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Autore: Contessa    14/11/2011    1 recensioni
“Se vuole? Non mi hai riconosciuta, vero?” gli chiese la ragazza appoggiando una mano sul fianco. Draco la guardò con attenzione: capelli castani schiariti dal sole, occhi neri, vestitino blu e tacchi alti. Senza gli sarebbe arrivata a malapena alla spalla.
Aveva qualcosa di vagamente familiare.
“Ehm… sei quella lontana cugina Rosier?”
“No! Sono Astoria. Astoria Greengrass. La sorella di Daphne!” rispose la ragazza.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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MEZZ’ESTATE

 

 

Narcissa si avvicinò al figlio, che osservava la grande sala con le braccia incrociate sul petto e uno sguardo indifferente.

“Ti avevo chiesto di fare almeno finta di non sembrare troppo annoiato.” gli disse sospirando.

“Questo è il meglio che riesco a fare.”

“Potresti almeno avvicinarti agli ospiti, invece di startene in un angolo…”

“Non c’è nessuno d’interessante.”

“Lo so, tesoro,  lo so, è per questo che ti avevo chiesto di fare finta. – Draco sorrise; il primo sorriso della serata. – Ecco, quest’espressione è molto più adatta a una festa.” aggiunse prendendolo a braccetto. Il giovane le accarezzò lentamente una mano, ingioiellata e ancora morbida. Sua madre adorava le proprie mani; diceva sempre che per indossare certi gioielli ci vogliono mani perfette, e le sue lo erano.

“Be’, la serata non sta andando così male.” disse Draco.

“Sei gentile, ma non sono stupida; la festa è un disastro. Un tempo riempivamo tutta la sala: la festa di Mezz’Estate dei Malfoy era uno dei più importanti eventi dell’anno, e solo le più importanti famiglie Purosangue potevano partecipare. Questa festa è uno dei miei primi ricordi… Io avevo quattro anni, tuo padre sei. Chi avrebbe potuto immaginare che quindici anni dopo avremmo annunciato il nostro fidanzamento, a quella stessa festa?” Narcissa sorrise, rigirando pensosamente la fede al dito.

“Mamma, ti prego, non voglio ascoltare racconti del secolo scorso.” la donna gli diede una leggera spallata.

“Tua nonna mi crucerebbe, se fosse ancora qui; direbbe che è colpa mia se la festa è un disastro. Siamo a malapena trenta… alcune famiglie non hanno nemmeno risposto all’invito.”

“Temo che il tempo dei Purosangue sia finito, mamma. Il nostro tempo.” sussurrò Draco. Sentì le mani della madre tremare.

“Io sono troppo vecchia per cambiare vita… ma il tuo tempo non è nemmeno arrivato. – gli disse cercando di sorridere. – Goditi la festa; ho paura che sarà l’ultima che daremo.”

“E’ davvero bellissima, grazie a te.”

La donna gli rivolse uno sguardo pieno di gratitudine.

“Credo che andrò a recuperare tuo padre; quando beve troppo diventa davvero insopportabilmente irritante. – Narcissa si staccò dolcemente dal figlio. - Le focaccine ripiene sono squisite; ti consiglio di prendere un paio prima che finiscano.” aggiunse prima di andare alla ricerca del marito.

Draco si sistemò la giacca e cercò di assumere un’espressione almeno vagamente felice.

Arrivato al tavolo del buffet si scontrò con una ragazza che, a quanto pareva, stava puntando le focaccine come lui.

“Prego, dopo di lei.” disse tirandosi indietro. La giovane prese un paio di focaccine, le mise su un piattino e glielo porse.

“Era quello che volevi, no? Io cercavo altri dolcetti al cioccolato, ma mi sa proprio che sono già finiti.” gli disse sbuffando.

“Grazie. Se vuole posso chiedere alle cucine di farne altri.” disse Draco prendendo il piatto.

“Se vuole? Non mi hai riconosciuta, vero?” gli chiese la ragazza appoggiando una mano sul fianco. Draco la guardò con attenzione: capelli castani schiariti dal sole, occhi neri, vestitino blu e tacchi alti. Senza gli sarebbe arrivata a malapena alla spalla.

Aveva qualcosa di vagamente familiare.

“Ehm… sei quella lontana cugina Rosier?”

“No! Sono Astoria. Astoria Greengrass. La sorella di Daphne!” rispose la ragazza.

“Ah, Astoria! Mi sembravi familiare, in qualche modo. Sei…”

“Cresciuta? Non credo proprio, ho smesso di farlo a quattordici anni. Ora ne ho diciannove, in caso te lo stessi chiedendo.”

“In effetti, me lo stavo chiedendo. Hai finito Hogwarts quest’anno?”

