Fumetti/Cartoni europei > Monster Allergy
Segui la storia  |       
Autore: Estelle Williams    14/11/2011    5 recensioni
Dopo aver perso i suoi poteri, Zick parte con suo padre per raggiungere un misterioso maestro in grado di ridargli la sua forza, lasciandosi alle spalle Odmill, la sua vecchia vita ed Elena. Sono trascorsi otto anni, e dopo aver finalmente fatto ritorno a casa e riabbracciato la sua migliore amica, i due ragazzi dovranno fare i conti con un misterioso passato, e con un nemico molto più grande e pericoloso di quanto possano immaginare...
Spero di avervi incuriosito ^^
P.S. Mi scuso in anticipo con i lettori se c'è qualche particolare che non quadra.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era notte fonda. La luna splendeva alta, in un cielo sormontato da miriadi di stelle. Elena era lì, seduta sul davanzale della sua finestra, a guardare quello spettacolo straordinario, sperando che potesse aiutarla a riflettere. Le parole che aveva sentito poche ore prima si erano fissate nella sua mente, e ora si ripetevano come se fosse un nastro infinito...

 

-É proprio necessario?-

-Si. Se Zick vuole recuperare i suoi poteri, l'unico modo è andare da lui-

-Il viaggio è lungo. Non credo che questo aiuterà molto-

-Mi dispiace, Zob. Ci vorrà del tempo e tanta fatica prima che il ragazzo ritorni nel pieno della sua forza. Ma se vorrà farlo o meno, la scelta appartiene solo a lui. Partire significherebbe non rivedere più i suoi amici, la sua famiglia e...

-Ed Elena. Non la lascerebbe mai da sola, sa che soffrirebbe se lui partisse-

-Esattamente-

-E quindi che cosa pensi di fare, Timothy?-

-Non lo so. Quella che deve prendere Zick è una decisione difficile. Diamogli tempo per riflettere-

 

Elena stava per uscire da casa Barrymore, prima di sentire la discussione tra Zob e Timothy. Quando uscì, il senso di colpa che sentiva addosso sembrò essere aumentato. Era a causa sua se il suo migliore amico aveva perso i suoi poteri da domarore. Ed era a causa sua che il suo migliore amico si sarebbe fatto sfuggire l'occasione per recuperarli.

Quello che Zob aveva detto poche ore prima era vero, maledettamente vero. Se Zick fosse partito, lei avrebbe sofferto molto.

Ma farlo restare qui sarebbe un gesto egoista nei suoi confronti” si disse.

Era divisa in due. Che cosa doveva fare? Dirgli di non partire e di restare con lei? Oppure lasciarlo andare e fargli riacquistare i suoi poteri? Restò tutta la notte a pensare.

Il sole faceva capolino tra le case, quando lei finalmente prese la sua decisione.

 

Decise di dormire per qualche ora. Per fare quello che avrebbe fatto le ci sarebbero volute tutte le sue forze.

-Elenaaaa! Che fai ancora nel letto? Alzati, dormigliona!-

-Si, mamma!-

Grazie mille, mamma” Pensò la bambina, seccata.

Scese in cucina una mezz'ora dopo, giusto il tempo che ci era voluto per darsi una sistemata.

Quando arrivò trovò la madre, Julie, intenta a preparare la colazione. Il padre, Harvey, era alle prese con i gemellini, cercando disperatamente di farli mangiare.

-Su, fate i bravi. Fatelo per il vostro paparino...-

-Oh, papà. Si vede che non hai esperienza. Guarda come si fa-

E detto questo afferrò il cucchiaino e il vasetto con l'omogeneizzato dalle mani di Harvey.

Poi si sedette davanti a Charlie, il maschietto, prese una cucchiaiata di quella pappetta e la avvicinò alla bocca del neonato. Il bambino non cedeva, ma Elena non si arrese:

-É inutile che resisti- disse- posso rimanere qui anche per tutta la mattina-

Gli occhietti di Charlie, che fino ad allora erano stati inchiodati sulla chiave di gomma che aveva in mano, ora erano rivolti verso la sorella, e fissavano il suo sguardo di sfida. Elena era impassibile.

