Premessa: lo ammetto ho altre storie in piedi e continuerò a scriverle regolarmente, ma la mia mente in un impeto di pura follia ha partorito questa!
Non sono riuscita a non scriverla!
Sono ufficialmente Jasper-dipendente? Temo proprio di si!
Spero che vi piaccia e che qualcuno la recensisca facendomi sapere che ne pensa!
Ciao ^_^
SON LOST AND FOUND
CARLISLE P.O.V:
La
lotta era cominciata.
La mia famiglia ed i nostri tre alleati
contrapposti al branco di Sam in una battaglia per la vita
di mia figlia e mia
nipote.
Quando Sam non ha accettato le nostre spiegazioni sull'esistenza di Renesmee Jacob ha dichiarato molto chiaramente che chiunque volesse far del male a Bella o a Nessie doveva passare sul suo corpo.
Ma Sam non ha voluto sentir ragione.
Ha deciso di eliminare la mia nipotina, di proteggere il proprio branco anche a costo di morire.
L'inutilità di quella guerra mi faceva male al cuore.
Qualcuno quella notte sarebbe potuto morire e , mentre pregavo Dio che non fosse uno dei miei sapevo che era una possibilità.
Ho sentito chiaramente i rumori attorno a me; si scontravano, graffiando, mordendo, ringhiando e provando quella cosa indefinibile che Bella possiede.
Tutto rimbombava in me, come un eco che scuoteva la mia anima, quell'anima che mio figlio Edward è certo che nessuno di noi possegga più...
Un acuto ringhio di agonia pura è giunto alle mie orecchie, mescolato al suono di marmo frantumato da solidissimo acciaio.
Sapevo cos'era stato.
Qualcuno aveva pagato il prezzo più alto.
Uno dei miei familiari era a terra.
Ho lanciato lontano da me il licantropo che stavo fronteggiando, mandandolo in mezzo agli alberi e sono corso a vedere chi fosse.
Quello
che i miei occhi avevano potuto vedere era una capigliatura bionda
piegata sul braccio appeso alla spalla solo da un filo, con una gamba
maciullata , un ampio squarcio lungo la colonna vertebrale, una mano
praticamente smembrata e grossi morsi su un gomito, un ginocchio ed
un bicipite.
Jasper.
Il
nostro Jasper, il combattente più forte e più
abile che avevamo,
era stato preso di sorpresa e fatto a pezzi per vendicare il suo
tentativo di eludere i lupi sulla propria abilità ... tutto
per
proteggere il resto di noi.
Ho sentito montare in me la
rabbia, profonda, intensa e totale all'idea che quegli animali
abbiano preso mio figlio alla sprovvista e l'abbiano attaccato senza
pietà perché aveva provato a difendere la
famiglia.
Alice ha gridato, incredula, alla vista del proprio compagno ridotto in quel modo, un urlo furioso, lo stesso suono ringhioso che é venuto dal profondo della mia gola.
Mi
sono trasformato in un guerriero irriconoscibile,gli occhi neri come
la notte, pronti a lacerare il folle che aveva ferito il mio
figlio. Le mie membra si sono posizionate in modo da poter
attaccare, le dita piegate ad artiglio e un formicolio sotto la
pelle.
Nel mezzo della battaglia feroce ho identificato il lupo che ha aggredito Jasper, facendolo letteralmente a pezzi.
Sam
in un primo momento ha focalizzato la propria attenzione
su Edward, ma, quando ha capito
che non era lui
l'avversario più pericoloso, si é avventato su
Jasper per non
dargli la possibilità di attaccare gli altri membri del
branco.
Probabilmente Sam aveva immaginato che sarebbe stato più facile gestire la situazione, fronteggiare il resto di noi, dopo averlo tolto di mezzo.
Avrebbe pagato la sua negligenza.
L'unica cosa a cui sono riuscito a pensare in quel momento era che mio figlio stava soffrendo e la bestia che che l'aveva quasi ucciso era a pochi metri da me.
Che straordinaria lotta sarebbe stata....capo contro leader...Alfa contro Padre.
Ma un Alfa, per quanto avesse la responsabilità del proprio branco, non avrebbe mai e poi mai potuto eguagliare la protezione di un padre per il proprio figlio.
La paternità si spinge oltre l'obbligo, arriva all'Amore.
