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Autore: noceur    12/11/2011    15 recensioni
Dal primo capitolo:
[...]Potevo capire il fatto che era un bellissimo ragazzo, che ti faceva impazzire con un solo sorriso, con un solo sguardo …
‘Non posso averlo pensato davvero!’
«Del mese? Addirittura? Non pensavo fossi un ragazzo dalle storie di lunga durata!» lo canzonai.
Inizialmente mi guardò male. Poi si abbandonò in un sorrisone e mi poggiò la mano sul fianco sinistro, baciandomi la guancia.
Mi lasciò senza fiato con quel gesto. Per fortuna c’era qualcosa sotto le mie gambe o non avrei retto.
«Hai ragione. Ho già un’altra ragazza in mente.»
Mi lasciò con questa frase e naturalmente per un attimo mi illusi che parlasse di me …
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Permanent December'
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One morning
«Oh porca miseria, come te lo devo spiegare, Lucy?» dissi esasperata da quella conversazione che durava dalla fermata del pullman, mentre entravo in classe al fianco della mia migliore amica. Lanciai il mio zaino sul banco in ultima fila e mi ci sedetti affianco dondolando i piedi nervosa.
«Ti dico che ho ragione! Lui è pazzo di te!»
continuò lei sedendosi sulla sedia del banco di fronte al mio a gambe accavallate.
«Io dico che è non è vero, e comunque anche se lo fosse a me Zayn Jawaad Malik non piace, okay? Mettitelo in testa. E’ solo un montato che vuole aggiungermi alla sua collezione di ragazze stupide che cascano nei suoi trucchetti. Ma non ha capito che non sono così stupida io.» dissi quasi urlando.
«Io non ho mai detto che sei stupida, non lo penso affatto, è proprio per questo che mi attrai.»
Zayn era apparso alle mie spalle dal nulla e in quel momento avrei voluto sprofondare. Sorrise malizioso, come sempre. Un brivido mi percorse la schiena: quel timbro, quel suo alito fresco di menta vicino al mio collo, mi fece venire la pelle d’oca.
«Ti attraggo? Ti attraggo, eh? Cosa sono, una calamita?»
Lucy si lasciò scappare una risatina isterica, e probabilmente era anche l’effetto che Zayn aveva su di lei, come sulla maggior parte della scuola. Io ero l’eccezione. Lui non fece in tempo a ribattere che la professoressa di fisica era già entrata in classe. Zayn mi lanciò un ultima occhiata accompagnata da un occhiolino. Era oramai scientificamente provato che non lo sopportavo più. Ma chi si credeva di essere? Quello che era certo era che non mi sarei mai messa con lui. Non che mi aspettassi me lo chiedesse: lui era ‘ai piani alti’ della scuola mentre io solo una povera sfigatella.
Mentre picchiettavo con il tappo della penna sul banco come ero solita fare, venni colpita da una pallina di carta. Tra le risatine dei miei compagni riuscii a leggere cosa c’era scritto senza farmi riprendere dalla professoressa.
 
Ti andrebbe di fare il compito con me?
Tuo Zayn.
 
Per poco non riuscii a trattenere le risate, così che dovetti tapparmi la bocca con una mano da sola.
Gli risposi quasi immediatamente.
 
Sarà la prof a scegliere e comunque … no.
La non-tua Cher.
 
Accartocciai per bene la carta e gliela lanciai, facendogliela finire fra i capelli. Tutto agitato per la sua pettinatura, si infilò una mano nei capelli quasi neri e fece cadere il bigliettino sul banco. Sfoggiò un sorrisone a 32 denti e lo aprì. E naturalmente quel sorriso beffardo scomparve dalla sua faccia. Lo vidi scrivere velocissimamente e passare il foglietto al suo vicino, Harry, che poi lo passò a me.
 
I’m gonna make you mine, tonight.
 
