La
dimora dell’innocente
La
giovane coppia, Gianfranco
e Ginevra sposatosi in una chiesetta lì vicino decidono di
rimandare il viaggio
di nozze e di trasferirsi direttamente là.
I
due si amano perdutamente ;
trascorrono giornate intere davanti al caminetto, fanno passeggiate
lunghe
tenendosi per la mano.
Fanno
amicizia con il
vicinato e cominciano ad ambientarsi alle tradizioni del luogo. Durante
i
festeggiamenti di un battesimo, Ginevra, essendo una maestra delle
elementari
intrattiene i ragazzi più grandi e più piccoli
con giochi divertenti e
indovinelli. Nel pomeriggio tardi , verso le 18:00, Ginevra si dirige
verso il
castello incuriosita anche dalle leggende del paese.
Arrivata
davanti all’entrata
principale, si accorge che è chiusa dall’interno,
prova così a cercare un’entrata
secondaria. Riesce ad entrare nel castello. Dopo un’ora circa
riceve una
telefonata da Gianfranco preoccupato non vedendola rientrare.
Ginevra
torna i giorni
seguenti al castello attirata dai tanti oggetti tra cui quadri, mobili
di
prestigio appartenenti a uomini del passato; ma ad ogni suo tentativo
di salire
al piano superiore c’era sempre un rumore di passi una voce e
un’ombra che la
spaventava e la mandava via.
Qualche
settimana dopo
Gianfranco intraprende un viaggio di lavoro di tre settimane fuori
Italia
raccomandando alla ragazza di non tardare la sera e di chiamare se ci
fossero
state delle difficoltà.
Nelle
notti seguenti Ginevra
passa sempre più tempo all’interno del castello,
tanto che una notte vi si
addormenta.
Il
giorno seguente prende
oggetti, libri, documenti nascosti, per capire il perché del
nome “la dimora
dell’innocente”.
Molti
libri si trovavano
nella soffitta, ormai con il pavimento cigolante e pieno di topi, dove,
insieme
ad essi, c’era un cofanetto
chiuso con un lucchetto e con una chiave a sigillo
di sopra.
Perdendo
la cognizione del
tempo, ormai le dieci di sera, nell’oscura soffitta
cominciano a sentirsi dei
rumori.
Coraggiosa
ma impaurita allo stesso
tempo si dirige proprio verso la stanza da cui provenivano i
rumori…all’improvviso
si trova davanti un fantasma! All’apparenza rimane sorpresa,
pietrificata, poi
scappa via portando con se quel cofanetto.
Ginevra
riesce ad aprire e
forzare il lucchetto e viene a conoscenza che la sua vita è
in pericolo a causa
dei segreti riguardanti il castello e che lei oramai conosce.
Spaventata
scrive tutto ciò
in un diario, che diventa in seguito la sua autobiografia.
La stessa notte
quell’ombra
misteriosa entra nei suoi sogni e le parla:
<< Mi
chiamo Andrea e
ho 34 anni, come te. Vivo qui ormai da 25 anni e sono morto a causa di
un
incidente; non temermi, non spaventarti alla mia
visione…>>
Il mattino presto
Ginevra
descrive ciò nel suo diario, ricordando il ragazzo come
“l’innocente dagli
occhi blu”. I due parlano e si innamorano l’una
dell’altro.
Si raccontano il loro
vissuto,
le esperienze e nonostante la differenza e i pericoli cominciano a
vedersi la
notte in segreto.
Anche
dopo il rientro di
Gianfranco, Ginevra viene conquistata dal fascino semplice di Andrea
con il quale
ha creato un forte legame.
Pur
sapendo che la sua vita
sarebbe andata avanti e lei sarebbe comunque invecchiata senza poter
continuare
la sua storia d’amore decide di lasciare Gianfranco,
spiegandogli tutto, con la
conclusione di essere chiamata “pazza”! Ginevra non
riesce a sopportare l’idea
di non poter “vivere” con Andrea e decide di
raggiungerlo.
La notte
del 10 Agosto 1841
Ginevra perde la vita gettandosi dalla finestra più alta del
castello rivivendo
la morte del suo fantasma innamorato.