Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: Shahrazad    12/11/2011    4 recensioni
-E' un cuore di tenebra, il vostro. Insondabile, profondo e coraggioso. E' come il mare della vostra amata Normandia. Vi si potrebbe perdercisi dentro-
-E questo non vi fa paura?-
-No. Più che altro mi fa capitolare ai vostri piedi per implorarvi, anzi scongiurarvi.. di essere mia-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alain de Soisson, Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cuore di tenebra
Era primavera, una stagione insolitamente calda per quella Francia di fine Settecento.
La stanza, in cui il comandante delle guardie metropolitane stava firmando alcuni rapporti, era inondata da una calda foschia che per certi versi rimandava ad un'atmosfera estiva.
Si sbottonò il bavero e con una mano spazzò via, in un gesto rigenerante, il sudore dal collo. Ma a far sudare Oscar Françoise non era solamente il caldo, quella mattina.
Pensieri incresciosi, e sopratutto di varia natura, la innervosivano all'inverosimile. Bussarono alla porta, non era dell'umore giusto per vedere nessuno.
E c'era tutto, saluto militare di prassi, livrea sgangherata ma per lo meno perfettamente abbottonata, cappello in testa nonostante la temperatura mite, volto. No certo, quello no, non era il volto che avrebbe voluto vedere.
Nel frattempo, il povero ignaro sottoposto si sentiva quasi nudo di fronte a quello sguardo celeste e limpido, e si chiedeva se per caso il suo comandante non si rendesse conto dell'effetto che poteva avere un'occhiata di quel tipo su di un uomo. Perchè, solo un'inconsapevole, poteva esercitare tanto magnetismo.
-Ditemi Soldato Soisson- pronunciò Oscar stancamente, facendo ricadere gli occhi sui rapporti, non più interessata a chi aveva davanti.
Cosa hai mio comandante? Non è così bello ciò che hai visto? Non sono di tuo gusto? I miei occhi non sono della giusta tonalità di verde? pensò Alain.
-Mi è stato detto che è giunta l'ora di congedarvi-
Chiuse la cartella in pelle con un tonfo tale che i fogli al suo interno svolazzarono, poi con movimenti più studiati allontanò la sedia e puntò i palmi delle mani sulla scrivania.
-Alain- disse passando repentinamente al tu, in una maniera che al soldato non piacque per niente -potrei porgerti una domanda che è esule dai tuoi doveri?-
Non chiedo altro di parlare con te al di fuori dei miei doveri Oscar..
-Solo se mi guardate in faccia quando lo fate- affermò con il suo classico sorriso strafottente dipinto in volto.
Era questo che le era sempre piaciuto di Alain. Era un uomo schietto, senza fronzoli diceva ciò che pensava. Lontano mille e miglia dall'ipocrisia che regnava sovrana tra i nobili di Versailles.
Anche sul volto di Oscar si dipinse un sorriso divertito, e Alain sobbalzò.


