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Autore: xwhatdoesntkillyou    13/11/2011    6 recensioni
La tua vita come una Farfalla: prematuramente imprigionata e successivamente libera e nuda al mondo intero.
'La mia vita? oh è soltanto una macchia di colore che col tempo diverrà sbiadita. Poi trovateci una ragione per rimurginare sul passato!'
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'I've got a tight grip on reality but I can't let go of what's in front of me here
I know you're leaving in the morning,when you wake up
Leave me with some kind of proof it's not a dream,oh.'

«Emily Elizabeth? Dove sei?»
«Zia Ellen! sono appena arrivata. Sono davanti al 'Pizza Party's Saturday's.» - «Perfetto cara. Non muoverti da lì,perchè sto arrivando. Un bacio.»
«Certo zia non preoccuparti. Ti aspetto,un bacio anche a te.»
Canberra,22 Dicembre 2004 - Un timido sbuffo gelido di vento mi accarezzò il volto,facendomi per un attimo rabbrividire come un giovane albero nella stagione Autunnale ancora non pronto a spogliarsi dalla sua chioma. Lo sentii,arrivò a colpire il mio cuore. Con aria attenta e vigile scrutai ogni minima Automobile che passò in St. Paul Street nella speranza che ognuna di esse fosse Zia Ellen. Sospirai - inquieta ed esausta poggiai le mie valigie a terra vigilando con la coda dell'occhio di tanto in tanto,che non sprofondassero in quel candido tappeto ovattato.
Emily Elizabeth Fisher,neo-diciottenne. La mia vita? oh è soltanto una macchia di colore che col tempo diverrà sbiadita. Poi trovateci una ragione per rimurginare sul passato!
Respirai a pieni polmoni la rigida aria Dicembrina - emisi un secco e breve colpo di tosse. In quel lungo respiro sentii giungere sin nelle vene l'odore della libertà.
25 Dicembre 1990,Birmingham - Io e mio padre giungemmo innanzi al 'St. Fredrick Centre' dell'omonima città Inglese. Il tempo sembrò dipinto a pennello,un'intramontabile umido giorno di pioggia. Con la fronte corrugata e con gli occhi pieni di disprezzo,mio padre mi disse: «E adesso da brava bambina,darai la mano a Suor Mary Jane. Avanti su.» trascinandomi con forza con se. Le mie urla si divulgarono ovunque. Mio padre mi diede uno strattone nella speranza che tacessi cadendo fra le braccia del mio destino - le mie urla divennero doppiamente forti. Suor Mary Jane preoccupata,assistette con aria turbata: «Si calmi signor Fisher!» nella speranza che il terrore adesso,si facesse da parte. La pacifica donna mi tese la mano - esitai un attimo e costretta feci lo stesso. Prima di varcare la soglia di quella porta,mi guardai indietro e vidi l'aria soddisfatta di mio padre nella sua Automobile fiammeggiante che si preparò a tornare a casa. Mi voltai avanti ed abbassai lo sguardo. Suor Mary Jane si piegò sulle ginocchia ed accarezzandomi il viso mi propose di entrare. La guardai dritta negli occhi e le feci cenno di sì col capo. Varcata quella soglia i miei pensieri si attorcigliarono l'uno all'altro. Cosa avevo fatto per meritarmi una fine simile? e se Dio mi avesse punita perchè non sono stata educata nei confronti di mamma e papà? erano questi i pensieri di una bambina di cinque anni,quella bambina ero io.
In parte il mio ritorno nella mia città natale,Canberra,ha a che fare proprio per questo: sono della massima convinzione che quì potrò iniziare a ricostruire i pezzi mancanti della mia vita e farmi un'idea su chi sono.
Mi abbracciai a me stessa facendo scivolare più volte le mie mani avvolte da guanti di lana sulle mie spalle. Scorsi un po più in distanza un'automobile di vecchia data. Mi avvicinai un po di più - era zia Ellen. Le mie labbra si curvarono ed il mio viso,si illuminò. La portiera di quell'auto da poco giunta sul posto,si aprì. Vidi una figura sulla sessantina venirmi incontro. Dapprima urlai il suo nome con la voce rotta dalla felicità e subito dopo,le corsi goffamente incontro. Ci ricongiungemmo in un tenero abbraccio dopo di che ci ricomponemmo. Rabbrividii - la zia mi guardò preoccupata e con tono amorevole mi disse: «Oh santo cielo,fa un freddo cane!» e abbracciandomi facendomi provare l'aria materna di cui durante la mia infanzia,ne ho sentito il netto bisogno - «Vieni cara,torniamo a casa. Non ti permetterò di buscarti una bella influenza!». Presi le mie valigie e ci dirigemmo di fretta e furia nell'auto prendendo così,la strada di casa.


Words,words,words... the space of the authoress!
Saaaaalve gente! sono tornata alla riscossa con una nuova fanfiction. Sì,ho abbandonato la precedente. Iniziavo a non avere più ispirazioni interessanti per continuare e poi bho,d'improvviso mi è saltato in mente di farne una nuova,che coinvolgesse di più il lettore. Bene questo che avete letto è il primo capitolo :3 e già che ci siete recensite twt per farmi sapere cosa ne pensate visto che per me è importantissimissimo. 'w'
kiss and carrots - Emily.
  
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