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Autore: Sevi    12/11/2011    4 recensioni
Era sempre il solito, impassibile e austero Neji, quello che non sorrideva quasi mai, che non lasciava trasparire alcuna emozione, quello di cui ora come non mai ero sicura di essere innamorata persa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Neji/TenTen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Non ero mai stata così male come quella mattina. Avevo freddo, un fortissimo senso di nausea e un mal di pancia che mi faceva contorcere lo stomaco ad ogni movimento. Volevo rimanere a casa, ma il lavoro mi aspettava.

Mi alzai piano e, con fare svogliato, iniziai a rifarmi il letto, ma la cena della sera prima mi risali in gola e io dovetti correre in bagno a rimettere. Mi rialzai, ero uno schifo! Avevo delle occhiaie enormi e un colorito verdognolo orribile, aprii il rubinetto, sciacquai il viso con dell’acqua gelida e subito un brivido mi percorse la schiena.
Indossai le prima cose che mi capitavano tra le mani, andai in cucina ma avevo paura di mangiare, quindi mi limitai a prendere un the caldo. Afferrai di corsa le chiavi dell’auto e scesi in garage, entrai frettolosa in macchina e, prima di accendere il motore, rimasi per una ventina di secondi immobile, la mia vista iniziò ad appannarsi ma io non potevi lasciarmi sopraffare dal sonno! Scossi il capo e accesi la macchina per poi uscire in retro marcia fino alla strada.

Quella mattina tutto mi sembrava più grigio. Arrivata davanti al portone della palestra, iniziai a frugare nella borsa – Dove sono quelle stramaledette chiavi?! – dissi, scavando in mezzo a carte, pacchetti di fazzolettini, caramelle, spiccioli e quant’altro. Finalmente le trovai, aprii la porta e andai dietro il banco, gettando a terra la borsa e il borsone dove mettevo la tuta e le scarpe da ginnastica. Feci un giro delle sale, accendendo le luci e mettendo in funzione tutti i macchinari, sapendo che da un momento all’altro sarebbero arrivati i soliti clienti che, anche a prima mattina non poteva fare a meno di pomparsi i muscoli.. –Oh quanto li odio quei tipi tutti muscoli e niente cervello!! -.

Andai a sedermi dietro il banco e accesi il PC. Sapevo che non avrei trovato nessuno alle 7:00 del mattino su Facebook, ma che altro potevo fare?! La mia prima lezione di aerobica sarebbe iniziata solo intorno alle 11:00. Mi fermai un attimo a pensare, lavoravo in quella palestra da quasi un anno e mezzo con Lee, che faceva il personal trainer e Neji, che insegnava Karate e Box. –Già Neji… non vedo l’ora che inizi la sua lezione di Karate, adoro vederlo mentre mostra le mosse ai suoi allievi. È davvero bravo! -. Sentii lo stomaco contorcesi per il dolore e per evitare di vomitare, mi misi una mano davanti alla bocca, cercando di controllarmi e respirando più a fondo che potevo, poi sentii un rumore improvviso, e tesi l’orecchio per sentire meglio, proveniva dalla sala grande, quella dove si tenevano le lezioni di Box.
Mi alzai di mala voglia e mi diressi verso quella stanza, attraversando quella dei macchinari e quella dove io insegnavo aerobica.

Da lontano lo vidi. Capelli lunghi e neri raccolti in una coda bassa, il petto nudo e scolpito dai tanti allenamenti e la pelle candida bagnata dal sudore. Neji era lì a prima mattina e si stava allenando con la tenacia di sempre. Aprii piano la porta e sorridendo gli andai incontro – Buon Giorno Neji. Come mai sei qui a quest’ora? -, lui si voltò e piantò i magnetici occhi perlacei nei miei. Guardarlo fisso nelle iridi bianche mi faceva sempre uno strano effetto e un brivido mi percorse la schiena… -Nulla. Questa mattina non riuscivo a dormire, così ho preso le mie cose e sono venuto qui in palestra. Piuttosto, tu cosa ci fai qui?! Non hai un gran bel colorito, saresti dovuta rimanere a casa. - .

