Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Jales    12/11/2011    3 recensioni
Frieda voleva davvero bene a Ludwina.
Le aveva donato sé stessa.
Frieda era davvero una brava ragazza.
Un piccolo Sole che irradiava gioia e felicità.
Frieda, in fondo, aveva fatto tutto ciò perché l'amicizia che la legava a Ludwina era il sentimento più forte che provasse: l'aveva visto sgretolarsi sotto i suoi occhi e non aveva potuto fare niente per fermare quel lento cammino verso la fine.
Fanfiction scritta per il "The Darkside Contest"
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Crack!pairings are the right way
Wo viel Licht ist, ist auch viel Schatten.

Frieda voleva bene a Ludwina.
Le voleva tanto bene. Davvero.
Per questo era riuscita a sorridere all'amica quando questa le era venuta incontro e le aveva sussurrato all'orecchio che, finalmente, Friedrich aveva accettato di uscire con lei. Ludwina l'aveva stretta in un abbraccio e le aveva preso la mani tra le sue, gli occhi pieni di felicità.
Frieda aveva sorriso, le guance insolitamente pallide.
Però aveva sorriso.

"Es war eine Mutter
die hatte vier Kinder"


Frieda ricordava bene il giorno in cui erano diventate amiche.
Lei stava cantando una canzoncina che le aveva insegnato sua madre, seduta sull'altalena nel cortile dell'asilo. C'era voluto meno di un attimo e Ludwina era lì davanti a lei: la scrutava indagatrice, con i suoi splendidi occhi verdi, e i ribelli ricci color carota che le ricadevano sulla fronte; un fugace momento e Ludwina le aveva sorriso, prendendola per mano e tirandola in mezzo al prato.
Aveva colto un fiore, una margherita, e aveva teso il palmo verso di lei per offrirglielo.
Aveva sorriso di nuovo, Ludwina, e le aveva chiesto di diventare amiche.
A Frieda era bastato un secondo per dire di sì.

"den Frühling, den Sommer
den Herbst und den Winter"


Erano cresciute insieme, senza mai lasciarsi.
Era un legame fortissimo, quello che le legava: Frieda credeva davvero fosse indissolubile.
Ci credeva talmente che anche quando Ludwina le confessò che sì, a lei piaceva il bel Friedrich, non aveva detto nulla e aveva sorriso.
Ludwina è più bella, si era detta. Ludwina è stata molto gentile con me, sempre. Se lo merita.
Non aveva detto che anche a lei piacevano gli occhi di Friedrich, non aveva confessato che anche a lei sarebbe piaciuto baciare le sue belle labbra oppure poterlo abbracciare forte.
Non l'aveva detto, perché Frieda a Ludwina voleva bene. Davvero.

"Der Frühling bringt Blumen
der Sommer den Klee"


Frieda era gentile, lo dicevano tutti.
Frieda era la gentilezza fatta a persona: un piccolo Sole, che trasmetteva gioia e serenità con la sua luce.
Anche Ludwina lo diceva, e lo credeva davvero.
Frieda invece non ci credeva più: si guardava allo specchio, alla luce soffusa della candela, e non si riconosceva. L'altra Frieda, come la chiamava segretamente, aveva dipinto sul volto uno strano ghigno: gli occhi erano color grigio piombo, invece che azzurri. I capelli non erano più del colore della paglia ma avevano assunto una tonalità spenta, sbiadita.
L'altra Frieda non parlava. Si limitava a guardarla, sorridendo maligna, e tacere.
Frieda spegneva la candela ma, nonostante questo, le sembrava sempre di scorgere la figura dell'altra lei riflessa nello specchio.
Lei e il suo ghigno cattivo.

"der Herbst, der bringt Trauben
der Winter den Schnee."


L'altra Frieda era cambiata, però.
Dopo averla osservata piangere disperata per quasi mezz'ora le si era avvicinata, uscendo per la prima volta dallo specchio. Le aveva preso il mento fra le dita, portandolo all'altezza del proprio per poterla guardare fisso negli occhi.
Frieda aveva paura di quegli occhi grigi: non si vedeva nemmeno riflessa. Le iridi dell'altra Frieda sembravano risucchiare anche la luce.
«E così ha accettato, nh?» Aveva inclinato leggermente il capo, sul volto ancora quel suo caratteristico ghigno. «Friedrich uscirà con Ludwina.»
L'aveva lasciata andare, spostando la sua attenzione sulla fotografia poggiata sul comodino di fianco al letto. Erano ritratte Frieda e Ludwina, abbracciate e sorridenti.
«Mia piccola, dolce Frieda. Sei davvero convinta di poter passare sopra a tutto ciò?» Aveva preso la fotografia, mentre Frieda si stringeva le braccia al petto, tremante. «Mia cara, sei davvero sicura che lei lo meriti più di te?»
L'altra Frieda l'aveva guardata, sedendosi accanto a lei sul morbido materasso.
«Se fosse stata davvero tua amica, se davvero ti conoscesse così bene, avrebbe capito. Avrebbe capito che Friedrich ti è caro e si sarebbe fatta da parte.» Frieda emise un lamento strozzato, gli occhi sgranati e le lacrime che scendevano copiose sulle guance.
L'altra Frieda le aveva sorriso, per la prima volta con gentilezza.
«Non le importa nulla di te.» Aveva soffiato poi, con voce morbida. «Si è solo servita di te come passatempo. Sai, come si fa con le bamboline.»
Poi si era alzata, andando alla finestra e limitandosi a scrutare fuori con sguardo assente.
«Dovresti ribellarti, mia Frieda.» Aveva sfiorato il vetro con le dita, sovrappensiero. «Dovresti vendicarti: Ludwina non aveva il diritto di farti questo. Di farci questo.»
Le si era seduta accanto, sul letto, per poi abbracciarla e accarezzarle i capelli con inaspettata gentilezza: «Lascia fare a me, Frieda. Sistemerò tutto io: tutto tornerà normale, te lo prometto.»
Frieda si era lasciata andare al calore delle braccia dell'altra sé stessa, piangendo tutte le lacrime che aveva.
«Te lo prometto, Frieda.»
Frieda non aveva nemmeno alzato lo sguardo: aveva annuito contro il petto dell'altra, stringendola a sé. L'altra Frieda aveva affondato il volto nei suoi capelli, e l'aveva sentita sorridere.
«Io mantengo le promesse, Frieda. Non temere.»
E allora fluirono l'una dentro l'altra, come fumo bianco e nero: ogni parte di Frieda non era più solo sua, ora non erano più entità distinte. Erano un tutt'uno, un agglomerato di fumo grigio del quale non si potevano più distinguere i componenti.
Quando Frieda riaprì le palpebre, gli occhi erano blu scuro.

