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Autore: kannuki    13/11/2011    3 recensioni
Jenna sapeva che le stronzate sovrannaturali dei telefilm, a Mystic Falls, erano vere e che lei c'era finita in mezzo da quando Elena aveva stretto amicizia con i fratelli Salvatore. Non aveva nulla contro i vampiri e non aveva nulla contro Elijah. Era pericoloso, oltre che dannatamente attraente, ma era stato fin troppo sgarbato invitare qualcuno a cena e ucciderlo a tradimento.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alaric, Saltzman, Elena, Gilbert, Elijah, Jenna, Sommers, Klaus
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Doralice: cara, credo che d'ora in poi scriverò storie e le manderò direttamente in posta a te, invece che pubblicarle sul sito. La mancanza di commenti rende quasi offensivo il nostro lavoro... non trovi? Per tornare alla storia, Elijah era un bel personaggio, molto umano. Spero che lo facciano tornare... stavolta un po' più cazzuto e voglioso di vendicarsi del fratello.


"Quindi è questo il tuo piano. Scappare dalla città?"

"Non scappiamo. Andiamo in vacanza."

Il tono di Jenna era leggero al contrario delle valige.

Elena alzò il mento e lo abbassò sollevando al contempo le sopracciglia. “Avverto Stefan.”

Non dirgli dove andiamo!” esclamò ad alta voce mentre la ragazza trafficava col cellulare.

Certo, con Klaus alle calcagna, sparire senza avvertire i fratelli Salvatore era la cosa migliore di fare, pensò sarcastica. Stranamente, Stefan le scrisse che era una buona idea. Non avrebbero corso il rischio di rivelare a Klaus dove erano rifugiate, nel caso in cui fosse riuscito ad ammaliare lui o suo fratello.

Faccio un salto al supermarket per prendere qualche snack da viaggio!” urlò la donna dall'altra stanza.

Elena le urlò di rimando e continuò a preparare le valigie. L'idea della vacanza cominciava a stuzzicarla.

***

Forse aveva esagerato con gli snack. Jenna osservò critica la montagna di barrette di cioccolato che aveva stipato nel cestello, ne posò una manciata e optò per del salutare yogurt e succo di frutta senza zucchero. Dopo un attimo, la cioccolata tornò a prendere posto accanto ai prodotti salutari e Jenna si sentì meno in colpa, riguardo alla sua dieta. Elena poteva mangiare qualsiasi cosa senza ingrassare e Jeremy non amava particolarmente quelle squisitezze. Erano tutte per lei, pensò pagando alla cassa e sobbarcandosi il peso modesto del sacchetto di carta.

Ha bisogno di una mano?”

Jenna alzò gli occhi dalla tracolla della borsa che non voleva saperne di tornare al suo posto sulla spalla, inquadrò il ragazzo, lo classifico come 'appena passabile' e spostò il peso da una braccio all'altro. “No, grazie” mormorò sorpassando le porte automatiche. La condensa del succo di frutta indebolì il sacchetto e prima ancora di arrivare alla macchina, si lacerò e il contenuto franò a terra strappandole un'imprecazione mentale.

Ha proprio bisogno di quella mano!” esclamò con una risatina il ragazzo dietro a lei. Jenna gli gettò un'occhiataccia condita da una smorfia di sarcasmo ma non rispose. I lumaconi giravano a tutte le ore del pomeriggio! “Non ho bisogno di niente, grazie” ripetè quando vide il giovane afferrare una barretta ed osservarla con interesse. Gliele strappò di mano indignata. “Vai ad infastidire qualcun altro!” esclamò piantando gli occhi nei suoi.

Le pupille di Klaus si allargarono molto lentamente e Jenna pensò che doveva essere proprio nervosa se se la prendeva con un ragazzino che avrebbe potuto avere più o meno l'età di Elena. “Conosco tutti a Mystic Falls e tu non sei di qui” mormorò scorgendo un po' di sconcerto negli occhi del ragazzo.

