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Autore: _roxanneme    12/11/2011    1 recensioni
"Consolati con il lavoro, che tanto l’amore ti va male", è questo quello che a volte mi sembra di leggere fra le righe dei discorsi di tutti. Tranne che di una persona.
“Ron, non dovresti stare troppo qui, i Gorgosprizzi hanno confuso le idee a molte persone, ultimamente,” mi avevi avvertito un giorno in cui stavo all’aperto a godermi la bava di vento che spirava dai mari francesi. Avevo trattenuto il primo impulso di mandarti a quel paese: un uomo umiliato va lasciato sbollire, ma questo a te non sembrava importare, mentre ti scostava una ciocca bagnata dal viso: piovigginava, e io non me ne ero reso conto.
“Qualche perla di saggezza, Luna?” avevo ironizzato, infastidito ma incuriosito ad un tempo da quello che sicuramente mi avrebbe detto, capace di farmi sorridere come pochi sanno fare.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood, Ron Weasley | Coppie: Luna/Ron
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Disclaimer: 'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K.Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'.

1-Tana, 9 giugno 1997

Pioggia, vento… freddo. La fronte appoggiata sulla finestra appannata, ciocche di capelli appiattiti sul vetro gelido e ridicoli tentativi di schiarirmi i pensieri. Un bacio cosa significa? Amore, attrazione, paura di non poter più vivere un attimo come quello? Me lo chiedevo da qualche giorno, pur continuando a fingermi il solare Ron di sempre, al quale non importava se Hermione lo considerava solo un amico, se quel gesto di passione nel mezzo di una Guerra in corso non era stato altro che l’impulso di un istante. Lei, che mi tormenta l’anima…
 
Provo ad allontanarmi dalla finestra, e i capelli rimangono bagnati a causa del sottile strato di umidità condensata sulla lastra di vetro: anche i suoi capelli erano sempre crespi, come usciti dalla tempesta di pioggia, vento e nebbia che solo lui sembrava voler guardare, mentre il resto del mondo continuava la sua vita, riparato da un ombrello. Occhi di cerbiatto, pelle dorata, bocca a cuore, ecco cosa amavo del suo aspetto, mai però quanto il folto ammasso di capelli che si ritrovava in testa, cosi da Hermione: la sua bellezza è unica…
 
Una ragazza assolutamente non popolare, neanche sempre graziosa e che soffriva al confronto estetico con ragazze come Calì o Lavanda, studiosa e puntigliosa per me, secchiona e saccente per tutti. Una ragazza semplice, ed è con semplicità che mi ha detto di aver agito d’impulso, di non provare qualcosa di così profondo per me; mi ha detto che mi amava, forse, ma non così profondamente come lei stessa credeva… non voleva illudermi né cominciare una relazione già finita in partenza. Parole così semplici, quasi da copione, ma sono quelle che fanno più male: il mio dolore si consuma nella sua semplicità.
 
2-Villa Conchiglia, 9 agosto 1997
Dopo qualche mese trascinato ai Tiri Vispi Weasley ho ricominciato a lavorare, questa volta mirando solo al massimo, e ho passato al primo tentativo l’esame per diventare Auror: tutti si sono congratulati con me, ma ho letto nei loro occhi una muta sorpresa che non mi è stata bene. Ho odiato fare pena quando ancora non ero sulle Figurine di Cioccorane e dovevo accontentarmi di, bè, praticamente di tutto di seconda mano; lo odio anche ora, nulla è cambiato, perché il loro entusiasmo nel congratularsi con me era volto anche a distrarmi dall’altra delusione della mia vita, ed è quello ciò che più mi brucia: consolati con il lavoro, che tanto l’amore ti va male, è questo quello che a volte mi sembra di leggere fra le righe dei discorsi di tutti. Tranne che di una persona.
“Ron, non dovresti stare troppo qui, i Gorgosprizzi hanno confuso le idee a molte persone ultimamente,” mi avevi avvertito un giorno in cui stavo all’aperto a godermi la bava di vento che spirava dai mari francesi. Avevo trattenuto il primo impulso di mandarti a quel paese: un uomo umiliato va lasciato sbollire, ma questo a te non sembrava importare, mentre ti scostavi una ciocca bagnata dal viso: piovigginava, e io non me ne ero reso conto.
 