Oscar

Gli parve di risentire la voce del suo amico sdraiato nella branda sopra la sua.
-Non ti sopporto a volte-
-Oh nemmeno io amico, non sai quanto- disse mentre tracannava l'ennesimo sorso di vino guasto -soprattutto quando puzzi di sapone- scoppiò in una sguaiata risata.
-Non sto scherzando Alain-
Rimase zitto, aspettando che il suo commilitone parlasse. Quando assumeva quel tono greve, non prometteva mai qualcosa di buono. O c'erano botte o litri di alcool.
O tutti e due.
Sospirò laconico -Riesci a farla ridere come io non so fare nemmeno dopo più di vent'anni-
All'inizio rimase un pò spiazzato, poi ricordò a cosa si riferisse e ricostruì tassello per tassello tutto il silenzio e il malumore di quella sera.
Quel pomeriggio alla piazzola di guardia aveva fatto una battuta sulla testa di legno del colonnello d'Aguille e Oscar non era riuscita a soffocare le risa, bellissima come non mai.
Allora Andrè aveva ragione.. era così.. Oscar, con me saresti serena davvero..
ma autocensurò pensieri così blasfemi, che da un pò di tempo a quella parte faceva troppo spesso. Non può esistere una cosa del genere, si rammentava. Solo nei suoi sogni.
Oscar alzò il viso cereo per guardarlo con la sua solita aria di spavalda -Dove andate la sera con Andrè?-
Poche parole, che ebbero l'effetto di un lancio da una rupe, domanda personale certo, ma non personale su lui, cosa poteva aspettarsi Alain? Si sentiva un povero illuso.
Decise di giocare in difensiva, del resto non sapeva se l'amico avrebbe voluto rivelarle certe cose -Cosa vi fa credere che sia con me?-
Il volto pallido assunse sfumature rossastre, il comandante si stava innervosendo, e forse era meglio battere in ritirata pensò.
Aggirò la scrivania per appoggiarsi nel bordo con braccia conserte, ora erano più vicini e Oscar lo fissava in maniera inequivocabile, ritornando allo sguardo magnetico incriminato.
Quando mi guardi così perdo ogni facoltà di mentire comandante, non è giusto scosse la testa.
-Non so se faccio bene a dirvelo-
-Fai più che bene, dai retta a me- disse Oscar, scoprendosi più del necessario -io e lui non abbiamo mai avuto segreti-
-E se adesso non vi ha detto delle nostre riunioni serali, ci sarà un motivo- si lasciò scappare troppo, si morse la lingua.
-Riunioni serali?-
Si grattò la testa sotto il cappello nervoso, era il momento di tagliare la corda lo sapeva bene Alain.
-Comandante, credo sia meglio che iniziate a prepararvi, ero venuto qui per rammentarvi che stasera..-
-Non mi interessa nulla delle faccende matrimoniali di mia sorella Josephine- lo interruppe bruscamente.
L'aveva punta sul vivo, il ricordo dell'incombente serata che l'aspettava a casa Jarjayes la innervosiva tantissimo, la richiesta di sua madre poi..
Si guardarono in cagnesco per qualche minuto, prima che Alain ricominciasse a parlare -A Parigi, con Bernard Chatelet e i suoi seguaci, credo non sia un gran segreto che Andrè è essenzialmente un idealista. Ama una fottuta nobile, ma è ancora un popolano comandante!-
-Non ti permetto di rivolgerti a me con questo tono soldato Soisson! Parli in questo modo solo perchè te l'ho permesso troppe volte, voglio vedere a cosa ti appelleresti di fronte al tribunale militare-
Andò dritta alla porta per spalancarla e fargli segno di andarsene. Aveva oltrepassato la linea di confine, l'aveva stuzzicata troppo la sua focosa e imperiosa Oscar, se ne rendeva conto solo adesso.
Ma del resto il loro rapporto era sempre stato così fin dall'inizio, rude e tormentato. Si divertiva ad infastidirla, e a forza di divertirsi..
La raggiunse e con la sua mano enorme copri quella piccola bianca e delicata di Oscar, sulla maniglia. Il suo cuore fece le capriole alla vicinanza del suo profumo.
Lei lo guardò interrogativamente, poi spinse la porta per richiuderla non dandole altro modo di fraintendere la situazione. Anche se quel tocco non era affatto involontario, era una muta carezza che non avrebbe mai avuto altre conseguenze. Almeno quello se lo doveva, ne aveva bisogno per andare avanti. Lui non era come Andrè, non si sarebbe mai potuto accontentare di un amore platonico e trascendentale. Lui aveva bisogno di qualcosa di più viscerale, profondo e passionale.. erano due tipi di uomini diversi.
Erano due tipi di amore diversi.

-Perdonatemi comandante- la pregò con fiato corto -avete ragione, non avrei dovuto parlarvi in questo modo-
Oscar distolse lo sguardo imbarazzata, quell'uomo così sicuro di sè, così diverso la metteva in soggezione.


  
Alain

Stimava Alain, lo considerava un ottimo soldato dai grandi valori patriottici, ma non certo morali. Da tempo, avrebbe preferito vederlo lontano da Andrè, nonostante l'avesse tolto dall'oblio della solitudine, aveva paura che si facesse influenzare dal suo carattere. E forse era già successo, lo vedeva distante, sempre indaffarato e meno preoccupato per lei.
Sei solo un'egoista Oscar.. Alain ha proprio ragione.. ho in me l'egoismo della sporca nobiltà si trovò a considerare con le lacrime agli occhi. Poteva dibattersi e rendersi estranea alla situazione francese quanto voleva, ma nobile c'era nata e non poteva farci nulla; e poi, come se dopo tutti i rifiuti, le delusioni subite, i suoi continui silenzi adesso Andrè le dovesse pure qualcosa.
Era la sua vita, e lui poteva disporne come voleva. Avrebbe potuto sposarsi, avere dei figli, condurre una strada totalmente separata dalla sua, alla fine era stato dispensato da lei stessa dai suoi obblighi.
Non aveva alcun diritto di immischiarsi nelle sue questioni personali, nè di ficcanasare come una moglie gelosa. Eppure non riusciva a vietarselo, provando anche vergogna per la sua prevaricazione, sperando concernesse solo Andrè.
Ritirò la mano, incrociò le braccia e curvò una delle sue maestose sopracciglie -Ti perdono solo ad una condizione..-



I titoli dei capitoli prenderanno volutamente spunto da quelli originali dell'anime, si tratta di un tributo personale. 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: Shahrazad