Frieda aveva invitato Ludwina al parco, come sempre.
L'aveva aspettata con le mani in grembo e un sorriso sulle labbra: era serena e tranquilla come mai lo era stata in vita sua.
Ludwina era arrivata poco dopo di lei, un sorriso a trentadue denti stampato in viso: «Friedrich e io siamo usciti... È stato fantastico! Sai, mi ha detto che vorrebbe invitarmi a fare un giro con lui. Non è fantastico?»
Frieda aveva annuito appena, continuando a sorridere.
«Certo, Ludwina. Certo.»
Mentre l'amica parlava, Frieda pensava a com'era bello il cielo quel giorno. Era davvero bello, di un azzurro abbagliante.
«...Frieda? Ma mi stai ascoltando?» Ludwina sembrava irritata dall'assenza di reazioni da parte sua.
«Mh? Oh sì, certo!» Frieda l'aveva guardata dritto negli occhi, serissima. «Ne dubiti, forse?»
«No, ovviamente. Siamo migliori amiche, no?»
«Certo, Ludwina. Ovviamente.»
«Bene.» Aveva detto Ludwina mesta, prima di aggrottare la fronte e osservarla con una strana espressione. «Ma i tuoi occhi non erano azzurri?»
«Oh... Sì, ma cambiano. Con il tempo, sai.»
Ludwina aveva annuito, convinta dalla spiegazione dell'amica. «Dai, andiamo al fiume. Voglio cercare una bella pietra per farne una collana.»
L'aveva presa per mano, senza riuscire a vedere che il sorriso di Frieda era mutato in un ghigno.
Tornerà tutto normale. È una promessa.

L'acqua scorreva placida nel suo letto, gorgogliando sommessamente.
Ludwina stava dicendo qualcosa, mentre era accucciata sul bordo del fiume a cercare la sua bella pietra, ma Frieda ascoltava solo sé stessa.
Tutto normale. Tutto normale, Frieda. Te l'ho promesso, e io mantengo le mie promesse.
Una spintarella, e l'acqua gelida del fiume avrebbe fatto il resto: l'avrebbe ghermita con i suoi flutti, come un gatto fa con un topolino.
Frieda era avanzata lentamente, attenta a non fare il minimo rumore, e aveva poggiato le mani sulla schiena dell'altra: Ludwina si era voltata di scatto, gli occhi illuminati dalla paura. Frieda era convinta che, in fondo, Ludwina avesse capito cosa si celava dietro i suoi occhi.
Troppo tardi, Ludwina.
Ludwina era caduta in acqua pochi istanti dopo, mentre Frieda si stava allontanando lentamente dalla riva camminando all'indietro. L'aveva osservata dimenarsi terrorizzata fra gli schizzi che lei stessa produceva con sguardo impassibile e un ghigno dipinto in volto.
Tornerà tutto normale, Frieda, proprio come ti avevo promesso.
Poi si era voltata, correndo via e ignorando le grida di aiuto dell'amica.
Sai Ludwina, forse avresti dovuto imparare a nuotare invece che uscire con Friedrich.

Frieda voleva davvero bene a Ludwina.
Le aveva donato sé stessa.
Frieda era davvero una brava ragazza.
Un piccolo Sole che irradiava gioia e felicità.
Frieda, in fondo, aveva fatto tutto ciò perché l'amicizia che la legava a Ludwina era il sentimento più forte che provasse: l'aveva visto sgretolarsi sotto i suoi occhi e non aveva potuto fare niente per fermare quel lento cammino verso la fine.
Frieda, in fondo, odiava così tanto Ludwina proprio perché l'amava sopra ogni cosa.
E dove c'è molta luce, l'ombra è più nera.

Note: dunque. La fanfiction è ambientata in Germania, in un contesto storico non definito.
La filastrocca inserita nella prima parte della storia è una canzoncina popolare tedesca, che simboleggia la fiducia di Frieda nell'incrollabilità della sua amicizia con Ludwina. Quando la filastrocca finisce la sua fiducia si spezza e fiorisce l'odio, che porta alla "liberazione" dell'altra Frieda, personificazione del lato oscuro. (La traduzione della filastrocca è pressapoco questa: "C'era una volta una mamma con quattro figli: la Primavera, l'Estate, l'Autunno e l'Inverno. La Primavera porta i fiori, l'Estate i trifogli, l'Autunno l'uva e l'Inverno la neve"). La filastrocca, inoltre è proprio quella che Frieda stava canticchiando quando è stata avvicinata per la prima volta da Ludwina.
Il titolo non è altro che la traduzione in tedesco dell'ultima frase, che è di Goethe.
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Jales