Per poco non mi andò di traverso il tappo della penna che mordicchiavo nervosamente. A parte il senso perverso di quella frase, mi chiedevo come facesse a sapere che quella era la mia canzone preferita. Ma forse era solo una caso. Lo guardai con la coda dell’occhio e mi sembrava ridesse a crepapelle.
Lo avrei fatto smettere io, subito. Mentre ancora lo osservavo, alzai il braccio più in alto che potevo per farmi notare dall’insegnante.
«Cosa c’è Cher?» sbuffò scocciata. Lanciai un’ultima occhiata a Zayn che aveva smesso di ridere e sembrava un tantino preoccupato.
«Professoressa, mi scusi se le arreco disturbo- feci con aria da leccapiedi- ma il signorino Malik mi manda messaggi alquanto strani.» Lucy, davanti a me, rideva come d’altronde tutti facevano ora, persino Harry che era il migliore amico di Zayn.
«Fammi vedere.» sbuffò la prof. Io mi alzai e tutta tranquilla mi avvicinai alla cattedra, dove posai il bigliettino. La prof lo srotolò e dopo aver letto le prima righe, fece una faccia schifata arricciando le labbra. Questo scatenò una risata di gruppo mentre Zayn rimaneva impassibile a guardare il suo libro.
«Bene, dato che lo desidera così tanto, signorino Malik, farà il compito con la signorina Cher, che è forse l’unica che può aiutarlo ad alzarsi la media.» concluse la prof.
«Voglio credere che sta scherzando. Io dovrei portarmi a casa ‘sto maniaco?» chiesi facendo gesti isterici.
«Magari nascerà una nuova amicizia, chi lo sa. Torna al tuo posto Cher.» dondolando le braccia tornai al banco, sotto lo sguardo divertito di tutta la classe.
«E’ la prof che decide. Lo hai detto tu.» Zayn. L’ho già detto che era ufficiale che odiavo quel ragazzo?
Presi la mia gomma e gliela tirai in piena fronte, lui cercò di schivarla ma non ci riuscì e iniziò a massaggiarsi il punto in cui lo avevo colpito.
 
at lunch
 
Ero in cerca della mia migliore amica che non vedevo dalla prima ora, e finalmente la trovai intenta a ridere con quelle ochette del suo corso di cheerleading. Mi intromisi nel loro discorso.
«Ciao Lucy, ciao ragazze. Lucy, andiamo a pranzo? Sto morendo di fame!» mi portai una mano allo stomaco.
«Veramente io e le ragazze andiamo a mangiare fuori … scusami.» aveva la voce ‘supplicante’ come se non volesse fare figuracce con loro. «Però, puoi venire con noi, se vuoi.» continuò per riparare la situazione.
La capo cheerleader, una ragazza bionda, occhi verdi, alta, magrissima la fermò subito «No Lucy, l’incontro è solo per le cheerleader.» sollevò le sopracciglia e continuò «E siamo anche in ritardo. Andiamo ragazze.» girò i tacchi e sculettò fino alla porta a vetri, seguita da tutte le ragazze che fecero svolazzare la tutina blu e gialla che indossavano. Lucy rimase per qualche istante a guardarmi «Scusa, devo andare.» e si dileguò correndo verso le sue nuove amiche.
Mi trascinai fino alla mensa, dove presi una fetta di prosciutto e qualche filo di insalata. Non avevo  per niente fame. Il fatto che Lucy preferisse quelle galline a me, mi aveva chiuso lo stomaco. Mi posizionai nel tavolo vicino ai cassonetti, dove non andava mai nessuno a causa della puzza che aleggiava lì intorno. Ma pur di esternarmi dal mondo avrei smesso di respirare per una decina di minuti. Mi sfilai il cellulare dalla tasca interna della felpa e indossai le cuffiette. Lo facevo spesso, quando litigavo con qualcuno soprattutto, anche se finivo sempre per chiedere perdono io anche nei casi in cui avevo ragione.
Partì subito quella canzone: make you mine.
«Lo fai apposta?» domandai guardando in alto esasperata.
«E’ il destino.» a parlare era qualcuno dietro di me leggermente piegato verso il mio orecchio. Zayn.
«Zayn, non è il momento di fare lo spiritoso. Sto male, okay? Fammi il piacere di sparire alla mia vista o udito.»  dissi senza girarmi a guardarlo.
«Hai le tue cose?» disse ridacchiando. Oh cazzo quanto lo odiavo!
«Ti fanculizzo ora o più tardi? Lasciami in pace, ti prego …».
Lui con una veloce mossa della gamba, si sedette affianco a me, con una gamba sotto il tavolo e una a lato della panca «Ehi, che c’è, piccola?» mi accarezzò la guancia con due dita della mano. Mi venne ancora da ridere. Era bello che mi chiamasse così nonostante io lo offendessi continuamente. Non mi arrabbiai per quel soprannome, di solito lo avrei fatto, ma in quel momento non avevo per niente voglia di litigare, non con lui almeno.
«Ti piace che ti chiamo così?» chiese vedendo la mia reazione sorridente e ricambiò il sorriso
«Si, tanto. Non lo aveva mai fatto nessuno.» sorrisi cercando di osservarlo, ma i suoi occhi, così scuri, così profondi, mi intimidivano esageratamente e odiavo doverlo ammettere, dover ammettere che il suo sorriso mi faceva andare in iperventilazione.
«I tuoi genitori lo avranno fatto qualche volta, no?».
BUM!
 
