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Autore: mey chan    12/11/2011    4 recensioni
C'è poco da fare quando si prova un sentimento forte e senza via d'uscita per qualcuno, che si tratti di amore, odio, rabbia o altro.
Arriva sempre il momento in cui preme troppo, fino a liberarsi.
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“Sai, mi è sempre piaciuto. Arthur, intendo. Nonostante quell’aria arrogante e superba non ho potuto fare a meno di restare colpito dalla sua persona. Non avrei mai immaginato però di ritrovarmi con una cotta enorme nel cuore e nella mente proprio per lui.”
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“Non ha idea di quanto bramassi che questo accadesse. Perché mi hai permesso di baciarti?”
Il moro sente le gote in fiamme e involontariamente sposta lo sguardo sul finestrino. Deve però dargli una risposta, e lo sa.
“Perché io… mi piaci, Arthur. Così tanto che temo di essere nato solo per provare questo sentimento.”
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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“Ehi, sono tornato.”

Un ragazzo moro sorride un poco, rassicurante, chinandosi sulla tomba ai suoi piedi.

“Ciao Will.”

Sospira Merlin e con gesta precise va a sfiorare i fiori freschi che sua madre si era premurata di portare quella stessa mattina.

“Perdonami, è molto che non vengo a trovarti. L’università mi riempie le giornate e faccio fatica a tornare a casa. Giusto, sai che ho trovato un appartamento più grande? Beh, una stanzetta in più ma è già tanto, e l’affitto è superiore solo di poco.”

Sono le diciassette e trentadue e al cimitero non c’è nessuno. È aria di vacanze e festa e nessuno ha deciso di dedicare quel giorno alle persone care che non ci sono più.

Strizza un poco gli occhi e mostrando un piccolo sorriso si alza in piedi facendo leva sulle ginocchia, sfregando poi le mani fra loro. Si è dimenticato i guanti e ha fatto molto male.

“Forse non è il caso, e sicuramente se potessi mi diresti perché mai per una volta che mi degno di venirti a trovare comincio ad annoiarti con le mie paranoie ma, come dire, tu sei sempre importante per me, Will. Anche ora che non… non sei qui con me. Mi ascolti lo stesso, lo so. Io ho un problema. Ricordi Arthur? Sì, quel ragazzo che ti stava antipatico e che hai visto solo una volta un anno e mezzo fa.”

Un rumore di passi lo spinge a volgere il capo verso destra, riscontrando un’anziana donna che, aiutandosi con il bastone, si sta dirigendo dritta per la stradina affianco.
L’osserva per poco e infine torna con l’attenzione sull’argomento di prima.

“Sai, mi è sempre piaciuto. Arthur, intendo. Nonostante quell’aria arrogante e superba non ho potuto fare a meno di restare colpito dalla sua persona. Non avrei mai immaginato però di ritrovarmi con una cotta enorme nel cuore e nella mente proprio per lui.”

Merlin arresta un attimo il flusso delle sue parole, respirando piano. Fa freddo adesso e la sciarpa non basta più a riscaldargli la gola ormai consumata da quella confessione.

“Ormai però mi chiedo se sia giusto continuare a illudersi e soffrire. Mi aveva invitato a uscire stasera con gli altri ma io ho risposto che avevo un impegno con un compagno dell’università. Non sono bravo a mentire, lo so, infatti mi ha guardato scettico, anche se non ha ribattuto nulla.”

Sfrega le gambe in movimenti calcolati, spostando il peso da parte a parte.

“Ora devo andare, altrimenti mi ci vuole troppo per tornare. No, mia madre non sa che sono venuto qua, altrimenti mi avrebbe obbligato a restare da lei almeno per stanotte. Ho bisogno di stare solo per un po’ credo. Tu sei l’eccezione comunque, lo sei sempre stata. Tornerò presto stavolta e ti porterò dei fiori colorati. Ti voglio bene, Will.”