“Sì, ho appena preso i M.A.G.O.; ora mi sto godendo le meritate vacanze. – disse sorridendo. Era piuttosto abbronzata; il naso si era ricoperto di minuscole macchioline scure. Draco ricordava vagamente uno scricciolo attaccato a Daphne durante il loro terzo anno, poi qualche saluto distratto in Sala Comune o per i corridoi. – E tu cosa fai, adesso?”

“Ho appena finito un tirocinio di due anni al Ministero, nella Commissione per le Pozioni Sperimentali; ci sono buone probabilità che mi assumano.“ rispose abbozzando un sorriso.

“Oh, complimenti! Io sto cercando di convincere i miei che la Scuola di Specializzazione in Erbologia non è una totale perdita di tempo e denaro. Sai, dopo una figlia che vuole diventare magiavvocato, speravano che io scegliessi qualcosa di più elevato rispetto a raccogli erbacce. Dicono che è un lavoro da elfo.” disse scrollando le spalle.

“Delle buone erbe sono fondamentali per la riuscita di una pozione; un elfo non sarebbe in grado di sceglierle!” replicò Draco. Sembrava scandalizzato.

“Io lo so, prova a dirlo a loro! – esclamò Astoria annuendo con vigore. – Tra l’altro Daphne non sta andando molto bene, ma non amano parlarne.” aggiunse in un sussurro.

“Effettivamente ero piuttosto stupito che avesse scelto una carriera così dura… non mi è mai sembrata particolarmente interessata alla Magisprudenza.”

“Da secoli c’è almeno un Greengrass magiavvocato in ogni generazione; lo studio di famiglia è sempre stato molto rispettato, ma negli ultimi anni siamo rimasti in pochi. Mio zio, l’unico fratello di mio padre, non ha avuto figli, e non sembra intenzionato ad averne. E mio padre… be’, ha avuto solo Daphne. E me.” disse sistemandosi nervosamente un bracciale. Sembrava quasi imbarazzata.

“Non mi sembri così tremenda da poter rappresentare una delusione per i tuoi genitori…” disse lentamente Draco.

“Vedi, per sette mesi i miei hanno immaginato la mia vita in ogni più piccolo dettaglio: un’infanzia felice, Hogwarts, tutti i M.A.G.O., poi la Scuola di Specializzazione in Magisprudenza e una brillante carriera. Avrei dovuto essere un altro piccolo, perfetto Greengrass dagli occhi verdi. Avrei dovuto essere un maschio. – Astoria fece una breve pausa. – Il dottore aveva detto loro che era un maschio. E loro mi amano comunque, adesso, ma a volte vorrebbero davvero che io fossi un maschio, lo so. La nostra famiglia è finita, senza eredi. E Daphne sta cercando disperatamente di mantenere una tradizione: almeno un Greengrass per generazione dev’essere magiavvocato. Sperava che fosse più facile, però.” concluse con un profondo sospiro.

“Non si sono resi conto che il mondo è cambiato, eh? – disse Draco appoggiando il piattino, ora vuoto. Astoria gli passò un tovagliolino, annuendo velocemente. – Grazie.”

“Prego.” rispose con un sorriso timido.

“Anche questa è una tradizione. Una stupida tradizione. Balliamo per non affrontare la realtà. Ma balliamo solo tra Purosangue, eh. Come se questo avesse ancora importanza.” disse guardando le poche coppie che danzavano al centro della sala. Erano solo macerie di un mondo distrutto, un mondo che non esisteva più, ma si rifiutavano comunque di smettere di ballare.

“Oh, in tal caso io sono un’imbucata, allora. – disse Astoria. Draco le lanciò uno sguardo interrogativo. – Sai tenere un segreto?” gli chiese abbassando la voce.

“Per quasi un anno nessuno si è accorto che stavo cercando di uccidere Silente. A parte Silente stesso, intendo.”

“Bastava un sì. Comunque, il cognome della mia famiglia deriva dal fatto che per secoli il nostro tratto distintivo sono stati gli occhi verdi. Verdi come l’erba. Sì, non è molto originale, lo so. – disse prima che Draco potesse fare qualche battuta. Il giovane sorrise. – Quindi i miei antenati hanno sempre cercato di preservare questa caratteristica, accettando di buon grado anche i matrimoni tra cugini. Mia sorella ha gli occhi verdi, entrambi i miei genitori hanno gli occhi verdi, mio zio, mio nonno… tutti hanno gli occhi verdi, tranne me.”

“Stai cercando di dirmi che tua madre ti ha avuta con un tizio dagli occhi neri, e non sa se era un mago?”