Una foschia rossa ha offuscato la mia vista. Ogni attimo di formazione militare che Jasper ed Eleazar mi avevano dato era nella mia mente, come un catalogo di mosse letali.
Le
fauci aperte di Sam si stavano per abbattere sull'indifesa testa di
Jasper.
In un colpo solo ho catapultato l'enorme lupo nero contro l'albero più vicino.
La forza dell'impatto ha spezzato il cedro a metà e il pesante corpo si è abbattuto sull'erba bagnata, accanto ai compagni.
Il rumore ha scosso in tutta la foresta.
Non ero in grado di pensare con lucidità ma già mi stavo posizionando a proteggere del corpo di Jasper: la mia famiglia ed i nostri tre amici immediatamente al mio fianco.
Alice stava tremando , stretta nell'abbraccio d'acciaio di Edward fino a quando non è ricominciata la lotta.
Leah mi fissava, afflitta. Gli altri lupi, che probabilmente erano abbastanza forti per attaccarci ancora, sono rimasto immobili, come sotto shock.
Anche Paul era tranquillo.
Le mie azioni avevano dimostrato loro fin troppo bene quanto ci avessero sottovalutato. Potevo quasi vedere i pensieri nelle loro menti ...
Forse avrebbero pagato tutti lo stesso prezzo di Sam e la loro missione sarebbe finita con una sconfitta? Valeva ancora la pena continuare?
Tutti
gli occhi erano fissi su Sam che , tornato umano, si era alzato e
aveva mosso un paio di passi, come ubriaco, prima di ricadere sulle
ginocchia.
“Ti
saresti battuto allo stesso modo per difendere te
stesso?”
ha chiesto, stupito.
La
mia natura selvatica era al suo apice, eppure in qualche modo ho
trovato la forza di parlare come l'uomo che ho fatto del mio meglio
per essere.
"Lui è mio figlio - ho
ringhiato, tremando per l'ansia e l'attesa - e tu
l'hai
ferito, causandogli un enorme dolore. Io
non permetterò
che succeda di nuovo"
Senza alcun preavviso, Sam ha
cominciato a tremare per il cambiamento, da uomo in lupo.
Pensavo volesse attaccare di nuovo, invece non ha fatto nulla.
Si è voltato guardando intensamente Jacob. Jacob ha ricambiato lo sguardo per non più di un minuto.
É stato sufficiente.
Qualcosa è cambiato negli occhi di Sam così sottilmente che non sono riuscito a comprenderne il significato.
É
corso verso il bosco, seguito da tutti i membri del branco, lasciando
Jasper ferito e gemente come unica testimonianza della
battaglia.
"Che diavolo è successo?" ha
gridato Emmett; Rosalie è
apparsa suo fianco, la stessa espressione sconcertata in viso, le
braccia incrociate e gli occhi socchiusi verso Jacob.
Edward
ha sospirato, prima di parlare: "Carlisle ha salvato noi tutti.
Solo quando Sam è stato costretto a fermarsi a riflettere un
attimo
ha considerato ciò Jacob gli ha detto
dell'imprinting. Se
Renesmee è adatto all'imprinting con lupo, allora non
può esserci
alcun pericolo. E
lui ha
visto anche che Jacob mi ha dato il permesso di cambiare
Bella".
"Quindi, se Carlisle non era fuori di testa"
così Emmett ha riassunto la situazione nel suo modo
schietto.
"Così siamo al sicuro ora?" ha
chiesto Esme esitante,
gli occhi guizzanti intorno a noi in apprensione.
"Non ci
attaccheranno ancora - ha detto Edward, sorridendo a sua madre -
andrà tutto bene."
La conferma della nostra sicurezza ha
azzerato, in me, tutta l'energia del combattimento
.
Il mio corpo è scivolato a terra, le mie gambe praticamente sono crollate sotto di me.
La violenza che mi aveva invaso ora ossessionava la mia mente.
"Lasciami
andare” ha detto Alice tendendosi disperatamente verso il suo
amato,cercando di divincolarsi dalle braccia di Edward che la
tenevano ancora stretta
"No, Alice - è stata la
sua risposta ferma – è di Carlisle che Jasper ha
bisogno in questo
momento."
"Cosa?" Alice voltò la testa di
scatto per guardare Edward.
Tutti
noi lo fissavamo.
