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Autore: _Key    14/11/2011    2 recensioni
Quanto potrebbe valere un determinato respiro?
Qualcosa per cui vivere, e per cui morire.
La lacerante paura di dire la verità; la necissità di nasconderla a tutti i costi. Sì, paura. La paura di non essere creduta, e di essere abbandonata. Di rimanere sola. Di nuovo.
Lui era qualcosa che riusciva a scaldarle l'anima ormai gelida col passare degli anni, e le mani.
Qualcosa di vero, e di estremamente puro.
Lui riusciva a vederle il fuoco negli occhi.
I battiti del suo cuore seguivano i respiri di lui.
-
Tutto iniziato, dove un inizio vero e proprio non c'era mai stato.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Aveva perso davvero tutto. Ma era sicuramente possibile che sarebbe potuto accadere, ma non poteva averlo fatto così.
Quella notte la passò di merda, e il freddo era pazzesco.
Aveva perso sul serio Hayley, e in quel modo così stupido. Poteva evitarlo, ma fece la parte dello stronzo. Per colpa di quella puttana.
Aveva quella scena.. con Hayley, dove di schiena aumentava sempre di più il passo, quei capelli che con il vento si muovevano forti, che gli ripartiva in testa continuamente; sembrava quasi che il tasto rewind era rimasto fermo su quella scena, quasi automaticamente.
Poi pensò a quel bracciale. Non ricordava nemmeno dove l'avesse messo non appena glielo diede Katrina; probabilmente nella tasca dei pantaloni, se non in quella del giubbotto nero che il giorno indossava.
Non riusciva a dormire, si alzò. Quel pigiama colorato di un grigio scuro nonostante fosse di un materiale molto caldo non riusciva a riscaldarlo nemmeno un minimo.
La sua stanza era immensa, e quelle mura gli ricordavano la notte forse più vera della sua vita.
Si diresse verso il bagno, dove aveva lasciato i jeans. Infilò una mano prima in una e poi nell'altra tasca, fin quando tra le mani si trovò quel bracciale.
Era semplicissimo, una semplice catenina argento con dei ciondoli rossi; uno però mancava.
Se Hayley l'aveva lasciato era perché quel bracciale era davvero importante per lei. Se aveva davvero fatto esattamente quello che le aveva detto Katrina, quel bracciare rappresentava tanto o forse troppo – di cui lui non era a conoscenza.
La ragazza che lo fermò a scuola parlava di una certa paura da parte di quest'ultima, e forse era la verità. Hayley aveva paura di raccontare, aveva paura di raccontare ancora di sé.
In effetti, quella tra lui ed Hayley era una storia che non aveva avuto un vero e proprio inizio, ma giurò che avrebbe dato tutto quello che aveva, anche sé stesso se sarebbe servito, per un suo bacio. O ancora meno, purchè le sue labbra sfiorassero ancora le sue.
Non sarebbe mai potuto rimanere fermo a guardare tutto ciò per cui combatteva sgretolarsi davanti agli occhi come un castello di sabbia.
Guardò di nuovo quel bracciale nella mano, poi rialzò lo sguardo, che rimase fisso da qualche parte. Era rabbia quella.
Se solo pensava ad Hayley come potesse solo minimamente stare in quello stesso momento, sentiva che la rabbia lo accompagnava in ogni suo più piccolo movimento.
Quando ritornò a letto, poggiò il bracciale sul comodino.
Diceva bene quella ragazza a scuola: doveva essere lui a sistemare le cose. E invece? Aveva deluso la persona di cui lui stesso aveva più bisogno.

Non aveva più lacrime da versare lei. Le rimanevano solo gli occhi gonfi.
Al lavoro si era presa qualche giorno di malattia e a scuola un giorno andava, e altri tre no.
Tom non era quella persona vera di cui si era innamorata. Tom era veramente come diceva di essere. Non poteva cambiare; cambiava solo davanti a lei con ragioni e scopi ben definiti.
E' tutto vero, si è felice sul serio solo nei film. E le promesse solo se su un set cinematografico e quando sono degli attori sotto copione a farle, sono vere.
Tom l'aveva mentita, forse usata; però perché pensava che la amasse quando le parlava? Perché pensava che l'amasse quando la guardava? E perché pensava che l'amasse quando la baciava?
Quella notte fu un vero e proprio inferno per le tre cose che ultimamente facevano fatica a stare bene: mente, anima e cuore. La sua anima ritornò ghiaccio infatti in men che non si dica.
Tom l'aveva ammazzata.
Odiava aver così bisogno d'amarlo. Odiava aver bisogno della sua mano tra i capelli. E odiava aver bisogno del suo respiro sul collo e sulla faccia.
Con Katrina doveva solo incontrarsi per riavere il suo bracciale.
L’aveva seriamente ammazzata, Tom.

