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Autore: Lady__Ko    13/11/2011    4 recensioni
Ciel si voltò.
Di fronte a lui, una giovane donna lo fissava con un’ espressione stupita. I suoi grandi e profondi occhi verdi lo colpirono fin dentro al cuore. Era un’espressione conosciuta, già vista da qualche parte.
Cercava di catturare con il suo occhio tutta la fisionomia della ragazza; non voleva perdersi nulla di quella figura così famigliare.
Eppure dove l’aveva vista?

Che cosa accadrebbe se Ciel ...?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve gente :) è la prima storia che scrivo su questo manga magnifico! E' un po' che la penso e grazie ad una mia amica, abbiamo deciso di inizarla insieme.
Ma, purtroppo, appena ho parlato della pubblicazione, se l'è fatta sotto, così ho modificato il contenuto et voilà! è uscita questa ... "cosa".
Mmmmh ... vabbè.
Vi Aspetto sotto, okay?
Buona lettura!   
Untill the end, we'll stay together.

PROLOGO

La luna era alta nello scuro cielo quasi surreale. Quella specie di rudere era rimasto come l’ultima volta, immutato, perfetto. Ogni singola spaccatura, ogni singola tegola decadente e perfino quell’albero laggiù, sono rimasti statici. Anche quello strano corvo era lì mentre  guardava quella scena che aveva proprio sotto i suoi grandi occhi neri.
Solo i due protagonisti erano diversi.

Il maggiordomo era lì, fermo e fissava quella figura avvolta nello splendido e sfarzoso vestito nero di tulle. Pareva compiaciuto, anche se sapeva camuffare perfettamente la sua eccitazione per quella nuova anima.
Certo, non avrebbe più potuto mangiare quella del suo amato Bocchan, ma che differenza poteva esserci tra lui e questa?
« Signorina … », fece alla fine.
La ragazza continuava a fissare a terra non sapendo cosa rispondere. Osservava le scarpe scure del maggiordomo Sebastian.
« Io, non avrei mai creduto ad una cosa del genere, Sebastian », fece triste, abbassando il capo e con esso, il grandi boccoli castani sulla spalla destra.
« Ma come poteva mai sapere? Ad una giovane fanciulla questo mondo deve essere sconosciuto per non renderla impura, signorina. ».
« Smettila Sebastian … anche io, come mio fratello ho avuto a che fare con il vostro mondo. Ma l'ho saputo troppo tardi. ».
Sebastian si ritrasse un po’. Quella ragazza era simile al suo padroncino già, se n’era accorto appena arrivata alla casa, undici mesi prima.
« Mi scusi, Milady, non volevo essere così impertinente. », si scusò portandosi una mano al petto.
« Non importa. Perché siamo venuti qui? ».
« Le volevamo mostrare una cosa, Signorina. ».
« … Volevamo? »
Il maggiordomo annuì e chiuse gli occhi per un secondo « Sebastian », si sentì chiamare ad un tratto.
La ragazza sussultò quasi e, improvvisamente si alzò da quella panchina di marmo. Giurava di averla sentita quella voce … ma non poteva essere lui.
« Bocch- »
« CIEL ?! », gridò la giovane.
Una figura spuntò dal sommo capo di quel rudere. Era bellissimo, illuminato dalla luna che stava alle sue spalle e con il suo mantello nero che si muoveva con il vento.
« Sono qui, Lady Adrian.»
.


Quel maggiordomo, ospitale.
23 Settembre, venerdì pomeriggio.

UNDICI MESI PRIMA.

La grande finestra dello studio del giovane conte Ciel Phantomhive, era bagnata dalla pesantissima pioggia che cadeva ormai da giorni. Il conte, nonostante fossero le sette passate di sera, era ancora chino sulle sue carte che lo avevano impegnato tutto il giorno.
Un fulmine.
Il ragazzino sussultò sulla sedia: i fulmini e i lampi lo avevano sempre spaventato.
Qualcuno bussò alla porta.
« Bocchan …  ».
«Dimmi Sebastian … », fece il conte senza alzare gli occhi dalla lunga lista di nomi che aveva sotto gli occhi.
«La cena è pronta, se vuole seguirmi verso la sala da pranzo. », fece il maggiordomo
« Si, eccomi.».
Si alzò elegantemente dalla sedia e seguì il bellissimo maggiordomo che lo attendeva sulla porta.
Ancora un altro fulmine che fece sobbalzare il conte. Sebastian, dietro, rise per un attimo. Era così raro vedere il signorino in un momento di paura, anche così banale.