"Jasper ha bisogno di creare
un legame con il suo leader" Edward ha mormorato, dolcemente,
facendo del suo meglio per lenire dolore di Alice, stringendola
ancora un po' a sé.
“In
un normale coven
le azioni di Carlisle significherebbero ancora di più di
quanto
significhino per noi. Il fatto che il leader faccia una cosa del
genere per uno dei propri membri significa che c'è un forte
legame
fra di loro. La mancanza di un'azione del genere potrebbe essere il
motivo per cui Jasper non è mai stato vicino a Carlisle come
noi
altri...”
Questi pensieri, nuovi per le mie orecchie, mi hanno spinto a pormi delle domande.
E se veramente fosse quello il motivo per cui Jasper non si era rivolto a me quando aveva bisogno d'aiuto?
É stato Edward il suo punto di riferimento ogni volta che ha avuto delle difficoltà col nostro stile di vita.
Avevo sempre pensato che fosse perché si somigliano, caratterialmente.....
Ma
ora..... é stata davvero colpa mia se lui si è
sempre rivolto a
qualcun altro e non a me quando ha avuto dei problemi?
“Non
è come pensi - ha risposto Edward che, ovviamente, aveva
sentito i
miei pensieri – non credere che sia colpa tua. Non
è questo che
intendevo....Ho solo pensato che è qualcosa di cui ha
bisogno. Se
succedesse sarebbe un bene per lui e.... per te....”
Alice
sembrava sul punto di rispondere, ma i lamenti di Jasper stavano
aumentando.
Ho capito subito che più tempo passava prima che i suoi arti venissero riattaccati e le ferite sigillate più il veleno si sarebbe diffuso nel suo corpo, erodendo i morsi ed allora ogni cura sarebbe stata inutile.
Se
non fosse morto sarebbero passate settimane prima che il suo corpo
potesse ricomporsi e il processo sarebbe stato quasi doloroso quanto
la trasformazione originale.
"Per favore, Alice –
la voce di Edward era supplichevole - Jasper non ha molto tempo prima
che il suo corpo si autodistrugga...”
Alice ha annuito a scatti, pregandomi, con gli occhi, di prendermi cura del suo amato.
Ho potuto solo assentire mentre Edward la trascinava con fermezza in casa, da Bella.
Seth e Leah si sono dispersi tra gli alberi senza far rumore e Jacob è andato a casa, probabilmente per cambiarsi i vestiti e vedere Renesmee, seguito da Rosalie e Emmett.
Solo Esme si è trattenuta vicino a me.
“Non hai fatto nulla di male! - mi ha detto, facendomi una carezza delicata, sul viso - Sono orgogliosa del modo in cui hai difeso nostro figlio. E ti amo. Ora prenditi cura di lui”
Mi ha dato un bacio, prima di andare anche lei.
Ho sospirato cercando di allontanare l'auto compatimento da me e di concentrarmi, prima di precipitarmi a prendermi cura delle ferite di Jasper.
Ho cominciato con la mano che pendeva dal braccio sano.
Jasper soffriva al punto che la sua mano era immobile. Non aveva nemmeno tentato di riattaccarla da sé.
“Mi
spiace perché farà male” mi sono
scusato, prendendo la mano fra
le mie.
Ho allineato le dita, sforzandomi di ignorare i suoi gemiti e rimettendo a posto osa, tendini, pelle e quant'altro fosse stato danneggiato.
Non ci sono voluti più di cinque minuti.
Dopo
tutto operavo a velocità vampiresca,non umana!
Il sollievo di Jasper è stato facilmente percepibile, grazie al suo dono.
Mi sono reso conto, improvvisamente, di quanto avesse evitato di proiettare il proprio dolore, cercando di mantenere il controllo anche nei momenti di maggior sofferenza.
Ho aiutato Jasper a sollevarsi, per poter valutare le altre ferite.
Fortunatamente ( se di fortuna si poteva parlare!) il braccio era collegato sotto e non sopra, così i miei denti si sarebbero potuti adattare alla sua spalla.
Ero preoccupato perché sarebbe stato decisamente più doloroso che riattaccare la mano.
Mi sono fatto coraggio e ho inondato la ferita con il veleno.
Jasper sussultava violentemente, per quanto si sforzasse, tanto che dovevo tenerlo fermo per evitare che la ferita si lacerasse di nuovo.