-Avanti, piccoletto. Collabora...-

Alla fine Charlie si arrese, e Elena lo imboccò senza problemi.

-Così, bravo- gli disse, e lo guardò con simpatia, e lui ricambiò. Per la prima volta stava cominciando ad apprezzare quei due pargoletti.

Riprese la sua aria da dura e si girò verso il padre:

-Ecco, hai visto? Troppo facile. E non stare con la bocca aperta- gli disse sorridendogli

-Elena, non mangi nulla?- Le disse la madre

-No, grazie. Io esco, devo andare da Zick per sistemare una faccenda-

-Ok, però sii a casa per ora di pranzo-

-Certo. A dopo-

 

Uscì da casa, e lentamente si avviò verso casa Barrymore. Arrivò davanti alla porta. Era terrorizzata

Forza, Elena. Devi farlo. Per Zick.

Suonò il campanello. Le aprì una signora che doveva avere si e no una trentina di anni, con i capelli biondi e un paio di occhiali sul naso. Era Greta, la rifugiatrice dell'oasi di detenzione di casa Barrymore, nonché la mamma di Zick.

-Elena! Che piacere vederti! Prego, accomodati. Zick è nella sua stanza.. Se aspetti lo chiamo-

-Oh, no. Grazie, Greta. Andrò io di sopra-

-Come vuoi, cara- E ritornò alle proprie faccende.

Elena si avviò di sopra, il cuore che le batteva a mille. Quando si trovò di fronte alla porta della camera, le mancò il coraggio.

Coraggio, Elena

Alla fine si fece forza. Bussò alla porta, e sentì un “avanti” ovattato.

Entrò nella camera. Dentro c'era Zick, sdraiatosul letto, un'espressione pensierosa sul viso. Alla vista di quello sguardo così malinconico, Elena sentì venir meno il coraggio

-Posso?- riuscì soltanto a dire.

-Ormai sei già entrata, quindi...-

La bambina si sedette sul letto affianco a lui.

-Allora, come va?-

-Mm, al solito- rispose lui, annoiato.

-Ah, bene...-

Forza! Ora o mai più

-Zick, io... io devo parlarti... di una cosa-

-Certo, dimmi-

-Riguarda la tua partenza-

Il bambino si voltò a fissarla con uno sguardo indecifrabile.

-Come fai a sapere che devo partire?!-

-Ho sentito tuo padre e Timothy che ne parlavano, l'altro giorno-

-Oh, diamine. Elena, io...-

-No, ascolta. Proprio di questo volevo parlare- La ragazza prese un lungo respiro.

-Questa è la tua occasione per riacquistare i tuoi poteri, non puoi sprecarla così. Ci sono tante cose che io e te dobbiamo ancora scoprire, ma non sarà mai la stessa cosa, se tu non sei felice. Mi sento già responsabile di ciò che è accaduto, e se tu rimanessi qui solo per non farmi soffrire, io soffrirei anche di più.-

Lo sguardo di Zick era fisso negli occhi di Elena, e lei si sentì trafitta da quello sguardo così... neanche lei sapeva come descriverlo. Sapeva solo che in quel momento le parole non ne volevano sapere di uscire dalla sua bocca. Lei però le forzò, e riprese a parlare.

-Quello che sto cercando di dirti- disse - è che se vuoi partire, fallo. Non sprecare questa occasione per me- e cacciò un lungo respiro.

Il ragazzo non sapeva che dire. Nei suoi occhi si leggeva l'indecisione.

-Sai che questo è un viaggio piuttosto lungo?-

-Si-

-E che potrei non ritornare tanto presto?-

-Si-

-E che potremmo non rivederci mai più?-

Elena rimase interdetta. Poi rispose.

-Si-

Zick si massaggiò le tempie.

-E allora perchè vuoi che io parta?-

Elena non rispose subito. Ci pensava e ripensava da giorni ormai, ma non aveva ancora capito il perchè. Lo sapeva che avrebbe sofferto, ma allora perchè voleva che lui partisse?