No... sono appena arrivato. Sono qui per vedere mio fratello.” Verbena e anche in dose industriale, pensò rialzandosi mentre Jenna si arrabattava da sola a tener chiuso lo strappo del sacchetto.

Chi è tuo fratello? Magari lo conosco” borbottò aprendo il portabagagli e posando la spesa all'interno. Jenna girò attorno all'auto chiedendosi quando si sarebbe schiodato.

E' un tipo discreto, passa inosservato” insistette appoggiandosi al tettuccio della macchina, mentre Jenna tentava di trovare il pulsante per rialzare il vetro.

Ti dispiace?” esclamò un po' infastidita dalla sua invadenza “spostati, non posso fare manovra con te appoggiato...” il borbottio seccato si esaurì in un gemito quando Klaus snudò i canini e gli occhi divennero neri.

Tu sei il mio piano B, bellezza” dichiarò facendola appiattire contro il sedile.

***

Elijah avvertì l'arrivo di Klaus per un lieve cambiamento nell'aria. Non fu certo lo spiegamento di camion e macchine che lo accompagnò. Non ci fece quasi caso, immerso nei pensieri, di fronte ad un caffè ormai freddo, le braccia ordinatamente posate ai lati del tavolo. Si era comportato molto male con Jenna, ma se la prima volta il suo maleducato comportamento era stato dettato da un bisogno insopprimibile di nutrirsi per recuperare le forze, nel secondo aveva semplicemente... svappato, come dicevano i ragazzi seduti al tavolo dietro di lui. Aveva agito come Klaus. Sebbene non avesse usato la forza o si fosse spinto oltre il limite della decenza, aveva perso il savoir faire che Jenna adorava. Un bruto, ecco come definirlo. Elijah tirò un sospiro, prese la tazzina e in quel momento la sedia di fronte a lui fu spostata all'indietro. Un corpo magro e vecchio di molti anni calò pesantemente a sedere e il braccio destro di Klaus guadagnò il menù, alzandolo di qualche centimetro. Lo lasciò ricadere con un sogghigno sul volto disteso. Klaus era felice. Di certo aveva combinato qualcosa di sgradevole. Si era nutrito, aveva le guance rosse e gli occhi accesi. Elijah dovette sforzarsi di ricordare perchè fosse lì e il piano che stavano seguendo. “Hai fatto buon viaggio?”

Il vampiro scrollò le spalle, adocchiò la cameriera che si stava avvicinando col taccuino e le rivolse un sorriso radioso. Era carina, una studentessa liceale che arrotondava la paghetta di mamma e papà nel weekend. Sprizzava salute da tutti i pori e Klaus si chiese se il suo sangue fosse gradevole come quello della donna appena incontrata o avesse ancora quel pizzico di speziato che avevano tutte le ragazzine della sua età. Rebekah attribuiva il sapore agli ormoni che lavoravano a pieno ritmo. Qualunque cosa fosse, un sorso ogni tanto non guastava. “Sei il piatto del giorno?”

Niklaus...” soffiò Elijah a disagio.

La cameriera lo guardò con una buffa espressione di stupore, arrossì e stappò la penna “abbiamo la zuppa di pomodori...”

Adoro la zuppa” sussurrò continuando a sorriderle impudente. “Una porzione anche per mio fratello.”

No, grazie.”

Klaus si voltò dalla sua parte mentre la ragazzina spariva. “Sei un guastafeste e più ombroso del solito. Che ti succede?”

Elijah allargò le mani e le riportò una sull'altra. “Sono solo concentrato sulla nostra missione.”

Rilassati...” scherzò guardandosi attorno “ho delle novità!”

***

Le novità non piacevano ad Elijah. Le novità non erano mai un bene, quando si trattava di suo fratello. Solo Klaus poteva ideare un piano B di quelle proporzioni. Jenna era stata la sua mossa regina.

Aveva il collo lacero e il sangue aveva macchiato il vestito che indossava. Era terrorizzata e da quando era entrato nella stanza, non aveva fatto altro che pregarlo silenziosamente di aiutarlo... dopo essersi ripresa dallo stupore di vederlo insieme all'uomo che l'aveva rapita e costretta a mandare all'aria la vacanza progettata per i ragazzi, con il solo scopo di tenerli al sicuro.