I
cinque minuti per curare una mano erano nulla in confronto a quindici
minuti di impegno estenuante per sigillare la spalla.
Quando ho finito, Jasper sembrava davvero mai esausto.
Facendo
un profondo respiro, Jasper ha parlato finalmente,ma era appoggiato
alla mia spalla quindi la sua voce era come in sordina "Stai
facendo bene. É sempre doloroso e difficile per il nostro
corpo
guarire da ferite profonde"
"Qual è la peggiore
ora?" gli ho chiesto
"Gamba sinistra . Proprio
sopra il ginocchio”
Annuendo
mi sono spostato per sigillare la gamba. Ci è
voluto del tempo
, ma sempre meno della spalla, ed il suo aspetto era un po'
migliorare.
"Almeno
ora posso muovermi – ha brontolato Jasper vagamente,
rotolando
sulla schiena.
Il suo movimento ha esposto una cicatrice ancora aperta sull'addome che mi ha provocato una certa sorpresa.
"Fidati
di me: i danni al tronco non sono dolorosi quanto quelli a braccia e
gambe....” ha mormorato, debolmente
Mio figlio, ferito fin quasi a morte che cercava di rassicurarmi?
No, non andava affatto bene! Io dovevo essere forte per lui non il contrario!
Mi sono immediatamente scosso dal mio torpore e gli ho chiesto, indicando la ferita in questione: "Posso?"
“Per favore - ha risposto – fai presto, se non ti dispiace."
"Certo!"
ho replicato, strappando via la maglia a brandelli per poter agire
più liberamente.
Vedendo
quanto guarisse velocemente la ferita all'addome ho constatato che
Jasper aveva ragione riguardo le ferite al tronco, ma ciò
che mi
aveva spaventato erano le sue vecchie cicatrici.
Mio Dio cosa aveva dovuto sopportare questo ragazzo?
"Perdonami"
ho mormorato, a disagio, ricordando che Jasper era molto indipendente
e non voleva alcuna pietà.
"Va
bene” ha detto,sottovoce.
“Perché queste ferite più piccole non sono già guarite? - Mi sono chiesto ad alta voce, distrattamente - Avrebbero dovuto sigillarsi quasi istantaneamente..."
“É
il lupo – mi ha spiegato Jasper con voce triste – I
loro denti
provocano una specie di infezione. É come il veleno, ma
penso che
sia pericoloso solo quando viene a contatto con le ferite di un
vampiro."
"Avrei
dovuto toglierlo dalle altre ferite, allora, prima di sigillarle
?" Ho chiesto in preda al panico.
"Credo
che il tuo veleno abbia bloccato quella specie di infezione..... che
annienti il veleno del lupo - Si strinse nelle spalle
delicatamente - Almeno mi sento meglio. Credo che non mi sentirei
meglio se fosse ancora lì"
"Credo
di sì – ho detto, a disagio - ma dovremmo cercare
di guarire le
altre ferite il il più in fretta possibile, prima che il
veleno ti
faccia del male"
Annuendo,
si è voltato per permettermi di vedere la sua spina dorsale,
É
stato un gioco da ragazzi guarire le ferite rimanenti e ho sentito
crescere la mia fiducia e il mio ottimismo, man mano che le
sigillavo, a meno che non fosse Jasper ad usare il suo potere su di
me,cosa non del tutto improbabile conoscendolo.....
Jasper
stava decisamente meglio, salvo per le occhiaie viola sotto gli occhi
e i vestiti ridotti a brandelli.
“Alice si arrabbierà per come sei ridotto” Ho scherzato.
"Probabilmente
Alice ha già dei vestiti pronti per me - Jasper ha fatto un
piccolo
sorriso – stavo per essere fatto a pezzi e lei si preoccupa
della
moda!”
"Non
dire una cosa del genere! " ho sussurrato, terrorizzato all'idea
di perdere uno dei miei figli.
"Mi
dispiace - ha risposto contriti, con un'espressione piuttosto
colpevole in viso – era decisamente fuori luogo"
"Suppongo
che dovrei essere contento che tu voglia di scherzarci su - ho
ammesso - ma avremmo potuto perdere facilmente....”
"Non
con te in giro - ha osservato Jasper – e ora vorrei andare a
casa”
"Certo, andiamo. Hai decisamente bisogno di
riposo."
UN PAIO DI SETTIMANE DOPO.
