I got passion in my pants and I
ain’t
afraid to show it
I pay to the beat, walking on the
street with in my
new lafreak, yeah
This is how I roll, animal print, pants out control,
Ok, Francis era abbastanza
brillo da decidere di divertirsi a spese sue e di altri poveri
malcapitati, ma
lui si fidava, certo, del suo caro amico che non aveva precedenti del
genere; o
no? Non gli pareva di ricordare niente del genere, ma si ricordava
anche di
unicorni rosa e arcobaleno e le sopracciglia di Inghilterra che lo
seguivano
come due bruchi in lento, penoso avvicinamento.
Fissando Francis uscì dal bar
ancheggiando alla stessa maniera civettuola.
When I walk in the spot, this is
what I see
Everybody stops and they staring at me
«
Forse non è il caso…»
« Di che ti preoccupi, eroe?»
Alfred guardò la coppia nel
letto: Ludwig manteneva il solito cipiglio, ma la mano di Feliciano era
vicina
alla sua fronte, come se prima di addormentarsi avesse cercato di
appianare i
solchi sulla pelle lattea del tedesco.
Erano così incredibilmente
carini!
Però Francis aveva ragione:
un eroe non si tirava mai indietro di fronte ad una sfida.
This is how I roll, come on
ladies it’s time to go
Quando
Francis si chiuse la
porta alle spalle, l’immaginazione di America, purtroppo
intaccata da quasi un
secolo di fumetti a colori vivaci e film di ogni genere e valore, si
scatenò. Febbrile,
slacciò la cintura e i jeans caddero con un tintinnio sul
pavimento. Per fortuna,
Ludwig storse solo la bocca e non si svegliò.
L’americano sorrise e piombò
pesantemente tra i due piccioncini, rovinando il loro nido
d’amore.
We hit it to the bar, baby
don’t be nervous
No shows, no shirt, and I still get serviced
«
COSA. CI. FAI. NEL. NOSTRO.
LETTO?»
Per poco Alfred non fece un
urlo, strappato dal sonno pesante e privo di sogni in cui era caduto
prima
ancora di infilarsi sotto le lenzuola; in effetti, adesso che tornava
alla
realtà il sapore amaro in bocca, il mal di testa parlavano
chiaro. Cercò di
rotolare tra le coltri, così da salvarsi, ma si rese conto
di essere
intrappolato da un Ludwig sull’orlo della crisi di nervi e di
essere mezzo nudo
– per la precisione, in mutande, calzini e T-shirt.
Così si stampò in volto un
sorriso contraffatto, viola dall’imbarazzo, raddrizzandosi
gli occhiali.
« Dev’essere… uhm, forse
avete sbagliato… ehm, stanza. È
giusto…?»
Forse erano i postumi della
sbornia, ma non capì mai come avesse fatto a trovarsi nel
corridoio, davanti ad
un gruppo di turisti, con i vestiti accatastati tra le braccia.