Quello era uno dei giorni in cui Hayley era presente a scuola.
Non riusciva a stare nemmeno in classe, la presenza di tutte quelle persone la infastidiva molto.
Non faceva notare il suo reale stato d'animo, e come sempre, aspettava solo la campanella per potersene ritornare a casa.
Si aggiustò il cappello nero di un bel caldo materiale che aveva in testa e mosse un po' i capelli.
Gli occhi erano sempre leggermente gonfi.
Il tempo faceva abbastanza schifo, e inoltre, le previsioni dicevano che avrebbe piovuto.
Quando la classe cominciò a svuotarsi, rimase in classe alcuni minuti in più, proprio perché, soprattutto in quel periodo e con quello stato d'animo, odiava stare tra la folla.
Quando le sembrò opportuno uscì dalla classe, e con passo non troppo veloce si stava dirigendo fuori.
Poi, perse un battito.
«Hayley»pronunciò quella voce che non udiva da fin troppo tempo.
Lei non voleva voltarsi, giurò che non voleva voltarsi; ma il bisogno di guardarlo di nuovo negli occhi prevaleva ed era più forte del suo intero corpo.
«Cosa vuoi, Tom?»con gli occhi lucidi, dopo che gli stessi s'incontrarono con quelli del ragazzo.
La borsa le cadde a terra.
«Di nuovo te.»fissandola, toccandosi la nuca con la mano destra attento a non spostare il cappello.
«Smettila di mentirmi.»
«Scusa, Hayley.»provò ad avvicinarsi. «Scusa»lasciandosi cadere lo zaino alle spalle.
La distanza, a quel punto, da più o meno due metri, si trasformò nella metà.
«Nella vita ho imparato a non accettare più le scuse.»disse lei in un singhiozzo.
«Dipende dalla persona che te le porge.»
«No.»secca. «Chiunque ti porga delle scuse, è perché ha fatto qualcosa contro di te. E che nel momento in cui l'ha fatto, non gli è stato necessario pensare a te.»
«Io ho sempre pensato a te»rispose. «Sempre.»
«Baciare un'altra è pensare a me, Tom?!» facendo qualche gesto distratto e malinconico.
«E' stata lei»
«Tom..»portandosi una mano prima sul naso e poi s'un occhio come per asciugarsi. «Potevi evitarlo se volevi.»
«Mi ha preso il collo mentre ero distratto, Hayley!» esclamò lui.
«Questa notte, l'ho passata a ricordare i momenti passati insieme.»mormorò. «A ricordare cose che prima io e poi tu, abbiamo deciso di cancellare per sempre.»
«Ricordi quando ti dissi che eri bellissima?»chiese. «Io non l'avevo mai detto con il vero senso ad una ragazza. Ti ricordi quando ci baciammo quella stessa notte?»porgendole­ un ulteriore domanda. «Quello è stato il mio primo vero bacio, perché l'ho sentito anch'io.» continuò. «E ti ricordi, invece, quando abbiamo fatto l'amore? Quella notte io non ho fatto sesso. Ho fatto l'amore.»
«E con questo? Credi davvero che con quattro parole così dolci messe insieme riesci a farmi credere che tutto quello che mi hai appena detto è vero?» rispose. «Cosa dici?»
«Che ti amo.»
«Ti sbagli. Sono io ad amarti, Tom.» sibilò. «Se veramente mi amavi, non la baciavi lei.»
«Lei per me non è niente. Lei non sarà mai nemmeno un minimo di quanto sei tu per me.»
«Sono parole dolcissime, Tom.»rispose.
«Mi dici cosa pensi realmente?»
«Nel nostro rapporto c'è troppa poca verità.»mentre i suoi occhi si riempirono di lacrime.
«Se io ti dirò tutta la verità, farai anche tu lo stesso con me?»
«Mi dispiace Tom, non avrei mai dovuto amarti così tanto.»disse. «Perchè l'unica cosa vera che riesco a dirti, è che ho paura della verità.»
Il dolore la stava consumando, alzò la borsa da terra, e stava già indietreggiando; come l'ultima volta.
«Aspetta.» disse lui.
Lei distrutta si voltò, s'asciugò di nuovo entrambi gli occhi con una mano. Vide poi lui deciso in quello che stava per fare.
«E' tuo, questo?»mormorò Tom.
«Il mio bracciale.»sfiatò lei, perdendo un secondo battito.
«Cos'ha di così importante questo bracciale?»le chiese. «E' questo bracciale la risposta di tutto, non è così?»
La borsa le ricadde dalla mano, e si avvicinò lentamente a Tom.
Lo guardò negli occhi, stava guardando l'amore. E con tutta la forza che le era rimasta, lo abbracciò. Tom la sentì stretta di nuovo, mentre quel bracciale dai ciondoli rossi gli cadde dalla mano scaturendo un leggero rumore.
Ora Tom le prese la testa fra le mani.
«Adesso dimmi cosa c'è dietro tutto questo.»
Lei, prima si abbassò lentamente per recuperare il bracciale, e poi lo strinse in un pugno.
«Io, e la mia mamma.»rispose, superando il nocciola dei suoi occhi.
Erano entrambi nella stessa posizione, con le braccia stese lungo i fianchi; con gli occhi attaccati.
«Dov'è tua madre?»
«E' morta.»ora era Tom ad andare oltre il colore degli occhi della ragazza, e a leggerle l'anima. Tanto che rabbrividì ad un certo punto.
«Perché avevi così paura di parlarne?»
«E' una cosa stupida avere un bracciale che rappresenta tua madre.»
«La cosa stupida è non avermelo detto.»riprendendole la testa fra le mani, mentre lei rimase immobile.
«Sono vittima di questa paranoia da un bel po' di tempo, ormai.»
«Pensavi che non ti avrei creduto, vero?»
«Non solo tu. Non ne ho mai parlato con nessuno.»disse. «Ho paura di rimanere sola.»
«Ci sono io ora.»
Lei rimase a guardarlo incantata da quella frase, quella frase che avrebbe dovuto sentire più volte nel corso così lungo della sua vita.
«Non immagini quanta voglia ho di baciarti.»sfiatò lui.
«Dovresti farlo, ne ho veramente bisogno.»sussurrò.
Le loro bocche non se lo fecero ripetere due volte, e in men che non si dica si ritrovarono attaccate, perse in un amore che era ritornato di quel rosso così caldo che regalava.
L'amore non è complicato, sono le persone ad esserlo.
Le loro bocche, come le loro lingue, andavano all'unisono e il contatto tra loro era fortissimo.
Cominciarono a sentirsi vivi entrambi.
Mentre alle loro spalle, con il respiro sulla faccia, cominciò a nevicare.
  
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