Eravamo soli, in salotto.
Jasper mi ha guardato esitante, per qualche secondo, poi ha detto “dovrei andare a caccia. Ti va di venire con me?”
"Naturalmente"
ho accettato immediatamente.
Vedendolo ricomparire poco dopo
con uno zaino sulle spalle ho chiesto:
“Alice non vuole che torni da lei sporco e malconcio?”
“Uhm....si...bhè...qualcosa del genere” ha risposto lui.
Jasper ha cominciato a correre immediatamente.
Abbiamo raggiunto il Canada e mi sono chiesto quale fosse la sua idea: se volesse davvero andare a caccia o se invece volesse allontanarsi da noi per un po' ora che le sue ferite erano completamente guarite.
Considerando
il numero di vestiti nella borsa ho tenuto era un'ipotesi
plausibile.
Jasper si è
fermato improvvisamente, in mezzo al nulla nel deserto canadese, non
un singolo battito cardiaco o qualche profumo nel raggio d'azione dei
nostri sensi.
Ha
fatto qualche passo verso di me e gli ho letto in viso che sapeva che
avevo iniziato a capire.
“É il momento di fare braccio di ferro su un masso?” ho chiesto, scherzando.
Jasper
effettivamente ha riso, ricordando fin troppo bene che Emmett ha
cercato un modo maschile per stabilire un legame fra loro quando lui
e Alice erano entrati a far parte della famiglia. Una partita braccio
di ferro è stata un ottimo espediente perché non
si sentisse in
imbarazzo per il suo passato, ma abbastanza selvaggia da soddisfare
Emmett.
"Tu
non mi sembri il tipo da braccio di ferro..." ha sottolineato,
infine, Jasper.
"No.
Suppongo di no - ho ammesso, sedendomi su un tronco d'albero che
qualche tempesta doveva aver abbattuto - chetipo pensi
che sia?”
"Io non ne sono del tutto sicuro - ha
confessato, il viso pensieroso mentre fissava la mia posa rilassata e
lo sguardo curioso - Onestamente, non ci ho mai pensato più
di
tanto. Bisogna accettare le persone così come sono. Non ho
sentito
il bisogno di rompere il ghiaccio con te. Io sapevo, anche senza il
gesto di cui ti ha parlato Edward , che mi accettavi per quello che
ero. Alice non aveva nemmeno bisogno di dirmelo. L'ho capito
chiaramente dalle emozioni che hai provato verso di noi il primo
giorno. "
"Sono
contento che tu lo sapessi - Ho accettato il suo ragionamento . Anche
se non sono sicuro che mi piaccia l'idea di avere interessi
così
diversi dagli altri...."
"Non
è quello che volevo dire - Jasper ha aggrottò la
fronte - Ma
ammetto che può essere difficile condividere un interesse
con
qualcuno che trova facile avere intorno gli esseri umani. Tu fai
tante cose che non penso che potrei mai fare. Non con la mia mancanza
di controllo"
"Ti
sottovalutare, come al solito - sospirai un po' triste - Se tu avessi
più fiducia in te stesso, credo che potresti fare molte cose
che
reputi impossibili"
"Alice
la pensa come te - ha sbuffato, sedendosi accanto a me sull'albero
caduto - Non che mi dispiaccia, ma …....So che credete in me
- ha
continuato a dire, la gratitudine nella voce - Ma dopo aver vissuto
nel modo in cui ho vissuto io, faccio fatica a credere in me"
"Non
è sempre la parte più difficile? - Ho
riso con leggerezza -
Se qualcuno non avesse creduto in me non avrei avuto nulla,non avrei
la mia famiglia, anche.... "
"Tu
non dipendevi da nessuno quando hai cambiato Edward - disse Jasper
confusamente – è dipeso tutto dalla tua fede, non
è vero?"
Mi
è venuto subito in mente che Jasper aveva solo una
conoscenza
superficiale della mia storia iniziale con Edward. Abbastanza
per sapere cosa fosse successo, ma niente di troppo
personale. Edward
era stato molto cauto nei confronti di Jasper in un primo momento e
dopo nessuno di noi aveva pensato di fornirgli ulteriori dettagli.
"Elizabeth
Masen fu prima ad avere fede in me " ho spiegato semplicemente.