E' in transizione?”

Non ancora. Ha fatto il pieno di verbena, non possiamo trasformarla finchè non ne smaltisce gli effetti. Devo solo muovere le ultime pedine, dopodichè...” Klaus le lanciò un altro sorriso sereno. “Julia non ci darà alcun problema. Vero, cara?”

Jenna...” lo corresse automaticamente. Si chiese cosa volesse dire 'in transizione' e cosa intendesse dire con quel 'trasformarla'.

Hai ordini?”

Klaus sollevò le spalle, si piegò sulla valigia ai piedi del letto e tirò fuori due camice. “Nera o blu?”

Dipende dal vestito” mormorò distogliendo l'attenzione da Jenna, sempre più pallida. Klaus aveva mostrato la vera faccia del vampiro, quella che sperava lei non vedesse mai.

***

E'... tuo fratello?”

Elijah annuì, seduto sulla cornice della finestra a scrutare la strada sottostante. Klaus aveva rivoltato il suo abbigliamento tre volte e lasciato un disordine noncurante nella stanza. Elijah si era premurato di appendere i vestiti nell'armadio. La guardò. Jenna se ne stava raggomitolata sul letto, in posizione fetale e abbracciava le gambe, gli occhi spalancati e arrossati. “Se non avessi bevuto la verbena, il mio sangue avrebbe potuto chiudere la ferita”

Se non l'avessi bevuta, a quest'ora sarei un vampiro... vero?” singhiozzò strofinando una mano sotto gli occhi. In quel modo macchiò di sangue anche il resto del viso e dovette accorgersene, in qualche modo, perchè gemette e strofinò la guancia con forza, impaurita.

Elijah provò una sorta di tenerezza. O di compassione, non seppe dirlo. Il più grosso difetto che Klaus gli attribuiva, era l'umanità. Ciò che per suo padre era un obbligo morale, per il fratello diventava un'enorme fastidio. Andò nel bagno e tornò con un asciugamano umido. “Per il sangue” spiegò.

Lasciami andare via...”

Non posso farlo.”

Il volto di Jenna si incrinò, chiuse gli occhi e abbassò la testa, portando una mano sulla fronte.

In quel modo avrebbe sporcato anche i capelli. Elijah la fermò prima che potesse compiere il lungo gesto di riavviare la chioma e Jenna sbiancò e lo guardò dritto negli occhi. Con molta calma, il vampiro le mostrò il palmo sporco. “Posso?”

Jenna si ritrasse un poco mentre il tessuto umido scivolava sulla guancia e chiuse gli occhi quando le sfiorò il collo. Faceva un male d'inferno e se prima credeva che la parte fosse diventata insensibile, al tocco delicato di Elijah il dolore esplose di colpo. Lasciò andare un singhiozzo, andò nel panico e si divincolò con forza, cadendo fuori dal letto. Urla, pensò un attimo prima di toccare la superficie liscia della porta, un attimo prima che il vampiro si abbattesse su di lei, togliendole ogni via d'uscita.

Non poteva disubbidire a Klaus, non poteva morderla e non poteva ucciderla per trasformarla in un vampiro. Elijah la tenne bloccata, soffocato dal dubbio. Nessuna delle scelte, era la scelta giusta. Klaus l'aveva ficcato in quel casino e Klaus doveva rimediare! Ma Klaus, in quel momento, si stava procurando un secondo licantropo. La sua vita era legata al fratello fino all'ultimo respiro. Lui e Rebekah esistevano solamente per aiutarlo a interrompere la maledizione.

Vivi come se ogni giorno fosse l'ultimo. Vivi con onore. Rispetta i più deboli. Cura i bambini. Ama la tua compagna e dona a lei quel che lei ha donato a te.

Oh, madre!, sospirò lasciando andare la donna.

Jenna caracollò sulla gambe e si appoggiò al muro, ansimante e colma di paura fino all'ultimo centimetro di pelle.