«Per cena è servito del carne cotta nel vino bianco con contorno di verdure grigliate con mango e semi di melograno. Se preferisce come secondo abbiamo specialità italiane come insaccati e formaggi, che di norma vanno serviti come antipasto. Per dessert torta di mele.», fece il maggiordomo mentre posava le pietanze sul tavolo.
Ciel, come ogni sera, ascoltava per inerzia tutto ciò che diceva il suo maggiordomo senza prestare veramente attenzione. Per lui una cosa valeva l’altra e Sebastian lo sapeva; ma si chiedeva ancora perché gli lasciasse dire sempre fiumi di parole per elencare la cena.
I domestici erano tutte alle spalle del bocchan in caso di bisogno.
Ciel incominciò a mangiare con il rumore della incessante pioggia fuori, ignaro di tutto.

*DRIIIN DRIIIN*

All’improvviso il campanello della porta principale del quadro generale dei campanelli, posto anche nella sala da pranzo, iniziò a suonare.
«Sembra che abbiamo ospiti … » fece perplesso Ciel.
«Vado subito io!» esclamò Meyrin.
«No! Sebastian, va’ tu. A quest’ora della sera non è opportuno far aprire la porta ad una donna. ».
«Ai suoi ordini» rispose con un sorriso stampato in faccia e si diresse verso la porta d’ingresso con un candelabro in mano.

Giunto all'ingresso buio, Sebastian aprì la porta e non riuscì a credere a quello che gli si parò davanti.

Alla porta, c’era una giovane Lady. La scrutò per bene e notò che non era Lady Elizabeth, che ormai non faceva più visita al casato.
Questa ragazza sembrava molto più grande di lei.
La giovane Lady era alta, ma molto meno di lui, avvolta in un lungo mantello nero con fiocco rosso legato al colletto sotto il quale si poteva notare un abito lungo di colore blu scuro tendente al cobalto. In mano aveva un elegante ombrello nero di pizzo ormai bagnato con dei ricami rossi. Aveva un cappello rigido nero anch’ esso con un nastro di raso, sotto anche questo sotto il mento, che le nascondeva i capelli.
La giovane alzò gli occhi verso il demone. E qui Sebastian ci rimase.
Avevano la stessa profondità degli occhi del conte ma questi erano di un verde caldo, avvolgente ma freddo allo stesso tempo. I taglio degli occhi era netto, ma l’occhio grande.
«Buonasera, Lady … posso aiutarla?»
La giovane continuava a fissarlo da sotto l’ombrello corvino e dal ciuffo castano che gli scendeva sugli occhi. Sebastian ancora non capiva chi fosse e perché si comportava così quella strana ragazza.
«Salve. Mi scuso se non ho invitato una lettera che annunciava il mio arrivo, ma finalmente ho trovato casa Phantomhive, giusto?»,  fece seria.
«Si, è questa. Lei è …?»
«Mi faccia entrare la prego, ho bisogno di parlare con il conte».
Sebastian strabuzzò gli occhi quasi come se fosse stupito da come la ragazza si stava rivolgendo a lui.
«La prego, Lady, non mi dia del lei … Il conte è in casa. Non è bello far attendere una dama, la prego, entri».
«Grazie», rispose lei seria, ed entrò.
Sebastian non la perse d’occhio nemmeno un nano secondo. Anche se era una lady doveva stare ben attento, poteva essere anche un pericolo per il suo signore.
Ancora di spalle al maggiordomo, la giovane andò avanti e si tolse la cappa con il grande fiocco rosso. Sebastian fu investito dal suo odore di rose.
I suoi occhi divennero per un attimo rossi.
Oh, che ragazza interessante” pensò tra sè.
La ragazza porse gli abiti al maggiordomo e finalmente poté osservarla bene.
Occhi verdi, viso esile, bocca sottile e naso minuto il tutto circondato da una frangia a ciuffo e capelli nascosti dal cappello.
«Signorina, il conte sta cenando in questo momento … »
«Perfetto. Mi recherò li, allora. So perfettamente dove si trova la sala da pranzo, maggiordomo.», fece abbassando lo sguardo e rendendo quegli occhi verdi inespressivi.
Di certo Sebastian non si scompose: non gli era mai capitato che una ragazzina facesse la fredda con lui, di solito, modestia a parte, tutte si scioglivan o di fronte a lui. Continuava comunque a fissarla senza tradire alcuna emozione.
Quella ragazza non poteva essere pericolosa: colrpo snello, andatura leggera, bell’aspetto. Non poteva essere il corpo di un’assassina.
«Io questa casa la conosco fin troppo bene» sospirò infine con un velo di malinconia.
E da sola si diresse verso l’atrio della casa.

«Aspetti, signorina!» chiamò elegantemente l’uomo.
Essa si voltò.
«Perché non aspetta il conte nel salotto? Il signorino sta cenando, potrebbe anche risistemarsi nella nostra guest-room».
Era gentile come sempre. Non bisognava mai mancare di rispetto oppure essere scortese con una donna. Anche se questa entra nella residenza e dice di voler il suo signorino. Guardò la ragazza e questa, abbassò i suoi grandi occhi profondi color prato ed annuì.
Sebastian si portò una mano al petto e, quasi inchinandosi, si spostò avanti a lei guidandola verso la stanza degli ospiti.

