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Autore: swanny    12/07/2006    1 recensioni
...chissà se l’avrebbe più rivisto, se lui si sarebbe mai ricordato di lei e ripensando a quella notte avrebbe provato il rimpianto di non averla amata come lei aveva fatto con lui e avrebbe continuato a fare per sempre...
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un fantasma. Se Virginia non avesse saputo che era veramente lì davanti a lei, avrebbe certo creduto di vedere un fantasma. I capelli biondi dai riflessi argentei, quegli occhi grigi e freddi, quella pelle così bianca, spettrale che lei aveva potuto assaggiare tempo prima in una notte di pioggia… Draco stava lì immobile, gli occhi penetranti fissi su di lei, sulla sua minuta figura. Fermo davanti al binario 9 e ¾  ad aspettare il treno che li avrebbe riportati a casa, e questa volta Ginny sapeva che sarebbe stata davvero l’ultima in cui il suo sguardo sfiorava quello del ragazzo. Lo sbuffo della locomotiva fece sobbalzare Ginny, si girò a guardare i suoi compagni che stavano entrando nello scompartimento, quando volse lo sguardo verso il punto in cui poco prima c’era Draco non trovò più il freddo dei suoi occhi a scrutarla, lui era sparito, risucchiato dal fumo nelle rotaie, forse era davvero un fantasma, o forse lo sarebbe diventato ben presto nei ricordi della ragazza. Quanto lo odiava, quanto non sopportava gli enigmi nascosti sotto quell’aura di mistero. Sì Ginny lo odiava, odiava le sue parole, il suo sguardo, che derideva tutti, odiava la sua voce, così maledettamente suadente, odiava il suo comparire nei momenti più inaspettati e lo sparire sul più bello, e poi ad un tratto, lui faceva un minimo gesto, bastava una sola parola per far scoprire alla ragazza che lo amava, così completamente, con una tale passione, con un tale coinvolgimento, che avrebbe fatto tutto ciò che le chiedeva, senza fare domande, interamente assuefatta dalla sua voce, stregata dai suoi occhi, legata a lui, ad ogni singola parte del suo corpo e della sua anima. Ginny lo amava, e lo odiava, lo amava, lo odiava, fino a perdersi nell’ombra del suo corpo, nel rumore dei suoi passi nel corridoio, nelle sue mani calde e forti. Lo amava perché le faceva nascere una sensazione di benessere, felicità, dolcezza, passione ogni volta che avvertiva un suo sguardo, quando lo vedeva parlare con i compagni nel cortile, e lo odiava perché lui si nascondeva, o meglio nascondeva lei, perché la guardava con l’insistenza di chi pretende qualcosa che gli è dovuto di diritto, e poi quando lei era sul punto di acconsentire, lui se ne andava, la lasciava sola, perché sapeva, sapeva ciò che provocava in lei, si prendeva gioco di lei, ma Ginny lo amava per questo, e ovviamente, lo odiava.

E così era passato un altro anno. Il sole stava tramontando portando con se le ultime immagini di un anno di vita che se ne andava con tutte le gioie, i dolori e i ricordi… nel rumore che il vagone produceva muovendosi sulle rotaie Ginny si scoprì a ricordare. Non voleva, non voleva, ma doveva una volta per tutte scacciare dalla sua mente, quel dolore, quelle immagini, marchiate dal fuoco della sua passione per un sogno, per qualcosa che non significava nulla. Ricordava perfettamente il giardino di Hogwarts, vagava nell’oscurità di una notte di pioggia. Se l’avessero scoperta fuori sarebbero stati indubbiamente guai seri, ma non le importava, doveva scappare, evadere, ma quello che non sapeva e che stava per essere rinchiusa in un’altra, di gran lunga peggiore prigione. Camminava stretta nella sua camicia da notte, bagnata fradicia, le gocce sulle gote arrossate dal freddo scendevano creandole un dolce solletico. Un lampo attraversò furtivo il cielo rischiarando le cime degli alberi scosse dal vento, e poi un tuono il cui fragore fece sobbalzare la ragazza che si sentì afferrare per una spalla. Si girò terrorizzata. Un altro lampo e il volto di Draco Malfoy le si presentò di fronte. Anche  quella notte Draco le era sembrato un fantasma, apparso dalle oscurità del suo cuore, lo spettro di tutte le sue paure, e dei suoi desideri più nascosti, lui non aveva detto nulla, semplicemente lui era fuori come lei e il destino aveva voluto il loro incontro. Ginny stava immobile incapace di muoversi o proferire parola, sconvolta dal rumore del tuono e dalla sorpresa di quella diafana mano posata su una sua spalla. Un altro tuono, e l’acqua continuò a scendere copiosa, e in quel momento Ginny capì che se non l’avesse baciato in quel momento l’avrebbe rimpianto tutta la vita. Lo odiava, lo odiava per averla incontrata, lo odiava perché era riuscito a farsi amare da lei, lo odiava perché in realtà odiava se stessa per il semplice fatto che avrebbe fatto qualsiasi cosa per stringerlo tra le braccia, per assaggiare le sue labbra, per potergli dire che nulla sarebbe stato più bello per lei che essere anche soltanto per un momento fra i suoi pensieri. Lo odiava perché lo amava, e questo era difficile da capire anche per lei stessa. Una lacrima celata dalla pioggia le rigò una guancia già abbastanza bagnata. Non volle più sapere nulla di quello che accadeva attorno a lei, semplicemente, si alzò in punta di piedi e appoggio le sue labbra a quelle del ragazzo. Le sue mani erano così calde, così avvolgenti, la trasportarono in un vortice di emozioni sempre più forti. Non c’era più la pioggia, non c’era il giardino, il castello, la notte. Non c’erano né Draco Malfoy, ne Virginia Weasley. C’erano soltanto un ragazzo ed una ragazza abbracciati, stretti l’uno nell’altra. Ma con un altro tuono il sogno di Ginny si infranse, sotto il peso della realtà. Draco si allontanò da lei spingendola violentemente a terra. “Weasley, sei pazza?!? Non provare più a toccarmi, con le tue sudice mani, stà lontano da me d’ora in poi, o ti farò pentire di essere nata!!!