Va” mormorò ancora combattuto. “Mio fratello troverà qualcun altro...”

Jenna lo guardò spaurita, le gambe tremanti e già rivolte verso la porta.

Avverti i fratelli Salvatore che...”

La porta si spalancò di colpo e anche in quel momento Jenna non trovò la forza di urlare. Inciampò e cadde a terra, ai piedi di Elijah.

Che cosa, caro fratellino?!” esclamò sbattendo l'uscio dietro di se. Sorpassò Jenna senza degnarla di un'occhiata. “Stai cercando di mandare a molte il mio piano?”

No.”

No?!” insistette avvicinandosi. “Allora perchè la stavi lasciando fuggire?”

Non hai bisogno di lei.”

Oh sì. Te l'ho spiegato nel dettaglio” ironizzò afferrando Jenna per i capelli. “Tre donne, la simmetria perfetta.”

Tre donne? Elena?!, pensò cercando di sfuggire alla presa di Klaus. “Lasciami!” urlò di nuovo padrona della sua voce.

Sta zitta!” sibilò snudando i canini. “Tu sei la punta di diamante del mio piano, bellezza. Tu, la zietta di Elena. La fidanzatina del cacciatore di vampiri” ridacchiò scrollandola e costringendola a portare le mani alla chioma per trattenere il dolore che proveniva dalla radici strattonate. “Due piccioni con una fava.” Klaus le affondò di nuovo i canini nella carne lacera e dopo un istante sputò la sorsata. “Fottuta verbena! Ma quanta ne hai ingoiata?!”

Calmati! Non è urlandole contro che risolverai il problema!”

Era la prima volta che Jenna udiva il vampiro compassato perdere le staffe ma era troppo dolorante e spaventata per apprezzare il suo intervento. Klaus la lasciò andare di colpo, e di nuovo, la donna battè le ginocchia a terra, piegata in due dal terrore, la mano premuta sulla ferita. Non riusciva neppure a svenire. Se avesse perso i sensi avrebbe perso il litigio fra i due fratelli. E forse sarebbe stato molto meglio.

Sono preoccupato.” Klaus aveva perso di colpo tutta la sua irritazione. “Che cosa hai? Sei cambiato, non ti riconosco più. Sai che puoi parlare con me. Sono tuo fratello!”

Un fratello che non ascoltava, viziato e irritante. “Non ritengo che Jenna sia la scelta giusta” mormorò pacato.

Per quale motivo?”

La scintilla di irritazione. Quando Elijah la vide, sorrise. Stava già perdendo la pazienza. “Avevo altri piani per lei.”

Klaus strinse la labbra in un 'oh' stupito. Guardò la donna, mosse un dito fra loro due e alzò le mani. Sorrise, come un re benigno che concede favori ad un fido cavaliere. “Beh, fratello... goditela fino a mezzanotte” dichiarò gelando il sangue a Jenna che girò uno sguardo atterrito su Elijah. “Vi lascio soli!” esclamò scavalcando letteralmente la donna “divertitevi!”

Appena la porta si chiuse, Jenna aprì bocca per insultarlo, Elijah le fece cenno di tacere e restò in ascolto. Posò un dito sulle labbra, sillabando 'fa quel che ti dico ma non parlare'.

Jenna annuì mentre il vampiro strappava il lenzuolo in una striscia sottile che ripiegò più volte su se stessa. Jenna lo lasciò fare sollevando i capelli quando le fece un cenno. Un minuto dopo, la ferita era diventata invisibile. Le porse anche una giacca di pelle di Klaus. Le andava grande ma almeno copriva gli abiti macchiati di sangue. Il vampiro si avvicinò alla porta, la spalancò e occhieggiò il corridoio vuoto muovendo il collo allo stesso tempo. Jenna non se lo fece ripetere due volte. Balzò dietro il vampiro e gli atterrò pesantemente addosso. Perchè si era fermato?

Mi credi davvero così stupido, fratellino?”

Jenna ghiacciò di nuovo, nascondendosi dietro la giacca di Elijah.