 
 Il mondo addosso. Quella parola, quella con la g peggiorò completamente la situazione. Il mio umore era più nero di prima. Impallidii improvvisamente, mentre gli occhi iniziavano a pizzicare e a diventare più lucidi. «Ho detto qualcosa che non dovevo? Scusami, non era mia intenzione farti piangere …» mi asciugò una lacrima dalla guancia con il pollice.
«No, niente. Scusa, mi emoziono troppo facilmente. » piegai leggermente gli angoli della bocca in quello che non si poteva chiamare propriamente un sorriso.
«Allora, quando posso venire a casa tua per il compito?» chiese prendendo la mia bottiglietta d’acqua dalla forma circolare del mio vassoio e iniziando a giocarci.
«Quando vuoi. Non ho problemi di orario.» giocherellai con le mani evitando il suo sguardo. Mi stavo rendendo fin troppo disponibile per i miei modi.
«Va bene, ora scusa ma devo andare da Angelina.» sorrise malizioso e fece per alzarsi.
«Angelina?» chiesi delusa guardandolo dal basso della mia seduta.
«Vedi quella ragazza laggiù?» indicò una ragazza bionda infondo alla sala che lo guardava indifesa.
Povera ragazza che nel giro di poco tempo sarebbe stata scaricata da lui. Povera illusa, non sarei mai voluta essere al suo posto.
Annuii «Ecco lei è la fortunata del mese.» la salutò con due dita e mimò un arrivo subito con le labbra.
Ecco cosa odiavo di più del suo fottuto comportamento: era così menefreghista nei sentimenti delle ragazze, che nonostante sapessero dei suoi vari flirt, continuavano a sbavargli dietro come cagnolini.
Era una cosa che proprio non capivo.
 Potevo capire il fatto che era un bellissimo ragazzo, che ti faceva impazzire con un solo sorriso, con un solo sguardo …
‘Non posso averlo pensato davvero!’
«Del mese? Addirittura? Non pensavo fossi un ragazzo dalle storie di lunga durata!» lo canzonai.
Inizialmente mi guardò male. Poi si abbandonò in un sorrisone e mi poggiò la mano sul fianco sinistro, baciandomi la guancia.
Mi lasciò senza fiato con quel gesto. Per fortuna c’era qualcosa sotto le mie gambe o non avrei retto.
«Hai ragione. Ho già un’altra ragazza in mente.»
Mi lasciò con questa frase e naturalmente per un attimo mi illusi che parlasse di me …
 
 
 
Le tre ore successive passarono lente, senza nessun avvenimento particolarmente interessante, a parte una stupida verifica di comprensione del testo.
Al trillo della campanella mi catapultai fuori dall’edificio sperando di vedere quella chioma rossa della mia migliore amica.
Ma naturalmente non la vidi subito, circondata com’era da alcune ragazze. Rideva a crepapelle.
Si stava divertendo quindi non mi avvicinai per salutarla. Perché interrompere il suo divertimento?
Senza farmi vedere troppo salii sul pulmino giallo che si stava man mano riempiendo di studenti.
Mi sedetti in una delle ultime file, a fianco di una ragazza castana scura, i capelli leggermente mossi, con gli occhi dello stesso colore.
Alzò il viso dal libro che stava leggendo, “Se questo è un uomo.” e mi sorrise.
Mi accorsi di essere quasi arrivata alla mia fermata così mi alzai, e mi diressi verso l’uscita.
 
 
 
Entrai in casa lasciando lo zaino vicino al porta ombrelli.
La casa era vuota, come lo era sempre, ma alcuni giorni la nostalgia era più forte che in altri.
E quello era uno di quei giorni.
Andai in cucina e misi a scaldare una tazza di tè.
Lo finii tutto in un sorso, mentre il suo piacevole calore mi riempiva lo stomaco.
Salii al piano superiore per farmi una doccia calda, che come sempre, mi avrebbe rilassato.
 
 
Avvolta nell’accappatoio andai nella mia camera, dove iniziai ad osservarmi allo specchio.
Solita solfa: non mi piacevo, non mi piacevano tutti quei rotolini di ciccia che molti definivano immaginari.
Feci cadere l’accappatoio a terra e mi infilai l’intimo. Stavo per aprire l’armadio quando sentii qualcuno suonare nervosamente il campanello. Notando che non smetteva si suonare, decisi di scendere senza nemmeno infilarmi una maglia.
Aprii la porta e mi trovai davanti chi non mi sarei mai aspettata di vedere. Zayn. 



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'sera a tutti, belli e brutti (?)
non voglio dire molto su questa fan fiction,
spero solo leggiate e recensiate.
Il perchè del titolo si capirà più avanti.

xoxo M.


  
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