Ginny lo odiava, e odiava il destino. Perché si era dovuto avvicinare, perché aveva dovuto rovinare i suoi piani, ci sarebbe riuscita a non amarlo, lei ce l’avrebbe fatta, ma non dopo quel bacio, no mai. Ginny lo odiava, ed era così convinta di odiarlo, ed evitare di provare alcun sentimento per lui, che purtroppo finì per innamorarsene ancora di più. Era stata rifiutata, illusa di potere essere accettata e poi bruscamente riportata alla realtà, si odiava, odiava se stessa per essere così, per non accettare il fatto che Draco la considerasse niente più che una pezzente, l’ultimo dei suoi pensieri. Nonostante le avesse fatto male, l’avesse ferita con le sue parole continuava ad amarlo, ad amare Draco Malfoy, il suo Draco Malfoy, un Draco Malfoy che non esisteva e non sarebbe mai esistito se non nei suoi sogni, un Draco Malfoy che non era niente più che uno spettro, un’ illusione perduta, un desiderio proibito. La stazione di King’s cross si avvicinava sempre più mentre i freni stridevano sulle rotaie arrestando il moto del treno. L’ultimo anno di Draco ad Hogwarts, chissà se l’avrebbe più rivisto, se lui si sarebbe mai ricordato di lei e ripensando a quella notte avrebbe provato il rimpianto di non averla amata come lei aveva fatto con lui e avrebbe continuato a fare per sempre. Una piccola folla si era raggruppata all’esterno del treno, composta da genitori e studenti contenti di ritornare a casa dopo il lungo anno scolastico. Ginny si alzò con calma decisa ad esasperare fino all’ultimo i momenti passati in quell’anno, vedeva il fratello chiamarla insieme ai suoi amici di sempre, ma non vide lui, Draco. Le sarebbe piaciuto vederlo un ultima volta prima di voltargli per sempre le spalle. Con sguardo assente si diresse verso i suoi familiari, sentiva che l’abbracciavano, la salutavano affettuosamente, ma i suoi occhi erano persi nella ricerca del ragazzo che amava. Ad un tratto lo vide, lui era lì con altri compagni. Avvertendo lo sguardo della ragazza su di lui si girò a fissarla con i suoi occhi di ghiaccio, con un espressione beffarda in volto. Ginny non distolse lo sguardo da lui finchè, Draco non si girò uscendo dal binario verso una nuova vita, scomparendo nel fumo della stazione così come era apparso quella notte di pioggia, come un fantasma. Ma Ginny lo sapeva, lei lo odiava per questo, eppure lo amava e lo avrebbe fatto per tutta la vita, fino a che anche lei non sarebbe divenuta un fantasma, lo spettro di un amore mai nato.

 

 

Bene siamo arrivati alla fine di quest'altra storiella, spero che vi sia piaciuta, anche se è nata in un momento di noia, in cui ho deciso di rimettermia scrivere, come sempre vi chiedo semplicemente un piccolo commentuccio, sempre vostra Swanny.

  
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