"La
madre di Edward? - Jasper ha chiesto, visibilmente sorpreso –
sapeva chi eri?”
"Non
l'ho mai saputo con certezza – ho ammesso - Ma Edward pensa
che
possa aver avuto una buona idea. Era una donna superstiziosa, ma
estremamente pratica. É una strana combinazione, ma ne
faceva una
creatura molto recettiva”
"Come
hai fatto a saperlo?" Jasper si è sporto in avanti,
molto
più interessato di prima.
"Il
padre di Edward aveva preso la spagnola - ho cominciato a raccontare
la storia, era giunto decisamente il momento che anche Jasper si
sentisse a proprio agio con la storia familiare - Posso solo
immaginare che Edward e sua madre siano stati contagiati durante le
loro loro visite in ospedale, perché i primi giorni in cui
venivano
a trovare Edward senior stavano bene. Elisabeth stava peggio di suo
figlio, senza dubbio, ma si prendeva cura di lui nonostante la sua
cattiva salute.
Sapevo
che per me non era una cosa positiva legare con loro,ma non potevo
resistere. Sono stato attratto da loro senza averli mai incontrati
prima ... Quando Elisabeth stava morendo, mi pregò
di salvare
Edward . Disse che sapeva che
io
potevo farlo. Le
ho dato la mia
parola, ma ero pieno di dubbi. Eppure, anche nella morte, sembrava
che si aspettasse che io tenessi fede alla mia promessa. Il suo viso
non sembrava in pace fino a quando ho deciso di prendere
Edward
come il mio compagno e dichiarare che madre e figlio erano morti. "
Dopo la mia storia ci su solo silenzio, eccetto per le piccole creature che strisciavano per terra e il vento tra gli alberi, per qualche minuto, poi Jasper ha chiesto, con un filo di voce, tristemente: “Edward non si è mai fidato completamente di me vero?”
"Cosa?
- ho domandato - Cosa significa? Ovviamente Edward si fida di te."
"Allora
perché non mi ha mai....." Jasper sembrava incapace di
continuare, quasi si vergognasse di quella che considerava una
reazione infantile.
Per
un momento sono rimasto in silenzio, cercando di trovare la giusta
spiegazione.
Il ricordo di una notte speciale si è fatto strada in me.
"Ti
ricordi la sera che ti ho dato quello?" Ho chiesto a bassa
voce, indicando lo stemma di famiglia che portava ,con un nastro di
cuoio,al polso sinistro.
"Non
posso dimenticarlo, no? - ha detto, quasi sorridendo, ma lo
smarrimento ha prevalso sul suo volto - Perché?”
"Sai
chi mi ha suggerito che era il momento di dartelo?"
"Edward?" ha
chiesto esitante.
"Si,
Edward – ho detto – era un notte normale,
bhè, come può
essere normale nella
nostra famiglia …"
Jasper
ridacchiò con me per quella che era senza alcun dubbio la
verità.
"Edward
venne da me al lavoro. Mi ricordo che mi raccontò che voi
stavate
giocando a casa, non facevate nulla di particolare, ma fu colpito dal
pensiero di come sarebbe stato strano, per lui, se tu non ci fossi
stato. Eri diventato parte integrante della nostra famiglia.
Così
siamo andati verso la gioielleria a prendere quello”
"Allora
perché non mi ha raccontato la sua storia? - Jasper ha
chiesto,
continuando a dubitare anche se la speranza gli illuminava il viso -
Io gli ho raccontato la mia. Non ho mai nascosto quello che sono e
come ho vissuto, ma non è servito a conquistare la sua
fiducia”
Stavo male vedendo mio figlio turbato,ma ho scelto
ogni mia parola con molta attenzione. "Jasper....Edward ti
ha accettato; evidentemente ha dimenticato da tempo la
necessità di
essere più dettagliato sulla sua storia. I suoi pensieri
erano molto
più concentrati sui modi in cui poteva includerti nella
nostra vita
familiare. Dubito che sappia queste cose. L'hai tenuto dentro per
tutti questi anni?”
Jasper sembrava colpevole, ma ho solo un
sospirato.
"Dovresti parlare con lui. So che era preoccupato quando ti sei messo in discussione subito dopo il cambiamento di Bella."
Ancora
una volta cadde in silenzio, la natura che turbinano intorno a noi.