-Tu stai male. Te lo leggo negli occhi che daresti qualsiasi cosa pur di rivedere Bombo, Ben e tutti gli altri. Quindi perchè buttare questa occasione?-

-Ma... Elena, tu...-

-Non preoccuparti per me. Me la caverò, vedrai-

Zick sospirò. Quello che Elena aveva detto era vero: desiderava rivedere i mostri di casa Barrymore più di qualsiasi altra cosa. Sarebbe partito anche subito, ma come poteva lasciare sua madre, i nonni fantasma, e la sua migliore amica?

-Pensaci su, okay? Ci vediamo dopo- e detto questo la ragazzina uscì dalla sua camera.

Zick ci pensò a lungo, ma alla fine decise cosa fare.

 

Il porto era silenzioso. Un leggero venticello soffiava sul porto di Bigburg. Il sole stava sorgendo, e il cielo era di un meraviglioso arancione, tappezzato qua e là del rosa delle nuvole. In lontananza si poteva guardare anche il vecchio faro. La nave era arrivata da poco, e il capitano stava iutando Zob a sistemare i bagagli. Greta era in lacrime. Stava letteralmente bombardando Zick di domande e raccomandazioni.

-Mi mi raccomando, stai attento. E obbedisci sempre a tuo padre. E soprattutto ricordati di portare sempre con te il tuo inalatore-

-Tranquilla, mamma. Ho pensato già a tutto-

-Si, lo so, ma il fatto è che non posso credere che tu stia partendo davvero... Oh, vieni qui tesoro-

E lo abbracciò con l'affetto che solo una madre sa dare al proprio figlio.

-Mi mancherai, mamma-

-Anche tu, tesoro mio- disse mentre lo lasciava andare.

Il ragazzo si avvicinò ad Elena. Anche se non voleva darlo a vedere, la ragazza era molto triste.

Gli mancavano le parole. Una parte di lui non riusciva a dirle addio.

-Ciao- disse

-Ciao- rispose lei- Così... hai deciso di partire-

-Eh, già. A quanto pare si-

Calò un momento d'imbarazzo. Nessuno dei due sapeva cosa dire. Fu Elena a interrompere il silenzio.

-Ti ho preso una cosa- disse frugando nella tasca. Ne estrasse una piccola pietra di colore marroncino.

-Si tratta di un'agata. Gli antichi credevano che questa fosse una pietra protettiva. L'ho trovata per caso, così...-

-Grazie, Elena. Ma anche io ho qualcosa per te- e prese dalla tasca un piccolo ciondolo. Era una pietra rossa, liscia e lucida, alla quale era attaccata una cordicella.

-Questa qui è una corniola, la pietra del coraggio. Ho pensato che fosse un bel regalo, per cui...-

Ma non fece in tempo a finire che Elena gli era saltata al collo, abbracciandolo. All'inizio rimase immobile, ma poi anche lui si abbandonò a quell'abbraccio. Sentì la maglia umida, la dove la sua migliore amica aveva poggiato la testa.

-Pronti per la partenza!- urlò il capitano

Elena si staccò da Zick. Le guance erano umide, ma sorrideva.

-Fa buon viaggio, Zick-

-Grazie, Elena-. Anche lui sorrise.

Salì sulla nave, seguito dal padre.

Il battello si era allontanato di pochi metri, e a quel punto Elena corse fino alla fine della banchina.

-A presto!- urlò.

-A preso, Elena!- rispose, mentre vedeva la sua amica e sua madre diventare due puntini minuscoli

A presto, Elena” Pensò fra sé e sé. Sul pontile, una marea di domande affiorarono nella sua mente. Aveva fatto la scelta giusta? Valeva la pena lasciare la sua vita per una cosa che in fondo aveva sempre cercato di reprimere? Era con queste domande, che Zick si lasciava alle spalle la sua vita, per incominciare il suo viaggio. 

Salve!!!  Sono iscritta da poco, e da qualche settimana che volevo pubblicare una FF su questo fumetto che mio fratello mi ha fatto adorare!!! Spero che vi piaccia ^^.
A presto!!! (Si spera)

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Monster Allergy / Vai alla pagina dell'autore: Estelle Williams