“Qualche perla di saggezza, Luna?” avevo ironizzato, infastidito ma incuriosito ad un tempo da quello che sicuramente mi avrebbe detto, capace di farmi sorridere come pochi sanno fare.
“Sì, solo una cosa: non serve a niente rifugiarsi nei sogni e rifiutare di vivere la propria vita.” A volte sapevi essere quasi saggia. “Me lo ha detto Ginny una volta, credo lo abbia sentito da Harry o da qualcun altro,” aggiungesti scrollando le spalle in un movimento aggraziato, non rozzo come quello di tutte le persone quando lo fanno.
“Uhm. Grazie, Luna, ma adesso vorrei stare da solo, se non ti dispiace…” ammisi, quasi a malincuore: compagnia o solitudine?
“Certo, vado… Bill mi ha anche detto di avvisarti del pranzo anticipato alle 11.30, comunque!” Una conchiglia bianca sparì velocemente nel palmo della tua mano, e non feci in tempo ad avvisarti del fatto che ce ne fossero moltissime altre lungo la battigia, che tu eri già sparita.
 
Compagnia o solitudine? Accidenti, scegliere è così maledettamente difficile, a volte.
 
3-Londra, 9 novembre 1997  
Pensare al proprio dolore ti fa perdere di vista il resto del mondo, e non voglio permettermelo: io sono Ron, il migliore amico del Salvatore del Mondo Magico, il ragazzo che gli ha evitato una morte certa in quel lago ghiacciato e che così ha salvato la vita anche a quel mondo che lo aveva sempre ritenuto un perdente, e che adesso lo acclamava soltanto perché aveva palesato quel coraggio inaspettato. Sono nelle figurine delle Cioccorane, e sono anche  fra i pezzi più ambiti, preceduto solo da Neville. Sono nelle figurine delle Cioccorane, sono acclamato, ammirato, e poi? E poi sono compatito da mia sorella, che ha iniziato a frequentare sempre di più il mio appartamento, con la scusa di aiutarmi con  il trasloco. Gentile, indubbiamente: voglio davvero bene a Ginny, ma gliene vorrei anche di più se non lasciasse sparsi per la casa i suoi romanzetti da quattro soldi allegati al Settimanale delle Streghe, come quello lasciato sul tavolo vicino all’ingresso.
 
Una pagina aperta è sottolineata, e anche così distante posso capire di quale frase si tratta, una poetica dichiarazione d’amore che un ragazzo normale non farebbe mai: “Liberami dal silenzio, da questa attesa che mi strazia” e qualche altra riga da diabete; l’ho letta almeno una decina di volte, solo Godric potrebbe saperne la ragione, e alla fine mi sono sentito quasi meglio.
Ho ammirato per vari minuti anche la copertina di quello stucchevole Harmony, un bel dipinto di un altrettanto bel ragazzo che bacia sul collo un’ovviamente stupenda ragazza dai grandi occhi azzurri, vestita solo dei suoi lunghi capelli biondo cenere, appiccicati sul viso a causa di una leggera pioggerella, appena intuibile dai colori sfumati del disegno. La verità è che vorrei davvero che qualcosa, qualcuno venisse a scuotermi da questo dormiveglia.
 
E come se fossi un’altra persona penso all’unica ragazza bionda che conosco, con gli occhi azzurri ma infinitamente più limpidi e puri di quelli pieni di passione irragionevole della donna dipinta, i capelli appiccicati sul viso come quelli dell’eroina di quel libro, colei che dovrebbe far finire l’attesa di quell’uomo. Irrazionalmente, mi sento meglio.
Compagnia o solitudine? Adesso sapevo cosa volere.   
  
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NdA: questa raccolta di tre flashfic è stata scritta per il "Magnolia Bianca Contest" indetto sul forum di EFP; in attesa di risultati.
La coppia Ron/Luna mi attira parecchio, se devo essere sincera!, e quindi ho colto al volo la possibilità di scrivere qualcosa su di loro con i versi della canzone "Sei un angelo come me" del musical Magnolia Bianca, appunto, che mi è uscito come pacchetto. A me è piaciuto scriverla, spero che possa piacere anche a voi!
Un saluto a tutti,
Sara
 
 

  
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