentimenti che tengo dentro. Recitare quando devo prendere in giro gli altri, ma specialmente me stesso. Così poi mi apprezzano, sono sempre sorridente, non do mai colpe a nessuno perchè così li allontanerei ,ma solo a me stesso le colpe, le colpe di ogni cosa. Recitare quando parlo degli affari miei, quando racconto i miei sentimenti, i miei amori, io non provo sentimenti veri, in fondo. Mi sono d'intralcio per il personaggio che recito dall'inizio della mia vita. Recitare e scherzare su ogni cosa che riguardi me stesso. Non soffro mai io. Non provo mai sentimenti, vivo solo ridendo di tutti, di loro, degli altri, di me stesso. E quel che mi rimane sempre da fare davanti alla gente è recitare, anche mentre sono preso dal delirio. È questo il mio segreto. Recitare. Ascoltate o voi che mi guardate imploranti che vi faccia ridere. Come fare per diventar come me? Amato e perfetto? Recitare. Anche quando sei preso dal dolore più atroce. Perchè non puoi far altro. Non devi. E parlare. Parlare tanto. Senza dire cose sensate. Dì solo cavolate, non badare a quel che dici, non ascoltare i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti, non li possiedi. E quando soffri ma non lo puoi far vedere ti rendi conto di non sapere quel che dici e che fai, ma continua a farlo lo stesso. Non se ne accorgeranno, perchè ridi e ti burli di tutti. Eppure è pazzia solo credere di poter farcela a recitare e fingere che vada tutto bene, anche quando il tuo mondo muore. Ma sforzati che ci riuscirai, perchè ti accorgerai che non puoi fare altro. Non ti rimane che quello! E sai perchè? Perchè...bè, chi ti credi di essere per vivere e soffrire e disperarti come gli altri? Bah! Sei tu forse un uomo? Credi di essere tale? No amico...tu sei un pagliaccio! Solo uno squallido pagliaccio perchè vivi come lui la tua stupida e insulsa vita vuota. Tu continui senza aver motivazione ma continui perchè devi, perchè sei nato recitando e fingendo questo personaggio comodo e amato. Allora dai, come fanno i veri pagliacci indossa la giacca e imbiancati la faccia, sai, la gente paga per ridere...nel tuo caso paga con l'affetto superficiale, con il rispetto, l'ammirazione... rispetto perchè li fai ridere...perchè la massima aspirazione di un uomo è ridere per non pensare alle cose schifose che affliggono questo mondo infame, chiudere gli occhi e cullarsi in un nido dove qualcuno ti fa ridere facendoti credere di non aver nessuna preoccupazione, perchè se ridi non hai pensieri tristi e tutto va bene. Se si ride si sta bene. La gente vuole questo. E tu che ormai sei un pagliaccio per loro devi farli ridere, e se, rimanendo in tema di maschere, Arlecchino ti frega la tua amata Colombina ridi, tu, pagliaccio...e tutti ti applaudiranno! Perchè la gente vuole questo vedere da te, perchè li fai ridere in una situazione del genere, perchè se piangessi verresti odiato e faresti rendere conto quanto male c'è nel mondo, sarebbero costretti ad aprire gli occhi e tu invece devi farli ridere perchè gli occhi rimangono chiusi. Tutti ti applaudiranno ... allora ridi, trasforma in una presa in giro lo spasmo e il pianto del tuo soffrire che ti dilania il petto togliendoti il respiro, trasforma in una smorfia il singhiozzo e il dolore che senti e che mai potrà placarsi nemmeno in lunghi secoli di attesa. Continua a soffrire ridendo di te stesso, ridi del tuo dolore, ridi della tua disperazione. Tanto cosa vuoi, i pagliacci fanno credere di essere seri e poi si trasformano in quel che sono realmente, pagliacci che recitano e si prendono gioco di tutti. Quindi che ti rimane quando stai male da desiderare la morte? Ridere. Si, così. Ridi, Pagliaccio, sul tuo amore infranto, su un amore che non tornerà più ad allietarti l'animo a farti volare con la mente, a farti stare leggero, quell'amore se ne è andato, te l'hanno rubato. Ora quindi ridi di questo! Ridi del dolore che ti avvelena il cuore spezzato, il cuore che sanguina, un cuore che non potrà più essere ricomposto perchè il tuo amore se ne è andato e mai più ritornerà, ridi di te che non hai fatto nulla per tenertelo perchè dovevi recitare la tua parte. Ridi di te che non potrai soffrire libero. Ridi di te che non sarai mai libero. Ridi del tuo dolore e del tuo cuore stupido di innamorato! Ridi!

FINE

   
 
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