Ora sarò costretto a lasciarti guardare...”

***

Jenna si svegliò di colpo e una ridda di immagini violente e sanguinose le strinsero le tempie. Ansimò e gemette, colpendo il terreno con i talloni e aggrappandosi all'erba e a qualcosa che sembrava un corpo umano. Continuava piagnucolare e a muovere le spalle che quel qualcuno le teneva ferme.

Ti ho già detto quanto detesti le donne di questa famiglia?!”

La voce sprezzante di Klaus le rivoltò la mente. Quell'uomo l'aveva morsa per la terza volta e costretta a bere il suo sangue... e poi le aveva spezzato il collo. L'angoscia e la confusione si trasformarono in odio feroce per chi le aveva procurato quel dolore e con un balzo, sfuggì dalla presa di Elijah e si lanciò addosso al vampiro che, colto di sorpresa, si sbilanciò e finì a terra in un groviglio di gambe e braccia.

Klaus rise di gusto, tirando i capelli della donna all'indietro ed esponendo la gola perlacea e intatta. “Cominci a piacermi, bellezza” ridacchiò voltandola sotto di se con un colpo di reni. “La tua amica ha fame, vuoi avere tu l'onore?” Elijah era in tensione e Klaus lo sapeva. Aveva capito che il fratello provava qualcosa per lei. L'umanità era sempre stata la sua più grande debolezza. “Conserva il fuoco per dopo e smettila di infastidirmi!” sibilò quando Jenna provò a morderlo, i canini snudati e la pelle del volto arrossata sotto gli occhi neri.

Elijah balzò verso di loro nel tentativo di arginare la furia del fratello. Era capace di ucciderla, uscire in strada e trovare un'altra vittima. “Me ne occupo io” dichiarò con voce ferma posando la mano sulla spalla del vampiro.

Non mi fido più di te” sputò sbattendo Jenna a terra. “Dalle da mangiare e falle uno dei tuoi discorsetti. Renditi utile ma non tentare scherzi, stavolta. Greta resterà qui a... badare al fuoco” esclamò ridendo della propria battuta. “Ma come mi vengono!”

Elijah annuì, non potendo fare altrimenti. Una strega era un avversario temibile anche per un vampiro Antico. Voltò lo sguardo sulla donna e la trovò accucciata a molta distanza da lui. Piangeva e si teneva lo stomaco e la testa.

Jenna non sarebbe mai stata un vampiro, non avrebbe mai accettato la perdita della normalità. Per un predatore era la vittima perfetta, una sacca di sangue vivente. Per chi aveva imparato a scegliere, era una scelta sbagliata. “Lo so che non vuoi, ma l'unico modo per cessare il dolore, è bere” mormorò inginocchiandosi presso di lei.

Jenna scosse la testa e singhiozzò qualcosa di incomprensibile.

Jenna...”

Non voglio essere un vampiro...”

Elijah sapeva che sarebbe morta ma tentava di non pensarci. E anche lei l'aveva capito o non avrebbe spiegato l'abbraccio che lo travolse un istante dopo. Puntellò una mano all'indietro per non cadere, e strinse Jenna con l'altro braccio. Di nuovo, non era in grado di aiutare la donna che amava. Aveva lasciato fuggire Katherine, ma lei era stata fortunata e scaltra. Jenna era... era... Elijah indurì la mascella e soffiò un'imprecazione che Jenna non si sarebbe mai immaginata provenire dalle sue labbra. Smise di piangere e lo guardò. “Hai detto una parolaccia?” esclamò con un singhiozzo. “Hai detto davvero 'cazzo'?”

Elijah sollevò un sopracciglio come a dire che non avrebbe potuto dire altro e che non ce l'aveva fatta a trattenersi. Jenna sogghignò ripensandoci, poi scoppiò a ridere istericamente. Sarebbe morta così, con quella parolaccia in mente, pronunciata dal vampiro più chic della storia di Mystic Falls.

Mi dispiace...”