Sapevo che se ne sarebbe accorto, lui riusciva a capirmi benissimo, ma quelle parole mi sorpresero comunque. Cercai in vano di balbettare qualcosa che potesse assomigliare ad una scusa ma il dolore alla pancia era sempre più forte e la vista mi si annebbiò di nuovo. Sentii qualcosa afferrarmi le spalle e la sua voce profonda chiamarmi – TenTen! TenTen! Riprenditi! TenTen mi senti? -. Io con estremo sforzo mi costrinsi a resistere e a riprendere coscienza di me stessa – S-sì.. sto be-bene.-, lui mi guardò accigliato, sapeva che non stavo bene, anche uno stupido se ne sarebbe accorto e lui stupido certo non era! Mi fece sedere e mi portò un bicchiere d’acqua, poi severo mi disse – Tu ora torni a casa! Niente storie! -, ma io non sono certo uno che si fa dare ordini! – No! Io.. Io sto benissimo!- -No TenTen! Tu non stai benissimo! Tu stai una merda! E ora va a casa, ci penso io ad avvisare le tipe che vengono a fare aerobica. -, ma io, alzando un sopracciglio, risposi solo – No! – e alzandomi, mi diressi verso la porta a vetri. Lui si limitò a lanciarmi un’occhiataccia mentre io uscivo dalla sala. Andai dietro il banco e presi il borsone, poi m’incamminai piano verso lo spogliatoio. Mentre mi cambiavo uno strano pensiero mi attraversò la mente –Certo che Neji quando è arrabbiato è proprio carino… - Cosa?! Come?! Ma a che diavolo stavo pensando?! IO, la ragazza più maschiaccio di Konoha, pensava ai ragazzi?! Non era possibile! Io e Neji siamo sempre stati solo amici. È vero, io lo ammiro molto e quando lo vedo a torso nudo m’incanto ma.. ma non potevo essere innamorata! O forse sì? –No TenTen! Vedi di riprenderti! Questa mattina stai messa proprio male! E anche se dovesse piacermi io sono una racchietta, non penso che mi abbia mai considerata come una potenziale fidanzata e non penso che lo farà mai!-.

Quel giorno pareva che le ore non volessero passare. Mi sforzavo mi rimanere cosciente e di non vomitare ma tutto quel movimento e quella musica a palla mi nauseavano ancora di più e ad un certo punto non riuscii più a trattenermi. Mentre incitavo le ragazze che si allenavano sentii di nuovo qualcosa risalirmi alla gola e, per quanto mi sforzassi di ributtarlo giù non ci riuscii. Con una mano sulla bocca e una sulla pancia, corsi il più veloce possibile in bagno, dove rimisi anche l’anima. Ansimavo e sudavo mentre fissavo il water con le lacrime agli occhi… - Cosa mi succede? Perché oggi mi sento così male? -, la testa mi pulsava e le voci delle ragazze che mi guardavano preoccupate, mi arrivavano alle orecchie come un brusio soffocato. L’unica cosa che sentii prima di svenire furono due braccia muscolose che mi reggevano e un grido soffocato che mi chiamava, poi più nulla.

Sentii il vento freddo di quella mattina tagliarmi il viso e una lacrima rigarmi una guancia, un odore familiare mi riempì le narici e io, con la pochissima forza che mi era rimasta cercai di aprire gli occhi. Neji mi portava in braccio e correva verso l’ospedale, io mi strinsi a lui e farfugliai piano – Ne-Neji.. Io.. Io.. T-ti am.. Neji.. -, avevo la bocca impastata e pronunciai quelle parole talmente piano che non riuscii a sentirle nemmeno io stessa ma lui, che per un attimo si fermò a guardami, sembrava avesse capito tutto, poi chiusi gli occhi e mi lasciai andare.

Quando rinvenni ero stesa in un letto d’ospedale. mi guardai un attimo intorno, poi dalla porta vidi entrare Neji con una ragazza in camicie bianco, aveva i capelli rosa legati in un ordinato codino e due bellissimi occhi verdi. Mi si avvicinò sorridendo, poi con fare calmo mi parlò – Piacere! Sono la Dottoressa Haruno. Le devo fare qualche domanda, se la sente? -, io annui piano e la lasciai parlare. – Mi sa dire da quanto tempo non si sente bene? – io deglutii, poi schiarendomi la voce cercai di risponderle – Io.. Io penso da.. ieri s-sera. Dopo aver cenato mi sono messa a letto subito, poi.. poi ho avvertito qualche dolore alla pancia e… questa mattina.. questa mattina ho rimesso e mi girava la testa… e avevo anche un forte senso di nausea. -. Lei mi fissò per un attimo, poi sfilandosi una penna dal taschino del camicie appuntò qualche cosa su di una cartellina – Beh.. non si preoccupi. Di questo periodo gira un’influenza intestinale e lei, signorina è la quarta persona in una settimana che viene da noi con questi sintomi, ma non si preoccupi! Facciamo ancora qualche controllo, poi per questo pomeriggio potrà tornare a casa.. Io devo lasciarvi, Buon Giorno. –

Non avevo il coraggio né la forza di voltarmi a guardare Neji, seduto a braccia conserte su una sedia di fianco al letto. – Neji.. Io ehm.. gra-grazie. Mi dispiace di non.. di non aver ascoltato il tuo consiglio. -, lui sbuffo e io lo guardai con gli occhi di un cane bastonato. Quel suo sguardo impassibile e magnetico mi fece rabbrividire ancora una volta, oramai ci ero così abituata che non ci facevo più nemmeno caso. Alzandosi si stese di fianco a me, ed io imbarazzata girai la testa dall’altro lato facendo finta di tossire – Ehm.. Ne-Neji non.. non starmi così vicino! Rischio di attaccarti l’influenza! – ma lui non mi sentì e, portandosi le mani dietro la testa sospirò. Rimanemmo uno di fianco all’altra tutta la mattina, in silenzio. Io fissavo lui, che fissava il soffitto respirando piano, e facendo alzare ed abbassare ritmicamente il pettorali scolpiti ed io, più lo guardavo e più mi convincevo che non era semplice amicizia quella che provavo per lui. Come potevo essere stata così cieca? Dopo tanti anni che ci conoscevamo come avevo fatto a non accorgermi che ero me n’ero innamorata? Cercai di accoccolarmi vicino a lui il più possibile sperando di non dare nell’occhio, ma ad ogni mio movimento lui portava il suo sguardo su di me per qualche secondo, poi ritornava a fissare il soffitto bianco della stanza.