I miei pensieri sembravano seguire il vento selvaggio, toccando molti argomenti, ma senza fermarsi a riflettere su nessuno per molto tempo. La maggior parte ruotava attorno alla felicità della mia famiglia in questo momento.
La
voce profonda di Jasper finalmente ha rotto il silenzio.
“Grazie per avermi detto tutte queste cose....”
"Di
niente”
"E ... grazie per quello che hai fatto
..."ha continuato esitante
"Quello
che ho fatto?" ho chiesto stupito.
"Quando
abbiamo combattuto i lupi"
Oh!
Ho deglutito con grande difficoltà al ricordo di quella terribile notte quando avevo quasi perso il figlio che avevo accanto.
Lo stridore metallico della sua carne lacerata ancora mi faceva ancora rabbrividire, solo a ripensarci.
Una
mano sulla mia spalla mi ha scosso dalle mie riflessioni ed ho visto
il viso di Jasper guardarmi intensamente.
“Non
so come spiegarlo – ha cominciato, mordicchiandosi il labbro
inferiore – ma le parole che Edward ha usato....mi
erano congeniali, direi familiari...'
In
un normale coven le azioni di Carlisle significherebbero ancora di
più di quanto significhino per noi. Il fatto che il leader
faccia
una cosa del genere per uno dei propri membri significherebbe che
c'è
un forte legame fra di loro '....anche
se non ero perfettamente lucido sapevo anche allora cosa volesse
dire. Hai fatto qualcosa che va al di là delle normali
azioni di un
capo.... Non sapevo dargli un nome, ma sapevo che
era qualcosa....”
"Che
cosa vuol dire, allora?" Gli ho chiesto tranquillamente,
sinceramente curioso di sapere come lo ha interpretato.
Dopo
un istante, gli occhi scuri si sono fermati sui miei, la mano ancora
sulla mia spalla e Jasper dolcemente rispose: "Significa che mi
vuoi bene.
Non so perché. Così come non saprò mai
perché Alice
mi ama.
Ma voi lo fate. Quando mi hai difeso quella notte ... e quando
Sam ti ha chiesto perché l'hai fatto ... Ecco.....Io credo
che Sam,
alla fine, abbia visto che eravamo una famiglia, non solo una banda
di mostri. Perché gli hai dimostrato che ero più
di un semplice
membro del tuo gruppo. Mi hai visto come tuo figlio. E mi vergogno ad
ammetterlo, ma ... io non ci ho mai creduto veramente fino a che non
glielo hai detto"
Il senso di oppressione in gola e le lacrime invisibili che bruciavano i miei occhi erano solo la spia di come mi sono sentito dopo aver ascoltato la confessione di mio figlio.
Il fatto di non avergli mai dimostrato chiaramente il mio amore mi provocava un dolore sordo al centro del petto, dove il mio cuore non batteva più da secoli.
É strano come un cuore che non batte possa fare tanto male!
Eppure....
Sentivo anche la gioia e l'orgoglio di sapere che mio figlio conosceva la verità e l'accettava.
Tutto quello che volevo fare era abbracciarlo e tenerlo stretto a me per rassicurarlo, dimostrargli che quello che aveva appena detto era vero, ma sapevo che lui non amava il contatto fisico, così ho messo la mia mano sulla sua spalla, in atteggiamento esattamente speculare al suo.
Con
mia estrema sorpresa, Jasper ha esitato solo un istante prima di
abbracciarmi come avevo desiderato così intensamente.
Era gesto così naturale che mi chiedevo perché non l'avevo mai fatto prima.
Ho abbracciato i miei familiari diverse volte.
Emmett è così fisico e spontaneo che spesso mi sono ritrovato ad essere abbracciato. E ho abbracciato Edward abbastanza spesso nel corso degli anni, anche quando la cosa lo imbarazzava un po'.... Ma con Jasper e non avevo mai avuto questo tipo di contatto.
Avevo sprecato molto, troppo,tempo, ma ero felice di aver ritrovato questo legame, di aver ritrovato mio figlio.
Non avrei mai potuto ringraziare abbastanza Dio per quel dono che, ne ero, certo non avevo fatto nulla per meritare, ma che riempiva la mia vita, che era la mia vita: la mia famiglia.
Esme
Edward ,Bella e Renesmee
Emmett e Rosalie
Alice e (finalmente, ancora) Jasper.
La mia famiglia, per sempre.