Ti dispiace” ridacchiò sarcastica. “Ti dispiace!” ripetè snudando di nuovo i canini “dovrai inventarti qualcosa di meglio di un 'mi dispiace'!”

Elijah la guardò contrito. Lei non poteva capire, non poteva opporsi al fratello, non poteva mandare all'aria qualcosa che progettavano da secoli. Sollevò la mano che teneva sulla schiena della donna e la portò sui capelli aggrovigliati, lisciandoli delicatamente. “Non so che altro dire.”

Jenna avvampò di rabbia e i suoi sensi ipersviluppati la resero in grado di percepire cose che non si sarebbe mai sognata esistessero. I rumori del bosco, il crepitare del fuoco, gli animali notturni che cacciavano, il respiro stesso di Elijah. L'assenza del sangue. Elijah era privo di sangue, per quello lo cercava. Inclinò la testa e lo fissò attentamente. Era un corpo vuoto, un fantoccio che imitava le peculiarità umane. Poteva piangere, ridere, correre... ma non era vero. Non era morto. Era... altro. Lui era un mostro, Klaus era un mostro e anche lei... Sconvolta, lo spinse lontano da se.

Elijah riacquistò l'equilibrio all'istante. Aveva capito cose che a lui avevano richiesto giorni.

E' per poco...” sussurrò la donna, ginocchioni a terra. “E' per poco” ripetè chiedendosi come facesse a piangere se era morta.

Elijah annuì, slacciò il polsino della camicia e lo tese verso di lei. “Devi bere per completare la transizione.”

E se... se non lo faccio...?”

Klaus ti nutrirà a forza.”

Odiava quel vampiro. Jenna si avvicinò, fissando la pelle scoperta e all'improvviso, vide il sangue scorrere nelle vene e la pelle sollevarsi quando il battito giungeva dal cuore. Fu come entrare in un negozio di gelati e dover scegliere fra una montagna di mousse al cioccolato, pistacchio e tiramisù. Jenna si avventò su di lui, gli scarnificò il polso ed Elijah ritirò il braccio dolorante. “Non così...” bisbigliò non riuscendo quasi a chiudere le dita. Gli aveva reciso anche i tendini. Sarebbe guarito ma faceva male lo stesso. Fece il grande errore di esporre la gola mentre osservava il danno fatto. La donna lo morse strappandogli un gemito che usciva dalla profondità dell'animo. Jenna continuò a succhiare, lappare e spingergli il seno addosso mentre si nutriva, scatenando una curiosa reazione che non aveva mai e che non credeva fosse in grado di provare. Elijah si eccitò, afferrò la donna per i capelli e la baciò, succhiando il suo stesso sangue dalle labbra tenere di Jenna. L'eccitazione e il sesso le esplosero in testa rendendola sorda ai movimenti esterni, imprigionò l'uomo sotto di se e ne ricambiò il bacio, famelica.

Ma quanto siete carini!”

Jenna si ritrovò scagliata all'interno di un cerchio di fuoco, mentre Elijah restava a terra, insanguinato e in preda al desiderio sessuale più violento degli ultimi secoli.

Bene. Vi siete dati il bacio d'addio. Ora cominciamo!”

La fiammata si sollevò verso l'alto, Jenna udì Elena gridare e una seconda donna rantolare in preda ad un dolore atroce che poteva solo immaginare. “Cazzo...” bisbigliò crollando seduta. Rick gliel'avrebbe perdonato quel piccolo tradimento, dopotutto era in punto di morte, pensò avvolta da calore del fuoco. Alzò lo sguardo sulla nipote, terrorizzata come lei e poi lo spostò su Elijah. Non era solo dispiaciuto. Però non immaginava così la sua fine. Credeva che sarebbe morta vecchia e circondata da una nidiata di nipoti, con un gatto acciambellato sul letto e la pioggia scrosciante fuori della finestra. Sarebbe stato un peccato morire in una bella giornata di sole o sotto una luna piena come quella, pensò sollevando la testa, sorda alle urla atroci del lupo mannaro che chiedeva pietà. Sarebbe stato un peccato morire senza aver davvero capito.



  
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