- Allora signorina, mi ha capita? Riposo assoluto per almeno due settimane e prenda regolarmente i medicinali che le ho prescritto! Mi stia bene. Arrivederci! -. Tirai un sospiro di sollievo quando quella dottoressa dagli occhi verdi mi disse che tutto era stato accertato e che si trattava solo di un po’ di influenza. Neji si offri o meglio, mi impose di lasciarmi accompagnare a casa da lui, anche se quel giorno mi faceva piacere più di ogni altro. Camminavamo quasi da 5 minuti quando uno strano flash mi fece sobbalzare.. Avevo davvero detto a Neji “Ti amo”? o me lo sono solo immaginato? Chinai il capo sperando che il rossore che mi aveva colorato le guancie non venisse notato dal ragazzo che mi camminava di fianco. –No! Non posso averglielo detto!.. Oh no e se glielo detto sul serio? E se adesso mi vuole accompagnare a casa per dirmi che mi odia? Che faccio?! Che faccio!? -, una miriade di pensieri mi attraversavano la mente alla velocità della luce in quel momento. Non avrei sopportato che Neji mi odiasse o che, per quanto corte o insignificanti fossero le nostre conversazioni, non mi parlasse più!

Cercai di avvicinarmi a lui il più possibile, per vedere se avesse un aria diversa o imbarazzata o arrabbiata ma nulla, era sempre il solito, impassibile e austero Neji, quello che non sorrideva quasi mai, che non lasciava trasparire alcuna emozione, quello di cui ora come non mai ero sicura di essere innamorata persa.

Più vedevo il portone di casa mia avvicinarsi e più un’ansia assurda prendeva possesso di me, tanto che la pancia ricominciò a dolermi ed io mi strinsi nel largo e morbido cappotto che Neji aveva insistito per prestarmi, affinché non prendessi troppo freddo.

Tutta la mia roba, borsa compresa erano in palestra ma io avevo sempre una chiave di scorta nel vaso di fianco alla porta. Mi piegai per prenderle e cercando di non tremare le avvicinai alla serratura. Due giri e la porta si aprì con un sonoroTak! Prima che io mi potessi voltare per ringraziare Neji della sua gentilezza, lui mi afferrò per un polso – Posso entrare? Dovrei parlarti. -, io lo guardai però non potevo dirgli di no e, con un gesto del braccio lo feci accomodare in salotto. –Lo sapevo! Lo sapevo! Mi odia e ora mi dirà che non vuole più vedermi! -, con voce flebile gli chiesi se desiderava un caffè ma lui negò e mi tirò verso il divano, facendomi sedere di fianco a lui. Non volevo guardarlo in faccia, non ne avevo il coraggio. Decisi di fissare il pavimento e lui iniziò – TenTen senti.. So che sei cosciente del fatto di avermi detto quella cosa !! L’ho capito mentre venivamo qui. Ma tu.. tu lo pensi sul serio o.. stavi solo delirando? -.
Non so con quale coraggio ebbi la forza di buttargli le braccia al collo, ricordo solo che mentre le sue morbide labbra venivano premute contro le mie, io arrossivo e una calda lacrima mi rigava la guancia, poi mettendogli le mani sul petto mi spinsi indietro e mi alzai di scatto cercando di scappare di sopra, ma la sua mano mi afferrò il braccio e io affondai nei suoi addominali. –M-mi sta.. Mi sta abbracciando?! - . Rimanemmo così per qualche secondo poi ci fissammo senza parlare e la sua mano mi asciugò le lacrime. Sapevamo che parlare sarebbe stato inutile e quel silenzio servì a far capire ad entrambi che volevamo la stessa cosa.

Quella notte la passammo insieme, ad amarci. La mattina dopo, mi svegliai di fianco a lui, che mi cingeva un fianco con il braccio, anche lui era sveglio ed io mi voltai. Finimmo come sempre a fissarci negli occhi. Lui con fare calmo mi baciò, per poi pronunciare a fior di labbra – TenTen vuoi sposarmi? -.

Ma questa è un’altra storia.

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_Angolo Dell'Autrice_
Ecco quì la mia prima one-shot NejiTen :3
L'idea di farla stare male è stata di una mia amica che ringrazio tanto ^^
Mi scuso per avervi fatto leggere questo schifo TT.TT
Aspetto le vostre recensioni :3
_AMONH_

  
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