Merlin china il capo e incassandolo nelle spalle concede all’amico d’infanzia un ultimo sorriso, per poi avviarsi al cancello e raggiungere la macchina parcheggiata vicino l’uscita.

E’ diventata stretta quella sciarpa.


“Sapevo di trovarti qui.”


Sobbalza, fermandosi di scatto e girandosi con furia verso quella voce che d’improvviso si è ritrovato nelle orecchie.

“Arthur?”

Il moro incontra la figura del giovane Pendragon a qualche metro dall’uscita. E’ appoggiato alla sua macchina grigia, le braccia incrociate, lo sguardo serio e gli occhi… tristi?

“Cosa ci fai qui?” la soffia quella domanda, tremante d’aspettativa e paura.

Il biondo indurisce l’espressione e a grandi passi gli si avvicina, fronteggiandolo.

“Non dovevi uscire con quel tuo amico?”

Merlin si morde la lingua, in trappola.

“Io-”

“Ero a giro con Lancelot e l’ho incontrato. Pensa, era con la sua ragazza e non ti sentiva dall’ultima lezione.”

“Arthur, non-”

“Sono venuto al tuo condominio e non c’eri. Ho telefonato a Gaius, Ginevra, Morgana, Gwaine e non so chi altro. Non sapevano niente. Allora ho chiamato tua madre e-”

“Cosa?” lo interrompe, stupito e preoccupato.

Arthur capisce e sbuffa, alzando le spalle.

“Tranquillo, non si è spaventata. L’ho rassicurata dicendole che avevo capito dove trovarti e che l’avrei chiamata per confermarglielo. Infatti l’ho fatto giusto dieci minuti fa, ho visto la tua macchina parcheggiata.”

Il moro sospira, sfregandosi il viso con l’indice.

“Come hai fatto a capire che ero qui?”

“Sei stato tu a dire che questo è un posto adatto per riflettere e dove si può fare una bella azione per chi non c’è più. Inoltre è diverso tempo che non venivi a trovarlo.”

Merlin annuisce.

“Scusami. Avevo bisogno di questo. Di tranquillità. Perché sei qui? Potevamo vederci domani o un altro giorno, ti avrei chiamato.”

“Non dire fesserie. Non l’avresti mai fatto. Perché?”

L’altro sgrana un poco gli occhi, titubante, e Arthur lo capisce subito.

“Come mai mi eviti Merlin? Ti ho forse fatto qualcosa? Dannazione, io non riesco più a capirti! Siamo amici e d’un tratto cominci a comportarti in maniera strana, a evitarmi e raccontarmi menzogne.”

Senza volerlo forse il moro s’incupisce e compiendo due passi sfiora il braccio di Arthur, carezzandolo piano.

“Tu non c’entri nulla, è solo un mio problema. Dammi un po’ di tempo e vedrai che-”

“No! Maledizione, non posso! Non puoi chiedermi di starti lontano Merlin, non ci riesco!”

Merlin boccheggia e in un attimo Arthur gli circonda la vita con un ringhio, spingendolo a sé.

“Vieni in macchina. Fa freddo qui.”

Lo trascina letteralmente e dopo aver aperto lo sportello posteriore lo spinge dentro, seguendolo e richiudendo la portiera.

“A-Arthur? Cosa-”

“Non resisto più a questa tua ostinazione, Merlin. Sei libero di respingermi.”

A quale proposito?

Vorrebbe chiederlo ma lui, Arthur, gli ha circondato la guancia sinistra con la mano ruvida, attirandolo a sé per un bacio dolce e sofferto. Gli si schiaccia contro, costringendolo ad appiattirsi in quei bei sedili. Dura poco, il tempo di stringere la presa sul giubbotto del biondo e avvertire il cuore fare almeno tre capriole.

Con ancora il fiato corto, Merlin apre un poco gli occhi, trovando misteriosamente il coraggio di guardare l’altro dopo quel bacio così disinvolto; nota allora gli occhi azzurri che a malapena trattengono una sfumatura dolce, la frangia in disordine e la bocca che sembra lottare per non fiatare.

