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Autore: Animanera    11/11/2011    0 recensioni
Un ragazzo dotato di poteri fuori dal comune, vive la sua vita fuori dagli schemi, senza danneggiare ne il bene ne il male. Qualcosa però sta per cambiare la sua vita
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Notte fonda. La luna piena era alta nel cielo. Si crede che la notte non nasconda nulla, in realtà, l'oscurità nasconde cose inimmaginabili per la mente umana. Una di queste cose era Francis.

Quella notte il ragazzo uscì di casa abbastanza presto rispetto alle altre notti: era appena mezzanotte. Sapeva già dove andare, dove colpire. Corse a tutta velocità verso la periferia scura di Pistoia, un piccolo comune vicino Firenze. Non ci volle molto, il ragazzo trovò subito quello che stava cercando. Nell'oscurità dei campi si poteva intravedere una figura in movimento.
-Buono il pasto?- chiese Francis alla figura. Quella macchia nera si fermò per un momento, poi volse verso il ragazzo.
-Tu non sei normale riesci a vedermi! Non è facile riuscire a trovare un Deadeyes! Dicono che siano buoni.- disse quella cosa nel buio.
Francis sentiva un leggero languorino, aveva fame.
-Vieni qui che ti mangio- disse quella creatura uscendo allo scoperto: era un demone.
Quel mostro alto tre metri era nero, eccezion fatta per delle strisce bianche lungo la vita. Aveva le gambe di elefante, il braccio destro di mantide religiosa (ovviamente enorme) il sinistro era un braccio umano più sviluppato del solito e la testa, anch'essa bianca, era a forma di triangolo. Il braccio destro del ragazzo si ricoprì di uno strano liquido denso, molto denso e di colore nero e rosso scarlatto. Quel liquido si allungò oltre la lunghezza del braccio e poco dopo si ricompattò lasciando il posto ad una lama di katana. Mentre il demone stava alzando il braccio destro, il ragazzo scomparve lasciando al suo posto una nuvoletta nera e rossa scarlatta, che poco dopo si dissolse nel nulla. Il mostro si guardò attorno, ma non vide niente. Poco dopo si sentì tagliare il braccio sinistro, che cadde a terra con un suono sordo; anche il braccio destro subì la stessa sorte. Poi le gambe vennero staccate dal corpo contemporaneamente: il corpo senza arti cadde a terra inerme. Dai tagli sgorgava sangue in continuazione.  Il demone urlò da dolore, un urlo straziante e inquietante allo stesso tempo. Improvvisamente il ragazzo salì sull'enorme collo del demone.
-E ora mangio io- disse con un sorriso mostruoso. Dalla schiena del ragazzo uscirono due tentacoli, fatti del solito materiale: il liquido densissimo e nero-rosso scarlatto. I due tentacoli penetrarono nelle tempie del mostro e cominciarono a succhiare. Dopo un minuto il demone non c'era più: era finito dentro il ragazzo!
Mentre Francis tornava a casa sentì una voce autoritaria che lo chiamava. Il ragazzo cadde a terra e tutto divenne buio.

Francis si svegliò: a chiamarlo era stato il professore, o meglio a svegliarlo.
-Francis Tommasini cosa stava facendo? Stava forse dormendo? Guardi che la boccio se continua così!- brontolò il professore e fece una pausa- Sta volta lascio passare, ma la prossima la pagherà!-.
La campanella suonò segnando la fine di un ora e l'inizio di un altra. “Cavolo.... che bel ricordo quello di poco fa: il mio ultimo demone” pensò il ragazzo; sentì la sua pancia brontolare e fece una smorfia “Ho fame!!! è da un mese che non mangio: VOGLIO UN DEMONE!!!”. I pensieri del ragazzo vennero interrotti dal professore -Era l'ora! Signorina, è il suo primo giorno qui e si presenta con un ora di ritardo.- disse il professore con un tono nervoso. -Ragazzi questa è la vostra nuova compagna di classe, Sofia Sarefini. Ci parli di lei.- annunciò l'insegnante. La ragazza alla porta si inchinò chiedendo scusa. Francis si girò in direzione dell'uscio e la vide: aveva i capelli lunghi bianchi come la neve frasca, gli occhi erano di un blu oltremare meraviglioso, comunicavano pace, serenità e tranquillità, quegli occhi le davano un aria molto seria, ma allo stesso tempo la rendevano affascinante e dolce. Francis si sarebbe perso ad ammirare quegli occhi. Le labbra, rosa scuro si mossero modulando quella che era la sua voce. -Piacere, mi chiamo Sofia, ho 16 anni.- disse la ragazza, che, nel tirarsi su una ciocca di capelli le copri parte del volto. -Nel tempo libero, adoro leggere, specialmente manga e ascoltare musica.-. Francis la ascoltò attentamente: la sua voce era così dolce, tranquilla, rilassante e soave.
-Bene, si sieda accanto a quel ragazzo con il cappuccio in testa. A proposito: Francis togliti subito quel coso dalla testa!- disse il professore. Mentre Sofia si avvicinò al ragazzo, questi si tolse il cappuccio scoprendo il volto: aveva i capelli neri come la notte più buia, e gli occhi erano di un colore raro: rosso sangue; quegli occhi comunicavano sensazioni completamente opposte a quelli di Sofia: caos più totale. A causa di quegli occhi, il ragazzo sembrava essere perennemente arrabbiato, e mettevano paura. Sofia si sedette e tirò fuori dalla cartella un astuccio blu della converse, il diario e un quaderno.
-Stiamo facendo le disequazioni in valore assoluto, lei per caso le ha già fatte?- chiese il professore rivolgendosi alla nuova compagna.
-Sì, già fatte.- rispose Sofia. La lezione di matematica continuò. Poi la ragazza prese un foglio e scrisse una cosa, così, passò il foglio al compagno di banco.
Francis notò il foglio e il “CIAO” poi scrisse anche lui. Infine passò il foglio alla compagna che lesse: “CIAO.... MI HAI SVEGLIATO”.
Sofia rispose: “OH, MI SCUSI MESSERE.... MA LO SAI CHE NON DEVI DORMIRE?”.
Il ragazzo non rispose, nasccondendo la testa tra le braccia e richiudendo nuovamente gli occhi. La giornata passò come le altre, e Francis, come sempre, rimase isolato da tutti. Però, non riusciva a spiegarsi una cosa: nella ragazza vedeva ciò che non vedeva nella gente comune. 

  
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