La ragazza aveva un’andatura lenta, malinconica. Si guardava intorno ad ogni passo, quasi spaesata. Non rivolse una sola parola al maggiordomo ed egli  nemmeno. I suoi dubbi erano più che tramontati: se fosse stata un’assassina non avrebbe esitato nemmeno un attimo nell’eliminare un semplice maggiordomo.
«Siamo arrivati. Prego».
Aprì la porta.
Gli occhi della ragazza si illuminarono.
 «Ah …», sospirò. I suoi occhi brillarono alla vista di quella camera.
«Vedo che è di suo gradimento, signorina.» .
Non rispose ma entrò nella camera e si guardò intorno confusa. Si, le sembrava tutto così famigliare ed uguale a prima..
«Questa … questa è … » balbettò in difficoltà. Sebastian era davvero confuso.
« … la mia camera … »

La ragazza chiuse gli occhi e iniziò ad accasciarsi al suolo. Il fiocco del suo cappello si slegò sciogliendosi una cascata di capelli castano boccolati  e lucenti.
«Signorina!», prontamente, la prese non facendola cadere.

La ragazza era svenuta. La strana ragazza senza nome. Chi era? Che cosa voleva? Perché poco prima disse che quella camera era la sua?
«Maledizione», fece Sebastian guardandola.
Decise di adagiarla sul letto e andare dal suo padrone.


«Cosa? » chiese il Conte
« Sì, signorino, una ragazza, sui diciassette o diciotto. Adesso si trova nella camera degli ospiti, è svenuta appena entrata. » fece rapporto l’elegante maggiordomo serio.
« Ah, che seccatura. Immagino dovrò aspettare che si svegli. »
« Già. » fece enigmatico il demone.
I demoni sono creature assai strane. Certo, non proprio come gli umani, ma comprendono le cose molto prima di noi, e sanno se vi è un pericoli prima ancora di imbattersi in esso. Sanno quando le cose prenderanno il verso giusto o il verso sbagliato. Sanno che cosa accadrà, ma non gli è permesso rivelarlo.
Per questo Sebastian comprendeva chiaramente che quella ragazza era molto particolare. Di certo non era un ospite che arrivano alla residenza tutti i giorni.
Nascondeva un  segreto, un segreto grande.
Qualora il suo signorino gli avesse chiesto spiegazioni, egli era obbligato a dire la verità. Ma il suo bocchan è un tipo tosto e preferisce arrivare alla verità da solo.
Si, bhè, più o meno.

Improvvisamente la porta dove si trovavano i due si aprì.

Ciel si voltò.

Di fronte a lui, una giovane donna lo fissava con un’ espressione stupita. I suoi grandi e profondi occhi verdi lo colpirono fin dentro al cuore. Era un’espressione conosciuta, già vista da qualche parte. Cercava di catturare con il suo occhio tutta la fisionomia della ragazza; non voleva perdersi nulla di quella figura così famigliare.
Eppure dove l’aveva vista?
Dove?
Non riconosceva quel viso perfettamente ovale, incorniciato da perfetti capelli mossi e boccolati che le ricadevano sulla spalle destra.
Si sentì un tuffo al cuore. No, non riusciva ancora a comprendere che cosa ci facessi lì, questa ragazza avvolta da un bellissimo abito blu cobalto, che lo fissava con la sua stessa intensità.
Nessuno dei due parlò. Tutto scomparve, perfino il suo fedele Sebastian. Si fissavano e si perdevano nella profondità di quegli occhi.
Verdi contro blu.

« Ciel …» chiamò.
Non rispose.
Sebastian, affabile, guardò il suo padrone con un sinistro sorriso.
« Ciel … io-io non so che dire tu.. tu sei …»

“ Lo dica signorina ”  pensò il demone

« Mio fratello ».





Angoletto della fantomatica autrice:

Oh mamma, complimenti a chi è sceso qua sotto *clapclap*.
Umh, la sorella si Ciel. Si è vero, se ne vedono tante. Ma la mia è del tutto originale ahaha (oddio.)
Il prologo parla chiaro.
Nel prologo Ciel è demone.
Nel prologo c'è la sorella di Ciel e Sebastian.
Mmh, credo si capisca che riprende la parte finale dalla fan fiction, no?
Per il resto dovrete leggere i secondo capitolo, anche perchè nel primo non si capisce granchè.
Ci sono riferimenti al manga, anche se è una sorta di mix anche con le anime, perchè sappiamo * SPOILER* che Ciel diventa un demone.
...
Se c'è qualche errore segnalatelo. Si accettano SOLO critiche costruttive. ( potrei uscire dal vostro pc e mangiarvi vivi se iniziate a offendere me, della storria non mi frega più di tanto ) ;)

Ci vediamo per il secondo capitolo, eh!
Commentateeeeeeeeeeeee *___*

  
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