“No! E a mia madre non farebbe piacere sentire una cosa del genere. – disse Astoria con una smorfia. – Da piccola questa cosa mi rendeva triste, perché mi sentivo esclusa… e brutta. Finché non ho notato che mia nonna aveva gli occhi proprio come i miei. Hai mai incontrato mia nonna?”

“Credo di sì, ma non mi ricordo di preciso di lei.”

“Esile, capelli neri, carnagione ambrata… occhi neri?”

“Negli ultimi anni non era molto esile, però?”

“No, non molto, in effetti. Fatto sta che mia nonna non era legata in alcun modo alla famiglia Greengrass, e ovviamente non rispondeva al requisito degli occhi verdi, o almeno chiari. Un bel giorno mio nonno la incontrò a Londra, e s’innamorò di lei; lavorava a King’s Cross, vendeva i biglietti. I biglietti dei treni Babbani.”

“E perché una strega dovrebbe fare una cosa del genere?”

“Forse perché non era una strega... mia nonna era una Babbana.”

“Una nata Babbana, intendi?” le chiese Draco.

“No, una Babbana. Una Babbana fatta e finita. Ma mio nonno l’amava troppo, così s’inventò che era una nobile Purosangue mediorientale trasferitasi da poco in Inghilterra. Le raccontò tutto del nostro mondo e le comprò una bacchetta, ma nessuno la vide mai compiere una magia. Semplicemente perché non poteva.” rispose Astoria stringendosi nelle spalle.

“Quindi la tua famiglia non è più Purosangue?...”

“No. Ed io ne sono la prova vivente. Ho gli occhi neri come il peccato di cui si è macchiato mio nonno. – disse solennemente, prima di mettersi a ridere. – Nessuno lo sa, a parte me; mio nonno lanciava gli incantesimi al posto suo. Non l’ha mai capito nemmeno mio padre. Li hanno fregati tutti per trent’anni. Vi hanno fregati. – si corresse da sola. - Ora sei il portatore di un importantissimo segreto.”

“E non hai paura che lo dica a qualcuno?”

“Nessuno ti crederebbe. E potrei sempre obliviarti.” tirò fuori la bacchetta dalla borsa con un gesto veloce. Draco alzò le mani in segno di resa.

“Mi arrendo. Il tuo segreto è al sicuro con me.” disse mimando l’atto di cucirsi la bocca con due dita. Astoria mise a posto la bacchetta.

“Tra qualche anno questa questione del sangue sarà dimenticata da tutti; non porta più nessun privilegio. Ma vorrei lasciare intatta la memoria dei miei nonni. Si amavano davvero molto. – disse guardando la sala. La musica continuava, ma sempre meno coppie ballavano. – Uno dei miei primi ricordi è in questa sala, sai? C’erano anche i miei nonni. E mi ricordo anche di te.” aggiunse con un cenno del capo verso il giovane.

Draco la guardò negli occhi: provò l’irrefrenabile impulso di stringerla, e baciare quel naso ricoperto di lentiggini. Si limitò a toccarle una mano.

“Senti, che ne dici di dare scandalo ballando insieme? – le chiese dopo qualche secondo di silenzio. – Un Malfoy non ha mai ballato con una donna che non fosse una Purosangue in questa sala; saresti la prima.”

Astoria si sistemò ancora una volta un braccialetto, nervosa.

“Io… sì, sì. Ne sarei onorata, grazie.” disse stringendo la mano del ragazzo.

Danzarono insieme tutta la sera, e dopo la fine della festa Draco la portò nelle cucine e fece preparare altri dolcetti al cioccolato.

L’anno successivo, il ragazzo pregò la madre di dare ancora la festa di Mezz’Estate; da quasi un anno si mormorava che il giovane Malfoy e la piccola Greengrass si frequentassero, ma loro non avevano mai confermato nulla. Non avevano mai neanche smentito, dicevano i più pettegoli.

Ballarono ancora insieme per tutta la serata, così come l’anno successivo; le voci di un loro matrimonio segreto si rincorrevano sempre più insistentemente. Qualcuno disse che Astoria sembrava ingrassata, e subito tutti si convinsero che fosse incinta. Loro ballavano e sorridevano, senza curarsi degli altri.

Ad un certo punto effettivamente si sposarono, ma invitarono solo i parenti più stretti. La ristretta comunità dei Purosangue si era ormai completamente disgregata.

Alla festa di cinque anni dopo Astoria ballò veramente poco; era all’ottavo mese di gravidanza.

 

 

Anche se sono una fan convinta della coppia Draco/Hermione, non potevo continuare a fare finta che Astoria non esistesse… XD

Io l’ho immaginata così, dato che la Rowling non ci ha detto nulla dei lei; spero che la “mia” Astoria vi sia piaciuta.

Grazie per essere arrivati fin qui! :)

Contessa

   
 
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