“Merlin.”

“Io-”

“Non ha idea di quanto bramassi che questo accadesse. Perché mi hai permesso di baciarti?”

Il moro sente le gote in fiamme e involontariamente sposta lo sguardo sul finestrino. Deve però dargli una risposta, e lo sa.

“Perché io… mi piaci, Arthur. Così tanto che temo di essere nato solo per provare questo sentimento.”

Il biondo sgrana un poco gli occhi, stupito.

“Merlin, tu…”

“Non so per quale assurdo motivo mi sia innamorato di te, ed è frustrante questa situazione. Vorrei tanto starti accanto e diventare speciale per te.”

Arthur non riesce a celare un sorriso, carezzandolo con lo sguardo.

“Sei un idiota. Perché non me l’hai mai detto?”

Merlin sbuffa, negandogli i suoi occhi.

“Sai com’è, un playboy come te ha altro da fare che stare a sentire la dichiarazione melensa di un suo amico, ti pare?” borbotta, un poco sarcastico.

“Sei uno stupido.”

“Hai finito oppure no d’insultarmi, asino che non sei altro?!”

Il biondo ghigna, leccandosi abilmente le labbra carnose.

“Ho finito, Merlin. Passiamo ad altro ora, che ne dici?”

Il moro istintivamente deglutisce, costatando come gli occhi di Arthur siano diventati simili a quelli di un predatore.

E adesso?

“Io-”

“Taci.”

E in un attimo quella splendida bocca è di nuovo sopra la sua; lo bacia succhiandogli il labbro inferiore così a lungo che non può trattenere un mugolio d’approvazione che si trasforma in un vero e proprio gemito quando Arthur gli si spinge contro, usando poi i denti per mordicchiare giocosamente lo stesso punto.

“Merlin…” soffia poi, allontanandosi pochissimo.

L’altro in tutta risposta gli circonda il collo con le braccia, ancorandosi a lui.

“Arthur, io-”

“Mi piaci, Merlin.”

Il moro quasi sente mancargli il respiro, mentre avverte nitidamente gli occhi pizzicare.

“Sì. Anche tu, Arthur. Mi piaci così tanto.” Confessa ancora, mormorando contro l’orecchio del biondo.

L’altro allora chiude gli occhi, stringendolo a sé con ancora più forza e affondando il viso nel suo collo.

“Vai in macchina e seguimi. Andiamo a casa mia.” Sussurra rauco, strusciando il naso sulla pelle esposta che trova.
    
Merlin annuisce, sciogliendosi piano da quell’abbraccio così desiderato e agognato.

“Sì.” Risponde, regalandogli un sorriso dolce e rassicurante che gli fa subito vincere un bacio a stampo.

“A dopo.”

“Mmh.” Risponde soltanto Arthur, osservandolo uscire con fin troppa lentezza e dirigersi verso la macchina. Non si volta verso di lui e ringrazia il cielo di questo. Si è messo in ridicolo per fin troppo tempo, cospargendo l’aria di sdolcinatezza, e ci manca solo che voltandosi lo veda con un’espressione ebete in faccia. Tanta sa di avercela, poco ma sicuro.

“Ora non mi sfuggi più.” Sillaba a se stesso, sentendosi appagato fino a provare una gioia dolce e delicata.

Merlin allo stesso tempo si sente leggero, felice e un poco imbarazzato pensando a quello che, beh, succederà di lì a breve.

“Non andrò più da nessuna parte senza di te, Arthur.” Mormora piano al vuoto, sorridendo.

Il futuro sarà un sentiero da percorrere in due da qui in avanti, con la persona alla quale ha affidato il suo cuore.


“Grazie, Will. Mi hai aiutato ancora una volta.”


E chissà che mano nella mano non si possa giungere all’eternità.
















Finita.
Spero che vi sia piaciuta, l’ho terminata non troppo tempo fa, avevo voglia di Arthur e Merlin =)
A presto!
  
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