Parigi, erano le cinque di pomeriggio quando qualcuno entrò dalla porta, lo capì dal campanello che suonò, io ero nella stanza a fianco, andai di la, e cera un uomo alto, snello con la barba folta che gli arrivava appena sotto il mento e con indosso un elegante cappotto tutto bagnato, mi si avvicinò si tolse il cappello e guardandomi mi chiese:” Buona sera, sono venuto a ritirare delle foto” a stento mi uscirono le parole dalla bocca, le solite parole, quelle che dico tutti i giorni, alla fine ce la feci:
-” mi dice il cognome”;
-“ Losette”
Feci per cercarle, ma non le trovavo, non erano al solito posto li dietro il bancone,
-“Quanto tempo fa le ha portate?” chiesi;
- “Un anno fa!”
- “Mi scusi, vado a vedere allora se le trovo nell’altra stanza”;
Mi voltai,  accesi la luce e incomincia a cercare nel cassetto della libreria, continuavo a rovistare ma non le trovavo così chiusi il cassetto, mi girai e...
 
Ad un certo punto si sentì un rumore Marì si svegliò, doveva essere proprio forte per averla svegliata, all’inizio non si rese conto, ma pochi secondi dopo ne sentì un altro, Marì guardò l’orologio, erano le tre e trenta del mattino, pensava che non poteva essere Rufus, perché era li con lei; allora spaventata prese il telefono dove compose il numero della polizia, poi si munì dell’asta dell’armadio, da usare come arma di difesa in caso fosse stato un ladro. Il piano era questo, in caso di pericolo Marì doveva schiacciare il tasto verde e lanciarsi con tutta se stessa e il bastone contro lo sconosciuto, oppure avvisare la polizia e poi lanciarsi contro lo sconosciuto. Attraversò il corridoio camminando pianissimo come non aveva mai fatto, nel frattempo si chiese se non poteva essere Sophie tornata da Nantes, ma ci ripensò. Dal corridoio si riusciva a vedere la luce della cucina accesa, sempre camminando molto lentamente Marì arrivò nel soggiorno lo attraversò e si fermò davanti alla porta della cucina, sbirciò, sempre con molta lentezza, quando vide il sedere di Sophie, piegata davanti al frigorifero che cercava qualcosa da mangiare, in quel momento le cadde l’asta dell’armadio, Sophie fece un salto per lo spavento e colpì la porta del frigo facendo cadere il latte che si rovesciò per tutto il pavimento.
 
-“Oh no! Il latte...” esclamò Sophie “Scusa se non ti ho avvisato del mio rientro, non volevo spaventarti”;
-“Cosa ci fai qui, va tutto bene? Chiese Marì, che in quel momento aveva realizzato il motivo per il quale Rufus non aveva reagito.
-“ Sono partita con il treno delle sei un quarto di sera, ma dato che sapevo che non eri a casa prima delle due di notte sono andata da Annette; che però è tornata a casa con un uomo, quindi ho deciso di tornare a casa.” Nel frattempo cercava il rotolo di carta per raccogliere il latte, mentre Marì rimaneva ferma davanti alla porta.
-“ Ma come hai fatto ad entrare, e perché non mi hai avvisata? Stavo colpirti con l’asta dell’armadio!”
-“Ho usato le chiavi!”
-“ Ma se cerano le mie nella serratura!”
-“No, se non sarei mai potuta entrare”;
 
In quel momento Marì sbalzò fuori dalla cucina, e vide che Sophie aveva ragione, le sue chiavi erano sullo scaffale della libreria dietro alla porta di ingresso.
Tornò in cucina e vide Sophie che puliva il latte caduto così la aiutò.
Mentre pulivano Marì chiese più volte e in svariati modi il motivo del ritorno di Sophie, ma questa in un modo o nell’altro riusciva a sviare il discorso.
Ormai si erano fatte le cinque e Sophie premeva per andare a letto, era stanca, anzi in realtà erano tutte e due molto stanche ma Marì era determinata  a sapere la ragione del ritorno della amica, la quale invece non voleva dirlo. Così alla fine finse Sophie.